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giovedì 5 marzo 2015

Thursday's child

La trama (con parole mie): la consueta carovana di uscite settimanali guidata dal mandriano esperto qui presente e da quel ciuchino di Cannibal Kid prosegue nella sua avanzata in un weekend che riserva principalmente incognite.
Considerato, comunque, che il mio antagonista è la definizione stessa di incognita - e di antiCinema -, direi che le cose non sono poi così diverse dal solito.

"Ho due biglietti omaggio per un film consigliato da Cannibal." "Allora ti puoi scordare che esca con te."
    Nessuno si salva da solo

"Ho fatto bere a Ford tre White Russian, e ancora è tranquillo come se si fosse fatto acqua fresca. Quello non è umano."
Cannibal dice: Nessuno si salva da solo, ma se Ford aspetta che lo salvi io, campa cavallo...
Un attore di cui salverei la carriera, o almeno le intenzioni, è Riccardo Scamarcio, che dopo il successo di 3MSC è riuscito a costruirsi un suo percorso cinematografico dignitoso. Adesso è protagonista di questo nuovo film di Sergio Castellitto, di cui avevo apprezzato Non ti muovere e La bellezza del somaro, mentre mi era sembrato alquanto modesto il suo ultimo Venuto al mondo, pure questo tratto così come il nuovo Nessuno si salva da solo da un romanzo di Margaret Mazzantini, ovvero sua moglie. Non sono quindi troppo fiducioso, ma un'occhiata mi sa che gliela darò in ogni caso, sicuro del fatto che Ford, con una delle sue solite scelte radical-chic, snobberà questa proposta firmata dalla radical-chicchissima coppia Castellitto + Mazzantini.
Ford dice: nessuno si salva da solo. Specialmente Cannibal, quando finalmente gli metterò le mani addosso.
Castellitto mi è sempre piaciuto più come interprete che non come regista, pur ritenendolo radical e poco simpatico in un modo che non riterrei neppure il mio detestabile rivale.
Sinceramente, non credo sarà mia priorità recuperarlo, dunque attenderò di criticare senza pietà la recensione del Cucciolo Eroico.



Focus - Niente è come sembra

"Merda, mi sento come se avesse guidato Ford per un centinaio di chilometri."
Cannibal dice: Dopo il mega floppone After Earth, Will Smith rifà il suo ingresso nel mondo del cinema hollywodiano con una pellicola che sembra una commedia-thriller-action di quelle che andavano forte quando andava forte lui. E quando Ford era ancora in età da pre-pensione, seppure per poco. Io comunque un'occhiata senza troppe aspettative e per una serata disimpegnata gliela darei, non fosse altro che per la presenza di Margot Robbie.
Ford dice: Will Smith un tempo mi stava simpatico. Il principe di Bel Air, Men in black, quell'approccio un po' tamarro e un po' scanzonato che piace tanto al sottoscritto. Poi, tra Io sono leggenda e After Earth, non ricordo un solo film con protagonista il buon Will che valesse la visione - tranne, forse, Hancock -, anzi, gli effetti delle stesse visioni sono stati assolutamente devastanti.
Dunque direi che questo Focus finirà per essere visto per dovere di cronaca e massacrato come si conviene.
E in questo senso spero proprio che a Peppa Kid piaccia.



Black or White

"Fidati di un cowboy: non lasciare avvicinare Cannibal alla tua proprietà!"
Cannibal dice: Un film con Kevin Costner significa una cosa sola, anzi due: la prima è che trattasi di film fordiano. La seconda è che quindi io me lo posso risparmiare alla grande. E voi?
Ford dice: io voglio bene a Kevin Costner, che è un fordiano fatto e finito. Ma credo che abbia già bruciato il suo bonus con Three days to kill. Senza contare che questo film mi ispira quanto una porcata di Lars Von Trier suggerita da Cannibal.



