martedì 5 luglio 2011

Earthlings

La trama (con parole mie): Shaun Monson confeziona una pellicola che vorrebbe essere il manifesto cinematografico antispecista per eccellenza, e mostrare al mondo intero gli orrori che vengono perpetrati ogni giorno da parte dell'Uomo rispetto agli altri abitanti della Terra.
Spinto dalla narrazione in pieno stile presa di cosienza di Joaquin Phoenix, Earthlings pare non risparmiare nulla allo spettatore, dagli allevamenti ai macelli, dall'inquinamento al mercato delle pellicce, dai circhi alla speranza di una coesistenza pacifica di tutte le creature viventi.
Peccato che l'intera operazione, più che un reale documentario, appaia come un sensazionalistico modo per stuzzicare i sensi di colpa degli umani consumatori di carne e convertirli a quella che, a tutti gli effetti, appare come una nuova chiesa.

Prima di cominciare, un avviso: questo film - e questo post - trattano un tema delicato e scomodo. Dato che non baderò alle mezze misure, se i vostri stomaci non sono in vena, forse sarà il caso, perchè il tutto non vi sembri troppo grottesco, o aggressivo, interrompere la lettura ora. Prima che sia troppo tardi.
Di recente, esattamente nel corso di una discussione nata a seguito di una scena di Paul, ho avuto una lunga discussione con Biancaneve ed Ottimista a proposito di una tematica importante e profonda quanto quella dello sfruttamento degli animali e gli orrori cui molti dei nostri vicini terrestri sono sottoposti ogni giorno a causa dei metodi applicati dall'Uomo per ottenere tutto quello che, nel corso dei secoli passati, è stato ottenuto attraverso caccia, pesca, raccolta e agricoltura intesi come potevano esserlo fino al medioevo o, nel caso delle popolazioni come i Nativi Americani, fino all'arrivo dei bianchi. Così, dopo mesi passati a rimandarne la visione, ho deciso di approfittare e approcciare questa pellicola di cui avevo sentito già molto - e molto bene - parlare, anche da parte dello stesso Ottimista.
Dato che il tema è molto delicato, partirò con un'analisi prettamente cinematografica del lavoro di Monson, in modo da dare un equilibrio alla parte tecnica ed emozionale del giudizio in merito: personalmente, il documentario è sempre stato un genere - se così si può chiamare - in grado di esercitare sul sottoscritto un fascino particolare, in parte legato all'affascinante ipotesi di imparare a conoscere qualcosa di nuovo, in parte per la curiosità suscitata dalla scoperta di un mondo - anche se agghiacciante o terribile - e dalle informazioni che lo stesso era in grado di fornirmi.
Non ho mai apprezzato, al contrario - se si esclude una visione quasi ludica degli stessi - faziosi lungometraggi quali Supersize Me o Fahrenheit 9/11 perchè, pur essendo d'accordo con gli autori degli stessi, ho sempre trovato troppo comodo imbastire un "documentario" infarcendolo di immagini ad effetto ed opinioni provenienti da uno solo dei due punti di vista, anche quando o se era il mio.
Più o meno la stessa sensazione avuta, di recente, con Silvio Forever.
Per quanto mi riguarda, un documentario dovrebbe essere in grado di nascondere il regista e le sue opinioni, far parlare le immagini e supportarle con dati quanto più precisi possibile, e interviste, dettagli, approfondimenti: ripenso alla passione messa da Demme in The agronomist, dedicato all'attivista haitiano Jean Dominique - visione straordinaria che consiglio a tutti - senza apparire mai da una parte o dall'altra della macchina da presa, o alla chirurgica presenza di Herzog in Grizzly man, o alle sconcertanti testimonianze di Workingman's death o L'incubo di Darwin.
Tutto questo per affermare che, inesorabilmente e cinematograficamente, Earthlings è uno dei documentari più faziosi e peggio costruiti che abbia avuto occasione di vedere negli ultimi anni.
Tematiche a parte - di questo parlerò nella seconda parte del post -, pur cercando di tornare indietro con la memoria ai peggiori esempi della categoria, mai mi ero imbattuto in una pellicola che concentrasse la sua forza nel mero sensazionalismo in questo modo, contraddicendo se stessa spesso e volentieri, ignorando completamente dati e statistiche e puntando tutto sull'apparenza, mostrando filmati mai posteriori al 1995 - la pellicola risale a dieci anni dopo -, mai richiamando leggi o regolamentazioni, dedicando ad ogni argomento un paio di minuti - nei casi più approfonditi - e sostituendo la presenza delle fonti d'informazione e le spiegazioni delle immagini con l'irritante voce narrante di Joaquin Phoenix nel ruolo di imbonitore e depositario del messaggio di conversione del pubblico lanciato dal regista stesso.
Così, dato che il sottoscritto non è mai stato un giurato vigliacco - nei quattro anni in cui ho avuto l'occasione di essere nella commissione di Filmmaker a Milano - come quelli che sperano di incontrare registi come Monson ai vari Festival per portarsi a casa fior di premi mossi dal pietismo suscitato, mi sento di affermare che Earthlings pare creato ad hoc dalla filosofia studioapertiana tutta giocata sul patetismo e sui moniti dai connotati religiosi che dovrebbero fare leva sui sensi di colpa dell'audience.
Detto questo, mi permetto anche di aggiungere la mia posizione personale in merito: da tutta la vita mangio carne - e non solo, chiaramente: mangio molto e di tutto -, non tutta e soltanto quella che mi piace. Mi piace mangiarla, adoro la sensazione che mi da masticarla, e sento la differenza se mi capita di non consumarla all'interno di un pasto. Conosco e ho conosciuto persone vegetariane o vegane, e non ho mai fatto loro domande, ne ho preteso giustificazioni delle loro scelte.
Come tutti i bambini del mondo occidentale, sono andato almeno una volta allo zoo, mentre non sono mai stato alle corse dei cavalli o al circo.
Ho indossato e indosso ancora giacche di pelle. Non ho mai sopportato le pellicce.
Questi sono tutti gusti personali, attenzione.
So bene che dietro ad ognuna di queste scelte c'è la sofferenza di qualcuno: che sia animale, o uomo, il pollo cui viene tranciato il becco o il ragazzino che cuce per un centesimo alla settimana i Levis in qualche buco nel seminterrato di una grande città del Sud-Est asiatico, non c'è differenza.
Il mondo in cui viviamo, purtroppo, vive di ingiustizie e predazioni a tutti i livelli.
Forse noi, che stiamo nel mezzo, in qualche modo siamo privilegiati, perchè non dobbiamo convivere col pensiero che prima o poi cadremo - come chi sta in cima alla catena alimentare - e neppure con la lotta per sopravvivere da intraprendere disperatamente ogni giorno.
Le ingiustizie cui sono soggetti gli animali da sempre - specialmente nell'ultimo secolo e mezzo, direi - sono, come giustamente sottolinea, anche se non nel modo giusto, Monson, assolutamente paragonabili a quelle umane, inqualificabili e spesso atroci.
