mercoledì 23 maggio 2012

Another Earth

Regia: Mike Cahill
Origine: Usa
Anno: 2011
Durata: 92'



La trama (con parole mie): Rhoda è una brillante studentessa da poco entrata al prestigioso MIT, da sempre appassionata di astronomia.
E' giovane, intelligente, ha tutta la vita davanti: e la recente scoperta di un pianeta in tutto e per tutto simile alla Terra comparso nel cielo potrebbe significare una rivoluzione nel suo campo: una notte, distratta proprio dal corpo celeste, la ragazza causa un incidente d'auto in cui perdono la vita la moglie incinta ed il figlio del professore universitario di musica John Borroughs.
Rhoda passa quattro anni in carcere, e tornata a casa progetta di partecipare al concorso che mette in palio un posto sulla prima astronave per Terra 2 - così è ribattezzato il pianeta gemello, giunto ad una distanza quasi irrisoria dal nostro - e trovare la forza per chiedere scusa a John: scrive così un messaggio per partecipare alla selezione, e trova il modo, attraverso un espediente, di fare le pulizie in casa e nella vita dell'ormai ex docente senza rivelargli la sua identità, rimasta coperta ai tempi del processo a causa della sua giovane età.
Sarà solo l'inizio di un viaggio molto più importante di quello nello spazio.





Una delle cose più affascinanti del Cinema risiede nello sfruttamento dei generi, nel loro utilizzo per raccontare qualcosa di estremamente reale e quotidiano anche di fronte a storie fantastiche e ben lontane dalla vita cui siamo abituati, come pubblico che entra e soprattutto esce da una sala, a conoscere.
Another Earth, così come District 9 o Monsters - per citare due esempi recenti nello stesso "campo" -, parte da un presupposto che affonda le radici nella sci-fi classica senza, di fatto, mostrare nulla della stessa, scivolando dritto al cuore dello spettatore a partire dai martellanti - e splendidi - titoli di testa per affondare in paragoni con cose enormi come il Solaris di Tarkovskij o, a suo modo, e pur se privo della componente d'azione, all'Alien di Ridley Scott: fantascienza esistenziale, direbbero gli spocchiosi da sala d'essai.
Eppure il lavoro di Mike Cahill è tutt'altro che etereo: è giocato sugli sguardi e sui corpi, sulle mani e sulle espressioni quasi impercettibili che rendono una giornata terribile da sopportare o un'ancora di salvezza per l'esistenza: alle spalle lo shock d'apertura - con un incidente che, in qualche modo, mi ha ricordato più le atmosfere del thriller -, i tempi di narrazione si dilatano sviluppando una sensibilità ed una messa in scena quasi teatrali, concentrandosi sui dettagli, quasi appoggiando la macchina da presa ai protagonisti, lasciando che l'emotività straziata di Rhoda e quella resa monca di John interagiscano esplorando i sentimenti più disparati, sondando i recessi di una morte e di una rinascita come solo la realtà più cruda è in grado di disegnare per noi viaggiatori di questo strano pianeta azzurro.
E poi, c'è Terra 2: quel pianeta speculare, ad illuminare il cielo come un miracolo, a regalare l'ipotesi di una nuova possibilità, di una chance di ricominciare, del mistero che rappresenta tutto quello che potremmo essere, da un'altra parte. In un'altra vita.
Dal dialogo in tv dal sapore retrò legato al primo contatto con gli abitanti di quel gemello così evidente, così nascosto, al desiderio di Rhoda e al timore di John tutto ha il sapore di un confronto con se stessi, che passa dal dolore di dover ricominciare prima di avere iniziato ad un passato che ormai ha preso più spazio del futuro: il cielo come fuga, persi e soli con la schiena sul ghiaccio, e come ancora, ispirato dagli occhi di una ragazza comparsa apparentemente per caso e capace di farci tornare a riscoprire la musica della vita, una volta lasciato da parte il pesante cappello che porta il peso di tutto il silenzio della morte.
"Ci sono persone che costruiscono case, altri che le arredano: a me piace pulirle", spiega Rhoda a John: una frase che mi ha ricordato uno dei passaggi cinematografici più cari della mia vita, quel "L'ultimo buscadero" di Peckinpah in cui Steve McQueen, asso mancato del rodeo, per giustificare il successo del fratello a scapito del suo, afferma "qualcuno deve pur rimanere fuori a tenere i cavalli".
Che sia la colpa di Rhoda, a smuoverla in questa direzione, o il suo desiderio di vivere - forte almeno quanto quello di scontare quella fatidica notte -, in questa ragazza dallo sguardo sognante e disperato c'è tutto l'anelito ad un'esistenza vissuta a fondo che ognuno di noi, anche chi lo nega, conosce e sente, quando si guarda dentro e pensa al futuro, al passato, alle colpe e ai sogni.
Terra 2 è un'idea, un'immagine.
Il riflesso di noi stessi.
La possibilità che da qualche altra parte ci sia stato un altro io pronto a prendere una strada migliore.
O forse soltanto diversa.
Purdeep, vecchio e saggio collega di Rhoda, incoraggia la giovane a lasciare il passato alle spalle per costruirsi un futuro, prima di scegliere un isolamento forzato da un mondo che non riconosce più, a partire da se stesso.
John chiede alla persona più importante - nel bene e nel male - della sua vita di non partire, di abbandonare l'idea di un sogno per quello che possono costruire dove si trovano.
Keith Harding, milionario finanziatore del viaggio su Terra 2, racconta: "il mio preside, quando avevo quindici anni, mi convocò dicendo: Harding, tu finirai in galera, o diventerai un milionario. La linea di demarcazione è sempre stretta".
Nessuno conosce la verità, neppure la propria.
Soprattutto Rhoda.
Resta solo la possibilità di tentare, lottare ogni secondo, chini con uno scopettone in mano cercando di ripulire qualcosa che sappiamo bene non tornerà mai come prima in attesa del giorno in cui, alzando la testa, ci accorgeremo di una nuova immagine di noi.
Lo specchio in cui ci riflettiamo si incrina ogni giorno.
Sta a noi trovare la strada giusta per ripartire da chi abbiamo di fronte.
E se non lo sarà, basterà chinarsi, farsi coraggio, e lavorare di gomito.
Solo così arriverà il momento in cui, alzando la testa, scopriremo cosa ci riserva il cielo.
La fantascienza più reale che si possa sognare.