The Search

"Quello è Cannibal Kid. Devi starne bene alla larga."
Cannibal dice: Pellicola incognita della settimana. Il nuovo film di Michel Hazanavicius, il regista dello splendido film premio oscar The Artist, pare sia un mattonazzo di due ore e mezza davvero pesante. La tematica della guerra in Cecenia d'altra parte non è certo leggera. Io mi sa allora che faccio il superficialone di turno e non vado alla ricerca di questo The Search. Salvo una stroncatura da parte di Ford, che mi porterebbe a un recupero immediato.
Ford dice: non sono troppo ansioso di recuperare questo The search. Hazanavicius, che aveva firmato lo splendido The artist, è ormai approdato ai lidi dorati delle grandi produzioni, e temo che questi possano condannarlo come è accaduto a tanti altri registi prima di lui. Sarei lieto di venire smentito, così come lo sarei se il mio rivale cominciasse a mostrare di capirci qualcosa di Cinema, ma non sempre i sogni si realizzano.



Superfast, Superfurious

"La coreografia inventata da Peppa Kid è proprio una bomba!"
Cannibal dice: Schifezza assicurata al 100%, però io di fronte ai film parodia non mi tiro quasi mai indietro. Un po' come fa Ford con gli action movies anni ottanta e/o con attori residuati dagli anni ottanta. Con la differenza che io riconosco che si tratta di porcherie assolute, mentre lui cerca di spacciare i suoi film guilty pleasure per dei capolavori.
Ford dice: schifezza totale che non guarderò neppure sotto tortura.
Ormai l'unica persona sopra i quattordici anni che pare continuare ad avere interesse in queste parodie resta il non più troppo giovane anagraficamente Cannibal Kid.



Senza Lucio

"Mi basta un dito per mettere al tappeto Cannibal: anche da morto."
Cannibal dice: Lucio Dalla non mi è mai piaciuto particolarmente, ma nemmeno mi è mai spiaciuto troppo. Cosa che, per un cantante nazional-popolare italiano, non è da poco. Questa pellicola documentario in ogni caso mi pare più una visione adatta ai fan hardcore del cantautore bolognese, quindi mi sa che io starò senza Senza Lucio. E di sicuro Senza Ford.
Ford dice: grande rispetto per Dalla, nonostante tra i cantautori italiani non sia certo il mio favorito. Non penso, dunque, che mi butterò a capofitto in questa visione, lasciando eventualmente che siano le canzoni del fu Lucio a ricordarmi la sua opera e l'importanza che ha avuto rispetto alla musica italiana.


lunedì 27 febbraio 2012

Academy Awards: i risultati

La trama (con parole mie): e così anche per quest'anno è andata. Le statuette sono state sollevate, i verdetti pronunciati, i grossi nomi dello stardom hollywoodiano hanno potuto calpestare felicemente il red carpet. Tutto come da copione.
Anche i risultati, a ben vedere.
Rispetto alla scorsa edizione non posso lamentarmi, considerato che molti dei miei preferiti tra i nominati hanno portato a casa l'ambitissimo Oscar, eppure un senso di incompiutezza resta.
Sarà colpa dell'assenza di pellicole come Drive o Take shelter!?
Può essere.
Non mi resta comunque che fare buon viso a cattivo gioco e commentare - più o meno - i risultati.


MIGLIOR FILM

The Artist

Non posso che essere contento della vittoria di The artist, un'opera in grado di unire l'amore per il Cinema, un ottima tecnica e tutta l'emozione possibile.
Per una volta, applausi all'Academy.

MIGLIOR REGIA
 
 
Michel Hazanavicius – The Artist
 

Anche qui, nulla da dire. In ogni caso, sarei stato comunque soddisfatto, tranne per il piuttosto bollito Scorsese.

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA


Jean Dujardin – The Artist

Una delle statuette che ho apprezzato di più.
Bravissimo Dujardin, il mio personale favorito della cinquina.

 
 
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA

Meryl Streep – Iron Lady

Forse la statuetta che ha più solleticato le mie turbinanti bottiglie.
Per me, in questo caso, l'Oscar aveva un nome e un cognome.
Rooney Mara.

"Mi alleno per benino, così posso prendere a cazzotti in faccia la mia nemesi. No, non il Cannibale. Meryl Streep."
 
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
 
Christopher Plummer – Beginners

Statuetta telefonatissima. Mi spiace davvero per Jonah Hill.
  