Quello che non capisco, nell'approccio del regista e, mi pare di cogliere, degli antispecisti in genere - nella discussione di cui parlavo ad inizio post ho letto frasi ripetute pari pari da Phoenix nel corso del documentario - è l'atteggiamento di superiorità illuminata assunto rispetto allo spettatore, unito ad una critica spesso assolutamente non costruttiva e, al contrario, pretenziosa e saccente, rispetto al mondo, ai suoi abitanti - umani, ovviamente - e ai non antispecisti.
L'approccio di Monson, in questo senso, è paurosamente religioso: se tu mangi carne, sei specista. Se tu vai allo zoo, sei specista. Se tu indossi un qualsiasi vestito di origine animale, sei specista.
E dunque sei parimenti responsabile rispetto al direttore di un macello che non rispetta le regole d'igiene e sicurezza che la legge impone per poter fatturare maggiormente.
E' quasi come se io dicessi che Joaquin Phoenix, accorato narratore di questa pellicola nonchè ottimo consumatore di cocaina - vedi I'm still here - fosse da considerare parimenti responsabile dei danni dello spaccio di droga nel mondo rispetto al boss colombiano che esporta in cinquanta paesi.
Ricordo quando, nel corso della visione dei corti commemorativi legati all'undici settembre, il regista egiziano Chahine raccontò, attraverso il suo lavoro, che per un attentatore, le scelte di un Presidente sono tutte imputabili alla popolazione che lo ha eletto, e qualsiasi scelta di qualsiasi amministrazione debba ricadere su chi ha pensato - oppure no - che la stessa potesse governare uno stato.
Ora, a conti fatti, questo mi pare proprio un approccio fondamentalista, più che antispecista.
Inoltre, invece di proporre e sensibilizzare il pubblico cercando di motivare l'informazione e suscitare lo sdegno necessario a cambiamenti che permettano di migliorare le condizioni ed il controllo del mercato alimentare rispetto agli animali vengono proposte frasi ed immagini ad effetto giocate tutte sul sensazionalismo - negli Stati Uniti, orgogliosamente cita il buon Joaquin, viene consumata una percentuale di carne bianca enormemente superiore a quanto accadeva nel 1930: sinceramente, trovo strano che Monson non si sia informato a proposito della crescita demografica degli Usa e mondiale dal suddetto 1930 al 2005 -, sulla religione - le terribili immagini di un macello kosher vengono accompagnate da un pistolotto che ammonisce a proposito del fatto che quei bovini non siano in realtà macellati come i dettami kosher vorrebbero, quasi si volesse strumentalizzare quegli stessi dettami per "convertire" lo spettatore, invece di indicare quali potrebbero essere le controindicazioni legate ad igiene e salute - e, ovviamente, sull'immaginario collettivo del cucciolo - vediamo mucche, vitelli, maiali, polli, tacchini, gatti, cani, volpi, delfini e scimmie torturati e maltrattati, ma che fine hanno fatto i serpenti, i coccodrilli, gli squali? Forse Monson aveva il timore che, mostrando un serpente privato della pelle al posto di una volpe, il pubblico sarebbe stato meno ricettivo? Non è specismo all'interno dell'antispecismo? -.
Inoltre, trovo davvero irritante il tono di superiorità assunto rispetto agli animali - lo stesso che viene criticato ai crudeli specisti -, che parte da un "siamo diversi e tutti abitanti della Terra" a "l'Uomo deve prendersi cura degli animali come il saggio con l'innocente, il forte con il debole".
Vista così, a me pare lo stesso concetto, applicato senza il coraggio di portarlo avanti fino in fondo.
Come se in un mondo ideale ci fosse un sovrano buono ed illuminato che sta al di sopra di tutto e non si sporca mai le mani - ma ritiene di essere sempre il primo - che critica i suoi simili che, al contrario, si macchiano di peccati che lui stesso giudica mossi da un sentimento di superiorità rispetto alle altre creature. A me, sinceramente, suona come una scappatoia bella e buona per arrivare a mettersi su un piedistallo e guardare tutti noi poveri stronzi dall'alto in basso lavandosi la coscienza.
Un pò come quando, dopo tutte le parole spese a proposito del rispetto degli animali, vengono criticati gli allevatori che sfruttano la vendita dei cuccioli correndo il rischio di andare ad aumentare il numero dei randagi a rischio di eliminazione da parte degli organi preposti non sterilizzando i propri animali.
Ora, onestamente, se io fossi un convinto sostenitore delle teorie di Monson, non troverei giusto che gli animali fossero sterilizzati. Perchè, in qualche modo, sarebbe come prendere una decisione al loro posto seguendo le nostre regole.
I dubbi, dunque, sono molti, e potrei continuare a scrivere ancora, e ancora.
Ma dato che non voglio indottrinare nessuno, ne tantomeno annoiare, mi fermo qui.
Conscio dei miei limiti di consumatore di carne - alla quale non rinuncerò, con buona pace del prode Phoenix, che rilancia con perle di retorica quali "se i macelli avessero pareti di vetro, saremmo tutti vegetariani" - trovo che il problema esista, ma vada affrontato con un approccio più scientifico e razionale, legato all'applicazione delle leggi e al controllo stretto dei responsabili di allevamenti, macelli e quant'altro. E che, senza dubbio, non va imputato ad ogni singolo consumatore di carne del mondo, perchè sarebbe come accusare ogni tedesco di essere stato nazista.
Confondere la sopravvivenza con la crudeltà è un madornale errore che rischia di generare pregiudizi e conflitti ancora più radicati. E di nuovo, lo spettro del fondamentalismo torna a bussare alla porta.
Dunque, il mio appello non è quello di pace universale, siamo tutti amici, "cacca al Diavolo e fiori a Gesù" di Phoenix e Monson, ma di cercare una strada praticabile, sensata e costruttiva basata sui dati e sulle soluzioni proposte.
Perchè sentire che "una mucca indiana è stata comprata da una famiglia povera per la quale era sacra con la promessa di essere portata in un allevamento e trattata umanamente viene poi destinata al terribile supplizio del mercato delle pelli", sinceramente, non smuove la mia sensibilità rispetto al problema dello sfruttamento degli animali, ma fa sorgere altre domande: se quella famiglia povera per la quale la mucca era sacra l'ha venduta non l'ha fatto per la promessa di un avvenire migliore per la stessa, ma per i soldi. Perchè con i soldi potranno comprarsi del pollo, per loro non sacro, cucinarlo al curry e celebrare così un'occasione speciale, come un matrimonio, per esempio, per la quale normalmente non avrebbero nulla da spendere.
Dunque, quella povera famiglia indiana, è specista e cattiva come il sadico che va a lavorare in un macello per sfogare le sue frustrazioni?
Il problema non è quello che mangiamo, il problema è quando ci guardiamo dentro, e scopriamo che cosa siamo davvero. Da una parte, e dall'altra.
La cosa migliore è cercare di essere il più costruttivi possibile.
Perchè a regolarci distruttivamente ci penserà la Natura, prima o poi.
A Suoi occhi, davvero al di sopra di tutto e di tutti, le specie sono inesorabilmente tutte uguali.
Chissà che Monson abbia qualcosa da dire anche a Lei.

