lunedì 24 febbraio 2014

12 anni schiavo

Regia: Steve McQueen
Origine: USA, UK
Anno: 2013
Durata: 134'




La trama (con parole mie): Solomon Northup, violinista, padre di famiglia e uomo libero vive come elemento di spicco della comunità di Saratoga, New York, nel 1841. Nel corso di un viaggio della moglie con i due figli è avvicinato da due uomini che gli offrono un ingaggio ben pagato attirandolo in una trappola: Solomon viene infatti rapito e venduto come schiavo, iniziando una vera e propria odissea costruita su sofferenza, tentativi di fuga, passaggi di proprietà da un padrone all'altro, sopportando vessazioni ed umiliazioni per poter sopravvivere.
Divenuto uno degli schiavi del tirannico Epps, Northup, ribattezzato Platt, dovrà attendere ben dodici anni prima di poter intravedere una speranza di tornare tra le braccia dei suoi cari.






Non ho mai amato particolarmente il lavoro di Steve McQueen.
Talento estetico indiscutibile, infatti, il regista anglosassone mi è sempre parso come un illustre appartenente alla categoria dei "belli senz'anima", capace di regalare qualche zampata ma non di coinvolgere fino in fondo: dunque, i precedenti Hunger e Shame, seppur validi, finirono presto nel dimenticatoio fordiano delle visioni dalle quali ci si poteva aspettare decisamente di più.
12 anni schiavo, pellicola che avrebbe potuto significare svolta o clamorose bottigliate per il suddetto McQueen, rappresentava anche una prova non semplice: lavorare su un film che racconti - peraltro molto bene - una storia vera legata ad una delle ferite più profonde della Storia americana, quella dello schiavismo, senza rischiare di scadere nella retorica di grana grossa non si prospettava certo come una cosa da nulla, pur considerando che - fortunatamente - tematiche come queste difficilmente incontrano critiche aspre ed agguerrite - un pò come la persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti -, e come recitava Kate Winslet in Extras, di norma finiscono per essere premiate ai grandi Festival.
Senza dubbio, il corpulento Steve ha raggiunto il suo obiettivo: 12 anni schiavo è indubbiamente un grande film sia dal punto di vista tecnico che emotivo, in grado di smuovere sentimenti e toccare temi importanti come il diritto alla Libertà che dovrebbero essere sempre e comunque alla base della società umana, interpretato da un gruppo di attori in grande spolvero, fotografato con una cura maniacale ed in grado di passare dalla violenza estrema - fisica e psicologica - a momenti di delicatezza quasi straziante, senza risparmiare, in questo, neppure una fetta dell'audience.
Eppure, tolti il fattore tecnico e la lotta per la sopravvivenza affrontata da Solomon Northup, così come lo splendido finale - da brividi quel "perdonatemi" che ancora mi scuote dentro -, sono rimasto fino all'ultimo indeciso sul voto da assegnare a questo film, trovandomi a ripensare al percorso intrapreso dal regista, al coinvolgimento giustamente "obbligatorio" del pubblico, al fatto, per dirla come Julez, che ci si aspetti di piangere, alla fine, inesorabilmente.
Il passaggio decisivo che ha permesso a 12 anni schiavo di muovere un passo oltre è finito per essere il confronto che Solomon ha con il carpentiere Bass interpretato da Brad Pitt, charachter abolizionista e cresciuto in una realtà ben diversa - quella canadese - rispetto agli Stati del Sud, e nel faccia a faccia di quest'ultimo con il tirannico Epps cui presta lo sguardo spiritato un ottimo Fassbender: riflettendo sulle condizioni agghiaccianti dei lavoratori, la differenza di vedute tra Nord e Sud che sfocerà nella Guerra di Secessione si traduce nella questione posta da Bass al proprietario della piantagione che ha visto prigioniero Solomon per anni, ovvero il fatto che, a prescindere dalla razza, il concetto di schiavitù non dovrebbe esistere nella società.
Nello sguardo deciso di Brad Pitt rivolto a Chiwetel Ejiofor, e in quel "non l'aiuterò perchè è un piacere, l'aiuterò perchè è un dovere" si riassume tutto quello che ho vissuto affrontando questa visione.
12 anni schiavo non è un film indimenticabile, una bomba della settima arte come The wolf of Wall Street.
Non è neppure piacevole da vedere, perchè mette a nudo uno dei concetti più importanti che riguardano l'Uomo come animale sociale, e personalmente mi ha messo di fronte al fatto che, probabilmente, se fossi ridotto in schiavitù non riuscirei a sopravvivere, perchè finirei per seppellire di legnate il Paul Dano della situazione finendo impiccato a qualche albero sperduto.
Ma non è per piacere, che un'opera come questa va guardata, vissuta, ammirata.
12 anni schiavo va indiscutibilmente promosso perchè è un dovere di noi tutti non dimenticare quante persone hanno dovuto sputare sangue affinchè certe cose non si ripetessero, come si dice accada quando si parla di Storia.
Un dovere che Steve McQueen sceglie di raccontare nel modo più elegante possibile.
Ma indiscutibilmente un dovere.



