lunedì 20 aprile 2015

Beetlejuice - Spiritello porcello

Regia: Tim Burton
Origine: USA
Anno: 1988
Durata: 92'





La trama (con parole mie): Adam e Barbara Maitland, giovani sposi ancora senza figli che vivono in campagna in una grande casa, a seguito di un curioso incidente stradale, tornano nella loro dimora solo per scoprire di essere morti. La natura di fantasmi, però, mette in crisi la coppia, alle prese con lo studio di un Manuale dedicato proprio ai novelli deceduti, i nuovi inquilini della loro casa e le regole di un Aldilà che appare molto più scombinato e complesso di quanto non credessero: quando, disposti a tutto per cacciare i così diversi da loro Deetz, si rivolgono all'esorcista di esseri umani Betelgeuse, le cose si complicano oltre misura.
I Maitland, dunque, dovranno affidarsi all'amicizia della giovane Lydia ed alla loro consulente tombale Juno per risolvere i guai che li vedranno in bilico tra la curiosità da ricchi in fuga dalla città dei Deetz ed il caos senza controllo di Betelgeuse.








Nel corso della Storia del Cinema è capitato più spesso di quanto non si possa pensare che film assolutamente perfetti dal punto di vista tecnico e stilistico venissero, di fatto, dimenticati, mentre altri solo discreti, per merito dei loro autori o attori, del tempismo o del caso, divenissero non solo dei fulmini a ciel sereno, ma anche degli assoluti cult.
Appartenente a questa seconda categoria è senza dubbio Beetlejuice, forse uno dei titoli più amati dai fan tra quelli firmati da Tim Burton, che regalò uno dei Michael Keaton più incredibili di sempre e divenne immediatamente un guilty pleasure per un'intera generazione di appassionati: personalmente, e per quanto questa introduzione o il voto possano suggerire il contrario, ho sempre adorato il racconto delle gesta dello spirito più irriverente della settima arte, e ancora oggi lo ritengo uno dei miei favoriti del regista di Edward mani di forbice e Big fish.
Dalla splendida coppia di protagonisti Geena Davis - che, ai tempi, è stata uno dei miei primi sogni erotici, anche se più grazie a Thelma e Louise - e Alec Baldwin alla colonna sonora ritmata dai classici di Harry Belafonte, passando attraverso un'interpretazione assolutamente unica ed originale dell'Aldilà, Beetlejuice ha rappresentato per anni nell'allora casa Ford una delle visioni più gettonate da me e mio fratello, sempre in trepidante attesa dell'arrivo del mitico charachter interpretato da Michael Keaton, tra i cattivi più affascinanti, rozzi, sboccati e clamorosamente divertenti di sempre: quel suo motivetto "Io scopo, vomito, sputo e rutto, faccio porcate chiedetemi tutto!" è ancora oggi impresso indelebilmente nella memoria di questo vecchio cowboy, così come il completo a righe che segretamente ho sempre sognato di possedere, e che avrei rubato volentieri all'attore che interpretava Beetlejuice nello spettacolo mancato all'interno del parco Island of adventure di Orlando, quando con Julez finimmo per fare una capatina da quelle parti qualche anno fa, e perdemmo la rappresentazione e l'omaggio a questa pietra miliare - programmato in un teatro all'aperto - a causa di una sorta di tempesta tropicale che generò una vera e propria chicca nel tentativo di muoversi sotto il diluvio in due coperti dallo stesso poncho di plastica.
Ma questa è un'altra storia.
Quello che conta, ora, è ricordare con affetto un vecchio amico e riproporre un vero e proprio festival del grottesco, ironico e graffiante eppure a suo modo anche malinconico, pronto a rileggere la concezione di vita oltre la morte per come le religioni classiche l'hanno sempre intesa, povero nella realizzazione eppure clamorosamente ricco di riferimenti, influenze ed effetti tanto artigianali quanto gustosi da godersi ancora oggi: l'idea, poi, di contrapporre la solare compattezza del legame tra i Maitland all'oscurità cercata da adolescente di Lydia, all'approccio da radical-ricchi dei Deetz e alla sboccata irruenza di Betelgeuse appare vincente fin dal principio, e regala un equilibrio perfetto ad una commedia nera tra le più riuscite degli anni ottanta.
L'amarcord cinematografico è uno dei piaceri che negli ultimi anni ho finito per apprezzare maggiormente, partendo dalle prime meraviglie dell'infanzia per ripercorrere la mia crescita come spettatore, parallela a quella di uomo: e devo ringraziare Tim Burton, il suo "Beetle-coso" e tutte le trovate di questo film, perchè nonostante gli anni passino, continuano a rinverdire i fasti di un'epoca davvero indimenticabile.
Come questo film e i suoi protagonisti.
Da una parte e dall'altra della vita e della morte.



