E così anche Amy è entrata nel Club 27 come Jim Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain e tanti altri, ma avrei preferito di gran lunga che tu fossi risorta da questo periodo. Adesso poi inizierà tra i conoscenti quel discorso "Potevamo fare di più... Dovevo starle più vicina..." Molto più della droga e dell'alcool, è la solitudine ad uccidere.
Pesa, muchas gracias! Vero, di certo non ha fatto in modo di evitarlo. Però, ogni volta, resta un peccato vedere talento - e vita - sprecati così.
Alma, difficile, dall'esterno, poter capire cosa muove chi ha - o parrebbe avere - tutto all'autodistruzione. A me viene da pensare che sia un peccato per lei, prima di tutto.
Vince, sono realmente tornato. E grazie, giovane padawan!
L'ho detto anche nel blog di Vince, mi rattrista sempre quando il talento è macchiato dalla morte giovane. E mi rattrista ancora di più che la morte diventi, alla fine, un'operazione di marketing
resta un peccato vedere talento - e vita - sprecati così. difficile, dall'esterno, poter capire cosa muove chi ha - o parrebbe avere - tutto all'autodistruzione. A me viene da pensare che sia un peccato per lei, prima di tutto Se riesco domani scriverò di questo e del contesto in cui questa autodistruzione e del (non) pensiero in generale della morte inscritti nella società attuale. Le poche parole che hai trascritto dalla sua canzone o commentato in risposta ai tuoi lettori bastano per rendere l'atmosfera terribile della fine di una vita, comunque - lontano dalle tante vuote stupidaggini sentite in merito in questo pesantissimo fine settimana caratterizzato anche dalla strage di tanti ragazzi inermi in Norvegia. Un abbraccio, amico mio, buona notte comunque, a presto.
Perso, morire a quell'età, doni oppure no, è una tristezza sempre e comunque. Se, poi, c'è di mezzo anche il talento, sicuramente i rimpianti sono maggiori.
Gae, purtroppo lo spettacolo del marketing non è ancora iniziato. E pensa che con i colleghi "illustri" del club dei 27 anni non è ancora finito. Figurati cosa ci aspetta!
Cannibale, non sempre le cose vanno come dovrebbero. O ancora peggio, non vanno. Sta a noi allargare le spalle e andare avanti.
Minerva, l'atmosfera di vite così giovani finite come se niente fosse è sempre terribile, anche se, certamente, la morte di Amy Winehouse è molto distante da quella dei ragazzi norvegesi. Resta, in ogni caso, un brutto senso di vuoto. E a proposito di quello che è accaduto nel profondo Nord avrei voluto scrivere qualcosa, ma temo che si vada ben oltre quello che potrebbe stare qui. Mi lascio bastare, in qualche modo, Back to black.
Beh non possiamo dire che non se la sia cercata.
RispondiEliminaBen tornato MrFord :)
E così anche Amy è entrata nel Club 27 come Jim Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain e tanti altri, ma avrei preferito di gran lunga che tu fossi risorta da questo periodo.
RispondiEliminaAdesso poi inizierà tra i conoscenti quel discorso "Potevamo fare di più... Dovevo starle più vicina..."
Molto più della droga e dell'alcool, è la solitudine ad uccidere.
What a great loss!
RispondiEliminaSe sei realmente tornato, bentornato, Maestro! ;)
Peccato, avrei voluto che incidesse ancora qualche album.
RispondiEliminaTanto talento, poca costanza.
le cattive notizie corrono troppo veloci...
RispondiEliminaPesa, muchas gracias!
RispondiEliminaVero, di certo non ha fatto in modo di evitarlo.
Però, ogni volta, resta un peccato vedere talento - e vita - sprecati così.
Alma, difficile, dall'esterno, poter capire cosa muove chi ha - o parrebbe avere - tutto all'autodistruzione. A me viene da pensare che sia un peccato per lei, prima di tutto.
Vince, sono realmente tornato.
E grazie, giovane padawan!
Dembo, concordo in pieno. Un peccato davvero.
Betty, che ci vuoi fare!?
RispondiEliminaDobbiamo sempre tenere le spalle pronte a reggere un pò di peso in più.
Che tristezza aver un dono come il suo e non saperlo apprezzare e morire a soli 27 anni, soli, di overdose. è proprio il caso di dire RIP
RispondiEliminaL'ho detto anche nel blog di Vince, mi rattrista sempre quando il talento è macchiato dalla morte giovane. E mi rattrista ancora di più che la morte diventi, alla fine, un'operazione di marketing
RispondiEliminaben tornato
RispondiEliminaanche se in effetti nelle circostanze più tristi
:(
resta un peccato vedere talento - e vita - sprecati così.
RispondiEliminadifficile, dall'esterno, poter capire cosa muove chi ha - o parrebbe avere - tutto all'autodistruzione. A me viene da pensare che sia un peccato per lei, prima di tutto
Se riesco domani scriverò di questo e del contesto in cui questa autodistruzione e del (non) pensiero in generale della morte inscritti nella società attuale. Le poche parole che hai trascritto dalla sua canzone o commentato in risposta ai tuoi lettori bastano per rendere l'atmosfera terribile della fine di una vita, comunque - lontano dalle tante vuote stupidaggini sentite in merito in questo pesantissimo fine settimana caratterizzato anche dalla strage di tanti ragazzi inermi in Norvegia. Un abbraccio, amico mio, buona notte comunque, a presto.
Perso, morire a quell'età, doni oppure no, è una tristezza sempre e comunque.
RispondiEliminaSe, poi, c'è di mezzo anche il talento, sicuramente i rimpianti sono maggiori.
Gae, purtroppo lo spettacolo del marketing non è ancora iniziato. E pensa che con i colleghi "illustri" del club dei 27 anni non è ancora finito. Figurati cosa ci aspetta!
Cannibale, non sempre le cose vanno come dovrebbero. O ancora peggio, non vanno.
Sta a noi allargare le spalle e andare avanti.
Minerva, l'atmosfera di vite così giovani finite come se niente fosse è sempre terribile, anche se, certamente, la morte di Amy Winehouse è molto distante da quella dei ragazzi norvegesi. Resta, in ogni caso, un brutto senso di vuoto.
E a proposito di quello che è accaduto nel profondo Nord avrei voluto scrivere qualcosa, ma temo che si vada ben oltre quello che potrebbe stare qui. Mi lascio bastare, in qualche modo, Back to black.