mercoledì 14 dicembre 2016

Ouija - Le origini del male (Mike Flanagan, Giappone/USA, 2016, 99')





I frequentatori abituali del Saloon sanno quanto, da fan accanito, sia esigente, quando si tratta di horror.
Da veterano di centinaia - e forse migliaia, chissà - di visioni di genere, spesso e volentieri mi ritrovo non soltanto a non avere minimamente paura di quello che sto guardando - certo, i jump scare funzionano sempre, ma continuo a pensare che in quei casi non si tratti di paura vera, quanto di sorpresa -, ma anche a massacrarne passaggi (privi) di logica e la cornice generale.
Mike Flanagan, poi, è un caso particolare: celebratissimo ai tempi dell'uscita di Oculus - una delle sòle più clamorose che l'horror abbia prodotto negli ultimi anni - e felicemente massacrato dal sottoscritto, con il tempo è riuscito a ritagliarsi una certa fetta di rispetto da queste parti, complici principalmente il comunque guardabile Somnia e soprattutto Hush, molto goduto la scorsa estate ai tempi del Bulletin.
La prova del fuoco, dunque, era rappresentata da questo prequel, che probabilmente nella mente dei produttori aveva il compito di far dimenticare al pubblico l'obbrobrio assoluto dell'Ouija uscito lo scorso anno, una delle cose più brutte e senza senso che ricordi, finito senza colpo ferire nella top ten del peggio del duemilaquindici.
Bene, signore e signori, posso affermare senza troppi giri di parole che non solo Flanagan ha superato questa prova, ma l'ha fatto confezionando quello che, forse, ad oggi è il suo miglior lavoro: certo, non stiamo parlando di qualcosa di rivoluzionario - siamo pur sempre molto derivativi e dalle parti de L'esorcista e dei due Conjuring -, eppure questo Le origini del male fa il suo dovere, intrattiene, non perde troppi colpi nel corso dello svolgimento, gioca discretamente le sue carte e si chiude anche con una certa cattiveria, finendo per risultare come un piacevole omaggio alle atmosfere che si respiravano nell'ambito dei film di paura nel corso degli anni settanta.
Limitandosi negli ambienti e nei personaggi, tenendo un profilo basso e senza abusare del "mostro", poggiandosi sulle spalle di una nuova bambina spaventosa - la piccola Lulu Wilson, peraltro molto brava -, il buon Mike mette in piedi una macchina che funziona e fa il suo dovere pur non inventando nulla di nuovo, risulta rispettosa della tradizione senza apparire un'immagine sbiadita e fa un discreto culo a molti dei titoli usciti nel corso di questa stagione - non tutti, sia chiaro - senza neppure troppa fatica.
Considerato che partivo da una posizione molto scettica, direi che questo Ouija si è rivelato come una seduta spiritica in grado di far cambiare idea perfino al più razionale degli avversari della Fede, dei fantasmi e di tutte quelle cose che ci si aspetta di norma dall'altro mondo, ha portato sullo schermo una bella versione di famiglia al femminile, pescato dal semi-dimenticatoio quello che resterà per sempre "il bambino di E. T." per l'occasione reinventatosi prete - che, come la figa di turno, negli horror è destinato a non essere mai la "final girl" - e regalato all'audience un mostro nato dall'ingiustizia e dalla violenza simile a quelli che fecero la Storia del genere nel corso dei già citati anni settanta come Michael Myers e Jason Voohries.
Una cosa davvero niente male, per un tizio che, soltanto una manciata di anni fa, avevo considerato come uno dei fuochi di paglia più grandi che l'horror avesse prodotto: curioso che il compagno che gli avrei messo a braccetto, Ti West, abbia, come Flanagan, nel tempo conquistato uno spazio ormai più che meritato nel cuore di questo vecchio cowboy.
Crescere fa sempre bene, se lo si sa fare in modo costruttivo.
E un brindisi a questi e a tutti gli altri spiriti, in questo caso, ci sta proprio tutto.
E bene.




MrFord




 

14 commenti:

  1. Sono d'accordissimo con te: non originale eppure ben fatto e dotato di una certa personalità. Aspettiamo adesso Il gioco di Gerald, sarà una bella sfida per Flanagan!

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    1. Una bella sfida davvero.
      Speriamo che Flanagan sia in crescita.

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  2. Cacchio è vero! Ecco perchè il prete aveva un aria familiare! :-D Non la pensiamo uguale su “Oculus” ma poco importa, pur essendo un film su commissione (della Hasbro) un paio di zampate il Michele Flanagan le piazza, l’horror commerciale meno peggio che ho visto quest’anno ;-) Cheers!

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    1. Le piazza eccome: concordo in pieno sull'horror commerciale meglio riuscito dell'anno. :)

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  3. Non è dispiaciuto neanche a me.
    Se non altro, la confezione retrò è affascinante. :)

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  4. Ooooohhh ma se Oculus è LA bomba! Scherzi?!?! Somia è quello brutto dei suoi lavori, ma brutto forte ;)
    Non ho visto il primo causa recensioni oltre il negativo, questo è lì in attesa -dopo tuo gentile passaggio- una di queste sere mi ci dedico

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    1. Sai bene come la penso su Oculus, Fratello. Ben peggiore di Somnia. ;)

      Il primo lascialo perdere, comunque, guardati solo questo. :)

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  5. Sei esigente quando si tratta di horror?
    Nel senso che se non ti imbatti in una vera schifezza non sei contento? ;)

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    1. Ahahah quello sei tu con i tuoi presunti film autoriali! ;)

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  6. Visto stasera,ci è piaciuto anche se non fa urlare al miracolo.Se non altro non era una vaccata mondiale come il primo!!!

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    1. Nessun miracolo, ma sicuramente un horror mainstream piacevole lontano da certe schifezze come il primo, per l'appunto. :)

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  7. Ah stanotte comunque la bambinetta mi ha fatto fare gli incubi.Più che promosso,a questo punto XD

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    1. Direi proprio di sì: quando scatta l'incubo, vuol dire che ha funzionato! :)

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