MrFord



"Oh, when them cotton bolls get rotten
you can't pick very much cotton,
in them old cotton fields back home."

Creedence Clearwater Revival - "Cotton fields" -




26 commenti:

  1. Visto stasera. Senza dubbio un bel film, ma mi sono sentito in minima parte deluso - conta che sono uno di quelli che dice che "Shame" è un capolavoro. Mi sembra che qui manchi veramente qualcosa, e che il dolore mostrato sia davvero trattenuto, senza contare che il personaggio di Pitt l'ho trovato davvero poco credibile.
    Comunque un buon film, anche se non il capolavoro che la troppa hype mi faceva aspettare.

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    1. Io ho trovato sia Hunger che Shame solo "a metà", mentre questo, con tutti i suoi "limiti" - che poi, per la maggior parte, vengono dai pregiudizi che si hanno rispetto a pellicole che toccano temi come questo - mi è parso senza dubbio il lavoro migliore di McQueen.

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  2. condivido quello che dice Jean Jacques, non il capolavoro che uno si poteva aspettare ma un solido melodramma che ha tutti gli ingredienti giusti per vincere una bella vagonata di Oscar...oggi pubblicazione stereofonica...

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    1. Per me più che un solido melodramma: un grande impegno civile per un film realizzato decisamente alla grande.
      Il miglior McQueen di sempre, come scrivevo qui sopra.

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  3. non gli do un voto, perché non lo faccio mai (ne ho dati troppi nella mia vita precedente)
    dico solo che vincerà l'Oscar
    un anno fa LINCOLN rischiò di portarsi a casa la statuetta (sempre per l'importanza del tema); gli andò male perché era in gara quel gioiellino di ARGO e poi perché (lo dico ancora) quelle schermaglie parlamentari erano una vera noia

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    1. 12 anni schiavo è senza dubbio di un'altra pasta rispetto al verboso e noioso Lincoln.
      E purtroppo temo che l'Oscar andrà al sopravvalutatissimo Gravity.

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  4. Non è un capolavoro né il film che merita l'Oscar, ma a me è piaciuto molto: non scade mai nel buonismo, certe immagini, sequenza e chicche (come la consonanza con i ritornelli delle due canzoni) sono di forte impatto estetico ed emotivo.
    Il finale ha colpito anche me, quel "Perdonatemi" mi ha sorpreso e incrinato l'occhio, mi sono commosso, lo ammetto.
    Peccato per il cameo di Brad Pitt: una furbata compiuta solo per avere un nome famoso in più da aggiungere alla locandina.

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    1. Anche a me ha colpito molto, quel "Perdonatemi".
      E, più passa il tempo dalla visione, anche questo film.
      Senza dubbio uno dei più validi tra i dieci candidati alla statuetta per il miglior film.
      E ti dirò, non ho visto nulla di scandaloso nella parte di Pitt. In fondo, lui è il produttore della pellicola, era naturale che si facesse ritagliare un ruolo che, seppur piccolo, è fondamentale.

