domenica 25 settembre 2011

Il demone sotto la pelle

Regia: David Cronenberg
Origine: Canada
Anno: 1975
Durata: 87'

La trama (con parole mie): il tranquillo complesso residenziale ad alta tecnologia costruito in modo da essere una sorta di nuovo emblema del progresso detto L'Arca è sconvolto da un brutale omicidio compiuto da un anziano professore. 
L'evento, che scatena l'attenzione dei media, non sarà che l'inizio di una vera e propria invasione "dall'interno" legata ad una specie di parassiti in grado di scatenare tutti i lati più violenti e selvaggi dell'istintività umana.
I residenti dovranno dunque battersi per mantenere la propria coscienza e preservare le loro stesse vite dalle orde scatenate e a piede libero in quello che era una sorta di vero e proprio "paradiso artificiale".



Raramente mi era capitato di imbattermi in un film rispecchiato così clamorosamente dal suo titolo - ebbene sì, quello italiano, nonostante io sia un fermo detrattore degli adattamenti - come Il demone sotto la pelle: quest'opera dell'ormai stratosferico Cronenberg - i suoi ultimi due lavori sono oltre misura, e l'attesa per A dangerous method fervente - era una delle due che ancora mancava all'appello delle mie visioni, e ringrazio di essere qui a scriverne il post a distanza di qualche giorno.
Questo perchè, terminata la visione, ammetto di essere rimasto un pò deluso rispetto allo standard che è solito garantire il regista canadese: è indiscutibile, infatti, che Il demone sotto la pelle, a distanza di più di trentacinque anni dalla sua realizzazione, risulti inevitabilmente datato sia visivamente che in termini di stile e narrazione, portatore della tipica atmosfera da complotto soffocante figlia del pessimismo dei seventies segnati dal Vietnam e dalla Guerra Fredda.
Eppure, lasciando riposare il tutto e per tornare a pensarci ora, mi ritrovo ad attribuire numerosi meriti - e soprattutto riconoscere un coraggio spropositato dal punto di vista delle immagini proposte, senza dubbio sconvolgenti per l'epoca - a questo tentativo del vecchio David, ancora all'inizio della sua ricerca e sperimentazione attorno alla corruzione dei corpi e delle anime ma già clamorosamente deciso nella piega da prendere fotogramma dopo fotogramma: certo, i mezzi economici ed un cast non sempre all'altezza - resta comunque doverosa una citazione per una delle attici simbolo del "grindhouse" del tempo, Barbara Steele - non aiutano certo la visione, specialmente ad un pubblico smaliziato e glamour come quello odierno, eppure i riferimenti a quelli che furono L'invasione degli ultracorpi - Capolavoro indiscutibile di Don Siegel - o saranno i futuri Exsistenz e La mosca sono evidenti, così come la volontà dell'autore di mostrare una ricerca visivamente molto fisica ma tutta incentrata sulla profondità dell'anima e sui suoi abissi, marchio di fabbrica di quello che sarà il Cronenberg della completa maturità artistica che ancora oggi abbiamo la fortuna di ammirare.
Non mancano i richiami ad un certo Cinema politico e di sopravvivenza come quello romeriano, legati a doppio filo ad una critica sociale da sempre presente nelle opere del regista canadese, che paiono infettarci come gli schifosissimi parassiti protagonisti della pellicola ed infiltrarsi nel nostro intimo, tornando a farsi sentire a posteriori mostrando tutta la potenza di un lavoro che potrebbe correre il rischio di essere erroneamente sottovalutato ad una prima valutazione.
Certo, non mi sentirei di consigliarlo ad un non cinefilo, o a un detrattore del regista de La promessa dell'assassino, eppure mi ritrovo clamorosamente a pensare e ripensare a quanti e quali risvolti siano presenti in un'ora e mezza scarsa di un'opera assolutamente acerba e ben lontana dai Capolavori che avrebbe successivamente confezionato il suo incredibile autore: scusate se è poco.

MrFord

"But each time I do
just the thought of you
makes me stop before I begin
'cause I've got you under my skin."
U2 - "I've got you under my skin" -


15 commenti:

  1. grande film, uno dei primi di Cronenberg, non è un capolavoro ma già si nota il talento visionario di questo grande regista :)

    RispondiElimina
  2. Arwen, concordo in pieno: sicuramente acerbo, mostra comunque tutti i segni di un autore assolutamente unico.
    Grande Cronenberg.

    RispondiElimina
  3. Un film magnifico(secondo me).
    Con pochissimi mezzi e con una storia semplice, arriva direttamente alla noce a capo collo!(C'é anche Barbara Steele!)

    RispondiElimina
  4. Stepharon, per i mezzi a disposizione e il periodo, sicuramente un film notevole.
    In realtà, con il senno di poi, "solo" uno dei primi passi di quella che sarebbe stata la straordinaria carriera di Cronenberg.

    RispondiElimina
  5. mi manca, devo vederlo!
    quando sarò nel "periodo cronenberg" rimedierò guardando quelli che ancora non ho visto

    RispondiElimina
  6. un cronenberg che mi manca, anche se non sembra tra i suoi film imprescindibili...

    certo che la parola Capolavoro ti piace proprio tanto usarla. e pure a sproposito ahaha

    RispondiElimina
  7. non visto. prima o poi, forse.

    RispondiElimina
  8. Vincent, era uno dei pochi a mancare anche a me!
    Sono contento di averlo recuperato!

    Cannibale, io uso la parola Capolavoro solo quando serve, al contrario di te! ;)

    Ciku, a Cronenberg una visione non si rifiuta mai!

    RispondiElimina
  9. superba prova del Cronenberg che sarà.
    tra i primissimi suoi che abbia visto, quindi c'è pure un lieve legame sentimentale con questa pellicola.
    ottimo recupero, lo rispolvererò :)

    RispondiElimina
  10. io l'ho recensito da me quando vuoi vieni a leggere il mio parere :)

    RispondiElimina
  11. Einzige, i legami sentimentali con i film non sono mai da discutere, o sottovalutare.
    Rispolveralo, sarà sicuramente un piacere!

    Arwen, vengo a dare un'occhiata!

    RispondiElimina
  12. Proprio l'altro giorno mi sono visto Brood. :)
    Questo è fra i pochi di Cronenberg che ancora mi mancano.
    Sono curioso di vederlo, nonostante il voto non troppo alto. ;)

    RispondiElimina
  13. Ottimista, Brood è uno dei miei preferiti del primo periodo di Cronenberg, bellissimo!
    Questo è una ricerca più o meno nello stesso campo, solo un pò più acerba: il voto, comunque, è discreto, ricorda che il massimo è quattro whisky! ;)

    RispondiElimina
  14. Adoro Cronenberg,ma questo mi manca....mi fa venire in mente che devo ancora leggere "Il condominio" di Ballard,libro che mi ha sempre incuriosito da matti proprio per questo discorso del luogo chiuso dove le persone bloccate regrediscono socialmente,homo homini lupus.Qua mi pare di capire che ci sìa un mood più fantascientifico ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cronenberg, almeno fino alle ultime schifezze, è da vedere tutto e senza ritegno.
      Recupera anche questo!

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...