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
 
Octavia Spencer – The Help

Avrei davvero visto bene la Bejo, ma in fondo Octavia Spencer, in onore dell'ottimo cast di The help, ci sta tutta.

 
MIGLIOR FILM STRANIERO

Altro Oscar più che annunciato, ma non posso che esserne contento. Uno dei film migliori degli ultimi mesi, anche a scapito del mio favorito Rundskop

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
 

Grande soddisfazione. Il discreto Rango ci evita cose pessime come Il gatto con gli stivali. Bene così.
 
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
 
Woody Allen - Midnight In Paris

Avrei voluto vedere premiato Chandor per il suo ottimo Margin Call, ma anche in questo caso, il vecchio e ritrovato Woody è solo che ben accetto.
 
SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
 
Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash - Paradiso amaro

Paradiso amaro niente male, ma sinceramente avrei optato per Le idi di marzo o Moneyball.
Voglio però vedere il bicchiere mezzo pieno, e quindi mi accontento che non abbia vinto Hugo Capretto.
 
MIGLIOR COLONNA SONORA
 
Ludovic Bource - The Artist

MIGLIOR CANZONE

Bret McKenzie ("Man or Muppet") - I Muppet

MIGLIOR FOTOGRAFIA 
 
Robert Richardson - Hugo Cabret
 
MIGLIOR MONTAGGIO
 
Angus Wall, Kirk Baxter - Millennium - Uomini che odiano le donne

MIGLIOR SCENOGRAFIA

 
Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo - Hugo Cabret

MIGLIORI COSTUMI

 
Mark Bridges - The Artist

MIGLIOR TRUCCO

 
Mark Coulier - The Iron Lady

MIGLIOR SONORO

 
Philip Stockton e Eugene Gearty - Hugo Cabret


MIGLIOR MISSAGGIO DEL SUONO

 
Tom Fleishman e John Midgley Hugo Cabret


MIGLIORI EFFETTI SPECIALI

 
Rob Legato, Joss Williams, Ben Grossmann e Alex Henning - Hugo Cabret

MIGLIOR DOCUMENTARIO

 
Undefeated di TJ Martin, Dan Lindsay e Richard Middlemas


MIGLIOR DOCUMENTARIO CORTOMETRAGGIO

 
Saving Face

MIGLIOR CORTO ANIMATO

 
The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore (2011): William Joyce, Brandon Oldenburg

MIGLIOR CORTO

 
The Shore: Terry George
Tuba Atlantic (2010): Hallvar Witzø


I premi sono stati, in qualche modo, lo specchio dell'anima: a The artist il cuore, a Hugo Cabret la testa. Una giusta metafora di quello che sono stati i due film più discussi, amati e criticati dell'ultimo periodo, uno sguardo al passato del Cinema ma anche una via verso il suo futuro.
Drive, come prevedibile, non ha portato a casa neanche l'unica insulsa statuetta per la quale era stato nominato, così come Malick, che ancora una volta torna a casa a mani vuote dal Kodak: mi prefiggo, però, di escogitare comunque il modo per costringere il Cannibale a vedere un Van Damme qualsiasi.

MrFord

"Ridi ridi, che tanto Rooney Mara ti sta aspettando dietro il tendone!"
 

domenica 26 febbraio 2012

Academy Awards: Fordpredictions

La trama (con parole mie): come tutti voi saprete, questa notte al Kodak Theatre si terrà la cerimonia per l'assegnazione degli ottantaquattresimi Academy Awards.
Come ogni anno le delusioni sono state parecchie, soprattutto per tutti noi che abbiamo amato alla follia Drive come fu all'ultima edizione per Inception, ma come ogni anno eccoci qui, pronti a parlare - e sparlare - di uno degli eventi più chiacchierati del Cinema di ogni stagione.
Ho scelto di dare un'occhiata alle dieci categorie principali, pronosticare quello che credo sarà il vincitore ufficiale, dare la mia scelta personale ed inserire un piccolo commento.