MrFord

"But flesh and blood need flesh and blood
and you're the one I need
flesh and blood need flesh and blood
and you're the one I need."
Johnny Cash - "Flesh and blood" -

37 commenti:

  1. Sei riuscito a battere i miei periodi di maggior logorrea :) Comunque concordo, ma era già intuibile nella conversazione avvenuta sulla recensione di Paul.
    Ora ci vuole un bel maialetto sardo allevato e arrostito alla vecchia maniera :)

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  2. Pesa, effettivamente mi sono fatto prendere un pò la mano! ;)
    Detto questo, sul maialetto sardo ci sto alla grande, nonostante io di solito prediliga la carne bianca: tra l'altro, mi hai già fatto venire fame con l'idea del banchettone alla vecchia maniera!

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  3. D'accordo al 100%, il fuoco sacro dei fondamentalismi ha davvero rotto le balle, e soprattutto sarebbero da legare a un palo quelli che li sfruttano per tornaconto personale. Perche' alla fine si dimentica che per molti fare il santone (in qualsiasi ambito) e' ESTREMAMENTE redditizio, mentre al contrario proporre riflessioni vere e razionali e' molto piu' difficile (in se') e molto meno apprezzato (dalla massa).

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  4. Bruno, ora io al palo non metto nessuno, ma un pò di bottigliate i finti santoni da queste parti se le prendono proprio tutte, e sonore! ;)

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  5. D'accordo al 100%. Soprattutto sugli aspetti legati all'attegiamento da "Ti mostro io come si fa, deficiente" che mi pare emergano in modo piuttosto importante.

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  6. Non penso lo vedrò mai, odio veder soffrire gli animali.
    Però li mangio e non mi sento neanche in colpa.
    Vaglielo a dire ad un cacciatore preistorico che è uno specista del cazzo, vediamo se non ti da un morso in faccia.
    L'uomo mangia altri animali perchè anche lui lo è, e non vedo perchè solo loro abbiamo il diritto di mangiarsi a vicenda.
    Poi lo sfruttamento e le sevizie che gli animali sono costretti a subire, è TUTTA un'altra storia.

