mercoledì 1 maggio 2013

Resa dei conti a Little Tokyo

 
Regia: Mark L. Lester
Origine: USA
Anno: 1991
Durata: 79'




La trama (con parole mie): il detective Chris Kenner, americano e figlio di un poliziotto ucciso in servizio, è cresciuto in Giappone nel pieno rispetto delle rigide regole d'onore e disciplina nipponiche, e conserva anche da adulto, a Los Angeles, l'influenza della cultura del Sol Levante e l'approccio che ne consegue. 
Da tempo alla ricerca di prove che lo portino ad inchiodare il boss della Yakuza Yoshida, l'uomo pare disposto a tutto per riportare la giustizia a Little Tokyo, nel cuore di L. A., soprattutto mettere a rischio la propria vita: quando gli viene affiancato il detective Johnny Murata, di origini giapponesi ma nato e cresciuto negli States - dunque completamente americanizzato -, tra i due scatteranno scintille che necessiteranno di essere tenute sotto controllo in modo da poter compiere la missione e riportare a casa la pelle.



Nel corso delle comuni stagioni cinematografiche, specie nei periodi più fiacchi per quanto riguarda le uscite, arriva sempre un momento in cui il sottoscritto finisce per cimentarsi con i ricordi d'infanzia e quelle pellicole che il buon Frank Manila chiamerebbe "mitiche": nel corso dei tre anni trascorsi dall'apertura del Saloon, sono passati da queste parti film di genere con protagonisti alcuni degli action heroes per eccellenza della settima arte come Sly, Schwarzy, Bruce Willis o Van Damme, tanto da lasciarmi quasi a corto di proposte legate a recuperi di questo tipo.
All'appello, però, mancava ancora una delle perle trash più clamorose dei primi anni novanta, scoperta quasi per caso da mio fratello, puntualmente videoregistrata sfruttando una delle numerosissime - allora - serate a tema cinematografiche di Italia Uno e passata almeno un paio di milioni di volte sugli schermi della cameretta dei piccoli Ford che ai tempi ancora si divertivano ad assegnarsi le parti ed i personaggi dei film che li divertivano di più, questo Resa dei conti a Little Tokyo.
Poliziesco di qualità bassissima che sfrutta l'antico tema dell'amicizia virile e l'altrettanto longevo adagio delle botte da orbi, il lavoro di Mark L. Lester - che, ricordiamolo, è l'uomo dietro la macchina da presa di un altro cult del genere, Commando - riesce oggi come allora ad essere clamorosamente imbarazzante ed assolutamente divertente, privo di qualsiasi spocchiosità - e ci mancherebbe - e godibile a livelli che gli epigoni odierni appartenenti alla stessa categoria di prodotti possono largamente sognarsi.
Come se non bastasse, i due protagonisti riescono nell'impresa di dare il meglio di se per quanto riguarda l'approccio comedy, dal roccioso Dolph Lundgren ormai lontano dai panni robotici del Drago di Rocky IV e più vicino ad una versione hard boiled del suo He-man de I dominatori dell'universo - altro supercult del periodo - allo scanzonato ed irriverente Brandon Lee, decisamente più interessante in un ruolo di questo genere che non in quello crepuscolare che gli rese la fama immortale - leggasi quello di Eric Draven -.
A fronteggiarli, uno dei villain più importanti della storia dei b-movies di matrice legata all'action e soprattutto alle arti marziali di quei tempi, Cary-Hiroyuki Tagawa, protagonista di pietre miliari - se così si possono definire - del calibro di Mortal Kombat e del recente e terrificante Tekken.
Il cocktail prodotto, altamente infiammabile per i deboli di stomaco ed i fighetti, i radical chic e tutti i pretestuosi cinefili da salotto, è uno dei più saporiti che possano essere recuperati dall'immenso bacino delle proposte ben più che pane e salame distribuite a cavallo degli anni ottanta e novanta, eredi della grande tradizione del più noto e già citato JCVD ma anche di quella - meno visibile - del mitico Don "The dragon" Wilson, eroi praticamente da fumetto che hanno influenzato - almeno nel loro lato più divertente, volontario o no che fosse - molti dei cineasti pulp o pseudo tali del ventennio successivo, prima di venire ripescati in qualche modo dal fenomeno Expendables.
Se non vi è dunque mai capitato tra le mani questo gioiellino di bassa lega, buttatevici a testa bassa e con le pretese dimenticate dal rutto libero, schieratevi dalla parte di Lundgren o Lee, godetevi i loro battibecchi antesignani del bromanticismo e lasciate perdere il Cinema d'autore e le prospettiva artistica.
Una volta ogni tanto non fa certo male.


MrFord


"When you're big in Japan, tonight 
big in Japan, be tight 
big in Japan, where the Eastern sea's so blue 
big in Japan, alright 
pay, then I'll sleep by your side 
things are easy when you're big in Japan 
when you're big in Japan."
Alphaville - "Big in Japan" -



23 commenti:

  1. Che settimana maschia! Ah ah ah!
    Meno male che domani arriva il capolavoro del decennio!

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    1. Non vedi l'ora di giovedì, eh!? ;)
      Beh, del resto con i Capolavori non si scherza!

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    2. Ah, puoi dirlo! Ah ah ah ah! ;)

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    3. Non vedo l'ora di quella recensione dal momento della visione! ;)

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    4. Voglio proprio vedere come lo demolirai. Oltre a poter liberare quel "te l'avevo detto io!" che è lì che aspetta il suo momento! Ah ah ah

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    5. Sarà demolito in tutto e per tutto, tranquilla.
      E potrai liberare il "te l'avevo detto"!

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  2. Brandon Lee brutta perdita.
    Mi consolerò con Tom Hardy.

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  3. devo anche commentare??? *____*

    il nuovo header del blog comunque è di rara bruttezza.
    quasi peggio di quello del bradipo uahahah :D

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    1. ah ah ha ! attenzione che il cofanetto è quasi pronto, lo sta intagliando col sangue rob zombie in persona, pare che ci sarà anche un'impronta originale del culo di Sheri Moon!:)

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    2. Peppa, ci credo che non hai di che commentare, tra film e header: tutta roba troppo tosta per un teen come te! ;)

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  4. una merdina di film che però ho visto un sacco di volte...però che nuovo header che abbiamo messo...

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    1. Bradipo, io me lo sono visto un centinaio di volte, mitico, per quanto brutto! ;)

      E con l'header che fai, il Cuccioletto in stile Cannibale!?!? ;)

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    2. Allora avevo capito male! Meglio così! ;)

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  5. stai sicuro che quando film del genere passano in tv non me ne perdo uno!
    Questo è proprio uno de I mitici, Frank Manila docet.

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  6. Non si sa come facciano sti film qua, tanto brutti quanto calamitosi... XD

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  7. aahh fantastico!! una perla della mia adolescenza, adoravo Brandon Lee ancora prima del Corvo e mi ero vista tutti i suoi film (pochi purtroppo). E avevo il supporto di mia sorella, che era nel periodo Vandammesco e quindi si vedeva tutto quello che era assimilabile alle gesta del Jean Claude. Che dire, la recitazione di Dolph era impagabile ahahah!!! Grazie x questo bel tuffo nei ricordi...

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    1. Figurati! Anche io ho passato il periodo dedicato a Jean Claude e soci, quindi capisco benissimo: in fondo, è come se non l'avessi mai superato! ;)

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  8. GIGA SPETTACOLOSO!!!
    grazie per la citazione ;)

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    1. Puoi dirlo forte, Frank! ;)

      E tutta meritata, la citazione!

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