I nodi verranno al pettine, molti moriranno e lo stesso Harry dovrà essere pronto a sacrificare perfino se stesso per riuscire ad annientare il suo pericolosissimo nemico: effetti, combattimenti, aura dark, voli vorticosi come in una giostra in 3D, chi più ne ha più ne metta.
Peccato che la sceneggiatura di questo attesissimo ultimo capitolo sia, forse, la peggiore mai portata sullo schermo nel corso dell'epopea del signor Potter.
David Yates e la gigantesca produzione Warner si erano risparmiati tutto per il confronto decisivo Potter/Voldemort: la decisione di spezzare l'ultimo romanzo della serie in due film, oltre che dettata dalla praticità di poter approfondire meglio i molti avvenimenti, è stata influenzata certamente dal marketing e dalla volontà di tirare fuori più soldi possibili dagli ultimi incantesimi di Harry e soci.
Allo stesso modo, nello strutturare I doni della morte, regista e sceneggiatori si sono concentrati sul creare aspettativa nel corso dell'intera prima parte per poi esplodere il tripudio degli effetti e delle emozioni nella pellicola che, di fatto, chiude un lungo capitolo delle vite di spettatori, cast e, in qualche modo, del Cinema, che per la prima volta ha assistito alla creazione di un universo snodato attraverso dieci anni e otto pellicole, capace di accompagnare nella crescita i suoi protagonisti da una parte e dall'altra dello schermo.
Purtroppo, devo ammettere che l'avventura legata alla settima arte del mago più famoso della letteratura non si è conclusa nel migliore dei modi, e neppure in quello che speravo: nonostante il 3D - ma è davvero utile questo supporto che così tanto sta influenzando il mondo del Cinema? -, gli effetti, l'emozione inevitabile provata rispetto alla conclusione di una saga iniziata tanto tempo fa, la seconda parte de I doni della morte pare non decollare mai, e ad un inizio ancora più lento ed inconcludente del film precedente accoda l'ormai consueta, titanica, signoredeglianellesca battaglia con tutto il campionario delle creature e dei personaggi mostrati nel corso delle avventure di Harry, priva però di un supporto sostanzioso da parte dello script, che pare proprio tagliato - male - con l'accetta ed assolutamente inconsistente, a tratti privo di logica e votato a soluzioni di comodo confezionate giuste giuste per la risoluzione della singola scena - l'arrivo a Hogwarts e l'improvvisa apparizione dei membri dell'Ordine della fenice, la comparsa di Hagrid a tre quarti dello svolgimento del film già nelle mani di Voldemort, l'assenza di Codaliscia, il poco giustificato finale che non svela nulla del futuro dei protagonisti solo per citarne alcune - ma mai davvero efficaci.
Fortunatamente, a salvare l'intera visione, baracca e burattini, ci pensa una sequenza splendida dedicata al viaggio di Harry nei ricordi di Piton attraverso il Pensatoio di Silente, unico momento di vera, sentita, grande emozione all'interno di uno spettacolo che pare principalmente votato al profitto, e che neppure lontanamente - nonostante l'evidente ispirazione - raggiunge i livelli de Il ritorno del re, e neppure dei più riusciti film della saga - Il calice di fuoco è distante anni luce -.
Dimostrazione, questa, del fatto che Yates, forse, avrebbe dovuto, oltre che sull'atmosfera, concentrarsi sulle caratterizzazioni dei personaggi, sempre in grado di toccare il pubblico nel profondo ed ispirare chi sta dall'altra parte della macchina da presa regalando idee e sentimento, ancora la formula migliore del nostro amato Cinema, in barba alle nuove tecnologie e agli stessi effetti speciali, per quanto curati e d'impatto possano essere.
E' davvero un peccato non poter andare a fondo nell'analisi del viaggio nella memoria di Piton a causa degli spoiler che la stessa comporterebbe, dunque mi costringo a tacere e vi dico che se esiste un motivo per seguire quest'ultimo capitolo delle avventure di Harry Potter non è Harry stesso, la resa visiva, la battaglia contro le forze del male, il vorticoso viaggio all'interno della banca alla ricerca di uno degli Orcrux mancanti, o l'anticamera dell'Aldilà teatro del confronto tra Harry e Silente, e neppure la stessa conclusione: se esiste un motivo, sta tutto nell'esplosione di quello che, a conti fatti, è uno dei personaggi più sfaccettati, significativi ed interessanti dell'intero ciclo di film - e di romanzi -: Severus Piton.
A tenere alte le insegne del grande giocattolo di Harry Potter, dunque, alla fine è uno dei simboli della casa dei Serpeverde.