    Vai Pesa, prepara la brace.
    ;)

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  7. Eccoci! :D
    Prima di tutto complimenti per averlo visto!
    Ripeto quello che avevo già scritto nel post di Paul: non voglio fare la morale a nessuno; fino a non molto tempo fa anch'io mangiavo la carne, e ora penso semplicemente di essere diventato coerente con quella che è la mia visione delle cose, ma non per questo mi ritengo superiore rispetto a chi invece continua a mangiare animali, uova, latte... Come dici tu, è una scelta.
    Se proprio dovessi giudicare le persone in base alle loro abitudini alimentari, ti direi che preferisco quello che mangia la carne e lo dice senza problemi al finto ambientalista che firma le petizioni contro il massacro dei delfini in Giappone o contro le pellicce e poi si scassa un piatto di bistecche, magari evitando di parlarne o abbassando lo sguardo quando gli chiedono se sia almeno vegetariano.
    Detto questo, mi viene comunque naturale spiegare il perché della mia scelta, e se una persona che conosco, anche solo dopo aver visto questo documentario, decidesse di diventare vegetariano o vegano, ovviamente mi farebbe piacere, perché in un certo senso lo sentirei più “vicino” alle mie idee.

    “Conosco e ho conosciuto persone vegetariane o vegane, e non ho mai fatto loro domande, ne ho preteso giustificazioni delle loro scelte.”
    E qui ti faccio i complimenti! Perché fidati che la maggior parte delle volte che in una discussione salta fuori quell'argomento, la gente quasi quasi si arrabbia, come per difendersi, e partono accuse di ogni tipo: “eh ma non sono d'accordo”; “è una scelta stupida”; “non ha senso, è sempre stato così”; “chi ti credi essere?”; “se Dio ha creato gli animali ci sarà una ragione” (sì, purtroppo ho sentito pure questa) e via dicendo.
    La gente pensa che i vegetariani (ma soprattutto i vegani), facciano tutto questo per essere “cool”, quasi fosse una moda. BrunoB, nel commento sopra, ci chiama addirittura “santoni”. Il motivo di tutto questo, in realtà, è uno solo: gli animali. Si può benissimo non essere d'accordo e non condividere, ma per favore non parlate di santoni, guadagni strani (?), interessi personali, e soprattutto ditemi cosa c'è di non “vero e razionale” nel decidere di non uccidere gli animali. Forse chi si nasconde dietro queste accuse lo fa perché in fondo si sente in colpa, non so...
    Non è una chiesa, o una setta (che poi sono la stessa cosa...), perché in questo caso non c'è nessuno che ci guadagna: il veganesimo non è istituzionalizzato e non chiede soldi a nessuno. (continua)

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  8. Per quanto riguarda i toni del documentario, purtroppo (o per fortuna) erano secondo me gli unici che andavano usati. Ovviamente è di parte, ma tutto quello che mostra succede davvero. Informa in modo diretto, senza censura, e per farlo sceglie le immagini più toste. Capisco quello che dici quando parli dei serpenti e degli squali, ma capisco anche perché il regista si sia concentrato su altri animali, ecco.
    Secondo me il problema, in questo caso, è proprio la forza delle immagini: risulterebbe un documentario “fazioso” anche se non ci fosse la voce narrante o non avesse uno scopo preciso.

    “Inoltre, invece di proporre e sensibilizzare il pubblico cercando di motivare l'informazione e suscitare lo sdegno necessario a cambiamenti che permettano di migliorare le condizioni ed il controllo del mercato alimentare rispetto agli animali vengono proposte frasi ed immagini ad effetto giocate tutte sul sensazionalismo ...”
    È qui che non sono d'accordo. Il problema non è che gli animali vengano uccisi in modi proibiti dalla legge, ma che vengano uccisi e basta. Quindi dal mio punto di vista non è un fenomeno che va regolamentato o controllato; non mi importa se un maiale viene ucciso buttandolo nell'acqua bollente o in modo indolore (va be', sarebbe già un passo avanti...), in un luogo pulito oppure in mezzo al fango in culo a tutte le norme igieniche; a me importa che il maiale non venga ucciso e trattato come un prodotto.
    Secondo me - e penso anche secondo tutti quelli che hanno collaborato al documentario - non c'è nulla da proporre. Anzi sì, ma è implicito, e anche molto semplice: “quello che hai visto ti ha dato fastidio? Allora non mangiare più carne e contribuisci il meno possibile allo sfruttamento degli animali. Oppure continua, ma non lamentarti della durezza delle immagini, perché quello che mangi viene proprio da quello che hai visto. Non ci sono effetti speciali, e tutti quegli animali non sono stati uccisi apposta per il documentario, è tutto vero.” Ovviamente parlo in generale, non lo dico a te ,è solo per farmi capire. :D

    Ho fatto il possibile per non risultare aggressivo o "superiore". Un abbraccio. :D

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  9. Gae, parole sante, cazzo. ;)

    Dembo, mi è piaciuta un sacco la storia del morso in faccia. Anche se, probabilmente, dall'altra parte ti direbbero che il cacciatore preistorico era giustificato dai tempi e invece noi mangiamo carne perchè siamo influenzati dalla società (!?!?!?!?).
    E comunque, ti mordo in faccia anch'io se mi dai dello specista.
    Io amo gli animali. E non mi considero per nulla superiore a loro.
    Che poi vadano regolamentate l'industria dell'alimentazione e gli allevamenti, è una questione di leggi, non di dogmi. Anche perchè andrebbero regolamentati praticamente tutti i campi, in questo senso.

