giovedì 13 ottobre 2011

Habemus papam

Regia: Nanni Moretti
Origine: Italia
Anno: 2011
Durata: 102'




La trama (con parole mie): morto un Papa se ne fa un altro, recita il popolare detto. Così, giunto il fatidico momento, il Conclave si riunisce per votare il nuovo pontefice, e dopo alcuni giri di votazioni a vuoto, pare quasi che i favoriti per la carica - nessuno dei quali entusiasta di ricoprirla - decidano di indirizzare la scelta verso un personaggio di comodo, tranquillo e silenzioso, che possa occupare il vuoto come uno stato cuscinetto.
Ma proprio nel momento della benedizione alla folla, il nuovo Papa entra in una profonda crisi depressiva rifiutandosi di comparire alla famosa finestra su Piazza San Pietro, costringendo il Vaticano a rivolgersi ad uno strizzacervelli - il migliore nel suo campo -: i pesanti limiti posti sulle domande da rivolgere al Pontefice, però, inficiano il lavoro dello stesso, che si ritrova confinato con il Conclave fino a quando il Papa si deciderà a fare la sua comparsa in pubblico.
Quest'ultimo, però, non ha alcuna intenzione di rivelarsi, e fugge per le strade di Roma finendo per conoscere - lui, aspirante attore - i membri di una compagnia teatrale alle prese con Cechov.



Nonostante sia uno dei padri nostrani del radicalchicchismo, devo dire di avere sempre avuto un ottimo rapporto con Nanni Moretti.
Dai tempi dei meravigliosi Bianca e La messa è finita ho sempre considerato ottimo il lavoro del cineasta romano, passando attraverso il mitico Caro diario per giungere al recente e per il sottoscritto subito cultissimo Il caimano.
Il tutto nonostante lo scivolone a metà de La stanza del figlio, che nonostante i premi ed il successo ho sempre considerato il più ruffiano e meno interessante tra i lavori del suddetto Nanni.
La mia aspettativa, dunque, per Habemus papam era piuttosto alta, considerati i pareri letti in rete e non solo in proposito: il risultato è stato una sorta di via di mezzo in bilico tra momenti assolutamente magici - la prima dichiarazione del Papa alla moglie, anch'ella psicoanalista, dello stesso protagonista, "io sono un attore", semplicemente straordinaria - altri più leziosi - la tanto decantata sequenza della pallavolo tra gli alti prelati - ed alcuni decisamente poco incisivi - la fuga del Papa, il suo rapporto con la compagnia di teatro, per quanto valida potesse essere l'idea sulla carta -.
Il risultato è sicuramente un buon prodotto, ma decisamente al di sotto delle potenzialità che un regista di questo tipo poteva esprimere con una materia come quella fornita dalla Chiesa: in particolare, nel corso dell'intera visione, ho accarezzato con il pensiero l'idea dello stesso film girato dal Maestro assoluto del grottesco, quel Luis Bunuel cui sicuramente Moretti ha fatto riferimento in ben più di un'occasione nel corso della sua carriera cinematografica, ed il risultato, purtroppo per il Nanni nazionale, abbassa - e non di poco - la valutazione finale di quello che, senza dubbio, sarebbe potuto diventare il suo film più rivoluzionario e rappresentativo.
Per usare paragoni calcistici, si potrebbe quasi pensare che l'autore abbia preferito rifugiarsi in una melina da pareggio piuttosto che lanciarsi in un attacco che, per quanto rischioso - stiamo pur sempre parlando della più grande organizzazione pseudo criminosa della Storia dell'Umanità -, poteva significare l'ingresso in un ideale Olimpo delle produzioni italiote recenti accanto ai meravigliosi Il divo, Vincere e L'uomo che verrà.
Le idee sono presenti, in misura ampia, ed il ritratto che Moretti porta sullo schermo dell'istituzione Chiesa è chiaro ed efficace, eppure i momenti migliori della pellicola appaiono quelli in cui della stessa non vi è traccia, e lo spazio principale viene occupato dall'Uomo, dalla persona scelta per occupare una carica potentissima ed al contempo carica di aspettative schiaccianti - la sequenza del conclave, quasi fantozziana, è un colpo magico - proprio quando una sorta di emancipazione dai propri compiti e dalla vita prende la forma dei sogni mai realizzati in gioventù, di un passato che pare quasi il futuro.
Interprete d'eccezione di questa sensazione di smarrimento e ricerca è Michel Piccoli, grandissimo personaggio che ha fatto epoca nel Cinema d'autore europeo e che anche in questo caso non tradisce le attese, riuscendo a convincere anche un ruvido bottigliatore come il sottoscritto facendolo addirittura passare oltre sue prove passate assolutamente irritanti come quella fornita con il borioso Belle toujours dell'altrettanto borioso Manoel De Oliveira: il vecchio ed appena eletto pontefice, in bilico tra depressione ed ansia, nella sua fuga e nel ricordo dei tempi in cui fu respinto dall'Accademia perchè attore dal talento non abbastanza spiccato è lo specchio di un Uomo che non trova una sua dimensione nell'annosa questione religiosa, e che nell'ottima chiusura afferma la sua incapacità di porsi a simbolo ed interprete di qualcosa che, obiettivamente, per Moretti, è in dubbio quanto per il sottoscritto, ed in un certo senso riprende il discorso - pur se con minore efficacia - del già citato La messa è finita, riuscendo anche a giustificare una minore intensità nel proporsi legata all'età e ad una crescita che difficilmente possiamo fermare, di quelle che ci rendono vulnerabili anno dopo anno rispetto all'idea di confrontarci con il grande salto.
Una sorta di tacito accordo a non esagerare, perchè non si sa mai cosa potremmo trovare.

