martedì 13 dicembre 2016

Snowden (Oliver Stone, Francia/Germania/USA, 2016, 134')




Oliver Stone è un regista che non passa inosservato: nel corso della sua lunga carriera, mi è capitato di ammirarlo e detestarlo, passare da visioni di grande potenza - JFK, Salvador, Talk Radio - ad altre pessime - World Trade Center -, da quelle sopravvalutate - Platoon - a quelle sottovalutate - Alexander -, e difficilmente sono rimasto indifferente al suo lavoro.
Curioso, dunque, che mi trovi a parlare in modo completamente diverso della sua ultima fatica, Snowden, incentrato sulla figura dell'ex analista CIA divenuto "persona non gradita" agli States dopo aver rivelato l'approccio invasivo dell'NSA rispetto non solo ai sospetti terroristi, ma anche agli abitanti degli USA: perchè Snowden, senza dubbio realizzato con grande perizia, è uno dei film più freddi e meno coinvolgenti che abbia visto nel corso di questa stagione, sicuramente troppo lungo e troppo legato ai tecnicismi da sorveglianza di rete per smuovere qualcosa nel pubblico, non brutto o poco centrato ma incapace di lasciare un segno vero in chi lo guarda.
Fortunatamente per Stone, però, a dare una grossa mano ad un lavoro sicuramente algido - talmente algido che, più che al focoso Oliviero, mi ha fatto pensare al Danny Boyle degli ultimi anni - e poco coinvolgente giunge non tanto una Shailene Woodley pronta a mostrare le sue carte - apprezzate, direi -, quanto la figura stessa del reale Ed Snowden e le riflessioni che la sua storia suscitano: di fatto, agli occhi della Legge e per correttezza, è giusto affermare che l'ex tecnico NSA e CIA sia colpevole, e meriti a tutti gli effetti di essere giudicato per quello che ha scelto di fare.
Di contro, per quanto non mi freghi nulla di essere spiato attraverso la webcam o che qualcuno dall'altra parte del mondo legga i miei messaggi, la scelta di Ed Snowden - e in questo caso, curioso che il momento migliore della pellicola risulti la carrellata di foto reali inserite in coda al film - di rendere pubblico l'approccio decisamente aggressivo e contro il concetto di Libertà - di pensiero, politica e chi più ne ha più ne metta - ancora prima che rispetto a quello di privacy degli organi di controllo USA risulta non solo coraggiosa, ma umana e sinceramente da ammirare.
Ovviamente non viviamo nel mondo delle favole, e purtroppo cose di questo tipo avverranno sempre e comunque, come in modi e misure differenti è sempre stato quando il Potere si è misurato con la gente comune, eppure trovo la decisione di mettersi al di sopra delle parti dello stesso Potere ignorando qualsiasi norma di convivenza civile e democrazia sia scandaloso, ed in una certa misura possa giustificare chiunque a trasgredire la Legge per fare il suo interesse.
Un pò come se, credendomi la CIA ed avendo la prospettiva di essere disoccupato a partire da gennaio io decidessi di rapinare una banca e lo facessi passare come una cosa necessaria: peccato che le cose non funzionino proprio così.
E peccato che, tutto questo interesse, non lo susciti il film - che, ribadisco, è assai ben confezionato - di Stone, quanto la reale vicenda del suo protagonista: considerato lo spirito "contro" del vecchio Oliver, mi sarei aspettato decisamente più di una fredda cronaca.
Non fosse, comunque, che per conoscere una figura controversa e fondamentale come quella dell'analista interpretato - forse, anche in questo caso, un pò troppo freddamente - da Joseph Gordon Levitt, una visione appare quantomeno consigliata: che siate da una parte o dall'altra della barricata, il pensiero di cosa possa essere giusto, oppure no, vi attraverserà senza alcun dubbio.
Ed in questi casi, sicurezza o Libertà, non va sottovalutata neppure la più impercettibile delle sfumature.




MrFord




 

15 commenti:

  1. Secondo me Joseph ha fatto un buon lavoro,concordo con la freddezza del film nel suo insieme,e mi associo al spiatemi pure chemmenefrega,purchè serva a fermare anche il terrorista che magari potrebbe far esplodere l'aereo con cui sto partendo per le vacanze ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà nel post dico che a me non frega nulla, ma non mi pare giusto sacrificare la Libertà per la sicurezza. In fondo, un terrorista non si scova attraverso una webcam. ;)

      Elimina
  2. Mi ha detto poco, diciamo che l'ho visto più che altro per JGL che per la storia, perché CitizenFour diceva già tutto, e lo diceva meglio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non ho visto Citizenfour, ma anche a me questo ha detto poco.
      Troppo, troppo freddo per le tematiche.

      Elimina
  3. "Alexander" era un discreto pasticcio ma mi era piaciuto a suo modo. Sono sempre contento di vedere un bel film di Oliver Stone, forse un po' di buonismo nel finale, ma tutto sommato ho apprezzato, anche se in passato Olivero Pietra ha morso, e molto più forte di così. Cheers!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me la parte finale è sembrata l'unica a funzionare davvero, comunque concordo: da Stone mi aspetto molto altro.

      Elimina
  4. Giusto ben confezionato, però manca di tensione: due bicchieri è il giudizio giusto. Sicuramente molto meglio di "Le Belve" (e ci voleva poco). Da Oliver Stone mi aspetto di più.

    RispondiElimina
  5. A me invece ha coinvolto e persino emozionato parecchio, paradossalmente proprio grazie alla sua freddezza ben lontana dalle ruffianate in stile Disney che a te piacciono tanto.
    Ma d'altra parte è impensabile che un anti-tecnologia come te Ford possa farsi coinvolgere da una storia del genere. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema non è la tecnologia, ma l'assoluta freddezza del film: emozione zero, a prescindere dal buonismo.
      Praticamente, è stato come vedere un telegiornale di due ore e passa.

      Elimina
  6. A me è piaciuto. Parla di cose che conosco. (E che tutti dovrebbero conoscere). Curiosa la tua affermazione "non mi freghi nulla di essere spiato attraverso la webcam o che qualcuno dall'altra parte del mondo legga i miei messaggi" la stessa della morosa di Snowden nel film. Probabilmente anche tu come lei non hai niente da nascondere, quindi. O no? Ma non è il Non avere niente da nascondere. È la violazione della libertà individuale. È a monte. Non ha a che fare con te o con me o con la donna di Snowden. È la logica che è malata.
    Ti consiglio di guardare Citizenfour. A riguardo.
    Per me le persone come Snowden sono degli eroi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A dire il vero mi pare che tu non abbia letto bene il post: ho scritto che non mi frega nulla di essere spiato, è affermato che tecnicamente Snowden è colpevole, ma allo stesso tempo dato tutto il mio sostegno ad ogni sua scelta.
      Io avrei fatto lo stesso.
      La Libertà prima di tutto. Anche della sicurezza, o presunta tale.

      Elimina
  7. Nemmeno a me ha fatto fare salti di entusiasmo. Non riesce a farti porre i quesiti giusti. Però sì, non è brutto per niente ;)

    RispondiElimina
  8. Nemmeno a me ha fatto fare salti di entusiasmo. Non riesce a farti porre i quesiti giusti. Però sì, non è brutto per niente ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. Ma da Stone e da una vicenda così, i salti li avrei voluti.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...