    Ma non facciamola troppo lunga.
    Pesa, passa qui un pò di carnazza!
    E alla fine mirto per tutti! :)

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  10. Ottimista, ben vengano le risposte e i confronti come questo: non sei stato per nulla aggressivo o "superiore", ed è questo il tono che apprezzo quando si espongono idee come queste.
    E' un pò come quando, al contrario di quanto abbiamo scritto, un vegetariano/vegano mentre mangio mi fracassa i maroni sui perchè e i percome.
    Da questo punto di vista io sono stato chiarissimo fin dal principio: io mangio la carne, di tutti i tipi, mi piace e non ne farei a meno. Se fossimo rimasti a qualche secolo fa e dovessi procurarmela da me, lo farei.
    Mi dispiace che ci siano sfruttamenti del dolore degli animali come quelli che avvengono in tutto il mondo, ma credo che quello sia un campo più legislativo che non etico.
    Come ho detto a Dembo, io amo gli animali, e li considero in tutto e per tutto miei pari. Se un giorno le tigri si dovessero moltiplicare e si mettessero a cacciare l'uomo per le strade, lotterei per la sopravvivenza senza imputare loro una sorta di superiorità.
    Siamo tutti uguali di fronte a Mamma Natura.
    Che tanto, alla fine, buoni o cattivi, vegani o carnivori, ci fa secchi tutti, in barba alle nostre discussioni.

    Per quanto riguarda il documentario, non mi ha disturbato l'utilizzo di immagini cruente, che, sono d'accordo con te, in questi casi è fondamentale per scuotere il pubblico, quanto il tono paternalistico tenuto dal regista. Gli esempi che ho fatto rispetto a Phoenix e all'uso di droghe o quello della famiglia indiana, ad esempio, mi hanno fatto proprio incazzare perchè mi sapevano davvero di imbonitura.
    So che ci sono tante persone come te - o come gli amici vegani cui non chiedo nulla e non chiedono nulla di cui parlavo - che si vivono la cosa tranquillamente, ma non si può negare - come per tutti i campi - che esistano "santoni" dalla voglia di indottrinare facile e fastidiosa. Di quelli "io non ti costringo a fare nulla, però sono più fico di te, povero stronzo che mangi gli animali".
    Così come ci sono dementi come quelli che dicono "dio avrà creato gli animali per un motivo", fondamentalisti quanto i santoni che stanno dall'altra parte.
    Come tutte le cose, insomma, la razionalità dovrebbe avere le redini delle discussioni, anche quando sono guidate dal cuore.
    Il fatto è che, nel caso di personaggi "estremi" - da entrambe le parti, per l'appunto -, non credo che il cuore c'entri una beneamata fava.

    Detto questo, ti prepariamo una buona insalata mentre noi, con Pesa cerimoniere, ci schiantiamo di bistecconi senza alcun senso di colpa. E poi, ovviamente, si brinda tutti in compagnia! :)

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  11. ottimo, ho letto tutto con fervente passione ;)
    inutile dire che sono del tuo stesso parere, non solo nel caso specifico degli antispecisti (ne so poco e quel poco che so l'ho appreso proprio tramite queste pagine!), ma dell'indottrinamento fondamentalista in generale!

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  12. oh mio dio, sono uno specista e manco sapevo di esserlo!
    quanto a questo documentario, credo lo eviterò per non sentirmi troppo in colpa. e adesso vado a fare merenda al mcdonald's :)

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  13. Frank, la fervente passione da queste parti è sempre ben accetta! :)
    E concordo appieno rispetto ai fondamentalismi in genere!

    Cannibale, io dal vecchio Ronald sono stato a pranzo, ma se vuoi ti faccio compagnia anche per merenda! ;)

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  14. @ottimista: con il termine "santoni" non identifico chi, mosso da una propria sensibilità, fa questa o quella scelta di vita - anzi, nutro un profondo rispetto per chi ha il coraggio e la volontà di agire concretamente secondo i propri ideali.

    No, i santoni di cui parlo sono quelli che - più o meno maliziosamente - non cercano soluzioni, ma solo continui scontri, perché sanno - più o meno coscientemente - che fare da capopopolo è la via più facile ed economica per avere dei seguaci, mentre invece confrontarsi con la realtà e con tutte le sue sfumature e idiosincrasie è cosa lunga, difficile e di rado remunerativa.

    Non ho visto il film, ma converrai che mostrare gli scempi di macelli e allevamenti è una via molto facile per suscitare empatia e sdegno nello spettatore.

    Più difficile - e sicuramente più rischioso per un regista che voglia fare numeri - sarebbe fare una riflessione approfondita sui risvolti culturali, politici e soprattutto economici dell'allevamento e del consumo di carne e derivati.

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  15. Bruno, ottimo spunto anche questo.

    Fortunatamente qui al saloon pare proprio non si siano santoni. ;)

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  16. “Come ho detto a Dembo, io amo gli animali, e li considero in tutto e per tutto miei pari. Se un giorno le tigri si dovessero moltiplicare e si mettessero a cacciare l'uomo per le strade, lotterei per la sopravvivenza senza imputare loro una sorta di superiorità.
    Siamo tutti uguali di fronte a Mamma Natura.”
    Ma ci mancherebbe. Però secondo me avresti qualcosa da ridire se le tigri diventassero di colpo più intelligenti di noi e ci rinchiudessero in macelli, ingravidassero artificialmente e di continuo le donne e ci facessero diventare un prodotto, riempiendoci di farmaci, antibiotici e torturandoci prima di ucciderci. Qui non si parla più di Natura, ma di industria.

