domenica 27 maggio 2012

Punto zero

Regia: Richard C. Sarafian
Origine: Usa
Anno: 1971
Durata: 99'



La trama (con parole mie):  Kowalski è un veterano del Vietnam, ex poliziotto e professionista della velocità cacciato dai circuiti per la sua inclinazione all'alcool che consegna macchine truccate per conto di un'agenzia di Denver.
Quando, alla guida di una Dodge Challenger bianca, decide di arrivare in California in meno di due giorni, comincia di fatto una sfida contro il sistema tutta giocata sulla velocità ed i limiti che la vettura - e lui stesso - possono essere in grado di superare.
Attraverso il Colorado, il Nevada ed il deserto della terribile Death Valley, l'uomo si troverà in bilico tra i ricordi del suo passato, le sirene della polizia al suo inseguimento e la voce di un dj profondamente "soul" che diviene passo passo una sorta di guida spirituale: la sua corsa diverrà, di fatto, una sfida allo status quo made in Usa.




Da tempo ormai quasi immemore sostava al saloon in attesa di una degna visione Punto Zero, procuratomi dal mio fratellino Dembo e fortemente sponsorizzato da Ottimista, due dei frequentatori più importanti di questo crocevia fordiano: finalmente, dunque, sono riuscito ad aggiungere uno dei maggiori cult della generazione di Easy rider e Duel alla lista delle visioni messe in bacheca, e devo ammettere che questo forse meno celebrato lavoro di Sarafian ha tutte le carte in regola per essere omaggiato quanto i suoi due illustri compagni di leggenda.
Partito quasi in sordina nonostante gli strepitosi inseguimenti tra la Dodge Challenger del protagonista e le vetture e le motociclette delle forze dell'ordine ed apparso quasi datato a causa di un montaggio frammentario come nelle più allucinate pellicole ribelli del periodo, il lavoro con protagonista Barry Newman è riuscito ad acquisire sempre più spessore chilometro dopo chilometro e minuto dopo minuto, quasi la visione fosse figlia di un'accelerazione estrema ed inarrestabile, un grido di libertà contro il sistema, il destino e le avversità dalla vitalità e dalla potenza incontenibili, in bilico tra il mito di Jimmy Dean e La locomotiva gucciniana, giocato sulla narrazione di una voce off che mi ha ricordato un altro supercult dei gloriosi seventies, I guerrieri della notte di Walter Hill ed intriso di quella volontà incrollabile che solo i miti paiono riuscire ad avere, impreziosito da un'ellissi che regala nel finale il senso all'insieme dello script.
E proprio di mito si tratta, rispetto al protagonista Kowalski - nome che ormai è una garanzia in casa Ford, considerati Gran Torino e Un tram che si chiama desiderio -: un uomo dalle pochissime parole e dallo sguardo spiritato, lanciato in una corsa solo apparentemente immotivata attraverso gli States, rapito dai ricordi e da incontri surreali e grotteschi che ricordano lo splendido Una storia vera di Lynch.
Punto Zero è un road movie spinto dalla volontà non tanto di fuggire, ma di battersi rompendo regole, schemi e restrizioni - in fondo, le polizie dei singoli Stati si fermano sempre alla frontiera lasciando che i tutori dell'ordine dell'altra parte del confine raccolgano la patata bollente rappresentata da questo pilota tanto folle -, votato in qualche modo neppure troppo sotterraneo all'autodistruzione - la scommessa con lo spacciatore di Denver - e ad un tempo straordinariamente pulsante, desideroso di trovare un se stesso sempre al massimo, stanco dei compromessi che celano troppe bassezze - i ricordi del passato da poliziotto - e pronto a volare letteralmente avanti a tutti quelli che cercheranno di intralciare il suo incredibile viaggio - l'automobilista spocchioso al volante di un'automobile da corsa -.
Da questo punto di vista è impossibile non rimanere a bocca aperta di fronte alle splendide riprese dei duelli tra le vetture, in grado di ricordarmi le meraviglie di Blues Brothers e Ronin, punti di riferimento del genere ancora oggi oltre ai già citati Easy rider e Duel: la Dodge di Kowalski, come i cavalli selvaggi degli eroi del western, vibra sulle note lanciate da Super Soul, un personaggio fondamentale nell'ottica di protesta sociale che, nella musica come nei film alternativi come questo fu a dir poco necessaria per porre le basi di un progresso sociale per cui ancora oggi si continua a lottare - e si dovrebbe fare in misura anche maggiore -.
Così come le motociclette portate da Dennis Hopper e Peter Fonda, la Challenger con Barry Newman al posto di guida diviene un simbolo in grado di andare oltre lo spazio e il tempo, così come alla pellicola di cui è di fatto co-protagonista per diventare un anelito di libertà da manuale per gli anni ruggenti.
Perchè non ci sono convenzioni, ricordi, impieghi o leggi dalle quali, almeno una volta nella vita, non vorremo trascendere, fuggendo per andare il più lontano possibile e poi, quando le stesse meno se lo aspettano, tornare con bel drift quasi disegnato sui nostri passi, schiacciare il pedale a tavoletta e correre loro incontro, pronti ad abbattere ogni muro e superare ogni confine.
In quei momenti, ed ogni volta che troviamo il coraggio di accelerare, Kowalski è con noi.
E scopriamo di aver trovato il Punto Zero delle nostre lotte.