MrFord


"Sulle strade al mattino il troppo traffico mi sfianca;
mi innervosiscono i semafori e gli stop, 
e la sera ritorno con malesseri speciali.
Non servono tranquillanti o terapie
ci vuole un'altra vita."
Franco Battiato - "Un'altra vita" -


 

18 commenti:

  1. Ma è già uscito al cinema? No, perchè da me non s'è visto...e da quello che leggo mi interessa e anche parecchio...

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    1. E' uscito lo scorso venerdì, ma non so in quante sale, onestamente.
      Se ti capita recuperalo - anche sottotitolato -, vale davvero la visione.

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  2. Bellissima recensione, purtroppo nella mia zona non ci sono sale che lo proiettino, spero nel miracolo per la prossima settimana, altrimenti lo recupererò per altre vie perché sembra proprio un film da vedere.

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    1. Joy, muchas gracias.
      Effettivamente lo trovi facilmente sottotitolato, e non posso che consigliartelo: merita davvero parecchio.

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  3. oh, meno male! se non ne parlavi bene ero pronto a chiedere l'espatrio di whiterussian su terra 2! :D

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    1. Per una volta che un film ci mette d'accordo mi sa che si prepara qualcosa di grosso: tipo che entro domani Terra 2 ci piove dritta in testa! ;)

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    2. il cannibal che è d'accordo con te? boh... strano...

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    3. Effettivamente è strano, Suara, ma se un film - come questo - mette d'accordo entrambi, bisogna correre a vederlo!

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  4. un film che comunque ha molti, ma molti, punti di contatto con quell'altro spettacolo che è melancholia! :)
    altroché alien, con cui per fortuna non ha nulla a che vedere..

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    1. E figurati se non ci mettevi in mezzo qualcuna delle tue sparate!
      Fortunatamente Another Earth è la versione riuscita di Melancholia, che Alien si mangia anche prima di colazione! :)

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    2. Beh, in questo caso che ci vuoi fare!? Solo uno scellerato come lui preferirebbe Melancholia a quella meraviglia di Alien! :)

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  5. Il Cinema, come la musica e' fatto di suggestioni: gli autori, i registi confezionano una storia di immagini e / o di suoni ma la chiave, l'ultima, e' negli occhi di chi guarda e ascolta.
    Sai che ti leggo sempre con piacere ma, confesso che mi piaci ancora di piu' quando scrivi, come oggi, di qualcosa a me lontano, che tu hai apprezzato.
    Anche se non mi attira troppo, questo Another Earth sarebbe perfetto per una matinee con le Carampane. Non assicuro niente ma lo tengo in nota per tempi migliori.
    Hey, meraviglia la citazione da L'ultimo buscadero....io la dico sempre a mia figlia!

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    1. Irriverent, muchas gracias per le belle parole, prima di tutto. E' un piacere scrivere per raccontare di qualcosa che ci ha emozionato molto, così come poterlo trasmettere a chi ci legge.

      L'ultimo buscadero è uno dei miei film manifesto, e quella citazione una delle grandi verità che il Cinema mi ha insegnato.
      Quando io e Julez ci siamo conosciuti, e in tutto il periodo in cui la nostra amicizia è diventata quello che è ora, si può dire che molto fosse passato proprio dal fatto che entrambi fossimo - e siamo - due di quelli che i cavalli li hanno sempre tenuti.

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  6. Indifferente alla trama a parole tue, cieca di fronte ai tre bicchieri, sono saltata al trailer che mi è piaciuto moltissimo (a partire dalla dicitura "trailer in italiano") e infatti vorrei sapere: è ora nelle sale?? se lo cerco lo trovo?? E poi le tue parole perfette, quindi sì, lo vorrei vedere, se lo cerco lo trovo?? Speriamo, altrimenti provo nelle sale di terra 2, si sa mai che lì lo tengano più a lungo ;)

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    1. Elle, effettivamente lo trovi ora nelle sale, se sei fortunata. Considera che di solito un titolo così viene relegato a qualche Cinema d'essai, ma un tentativo di ricerca fallo.
      Non si sa mai che ti capiti di vederlo. Anche su Terra 2.
      Ne vale veramente la pena.

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  7. "tutto ha il sapore di un confronto con se stessi"

    Chiaro. La faccenda è così anche per me, e penso per chiunque vedrà il film. Comunque sia l'opera merita davvero su più fronti, oltre al testo anche la forma ha da dire qualcosa in più delle solite estetiche. Bravo Cahill!

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    1. Eraser, bravo Cahill davvero.
      Un'opera coinvolgente, profonda, intensa e passionale.
      Se non fosse che suonerebbe esagerato, potrebbe quasi essere il Solaris della nostra generazione.

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