MrFord



"Lift six foot, seven foot, eight foot bunch
naylight come and me wan' go home
six foot, seven foot, eight foot bunch
daylight come and me wan' go home."
Harry Belafonte - "Day-O (The Banana Song)" -







24 commenti:

  1. Credo di non averlo mai visto.Ohibò!Assolutamente da recuperare!!!!

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    1. @Lazyfish dritta in prigione senza passare dal via ;-)

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    2. Effettivamente sono stupefatto che tu non l'abbia mai visto: da recuperare prima di subito!

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  2. "Ricordare un vecchio amico con affetto", e ricordarlo però come hai fatto tu. Per ciò che ha fatto in quegli anni, quelle imprese di cui molti perdono memoria e acquistano la chiacchiera facilona. Sarà che io lo amo di un amore a parte, ma quando leggo queste riflessioni capisco ancora una volta quanto unico e significativo sia stato il lascito burtoniano in quegli anni, cose ancora non riviste, ad oggi.

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    1. Senza dubbio il lascito del buon Tim è stato importantissimo - almeno fino a un certo punto della sua carriera -, anche con titoli "minori" come questo. Un bell'amarcord.

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  3. Burton e Raimi in quegli anni li vedevo come padri putativi.
    Beetlejuice non è stato il mio Burton preferito, ma senza dubbio è uno di quelli che ho visto più volte. :-)

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  4. E' uno dei pochi film che, ancora oggi, nei momenti musicali mi porta ad alzarmi dalla sedia e ballare senza vergogna, seguendo le mosse dei protagonisti XD
    Un vecchio amico, un cult, chiamalo come vuoi, per me è come se gli anni non fossero mai passati!

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    1. Verissimo: un supercult che, seppur non perfetto, resta fondamentale per la crescita di un sacco di noi.

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  5. Se togli l'audio durante le visione, ancora oggi posso citarti a memoria l'80% delle battute del film. Per parafrasarlo dire che "Mi ammazzo dalla risate ogni porca volta che me lo vado a rivedere" :D Gran commento! ;-)

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    1. Potrei dire la stessa cosa, anche se negli ultimi anni forse mi sono un pò arrugginito: ripassarlo, comunque, è una gran goduria! :)

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  6. Eh no Forduccio, per Beetlejuice ci vogliono 3 bicchieri e 1/2 hehehe, mi dispiace, ma è così almeno per la sottosscritta che con Tim Burton ci è cresciuta fin dalla più tenera età di 15 anni, e se l'è scoperto a 20 u capisti? (Hai capito in siciliano;) ) quindi cambia il voto che questo è uno dei capolavori del grande Tim Burton <3

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    1. Beh, io Beetlejuice l'ho visto la prima volta prima dei quindici anni, e lo considero davvero un vecchio, carissimo amico.
      Ma oggettivamente non si può certo considerare un filmone! :)

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  7. Un film dal buon potenziale, che però Tim Burton avrebbe espresso pienamente con il successivo Edward mani di forbice.
    E poi l'unico cult movie con Michael Keaton per me è il fenomenale e inarrivabile Birdman. ;)

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    1. Rispetto a Beetlejuice ed Edward, sono d'accordo.
      Rispetto a Birdman, ovviamente no! :)

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  8. Un cult della mia infanzia, mi è impossibile essere obiettivo!

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    1. Posso capire, anche se ho cercato il più possibile di esserlo: con i cult è sempre così! :)

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  9. Coff coff...mi manca, eppure di Burton li ho visti quasi tutti. Recupererò. :)

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    1. Ti manca davvero!? Corri immediatamente a colmare la lacuna! :)

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  10. I primi sprazzi di genialità del caro Tim. Uno dei film che ho visto più volte in vita mia e che conosco quasi a memoria.
    "Io scopo, vomito, sputo e rutto, faccio porcate chiedetemi tutto!" è stata per lungo tempo la suoneria dei miei messaggi.

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    1. La vorrei anch'io, come suoneria.
      Ci starebbe molto bene. :)

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