    Poi è vero, ci saranno sicuramente vegani che ti faranno pesare di più la cosa, ma prova a metterti nei nostri panni: sentir parlare di McDonald's (e lasciamo stare tutto il discorso sulle multinazionali, altrimenti non finiamo più), per noi, è ancora peggio.

    Il brindisi in compagnia ci sta tutto! :D ;)


    @BrunoB
    Scusa, non ce l'avevo con te in particolare, ti ho solo “usato” come esempio. :D
    Posso capire quelli che fanno falsa informazione dicendo che mangiare la carne fa bene, è giusto, ed è essenziale per la salute, o che il latte non è nocivo: lo fanno per interesse, e vengono pagati da produttori e multinazionali. Ma nel decidere di non contribuire allo sfruttamento animale non ci sono “ritorni” di nessun tipo.
    “Non ho visto il film, ma converrai che mostrare gli scempi di macelli e allevamenti è una via molto facile per suscitare empatia e sdegno nello spettatore.”
    Non è facile, è l'unica possibile. Il problema, dal mio punto di vista, nasce quando per mangiare diventa necessario passare da tutto quello che vedi nel documentario (e fidati, è peggio di quanto pensi). Personalmente non riesco ad immaginare altri modi per farlo capire, e non penso ci siano particolari approfondimenti da fare.
    Per quanto riguarda la cultura, mi viene da dire che gli esseri umani mangiano la carne perché sono nati in un ambiente che ti dice che mangiare la carne e sfruttare gli animali è giusto. Se la nostra cultura imponesse di... chessò, uccidere ogni neonato coi capelli rossi per poi mangiarselo attorno al fuoco, tu, nato in un contesto del genere, troveresti normale ucciderlo e poi anche mangiartelo. Va be', forse no, ma è solo un esempio. :D

    @Dembo: “Poi lo sfruttamento e le sevizie che gli animali sono costretti a subire, è TUTTA un'altra storia.”
    È questo che non capisco. Secondo me è proprio la stessa cosa, e non vedo come le due questioni possano essere separate.

    @tutti: Senza polemica, eh! :D

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  17. Secondo me non se ne viene più a capo.
    ;)

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  18. @ottimista: quello che voglio dire è che i problemi sono più complessi di quanto possano apparire da un video shockante: tutte quelle persone (e non sono poche) che sopravvivono solo grazie all'allevamento, se gli togliamo questo lavoro, che fanno?

    Il movimento ecologista esiste ormai da decenni, ma ancora siamo al punto delle denunce e degli scandali. Credo che sia ora di fare un passo in avanti e cominciare a studiare soluzioni ragionate a problemi complessi, invece di continuare con il muro contro muro.

    Senza polemica anche da parte mia, ovviamente. :)

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  19. Ottimista, prima del brindisi ti dico che se le tigri di colpo diventassero intelligenti e cercassero di schiaffarmi in un macello, ne porterei un pò con me come nei migliori film di cowboys prima di lasciarmi prendere! ;)

    Comunque, prima che non se ne venga davvero più a capo, dopo l'ottima discussione, la soluzione unica è la sbronza globale! ;)

    Così, fratellino, ti alleni per sabato!

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  20. @BrunoB: faranno altro. È un po' come se uno, pur riconoscendo il pericolo delle scorie, decidesse di lasciare aperte le centrali nucleari esclusivamente perché altrimenti poi chi ci lavora dovrebbe cercarsi un'altra occupazione.
    Se dovesse finire l'industria del macello, si creerebbero automaticamente altri posti di lavoro legati all'alimentazione vegetariana o vegana.

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  21. Evvai Ottimista! Ma tu che bevi? Ormai sono curioso rispetto alle preferenze dei miei ospiti! ;)

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  22. Soprattutto birra, direi. E mi piace il pastis. A parte questo non ho particolari preferenze... bevo quello che c'è. :D

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  23. Ottimista, buonissimo il pastis!
    Considerato che la sambuca è uno dei miei alcolici preferiti, capisci che anche in terra francese vado a nozze con la bevanda dei marsigliesi!
    Pastis sia, dunque!

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  24. Vedo che il mio invito ha riscosso parecchio successo, bene bene. Appena siete pronti fate uno squillo :)

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  25. Be', allora per quanto riguarda il bere direi proprio che non ci sono problemi! :D

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  26. Pesa, veniamo giù in un bel camperone: tipo Paul! Ahahahahahaah!

    Ottimista, il bere mette sempre tutti - o quasi - d'accordo! Evvai di brindisi! :)

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  27. Sono d'accordo con quanto scritto da ottimista :)
    Non mi metto neanche a discutere (ma so che non ci riuscirò) perché tanto le obiezioni sollevate non sono nè intelligenti, nè "innovative": sono sempre le stesse e con un po' di logica si smontano in 2 minuti :)

    Detto questo, la recensione è palesemente non imparziale e influenzata dalle scelte etiche di chi l'ha scritta, quindi non "fidatevi", guardate il documentario con la mente aperta, e agite di conseguenza. Non pensate che visto che non si può essere perfetti, meglio non fare niente: pensate ad essere migliori e alle conseguenze delle vostre scelte :)

    PS: il fatto che le fonti non vengano citate nel documentario non vuol dire che quello che viene detto non sia vero: le fonti ci sono, per chi vuole cercarle. E non si capisce di che contraddittorio si senta il bisogno: chi avrebbero dovuto invitare a parlare? Cacciatori? A che pro? Nutrizionisti? Tutti concordano che meno carne si mangia, meglio è. Allevatori? Sono in conflitto di interessi (e in crisi).

