venerdì 12 aprile 2013

Io sono Li

Regia: Andrea Segre
Origine: Italia
Anno: 2011
Durata: 92'




La trama (con parole mie): Shun Li, giovane madre cinese giunta in Italia per lavorare nella speranza di portare un giorno con lei il figlio di otto anni, dalla fabbrica tessile di Roma in cui è impiegata da tempo viene trasferita in un bar appena rilevato da alcuni suoi compatrioti a Chioggia, nei pressi di Venezia, in una piccola città di pescatori come quella in cui lei stessa è nata.
Una volta abituatasi al nuovo impiego, la donna viene presa in simpatia da un gruppo di amici del posto tutti in età da pensione: tra loro c'è Bepi, detto il Poeta, che trent'anni prima si trasferì nel piccolo centro lagunare dalla Jugoslavia, e che ora è vedovo e resiste alle richieste del figlio di trasferirsi da lui a Mestre.
Tra i due nasce una sincera amicizia che provoca malumori sia presso i capi di Shun Li che tra gli amici di Bepi, timorosi rispetto al fatto che la ragazza possa volerlo sposare per derubarlo.
Nonostante le brutture della vita, il legame tra i due troverà comunque un modo per conservare il suo significato.






Come tutti noi ben sappiamo la cara, vecchia, Terra dei cachi attraversa un periodo di crisi profonda non solo a livello economico e politico, ma anche cinematografico, mancando da tempo della verve che rese grande la nostra settima arte a cavallo del trentennio che portò dagli anni cinquanta alla fine dei settanta.
Nel corso delle ultime stagioni - se escludiamo le garanzie di Amelio, Bellocchio, Sorrentino e Garrone - l'unico nuovo volto ad aver davvero segnato con il suo passaggio le esperienze dell'audience - e della critica - è stato Giorgio Diritti, che con l'ottimo Il vento fa il suo giro ed il meraviglioso L'uomo che verrà ha regalato due vere e proprie pietre miliari.
Proprio all'eredità di questi due lavori si lega il gioiellino Io sono Li, passato un paio d'anni or sono al Festival di Venezia nelle Giornate degli Autori e pressochè ignorato dalla distribuzione, preoccupata esclusivamente, nell'ambito Italia, di invadere le sale con presunti blockbuster di infima qualità con protagonisti comici presi in prestito dal piccolo schermo: l'opera di Andrea Segre, invece, avrebbe meritato una vetrina decisamente più grande, oltre a riconoscimenti legati alla sua semplicità unita ad un approccio clamorosamente autoriale sia sotto l'aspetto tecnico che di narrazione - meravigliosa la fotografia del veterano Luca Bigazzi, profondo e toccante lo script, degno della grande tradizione del miglior Cinema orientale -.
La vicenda di Li, immigrata cinese che sogna di portare in Italia il figlio di otto anni - rimasto nella sua città natale con il nonno pescatore - ed imprigionata dalle imposizioni dei suoi capi - clamorose le situazioni come quella dei trasferimenti improvvisi, del non sapere quando il proprio debito rispetto a chi ha pagato viaggio e permesso di soggiorno sarà saldato, di non avere giorni liberi se non quando sono i boss a concederli - e dalle voci di una piccola realtà di provincia in cui una straniera più giovane è necessariamente a caccia di un vecchio pronto a cadere nella sua trappola matrimoniale, è portata sullo schermo con rigore e sensibilità, e raccontata concedendo spazio al quotidiano così come a scelte estetiche legate ad un approccio "alto", che ugualmente non pesano in nessun caso sulla visione rendendola in qualche modo radical chic.
Ed il rapporto tra Bepi e Li, nella sua complessa semplicità, è uno dei più commoventi che di recente mi sia capitato di vivere attraverso lo schermo: due "stranieri" che si ritrovano in un Paese che li accetta solo quando stanno al loro posto - ironico e da brividi il dialogo in cui il "Poeta" ricorda alla giovane amica che entrambi "sono stati comunisti" -, il primo incapace di pensare ad un'esistenza che sia lontana dal mare, dal suo casone da pescatore, dai luoghi che lo definiscono e rendono simile al padre della seconda, fedele al culto di un "suo" Poeta - Qu Yuan, una sorta di equivalente del nostro Dante - cui affidare le preghiere e la speranza che, un giorno, il figlio possa raggiungerla in quell'Italia strana e lontana che la riporta, con il paesaggio marino di Chioggia, alle origini da tempo accantonate.
Ed è proprio l'acqua con il suo essere pena e simbolo di libertà l'elemento chiave del lavoro di Segre: l'acqua che porta i sogni galleggianti di Li ed accarezza le reti da pesca di Bepi, cullando le solitudini di entrambi almeno fino al loro incontro.
Una giovane donna che lotta per il proprio bambino ed un vecchio bevitore che combatte per sopravvivere ed affermare il suo diritto di essere dove si trova.
Sono due sopravvissuti, Li e Bepi.
E si sa che il mondo, a quelli come loro, non regala o regalerà mai nulla.
L'unica strada è che quello stesso regalo sia concesso da chi abbiamo di fronte, e sa che si è già oltre gli ordini, le voci, i confini, le imposizioni o le maldicenze.
Il prezzo da pagare sarà sempre alto, ma almeno la pena sarà valsa per qualcosa che pesa quanto un'eredità, un lascito, il senso di un'esistenza che è affondata proprio quando si è trovata lontana dall'acqua che l'ha accompagnata per tutto il suo viaggio.
Ma ci sarà sempre la speranza.
La speranza è lì.
La speranza è Li.
Che illuminerà la laguna di Chioggia con la sua più grande lanterna, dono al suo più grande Poeta.


MrFord


"Ah gimme gimme good water,
ah gimme gimme gimme good water,
ah gimme good water,
please don't refuse me, mister,
I seen your daughter at the oasis
and I'm beginning to blister."
The Who - "Water" -


12 commenti:

  1. Ma Bepi (l'attore) che sa l'inglese l'italiano la sua lingua e chissà quante altre!!!

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    1. Mitico! Tra l'altro è passato da Guy Ritchie a Kubrick, da 24 fino a qui! :)

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  2. Bellissima recensione! sono contento che il film ti sia piaciuto, a volte le cose pià belle ce le abbiamo sotto gli occhi e neanche ce ne accorgiamo...

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    1. Bradipo, muchas gracias! Film splendido, dal primo all'ultimo minuto: fortunatamente ogni tanto esce qualcosa di buono anche qui! :)

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  3. aspetto altri film di Andrea Segre, qui è tutto perfetto, la storia, gli attori, l'ambientazione, la tristezza, l'umido:)

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  4. È uscito (fortunatamente qui abbiamo cinema che danno anche queste cose) in un periodo in cui non potevo proprio permettermi di vederlo ma, per dire, mia madre, lo ha adorato.
    Di Segre mi è piaciuto anche l'ottimo docufilm "La Mal'Ombra", ambientato proprio qui, a pochi chilometri da casa mia, che fa luce su una vergognosa vicenda di mafia, politica e denaro made in veneto. Se ti capita l'occasione guardatelo...

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    1. Considerato il valore di questo, che ti consiglio di recuperare, a questo punto mi metto in cerca del docufilm che citi.
      Mitico Segre!

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    1. Recupero assolutamente necessario. Una delle produzioni italiane più belle degli ultimi anni.

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  6. vabbè, adesso vuoi dirci che c'è un film italiano decente?
    vedo che le spari sempre più grosse! uahah :D

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    1. Di sicuro non le sparo grosse quanto te! Ahahahahah! ;)

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