MrFord


"Living easy
loving free
season ticket for a one way ride
asking nothing
leave me be
takin' everything in my stride
don't need reason
don't need rhyme
ain't nothin' I would rather do
going down
party time
my friends are gonna be there too."
Ac/Dc - "Highway to hell" -


32 commenti:

  1. mitico film, road movie e cult movie!
    la Dodge Challenger una macchina fantastica, e il grande Kowalski riesce a sprigionare tutto il potere racchiuso nel motore...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vincent, puoi dirlo fortissimo!
      Ora voglio anche io una Dodge Challenger! :)

      Elimina
  2. beh se mi metti così a tradimento Highway to hell...rischio di svenire! Facciamo un esercizio di sacrilegio? Allora ti dirò che dal punto di vista cinematografico Vanishing point si mette Easy rider e Duel nel taschino. Parere personale, eh! E già che ci sto te ne dico un altro di roadmovie supercult sempre dell'anno di grazia 1971: si chiama Strada a doppia corsia, di Monte Hellmann( regista cult per eccellenza) con protagonisti James Taylor( si, proprio lui il cantante) e Dennis Wilson( si, proprio lui il batterista dei Beach Boys). Ah, c'è anche Warren Oates...se non lo hai visto te lo consiglio appassionatamente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bradipo, Vanishing point è stato davvero una bomba.
      Di Monte Hellman - supercultissimo - ho visto i western, ma Strada a doppia corsia ancora mi manca.
      Inutile dire che correrò a recuperarlo!

      Elimina
  3. Ford all'ennesima potenza. Hai inanellato una serie di film che sono un cult anche per me....mi piacesse anche il wrestling comincerei a pensare di avere davvero un fratellino ah ah.
    Hai subito trasmesso entusiasmo e voglia di recuperare questo film ( non capisco come mi sia sfuggito) anche se mi sono un po' impallata al punto in cui dici " in bilico tra Jimmy Dean e la locomotiva gucciniana"
    Ma hai recuperato dopo :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Irriverent, chissà! Forse hai un fratellino tamarro a tua insaputa! :)
      Recuperalo, questo è un cult TOTALE.

      Elimina
    2. Tanto ormai ti ho già adottato!

      A proposito, a quando l'aperitivo pane&salame, Bro?

      Elimina
    3. Quando vuoi, sorellona!
      Dobbiamo solo decidere se veniamo noi lì o voi qui! :)

      Elimina
    4. Bah io abito a Milano citta'....bisogna solo acchiappare Cannibal, sedarlo, imbavagliarlo per portarlo in qualche osteria o bocciofila e poi godersi lo spettacolo ;-)

      Elimina
    5. Beh, allora con me e Julez basta organizzare al volo!
      Per quanto riguarda il Cannibale, penso sia praticamente impossibile convincerlo ad uscire a bere con il sottoscritto! ;)

      Elimina
    6. Beh noi con la nana non riusciamo a fare proprio al volo.....ma si fa!

      Elimina
    7. Organizzatevi come siete più comodi, allora, sorellona, e poi avvisami: al richiamo dell'aperitivo casa Ford risponde sempre al volo! :)

      Elimina
  4. Te l'avevo consigliato anche io, ti ricordi? ...no? ...non mi credi!!? mm.. Comunque la domanda è: queste macchine che serbatoio hanno? Si fermano a rifornire? Pagano in contanti?
    Io avrei detto che è un film noioso con macchine che corrono, invece c'è sotto un messaggio profondo..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si fermano a rifornire, eccome.
      Ma la cosa interessante sta nel fatto che è come se non si fermassero mai. E quelli come Kowalski con loro.
      Più profondo di così, non si può!

      Elimina
  5. Grande fratellozzo, sapevo che ti sarebbe piaciuto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà anche io lo sapevo. In fondo quando mi proponi qualcosa, so già che vado sul sicuro! :)

      Elimina
  6. ottimo road, anzi car movie.
    strano che non l'avessi ancora visto.
    evidentemente, persino all'interno dei film che possono rientrare nel fordismo (che orrore di termine ahahah!) hai gravi lacune da colmare... :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Strano che sia piaciuto anche ad un fast&furious addicted come te, fighetto che non sei altro! :)
      Per il resto, non accetto osservazioni sulle tempistiche di recupero da uno che ha visto Apocalypse now solo l'anno scorso grazie a me! Ahahahahaahahh!

      Elimina
    2. Cannibal hai visto Apocalypse now solo l'anno scorso????? Oooooh....

      Elimina
    3. Vedi, io ormai non mi stupisco più, soprattutto del Cannibale! Ahahahahaha!

      Elimina
  7. Visto anch'io molto "post" (4-5 anni fa), ma amato dal primo all'ultimo fotogramma. Anni '70 magici e irripetibili.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lucien, concordo in pieno.
      Anche se ero praticamente in fasce e non ho potuto viverli, sono contento di esserci almeno nato! :)

      Elimina
  8. uno dei film più cool mai fatti... e che colonna sonora!
    film strepitoso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Frank, l'hai detto.
      Cool oltre ogni limite, e colonna sonora da paura!

      Elimina
  9. Ultimamente sono stato un frequentatore un po' deludente, però ci sono sempre dai. E grazie anche per il link! :D
    Sul film c'è poco da aggiungere, come dici tu: cult TOTALE!
    Complimenti per la recensione, mi hai pure dato voglia di rivederlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottimista, lo so che ci sei, tranquillo! :)
      Muchas gracias per i complimenti, e di nuovo grazie a te per averlo caldeggiato!

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...