MrFord

"Cerco un centro di gravità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
avrei bisogno di..."

Franco Battiato - "Centro di gravità permanente" - 





22 commenti:

  1. è già pronto per vederlo, appena termino di vedere altri film che ho in lista d'attesa ^^

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  2. Arwen, sicuramente una visione interessante: certo, andando indietro Moretti ha fatto certamente di più, ma tutto sommato anche quest'ultimo lavoro rende bene.

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  3. va beh dai, di Moretti non si butta via niente, se poi c'è dentro Remo Remotti, fosse anche per due secondi, motivo in più per vederlo.

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  4. aspetto il momento giusto per vedere questo, ma in genere Nanni Moretti mi è sempre piaciuto...

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  5. finirà che me lo vedrò, ma io nanni moretti non l'ho mai sopportato... l'unico che mi sia piaciucchiato è stato Il Caimano (ma anche in quel caso poca roba). in più credo che come regista sia abbastanza mediocre e che come attore... no, non è un attore.
    james da te non me l'aspettavo :D

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  6. a mio modesto parere, è abbastanza evidente che l'ambientazione clericale, per moretti, è solo un pretesto: moretti è romano e da sempre parla di ciò che conosce, e ciascun romano percepisce la presenza del vaticano come un gruppo di bagnanti a rimini percepirebbe un cetaceo permanentemente spiaggiato: impossibile ignorarlo. ma anche una persona che si suppone disponga di un potere pressoché illimitato può patire di solitudine e di senso di inadeguatezza, e ha bisogno di aiuto, di non sentirsi così disperatamente solo.

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  7. che ti avevo detto Ford? Anche io sono affezionato a Nanni, e sia chiaro in toto non ti delude mai o perlomeno per quello che mi riguarda; questo Papa si accetta per quello che è ma è un film decisamente minore, decisamente.

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  8. Secondo me Moretti è uno che, una volta metabolizzato il suo praticolare stile narrativo, non può non piacere. Come regista intendo. Il bello è che ho un paio di colleghe della "stretta osservanza cattolica" che hanno detto che il film è bellissimo. È il prossimo che guarderò (spero in questo weekend)

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  9. @ Frank dai però ora non spararla grossa, Nanni è un gran personaggio, come attore sopratutto non si tocca!!