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  28. Mattia, per prima cosa benvenuto.
    Detto questo, andiamo punto per punto:
    - "le obiezioni sollevate non sono nè intelligenti nè innovative, con un pò di logica si smontano in due minuti": se sei così bravo, perchè non le smonti? Inoltre, si inizia male con questo tono di superiorità saccente da specista. ;)

    - "la recensione è palesemente non imparziale e influenzata dalle scelte etiche di chi l'a scritta", un pò come il film in questione.

    - "non fidatevi": occazzo, mica devo convincere nessuno, io. ;)

    - "non pensate che visto che non si può essere perfetti, meglio non fare niente": mai detto nulla di tutto questo. Io ho ammesso che mi piace la carne, e che scelgo ogni giorno di mangiarla, perchè certo non è stata mia la scelta di rendere gli allevamenti quello che sono. E' un pò come se - e ribadisco quanto ho scritto nel post - io accusassi Phoenix di essere al pari degli spacciatori di droga perchè pippa come un aspirapolvere. ;)

    - "pensate ad essere migliori", e di nuovo torna quel fastidioso tono saccente.

    - "il fatto che le fonti non vengano citate nel documentario non vuol dire che quello che viene detto non sia vero": mai detto che non sia vero, semplicemente per realizzare un ottimo documentario occorre dare informazioni allo spettatore, non abbagliarlo con qualche immagine ad effetto. Non ho visto un'intervista, dei dati, solo una sequela di immagini - spesso datate - prese ad hoc per sconvolgere. Sarebbe bastato mostrare un lavorante di un qualsiasi macello che si diverte a torturare gli animali ed uno che, al contrario, non lo fa.
    Se è il pubblico che deve osservare e scegliere come valutare quanto vede eticamente, perchè non mostrare entrambi i lati della medaglia?
    Forse perchè cose come questa non sono documentari, quando propaganda.

    Detto questo, sempre pronto alla discussione.
    Soprattutto perchè continua a piacermi poco chi si mette su un piedistallo - cosa che Ottimista non ha fatto per nulla -.

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  29. Grazie per il benvenuto, lurko da mesi in verità :P

    Il fatto che gli allevamenti sono quello che sono è l'unico modo per far sì che tu possa mangiare carne, o meglio, che alle milioni di persone a cui piace mangiare carne possa farlo. Se sapessi che non esistono alternative agli allevamenti intensivi (la domanda di carne è alta), mangeresti ancora carne?

    E poi... chi l'ha detto che al vegetariano non piace il sapore (o l'odore) della carne? Semplicemente una persona, a un certo punto, e per determinati motivi, sceglie che il gusto deve passare in secondo piano e che non "comanda" più lui. D'altronde sarebbe un mondo un po' pazzo quello in cui ognuno fa quello che gli piace senza porsi domande o limiti. Cosa mi impedisce di saltare addosso alla prima donna che vedo? Semplicemente il fatto che non può comandare sempre l'istinto. Si tratta di scegliere se sia giusto allargare o meno questi "freni" ad altri aspetti della vita.

    La giustificazione del "ma non è colpa mia" o del "ma gli animali non dovrebbero soffrire, non è colpa mia se li fanno soffrire" è quindi abbastanza on-the-edge, chi mangia carne sa benissimo di farlo essendo pienamente, anche se indirettamente, responsabile della sofferenza di animali (ma anche solo della prigionia).

    Il documentario penso sia volutamente shock. Fa la sparata senza fonti e senza contraddittorio pensando di accendere quella scintilla, quella che ti porta ad informarti, a farti delle domande, a cercare le fonti e l'inesistente contraddittorio, a chiederti "ma esiste veramente un lato della medaglia?", "ma anche se gli animali non soffrissero (chessò, venissero anestetizzati prima della morte), sarebbe veramente giusto che vengano imprigionati, che venga loro tolta la libertà?", "con che diritto stipiamo milioni di animali solo per una questione di gusto? (perchè è scientificamente vero che si può vivere benissimo senza cibarsi di carne)".

    Ecco, io il documentario l'ho visto già da vegetariano e l'effetto visivo mi turba fino a un certo punto, la mia fidanzata l'ha visto da onnivora ed ha smesso di mangiare carne per lo "shock", e poi si è informata (la dieta è una cosa delicata e bisogna assolutamente seguire delle linee guida). Il risultato mi sembra sia lo stesso: qualche animale ha smesso di soffrire. Se al 5% di chi ha visto il documentario, scattasse la scintilla, sarebbe, pragmaticamente parlando, un buon risultato.

    A volte bisogna posare il "Manuale della critica cinematografica" e lasciarsi un po' trasportare da quello che un documentario vuole trasmettere. Vuoi qualcosa di documentato? Guarda se riesci a trovare la puntata di report sugli allevamenti intensivi, quella mi sembrava meglio documentata.

    PS: sono Mattia P., non riesco a loggarmi

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  30. Ciao di nuovo, Mattia.
    Questo sì che è un bel commento, più personale e meno "menoso" del precedente. Così mi piace. :)

    Onestamente, non ho mai criticato e mai criticherò la scelta di un vegetariano, o di un vegano, ne chiederò spiegazioni della stessa scelta. Semplicemente, io non credo riuscirò mai a rinunciare alla carne, per quanto brutto o sbagliato questo possa suonarti.
    In fondo, sono cosciente della mia natura di animale, così come del fatto che se non esistessero allevamenti o industrie alimentari, caccerei per mangiare, senza troppi problemi. Il mio rispetto degli animali resta lo stesso, semplicemente perchè credo si sia tutti uguali. Siamo animali anche noi, per quanto dura possa sembrare ammetterlo. E forse siamo i più animali di tutti. Nel bene e nel male.
    E poi, che ci vuoi fare, in fondo anche Cannibale dice sempre che sono un bruto, no!? ;)
    Per quanto riguarda il "manuale", posso solo dirti che, quando mi sono deciso a vederlo, mi aspettavo una cosa davvero completa, che unisse il messaggio ed il contenuto ad una qualità cinematografica rilevante: e questo, senza considerare le riflessioni etiche, mi delude a prescindere in un film.
    Cercherò di recuperare la puntata di Report cui ti riferisci, ma già so che ti darò una delusione: io non riesco proprio a limitare questo lato della mia istintività.

