martedì 4 maggio 2010

Kickboxer - Il nuovo guerriero

Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Dato che, nell'ultimo post, mi sono concentrato sul vertice artistico della carriera di Van Damme, ora vorrei concentrarmi su uno dei titoli più trash della sua filmografia, pur se non per questo dalle mie parti meno cult di JCVD.
Ricordo quando lo registrai per la prima volta dalla tv, e con mio fratello ridevamo già allora - ed è difficile prendere per il culo un film di questo genere, quando si fanno le medie - di momenti magici come quelli regalati da Tong Po che a ginocchiate fa cadere l'intonaco dai muri o il "servizio" fornito dai soccorritori del fratello di Kurt/Van Damme che, una volta trasportato il ferito fuori dal palazzetto, lo abbandonano sul ciglio della strada.
Anche allora, quando la Thailandia era ai miei occhi un'entità lontana e misteriosa, dubitavo che in un paese anche solo vagamente civilizzato potessero concepire una cosa di quel genere nel corso di un evento sportivo: elucubrazioni da cineforum, senza dubbio.
Ricordo anche la parodia che se ne fece in Hot Shots 2 - senza peraltro riuscire ad arrivare ai livelli di ridicolo involontario di questa perla cinematografica - e le leggende che giravano ai giardinetti secondo le quali Tong Po era un campione realmente esistente che, sul set, aveva facilmente battuto "l'invincibile" Van Damme.
In realtà Tong Po non è mai esistito, e l'attore che lo interpretò altro non era che Michel Qissi, pugile ed esperto di arti marziali che da sempre si allenava con Van Damme, di chiare origini franco/magrebine: anche in questo senso è interessante la risata che è in grado di strappare all'improvviso questo imperdibile classico degli anni '80.
Se, poi, a tutte queste premesse si aggiungono scene come quella ambientata nel locale di campagna, con Kurt/Van Damme ubriaco che balla mettendo fuori gioco gli scagnozzi del nemico sfoggiando un look improponibile anche al più impasticcato dei matti, il gioco è fatto.
Giorni fa discorrevo proprio sulla qualità fondamentale di questo tipo di pellicole prodotte in tutto il decennio "magico" degli eighties: l'autoironia.
Se ora provassero anche solo a tentare un remake di Kickboxer, sicuramente penserebbero di stare girando Arancia meccanica. E prenderebbero Will Smith come protagonista.
Forse, con Muccino libero dall'ennesimo sequel de L'ultimo bacio - ma non doveva essere effettivamente l'ultimo? -, potrebbero tentare anche la via dell'autorialità totale.
E considerato come vanno le cose con il campanilismo, riusciremmo anche a fagli avere buone recensioni.
Ma ora basta. Non voglio scrivere una recensione horror.
Kickboxer è uno spasso senza limiti. E sarebbe un peccato rovinarlo in questo modo.
So che riderete anche di questo - e a ragione, questa volta - senza dubbio.
Ma provate a non godervelo come si deve, e i calci volanti vi arrivano lo stesso.

"Yeah, yeah, tear it up, rip it up, kick it up,
yeah, yeah, kick it, kick it, kick it."
MrFord

1 commento:

  1. Ah. Ah…Vorresti dire che io ho messo un cervello ABNORME in un energumeno lungo due metri e venti e largo come un armadio a due ante?! Canagliaaa!!!

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