Affrontare un titolo, si tratti di grande o piccolo schermo, incensato in ogni dove, è sempre una patata parecchio bollente, che si tratti di analizzarlo e scriverne, parlarne con gli amici o anche solo gustarsi la proposta svaccati sul divano: da mesi, ormai, la voce ricorrente che Netflix avesse fatto di nuovo centro con BoJack Horseman aveva fatto capolino un pò ovunque nella blogosfera, e molti dei miei colleghi e compari - spicca, nonostante il suo parere non sia certo un incentivo alla visione, il mio arcinemico Cannibal - hanno fin da subito dichiarato il loro amore per la figura certo non equilibrata di questo protagonista a metà tra stronzi guasconi e piacevoli come Hank Moody ed altri patentati e figli di puttana come Frank Gallagher o Mickey Donovan, per restare nell'ambito del piccolo schermo.
In tutta onestà, devo ammettere che da parte mia non si è trattato certo di amore a prima vista, considerato che ho passato le prime due o tre puntate a chiedermi come fosse possibile che un serial sicuramente interessante ma certo non innovativo potesse essere considerato tanto cult quando prima di lui abbiamo avuto cose come I Simpson, Futurama, Beavis and Butthead, South Park, I Griffin e via discorrendo, dei quali pareva semplicemente un cugino più recente, che le risate sono state tutte molto a denti stretti ed il percorso certo non facile.
Eppure, episodio dopo episodio, l'egoismo e tutti i difetti di questo cavallo star di una sitcom di successo degli anni novanta ormai dedito ad un galleggiamento tra alcool, droghe e puttanate a profusione figlie di una carriera stagnante hanno finito non solo per definire il personaggio e renderlo - come viene sottolineato anche nel corso della bellissima seconda parte di stagione - più umano - sembra una battuta, scritta in questo modo, ma si tratta della pura verità -, ma anche per proiettare BoJack Horseman dritto tra le migliori sorprese che il piccolo schermo ha regalato al Saloon nel corso di questo duemiladiciassette che, al contrario, in ambito cinematografico ha avuto fin troppo pochi sussulti.
Dal rapporto tra BoJack e Todd, passando per i riuscitissimi personaggi di contorno - Diane e Mr. Peanutbutter su tutti -, questa serie è come una di quelle serate in cui si esce per sbronzarsi come se non ci fosse un domani e ritrovarsi il giorno dopo nudi sulla spiaggia senza un rene e si finisce per scomodare massimi sistemi, sputare fuori tutta la merda e sentirsi ad un tempo feriti come mai non lo si è stati nella vita ma sinceramente puliti e pronti per aggredire un nuovo giorno.
Ogni dettaglio è collocato alla perfezione, ogni decisione ed avvenimento comporta conseguenze negli episodi successivi, dal più piccolo o apparentemente inutile al più grande, dalla D rubata alla scritta Hollywood fino alla presa di coscienza del main charachter di essere solo uno stronzo egoista che pur di vivere la sua vita finisce per calpestare chiunque stia al suo fianco.
Ed in questo senso, sarà che sono sempre stato uno stronzo anch'io, quel crescendo nel finale con Wild Horses degli Stones a fare da cornice alla cronaca della sconfitta inesorabile di BoJack mi ha fatto sentire equino e senza speranze e solo ed animalesco e fin troppo vorace, come lui.
Si potrebbe dire che BoJack Horseman sia una sorta di terapia per gli stronzi, un modo per fare da sacco da boxe al mondo pronto a restituire agli stronzi stessi quello che hanno seminato, neanche fosse una gigantesca rappresentazione del karma: ma allo stesso tempo, si potrebbe anche pensare che senza quegli stronzi con tutti i loro difetti a rendere i sapori più forti e le persone più umane, niente sarebbe così fottutamente divertente e degno di essere vissuto fino in fondo.
MrFord
Ah, finalmente l'hai conosciuto anche tu! :)
RispondiEliminaPrima o poi doveva arrivare anche qui! :)
EliminaAlla buon'ora! Sei in ritardo giusto di quelle 3 stagioni. Per recuperarle dovrai galoppare parecchio ahahah
RispondiEliminaA me è piaciuto fin dal primo episodio. Strano che alla fine pure tu sia riuscito ad apprezzarlo. E le stagioni successive sono ancora meglio...
Tranquillo, galopperò fino a raggiungerti e superarti. Come sempre. ;)
EliminaSecondo me, prima stagione lascia tutti perplessi. Perché lo spettatore deve capire cosa ha davanti, ma poi capisci la profondità di Bojack Horseman.
RispondiEliminaIn realtà, già nella seconda metà della stagione la serie decolla.
EliminaOrmai lo abbiamo recupera proprio tutti :)
RispondiEliminaPure per me non è stato amore al primo episodio, ma man mano che è cresciuto, in questa prima stagione, a BoJack non ho più saputo dir di no.
E metto un po' di pressione nel dire che sì, andrà sempre meglio .
Se andrà sempre meglio, non potrò che esserne contento. :)
EliminaVerissimo, è un prodotto molto amaro mascherato da comedy grottesco.
RispondiEliminaE ho già pronta la seconda! :)
Benvenuto nel tunnel...
RispondiEliminaUna serie che ho finito per amare in tutto e per tutto. Però mi ci rispecchio così tanto che guardarla mi fa in parte male.
Capisco bene: con le ultime puntate mi sono sentito molto equino. ;)
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