venerdì 2 dicembre 2016

Go with me (Daniel Alfredson, USA, 2015, 90')


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Avete presente quei film nei quali incappate quasi per caso, e che non avete alcuna voglia di vedere neppure nei momenti morti o legati alla mera distrazione?
Go with me, thriller dal background redneck e dal sapore molto sabato sera su Italia Uno anni novanta, rientrava alla perfezione nella categoria, considerate la prospettiva di mancanza di ironia e di un regista che potesse davvero alimentare almeno in misura minima l'hype del sottoscritto.
Eppure, nonostante questi difetti sulla carta - senza dubbio in gran parte confermati dalla visione - non solo è riuscito a superare quasi indenne la prova del Saloon, ma a confermarsi prodotto artigianale solido e senza pretese, buono per un pubblico occasionale ed innocuo sia rispetto alla memoria che alla visione degli spettatori più navigati.
Quasi ci servissero un mix - anche se piuttosto dozzinale - di Out of the furnace, Winter's bone e Red, white and blue, veniamo catapultati in un'insolita caccia all'uomo sponsorizzata da una ragazza cresciuta in provincia - siamo nella British Columbia, se non sbaglio - e tornata per assaporare le atmosfere dei tempi alla morte della madre perseguitata da un ex vice sceriffo passato dall'altra parte della barricata, vero e proprio lupo cattivo della comunità fatta di boscaioli e poco altro all'interno della quale la giovane trova due insperati alleati nell'ex militare Lester e nel suo giovane amico balbuziente, pronti a sostenere la protagonista - anche per propositi di vendetta personali - nella caccia al villain che, in originale, regala perfino il nome alla pellicola, interpretato da un Ray Liotta che resterà sempre un fordiano ad honorem proprio per le sue fatiche a cavallo tra gli anni ottanta e novanta.
Ad ogni modo, senza prendere troppo di mira l'atmosfera senza dubbio da piccolo schermo del prodotto, il regista raccomandato ed un Hopkins ormai davvero ridotto all'ombra di quello che fu il mitico Hannibal Lecter, il risultato è credibile e solido, legato alle atmosfere che la provincia profonda degli States suscitano in chi ne racconta ed in chi le vive, fatte di cittadine dimenticate, Natura incontaminata ma anche solitudine, depressione e dipendenze, violenze soffocate e nascoste ed una sensazione di wilderness che purtroppo non ha nulla a che vedere con quella legata all'esplorazione ed alla scoperta, quanto più al crimine e ad una legge della giungla all'interno della quale il più forte schiaccia inevitabilmente il più debole.
In questo senso, finiscono per assumere una grande importanza i flashback legati alla figura di Blackway/Liotta, che imperversa nella piccola comunità come se fosse una sorta di divinità di fronte alla quale tutti finiscono per farsela nei pantaloni, chi per un motivo e chi per un altro: a fare la differenza saranno la voce di una Julia Stiles che torna, dopo i fasti della Lumen di Dexter, a vestire i panni della vittima in cerca di riscatto rispetto ai carnefici, il proposito di vendetta covato dal vecchio Lester e l'istinto puro della sua giovane spalla - che riconosceranno tutti i fan di Vikings -.
Siamo ben lontani non solo dal miracolo, ma anche da livelli accettabili per soddisfare i cinefili di lungo corso, eppure questo Go with me, almeno per un'ora e mezza, fa cedere abbastanza volentieri all'idea di "andare" con lui o lei, o che dir si voglia.
Fosse anche affanculo in un posto in cui la meraviglia della cornice si specchia con la miseria umana.




MrFord






14 commenti:

  1. Fu presentato a Venezia l'anno scorso, l'ultimo giorno, fuori concorso e nel disinteresse generale (non c'era nessuno ad accompagnare il film, nè il regista nè gli attori). Già da lì si capiva che non sarebbe stato un capolavoro... un'ora e mezza che sembra interminabile, con colpi di scena telefonatissimi e una "tensione" lontanissima dal minimo sindacale per un film del genere. Assolutamente dimenticabile.

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    1. Dimenticabile senza dubbio.
      Eppure sai che mi aspettavo davvero molto peggio?

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  2. Non mi attira per nulla,anche perchè l'Hopkins recente è veramente carciofato alla grande(è anche in Westworld,che amo molto ma lui un pò la rovina XD)

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    1. Effettivamente purtroppo Hopkins è uno di quegli attori che negli anni non ha fatto altro che peggiorare. Peccato davvero.

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  3. Ho apprezzato il tentativo di fare un western moderno, ambientato in un luogo selvaggio ma poco canonico. Peccato che mi sia scivolato via lasciando poco, cosa che con un western (vero) a me non accade mai. Hopkins bene ma fuori ruolo, ci voleva uno più grezzo di lui per la parte. Cheers!

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    1. Concordo, come spesso accade, in tutto e per tutto. Cheers anche a te! :)

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  4. Pensa che pur avendolo visto a Venezia come ricorda più sopra Kelvin, me l'ero dimenticato e solo leggendo del cast l'ho riconosciuto. Dimenticabilissimo, sì.

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    1. Molto dimenticabile. Ma non peggio di tanta altra roba.

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  5. Go with me?

    No Ford, non ci vengo da nessuna parte. Nè con te, nè con questo film.
    Forse però affanculo sì! :D

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  6. Un filmettino dimenticabile, che nonostante Hopkins ha lasciato pochissimo anche a me

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    1. Purtroppo sono anni che Hopkins non è affatto garanzia di buon prodotto. ;)

      Il film, comunque, è dimenticabile ma non così brutto.

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    1. Non è così terribile, ma di sicuro non fa correre al recupero. ;)

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