 MIGLIOR FILM





- The artist di Michel Hazanavicius (scelta dell'Academy)
- Paradiso amaro di Alexander Payne
- Molto forte, incredibilmente vicino di Stephen Dauldry
- The help di Tate Taylor
- Hugo Cabret di Martin Scorsese
- Midnight in Paris di Woody Allen
- The tree of life di Terrence Malick
- War horse di Steven Spielberg
- Moneyball di Bennett Miller (scelta di Ford)

Personalmente mi farebbe solo che piacere vedere premiato The artist, che a dire il vero è anche la mia prima scelta, ma giusto per andare un pò contro l'Academy, tiferò gli outsiders allenati da Brad Pitt, da buon Goonie che non sono altro.
E in un angolino del mio cuore, quasi quasi tifo anche per Malick, dato che la sua vittoria costerebbe al Cannibale la visione di un Van Damme qualsiasi.


MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA


- George Clooney per Paradiso amaro (scelta dell'Academy)
- Demian Bichir per A better life
- Gary Oldman per La talpa
- Brad Pitt per Moneyball
- Jean Dujardin per The artist (scelta di Ford)

L'Academy si sdebiterà con Clooney per non aver inserito tra i nominati il suo ottimo Le idi di marzo premiandolo come migliore attore, anche se sarà un peccato dato che Dujardin ha fatto un lavoro straordinario per reinventarsi interprete del muto.



MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA

 
- Meryl Streep per The iron lady (scelta dell'Academy)
- Glenn Close per Albert Nobbs
- Viola Davis per The help
- Michelle Williams per My week with Marilyn
- Rooney Mara per Millennium - Uomini che odiano le donne (scelta di Ford)


Oscar telefonatissimo alla Streep, che sinceramente ha stracciato un pò i maroni.
Io premierei a occhi chiusi la sorprendente Rooney Mara, che ha dato un volto nuovo, fragile eppure violentissimo, alla memorabile Lisbeth Salander.

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA


- Christopher Plummer per Beginners (scelta dell'Academy)
- Kenneth Branagh per My week with Marilyn
- Nick Nolte per Warrior
- Max Von Sydow per Molto forte, incredibilmente vicino
- Jonah Hill per Moneyball (scelta di Ford)

Massimo rispetto per un'icona come Plummer, ma io farei largo ai giovani e premierei l'outsider Jonah Hill, già idolo di casa Ford dai tempi di SuXbad.


MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA


- Octavia Spencer per The help (scelta dell'Academy)
- Jessica Chastain per The help
- Melissa McCarthy per Le amiche della sposa
- Janet McTeer per Albert Nobbs
- Berenice Bejo per The artist (scelta di Ford)

Stupefacente Octavia Spencer, simbolo del miglior cast di questa edizione degli Academy Awards, ma anche in questo caso vale il discorso fatto per Dujardin.
Il lavoro sul muto della Bejo è stato da manuale.


MIGLIOR REGIA


- Martin Scorsese per Hugo Cabret (scelta dell'Academy)
- Woody Allen per Midnight in Paris
- Terrence Malick per The tree of life
- Alexander Payne per Paradiso amaro
- Michel Hazanavicius per The artist (scelta di Ford)

Inutile dire che, tra i due film che omaggiano la magia del Cinema che fu, la mia preferenza va tutta al magnifico lavoro di Hazanavicius, che surclassa quello del vecchio Marty e si impone come mattatore della nottata al Kodak Theatre.


MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE


- Michel Hazanavicius per The artist (scelta dell'Academy)
- Kirsten Wiig e Annie Mumolo per Le amiche della sposa
- Woody Allen per Midnight in Paris
- Asghar Fahradi per Una separazione
- J. C. Chandor per Margin Call (scelta di Ford)

Una delle selezioni migliori dell'Academy di quest'anno, per un premio che, nonostante il magnifico Una separazione, va allo straordinario esordio di J. C. Chandor, ancora colpevolmente ignorato dalla distribuzione italiana.


MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE


- John Logan per Hugo Cabret (scelta dell'Academy)
- Alexander Payne, Nat Faxon e Jim Rash per Paradiso amaro
- Steven Zaillian, Aaron Sorkin e Stan Chervin per Moneyball
- Bridget O'Connor e Peter Straughan per La talpa
- George Clooney, Grant Heslov e Beau Willimon per Le idi di marzo (scelta di Ford)

Uno dei grandi esclusi alla lista dei nominati come miglior film merita, nonostante il lavoro migliore di questa cinquina sia quello di Zaillian e soci, un riconoscimento, così a Mr. Nespresso and friends va l mia personale statuetta, in barba alla favoletta di Logan e Scorsese.


MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE


- Chris Miller per Il gatto con gli stivali (scelta dell'Academy)
- Alain Gagnol e Jean Loup Felicioli per Une vie de chat
- Jennifer Yuh per Kung fu panda 2
- Fernando Trueba e Javier Mariscal per Chico&Rita
- Gore Verbinski per Rango (scelta di Ford)

Un anno non particolarmente florido per l'animazione, condito da esclusioni a dir poco eccellenti come quella del meraviglioso Arrietty firmato dallo Studio Ghibli, che corre dritto verso una scelta scellerata tutta giocata sul dio denaro.
Io, di contro, premio l'ottimo Rango, una delle cose migliori degli ultimi mesi. Tiè, Dreamworks!



MIGLIOR FILM IN LINGUA STRANIERA


- Asghar Fahradi per Una separazione (scelta dell'Academy)
- Joseph Cedar per Hearat Shulayim
- Agnieszka Holland per In darkness
- Philippe Falardeau per Monsieur Lazhar
- Michael R. Roskam per Rundskop (scelta di Ford)

Nulla da eccepire sulla già annunciata vittoria dello splendido Una separazione.
Giusto per spirito di contraddizione rispetto all'Academy, comunque, tiferò il sorprendente Rundskop, una delle cose più interessanti che la vecchia Europa abbia sfoderato negli ultimi mesi.


Questo è solo un anticipo, in fondo mancano tutti gli Oscar tecnici e quelli "minori".
Ma ci sarà tempo di approfondire a cerimonia conclusa.
Voi, nel frattempo, da che parte state?
A quali titoli, registi o attori verranno assegnate le vostre statuette?

MrFord

mercoledì 15 febbraio 2012

The artist

Regia: Michel Hazanavicius
Origine: Francia
Anno: 2011
Durata: 100'


La trama (con parole mie): siamo sul finire degli anni venti, e George Valentin è una star indiscussa del Cinema muto, acclamato dal pubblico e dalla critica. Un giorno, per caso, incontra una giovane di belle speranze di nome Peppy Miller che lo colpisce da subito, e da quella che poteva essere una storia d'amore ha inizio la sfolgorante scalata al successo della ragazza, che diverrà una delle prime icone del Cinema rivoluzionato dall'avvento del sonoro.
Valentin, che rifiuta questo passaggio, vedrà andare in rovina il suo matrimonio così come la carriera, e finirà ai margini non soltanto del mondo dello spettacolo, ma anche della società: proprio quando la parola fine pare essere pronta a calare sulla sua vita come un sipario troppo pesante, sarà Peppy a dare volto e voce alla sua rinascita.