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  10. io Moretti non l'ho mai sopportato, e intendo il Moretti "attore", eppure stavolta sono riuscito a digerirlo. Probabilmente è vero che il film non è un capolavoro indimenticabile, ma non mi è dispiaciuto affatto; l'ho trovato abbastanza divertente e misurato, forse, come dici tu, è stato proprio l'essere misurato che non lo farà passare al rango di film mitico, ma io ho apprezzato la scelta.

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  11. sono abbastanza d'accordo, sarebbe potuto essere un film migliore. e nonostante questo è comunque una delle cose più interessanti dell'annata italiana...
    confessando questo tuo apprezzamento per moretti io comunque leggo anche una ammissione della grandezza del radicalchicchismo! :D

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  12. Harmonica, hai ragione: Remotti un mito!

    Vincent, sicuramente non è tra i suoi must, ma merita una visione comunque. Questo è sicuro.

    Frank, posso capire che a quelli come noi tutti pane e salame il vecchio Nanni stia un pò sul cazzo, ma guarda che i suoi film sono sempre un respiro profondo per il Cinema italiano.

    Ganfione, in effetti la parte che ho preferito è stata quella dedicata all'uomo, più che al papa. La riflessione ci sta tutta, solo secondo me Moretti non ha voluto calcare troppo la mano per evitare pressioni eccessive.

    Lorant, sicuramente non siamo neanche lontanamente vicini ai suoi film migliori, ma anche questo si lascia guardare più che dignitosamente.

    Gae, appena lo vedi fammi sapere. E a proposito di Moretti concordo in pieno.

    Bert, mi associo all'antipatia per Moretti - attore o regista poco importa, per me -, ma di sicuro anche in un'opera minore come questa si nota tutta la potenza di uno dei registi più significativi del nostro Paese delle ultime decadi.

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  13. Cannibale, è tornata la tregua!?!? ;)

    Ora che anche io l'ho visto, posso dire di ricambiare e concordare con il tuo post.
    Per quanto riguarda Moretti, personalmente l'ho sempre trovato detestabile: ma i suoi film - soprattutto Bianca, La messa è finita e Caro diario - sono davvero una bomba.

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  14. Sto cercando di guardarlo da che è uscito e ancora continuo a fallire. Avere una precaria connessione in casa non aiuta di certo, dovrò ritagliarmi alcuni spazi in ufficio :)

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  15. Pesa, questa degli spazi ritagliati è illuminante. :)

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  16. La penso come te e Marco(Cannibal Kid): un bel film, non da perderci la testa, ma niente affatto male...

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  17. Non l'ho visto ancora e devo dire che Moretti non mi è mai dispiaciuto come regista.
    Da quel che leggo, credo che ne varrà la pena... Muchas gracias, Maestro! ;)

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  18. Adriana, benvenuta da queste parti! Ovviamente concordo, e approfitto per dire che è una cosa rarissima quella di trovare me e Cannibale d'accordo! :)

    Vince, Moretti, tutto sommato, vale sempre la pena, anche quando non è al suo massimo.

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  19. Non il meglio di Moretti,ma tutto sommato un bel film che,a mio avviso,merita di essere visto.Ovviamente,La Stanzza del figlio e Bianca sono un'altra cosa.

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  20. Blackswan, onestamente io metto La stanza del figlio a braccetto con questo, mentre Bianca, come La messa è finita e Caro diario, sono assolutamente su un altro pianeta.
    Ad ogni modo, anche nei suoi "minori" Moretti è sempre un regista da non trascurare.

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  21. Interessante, geniale nello spunto di partenza, ma poi perde quota. La partita di pallavolo, definita di culto, anche io l'ho trovata un po' inutile. Sfruttata male la parte del teatro, che avrebbe invece potuto raggiungere vette altissime di poesia. In ogni caso un film discreto, che sta avendo un grande successo in Francia e che poteva correre all'oscar invece di Terraferma

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  22. Perso, Terraferma ancora mi manca, ma sono d'accordo con la tua opinione a proposito di Habemus Papam.
    Sicuramente, rispetto all'opera di Moretti, un film solo discreto, ma comunque una visione che vale tutto il tempo dedicatole.

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