Uno che è sempre stato un outsider, e ha sacrificato il successo personale per continuare a tenere i cavalli che avrebbero portato in trionfo il giovane Harry.
Senza dubbio, se è successo quello che è successo, gran parte del merito è suo.
Come accade per ciò che di buono si può trovare nella visione di questo film.
MrFord
"It’s all part of his charm
well, he’s drunk with power
and he’s on Malfoy’s side
been saying it since the first one,
I don't trust this guy.”
The Remus Lupins - "Snape" -
Ho seguito fino al quarto e poi... mi sono completamente persa! :-/
RispondiEliminaL'impressione che ho avuto dopo la visione (senza 3D, ma non credo di aver perso nulla) è: massimo risultato economico con il minimo sforzo. Non rivelo nulla, ma dopo le ultimissime scene finali mi è scappata una risata e mi sono sentito leggermente preso per i fondelli. Conclusione: la saga del "Signore degli Anelli" è Cinema, questo è un prodotto, a tratti ben confezionato, ma pur sempre un prodotto.
RispondiEliminaQuesta sì che è una recensione (non come quella di 'qualcun altro' :P)! ;)
RispondiEliminanon ancora visto... non dico nulla
RispondiEliminadissento...ma sono una potteriana convinta...
RispondiEliminal'importante è che finalmente ho scoperto come finisce.
RispondiEliminaAllora...io ho sentito commenti entusiasti che però non condivido...se dovessi pensare come una che ha visto solo i film non l'ho trovato brutto, ma bellino dai, c'erano tutte quelle scene e de effetti speciali che piacciono tanto alla gente...ma da lettrice di Harry mi è partito l'embolo un bel pò di volte...il problema della caratterizzazione dei personaggi è dovuta al fatto che il regista ha fatto il macellaio con la storia intera...e il fatto che se ne siano accorti anche alcuni tra coloro che non hanno mai letto i libri mi dà da pensare...d'accordissimo con te sul fatto che il dividerlo in due parti sia stata una mera trovata di marketing e che il 3D sia assolutamente inutile (infatti io l'ho guardato in versione classic)...che dire...la saga è finita, io mi sono commossa comunque, ma in futuro potrò godermi di tanto in tanto il piacere di rileggere i brani che ho amato di più in questi anni...i film invece li lascio stare:-)
RispondiEliminal'ho visto in 2D e non sono affatto pentita della scelta!però devo dissentire...mi è piaciuto moltissimo e emotivamente mi ha completamente distrutta!secondo me è uno dei migliori della saga...le incongruenze restano e sono innegabili per chi non ha letto i romanzi e alcune cose avrebbero potuto essere meglio gestite...ma era da tempo che non piangevo per un film dall'inizio alla fine!
RispondiEliminaqui c'è la mia recensione:
http://firstimpressions86.blogspot.com/2011/07/harry-potter-and-deathly-hallows-part-2.html
il finale alla stazione non è stato tagliato di informazioni utili ma è esattamente com'era nel libro, dove nulla viene detto sul futuro dei protagonisti a parte che si sono sposati e hanno avuto figli.
Maraptica, può capitare di perdersi, in saghe così lunghe. Ma puoi sempre decidere di dedicare al maghetto una serata blockbuster senza pensieri! ;)
RispondiEliminaAlessandro, concordo in pieno. Ottima analisi.
Vince, sei davvero il mio migliore giovane padawan! :)
Cannibale, ti aspetto al varco! Ahahahahaah!
Newmoon, sentiti libera di dissentire prendendoti un pò più di spazio! Sono curioso!
Ciku, visto!? I miei poteri hanno visto il futuro! ;)
Strawberry, capisco tutti i tuoi punti di vista. E concordo sul fatto che i potteriani potranno sicuramente sfruttare i libri per rivivere i momenti migliori della saga in futuro.
Ale, io ho seguito l'intera saga divertendomi, ma onestamente mi aspettavo molto di più dal finale. Andrò a leggermi volentieri la tua recensione, dopotutto, a volte i pareri discordanti generano interpretazioni nuove e approfondite, no!? ;)
Ti dirò, l'ultimo di Twilight mi è quasi piaciuto di più.
RispondiEliminaIl problema è che prima di Yates ci sono stati ottimi registi (Cuaron su tutti), mentre Davidino è un 'semplice' regista, che se non supportato da uno script adeguato fa ben poco.
Giacomo, meglio se non dici in giro questa sull'ultimo Twilight! ;)
EliminaComunque concordo, Yates è davvero un registino!