Un pò per rivalità, un pò per fargli dispetto, avevo inizialmente pensato di trovare qualche idea folle per rispondere a quella genialata di recensione - ogni tanto bisogna che gli dia pure qualche soddisfazione - che il mio antagonista Cannibale tirò fuori dal cilindro per questo film: una pagina completamente bianca, un video o qualcosa di affine.
Poi, finalmente, ho visto The artist, e ho pensato che sarebbe stato un peccato non scrivere di questa piccola meraviglia.
Perchè, per quanto "muto" possa essere, lo straordinario lavoro di Michel Hazanavicius è un inno all'importanza della parola, detta o non detta che sia, un passaggio, un viaggio che porta a scoprire il valore del silenzio, del Cinema, dello stupore e, per l'appunto, di quel suono che troppo spesso e volentieri diamo per scontato, o finiamo per detestare e rifuggire quando riteniamo di averne avuto abbastanza.
Ricordo quando, qualche anno fa, una domenica mattina squillò il telefono in negozio e una signora all'altro capo di una linea che avrei voluto superare per colpire la suddetta con una serie di selvagge e violentissime bottigliate mi chiese se avrebbe potuto cambiare un dvd che aveva acquistato a causa di un problema con il sonoro.
Le chiesi, non so neppure io perchè, quale fosse il titolo in questione.
Lei risposte Aurora, di Murnau.
Io la incalzai affermando che l'appena citato Capolavoro non ha alcun problema con il sonoro, perchè è un film muto.
La sua risposta fu illuminante: mi disse di essere stupita, e se non poteva ugualmente effettuare il cambio, dato che venti euro per un film muto le parevano eccessivi.
A volte, effettivamente, non c'è risposta migliore del silenzio.
Fortunatamente ci sono opere come The artist che fanno di ogni inquadratura, gesto, movimento di macchina un inno quasi musicale al bisogno naturale che abbiamo di comunicare, che parte dal teatro - da brividi la scena in cui Peppy Miller si lascia abbracciare dal cappotto di Valentin - per omaggiare il Cinema nel suo essere quella "lanterna magica" di cui Bergman portò la luce per tutta la sua lunga carriera - anche il Maestro svedese mi è parso omaggiatissimo dall'incredibile sequenza onirica che coinvolge il protagonista -, passando attraverso le produzioni dell'epoca d'oro dei grandi studios - da Griffith ad Erroll Flynn - per giungere all'avvento del sonoro - che cambiò prospettive e carriere, rivoluzionando il mondo della settima arte - e a Charlie Chaplin - i cui movimenti Jean Dujardin deve aver studiato fino allo sfinimento, e che con Luci della città, nel 1931, girò anch'egli un film ancora legato al muto e alla sua magia -, ma soprattutto all'incontro e alla comunicazione con l'esterno, a partire dal nostro lavoro per finire alle passioni e agli amori.
In questo senso, credo di non aver mai visto un film "parlato" quanto The artist: la pellicola di Hazanavicius sprigiona desiderio di comunicare dal primo all'ultimo fotogramma, danzando con una grazia più unica che rara anche nel delicato terreno del metacinema, entrando ed uscendo dalla pellicola - e dalla fiction - lasciando a bocca aperta per le soluzioni adottate per affrontare anche tematiche decisamente più toste di quelle che ci si aspetterebbe da una semplice "commedia" come il peso di un "viale del tramonto" che finisce per schiacciare personaggi di spicco del mondo dello spettacolo che il pubblico arriva a reputare quasi immortali ed invincibili: il film che Valentin realizza come produttore e regista, suo ultimo, disperato grido d'aiuto rispetto ad un'epoca che sta per essere superata - e lui con essa - resta una delle pagine più struggenti del Cinema recente, scelta più che coraggiosa di un regista che rischia tutto con un'operazione che poteva essere accusata di essere troppo sorniona o radical chic ed invece è un trionfo di semplicità e schiettezza, una parentesi unica in un mondo che troppo spesso dimentica il valore dell'espressione e della comunicazione, pur in un'epoca dominata dalla stessa come la nostra.
Dunque, più che al 3D e agli effettoni speciali, lo spunto di riflessione maggiore che offre questa pellicola resta legato alla necessità che, in quanto "animali sociali", abbiamo di interagire con l'esterno, sia esso costituito dal patinato mondo dorato del Cinema o dagli squilibri dettati dalla nostra realtà interiore e di vita.
Metacinema, in qualche modo, anche questo.
Come è metacinema la clamorosa sequenza di chiusura, che per impatto emotivo, pur se completamente differente per esecuzione e rappresentazione, ha raggiunto quella di Take shelter, altra grande rivelazione di questo inizio 2012: anche in quel caso, tutto era giocato sul non detto.
O forse sul detto talmente tanto da essere tutto quello che serve.
In uno sguardo, un'illuminazione.
Senza bisogno di parole, come in un muto.
Che, a volte, può diventare il più parlato tra i film.


MrFord


"More than words
Is all you have to do to make it real
then you wouldn't have to say that you love me
'cause I'd already know."
Extreme - "More than words" -


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