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  5. anche a me "Perdonatemi" ha colpito moltissimo.
    "Hunger" e "Shame" sono grandissimi, e questo, per altre vie, in modo diverso, è davvero un film da non perdere come capita a pochi

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    1. Per quanto mi riguarda, questo è più completo di entrambi i precedenti di McQueen: riesce ad unire ambizioni autoriali ad una grande storia narrata.

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  6. vado a vederlo perché questo è il genere, con la lacrima certa, che solitamente non mi delude...
    il tuo trittico di bicchieri poi...

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    1. Senza dubbio non resterai delusa, ne sono certo!
      E ti ci scapperà anche la lacrima!

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  7. non è un capolavoro come shame, però allo stesso tempo è un film difficile da dimenticare.
    quindi che cacchio scrivi, ford? ahahah

    ci sono delle scenone splendide e davvero memorabili, e non certo quelle con brad pitt che rappresentano invece l'unica parte un po' evitabile di una pellicola per il resto grandissima.
    insomma ford, anche in un film che ci trova abbastanza d'accordo, direi che non sono del tutto d'accordo con te :)

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    1. In realtà la parte con Pitt è stata presa di mira da voi radical giusto perchè al suo centro c'è proprio il vecchio Brad. Ci fosse stato un altro Fassbender sarebbero tutti qui a dire quanto è figa la sequenza con Bass.
      Comunque, un film importante, senza dubbio. E senza dubbio più di Shame. ;)

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  8. azz, james ero certo che lo avresti amato invece mi pare di capire che non ti ha fatto impazzire, a me invece è piaciuto moltissimo e mi ha profondamente scosso, pur essendo uno che di regola ha lo stomaco e l'animo di ferro, ammetto che in qualche scena quasi avevo gli occhi lucidi, eh si quel "perdonatemi" raggela il sangue.

    Per ora il miglior film di McQueen a parer mio, se ti interessa ho scritto anche io la rece in cui spiego meglio il mio pensiero ;-)

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    1. Non mi ha fatto impazzire come altri in corsa per la statuetta, ma riconosco assolutamente il suo valore, così come la grandissima tecnica ed alcune sequenze davvero impressionanti.
      Anche per me il miglior McQueen di sempre, comunque.

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  9. Bella recensione fratello, mi hai messo proprio voglia di vederlo. In questi giorni me lo sparo sicuro, che una bella lacrimata ogni tanto fa bene.

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    1. Sono contento che ti sia piaciuta.
      E sono sicuro che il film ti prenderà.
      Fammi sapere!

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  10. Ben detto Ford!
    A me è piaciuto tantissimo, vuoi perché la questione storica dello schiavismo mi interessa da sempre. Bello, da toccare l'anima, esteticamente perfetto.

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    1. Io non sono uscito dalla visione così entusiasta, ma è un film importante che merita un riconoscimento effettivo.

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  11. Partivo con un'aspettativa troppo alta e sono rimasto un po' deluso. Altre pellicole, che trattano lo stesso tema, come "The Help", sono riuscite ad emozionarmi maggiormente. Il cameo di Brad Pitt è stato assolutamente forzato e ci ha dimostrato che non è ancora uscito dalla parte dello zombie in "World War Z". Tra le recensioni che ho letto qualla che più si avvicina al mio parere è quella del Bradipo Cinefilo. Dando un giudizio in White Russian avrei versato mezzo bicchiere in meno, anche perchè il film è comunque valido.
    Baingiu

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    1. Sono rimasto indeciso fino all'ultimo a proposito del voto, ma alla fine ha vinto la razionalità, e l'importanza che film come questo hanno rispetto all'impatto sociale.
      The help era più emozionante, è vero, ma anche un pò più furbetto. Altro che Pitt! ;)

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  12. Anche per me promosso ma lontano dalla parola capolavoro. Fassbender praticamente perfetto

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    1. Concordo. Non un Capolavoro, ma un film molto, molto importante.

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  13. Una ragazza l'ha visto e ha detto che ha passato tutto il tempo a piangere perché troppo ed estremamente crudo. Un po' troppo esagerato?

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    1. Sicuramente è molto crudo, ma c'è di peggio.
      La cosa più pesante è la questione etica, secondo me.

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