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  31. Sempre Mattia :)

    Se ti può consolare (ma questo consola più che altro me, perchè amo gli animali :D), quasi tutti, prima di diventare vegetariani, la pensano come te, anche fermamente:

    1. "che in fondo in fondo siamo animali" (ma solo quando dobbiamo giustificare alcune scelte, spesso istintive; se dovessimo abbandandonare il PC, o la macchina, come gli animali, allora saremmo con orgoglio esseri evoluti e superiori).

    2. "che a me la carne piace". Dimenticando che:
    - il piacere è *anche* un fatto "culturale", e l'ambiente e la cultura cambiano (mi immagino di essere cresciuto in popolazioni che si cibano di pesci vivi, o insetti, e inorridiscono, mentre loro se li gustano);
    - non serve che la carne ci faccia schifo per smettere di mangiarla (tantè che alcuni vegetariani ammettono senza vergogna che la carne ha un buon sapore/odore): per motivi vari, il piacere può semplicemente passare in secondo piano, come passa in secondo piano nella vita di tutti i giorni, quando ci tratteniamo dal saltare addosso alla prima ragazza che passa, come quando ci tratteniamo dal prendere a manganellate quello che ci taglia la strada, etc.

    Quando parlo di cultura intendo che semplicemente verrà il giorno in cui uccidere un animale per cibarsi verrà visto come una cosa fuori dal mondo, come adesso vediamo schiavizzare un uomo, o non dare il voto alle donne.

    Per fare il colto :D :
    "The time will come when men such as I will look upon the murder of animals as they now look upon the murder of men."
    Leonardo Da Vinci

    Dicono alcune statistiche che nel 2030 (o nel 2050, non ricordo), i vegetariani saranno la maggioranza, staremo a vedere :)

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  32. Ciao di nuovo, Mattia. Dunque, vediamo di proseguire nella discussione. ;)

    1 - sinceramente io non mi sento orgogliosamente superiore agli animali, da nessun punto di vista. Anzi, un pò li invidio nella loro totale istintività. E il giorno in cui non esisteranno più pc, macchine o quant'altro, vedrò di vivere al meglio quello che verrà, ma certo non mi sentirò mai superiore a un animale solo perchè lo mangio o gli do da mangiare, o qualsiasi altra cosa.

    2- sinceramente, per quanto l'idea di un insetto mi lasci decisamente stranito, sono pronto ad assaggiare qualsiasi tipo di carne - come di verdura, o frutta, o quant'altro - a patto che mi piaccia e che l'idea non mi faccia dubitare. La stessa titubanza rispetto agli insetti l'avrei anche rispetto ai broccoli, che non ho mai mangiato ma associo al cavolfiore, che detesto. In Australia mi è capitato di mangiare coccodrillo, canguro, emù, strani pesci e crostacei del posto, e non mi sono fatto problemi a provarli: per inciso, quella che ho apprezzato di più è stata la carne di emù. Una bomba.
    Per quanto riguarda l'istinto, posso capire il tuo discorso, ma secondo me gli esempi che fai sono più legati ad un discorso sociale, più che effettivamente etico. Se non ci fossero leggi che puniscono determinati atteggiamenti o comportamenti, le strade sarebbero ben peggio di una giungla, a mio parere. Il giorno in cui sarà fuorilegge mangiare carne, vedrai che l'istinto verrà regolato dalla paura di finire al fresco.

    3- quando e se verrà il giorno in cui tutti saranno vegetariani, vedremo che succederà. Io mi sono programmato di vivere fino al 2082, quando avrò centotre anni, quindi potrei anche essere testimone dell'evento.
    Ma ti dirò, una bella smozzicata di nascosto ad un filetto o a una fetta di bresaola continuerò volentieri a volerla dare.
    In fondo, stare in minoranza non mi ha mai spaventato troppo. ;)

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  33. Mangiare carne non sarà mai fuorilegge, o lo sarà in tempi moolto lontani. Non riescono a vietare nemmeno la caccia, figurati il mangiare carne. E poi sarebbe una mezza vittoria: imporre non è una cosa bella, preferisco che cresca la consapevolezza, che si abbattano le barriere mentali e che l'umanità diventi vegetariana per "abitudine", come se fosse la cosa più naturale del mondo, come è per noi naturale non uccidere gli esseri umani :)

    Mattia

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  34. Mattia, chi può dirlo!?
    Riguardo al diventare vegetariano per abitudine, mi sa che non sarò mai il primo della classe! ;)
    Concordo in pieno sulla questione dell'imposizione, anche se so già che mi dirai che agli animali è imposto il loro destino! ;)
    Ad ogni modo, ottimi spunti e ottima discussione. Da come eravamo partiti temevo che ti avrei preso a bottigliate, invece è venuta fuori una bella chiacchierata. Meglio così. ;)

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