martedì 25 settembre 2018

Hereditary - Le radici del male (Ari Aster, USA, 2018, 127')




- Quando un horror o presunto tale giunge da queste parti spinto da recensioni entusiastiche anche al di fuori del bacino degli appassionati di genere, sono sempre molto preoccupato: trovare titoli degni di nota in un panorama così difficile, infatti, è un'ardua impresa. Hereditary ha aperto le porte del Saloon con le stesse premesse.

- La regia di Ari Aster è interessante, viene piazzata una sequenza davvero notevole - quella dell'incidente d'auto - davvero da brividi ed inaspettata, tutto si appoggia su una Toni Collette come al solito estremamente valida in un ruolo che le è congeniale, il messaggio non è banale, eppure Hereditary è, a conti fatti, un film che di incisivo ha davvero poco o nulla.

- Nonostante le premesse che l'avevano dipinto come un film angoscioso ed inquietante, credo di non aver avuto mezzo brivido neppure per sbaglio, ripensando per tutto il tempo all'effetto opposto che mi fece quel gioiellino purtroppo nascosto di Lake Mungo, che scavava nel dramma di una famiglia trasmettendo decisamente più terrore di quanto si possa sperare di trovare qui.

- Perfino quella che dovrebbe essere una sorta di nuova promessa dei bimbi spaventosi da horror Milly Shapiro pare più che altro una sorta di versione triste e depressa del piccolo protagonista di Wonder, e poco più. Il Danny di Shining è davvero tutta un'altra storia.

- Alcune idee funzionano, altre sono troppo presto abbandonate, altre ancora - la medium - solo potenzialmente interessanti: di certo tutto si sviluppa troppo in fretta nonostante il minutaggio nella parte finale, che pare una corsa a perdifiato verso la troppa carne messa sul fuoco.

- Quando introdussi i voti nel blog e di conseguenza le bottigliate, pensavo proprio ad occasioni come questa: titoli con un grande potenziale, un buon cast e trovate non banali - come i modellini creati dal charachter di Toni Collette -, spinti a dismisura e chissà per quale motivo dalla critica anche al di fuori del genere che, alla fine, si rivelano inconsistenti e privi di carattere.

- Con più di due ore di visione alle spalle, mi sono reso conto di quanto poco Hereditary avesse lasciato, proprio come, per citare il mitico Maestro Miyagi, se non avesse radici abbastanza forti per reggere l'albero che avrebbe voluto mostrare e la casa costruita tra i suoi rami. E senza radici forti, si sa, non si resta in piedi a lungo.



MrFord



6 commenti:

  1. Immaginavo le bottigliate. Nel mio caso, invece, più passa il tempo, più mi rendo conto che ha lasciato qualcosa, un lungo disagio, dopo quell'uscita dalla sala che mi aveva sorpreso scosso e stranito. Perché avrà tanti difetti, soprattutto nella parte horror, ma per il resto è una tragedia familiare dalla potenza grande.

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    1. Senza dubbio la tragedia scuote, soprattutto nella prima parte: ma il calderone successivo è a mio parere forzato e confuso. Peccato.

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  2. Come dice Ink, anche per me non bottigliate per quella prima parte straziante e asfissiante peggio di qualunque horror arrivi poi. Si scade nei cliché e nell'assurdo, ma il regista al suo esordio ha dimostrato di avere stoffa, vedremo come proseguirà.

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    1. La stoffa, però, non basta a rendere grande un film: guarda come si è ridotto Malick! ;)

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  3. Ok, quindi non ti è piaciuto perché come al solito non ci hai capito una mazza. Ho capito bene? XD

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    1. Secondo me non mi è piaciuto perchè ho capito che il regista non aveva tutte queste cose da dire!

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