giovedì 6 maggio 2010

Avatar

"Ho cominciato a sognare, ero libero. Ma prima o poi, ti devi svegliare."
Così ha inizio l'epopea di Avatar, figlio di tutta la passione per il Cinema di James Cameron e dell'incredibile statura tecnica di tutto il suo team, meritevole di aver fornito un nuovo standard per quanto riguarda il kolossal e gli effetti speciali, superando quello che, solo pochi anni fa, era stato per le platee estasiate di tutto il mondo Il signore degli anelli.
Storcete già il naso, lo so.
Avatar è uno di quegli strani casi che uniscono critica e pubblico o, più semplicemente, ributtano entrambi.
Troppo semplicistico e "americano" per la prima, troppo autoriale per il secondo.
Fortunatamente non faccio parte della schiera di sfortunati che, per un motivo o per un altro, non se lo sono goduto.
Perchè è questo che occorre fare, con Avatar. Godere.
Come Jake Sully, marine paralitico, alla prima esperienza all'interno del "suo" corpo di alieno.
Sei stato inchiodato ad una sedia a rotelle, ti spari sei anni sei di ibernazione per arrivare in un favoloso mondo lontanissimo, ti schiaffano sdraiato all'interno di una macchina che trasferisce il tuo cervello, la tua coscienza, le tue sensazioni all'interno di un corpo nuovo, perfettamente funzionante, in armonia con la natura.
E qui parte il dilemma: voi che fareste!? Rimarreste sdraiati su un lettino a farvi analizzare o correreste all'impazzata per sentire la terra che s'infila fra le dita dei piedi!?
Godere è la parola d'ordine.
Senza ritegno, aggiungo io.
E Avatar, fortunatamente, lo permette, proprio perchè è in grado di mescolare autorialità ed epica popolare, Balla coi lupi e Aliens scontro finale, Star wars e Il signore degli anelli: temi adulti come la trovata geniale di un pianeta intero percorso da una "rete" che collega tutti i suoi esseri viventi, e che permette addirittura di "incontrare" le anime dei morti e fare sesso, e due popoli che non vedono altro che lo scontro come soluzione alle loro divergenze culturali mescolati con tutta la meraviglia che, da bambini, ci faceva sognare di cavalcare draghi e trovarci ad esplorare un mondo fantastico.
Le meraviglie tecnologiche che ci permettono di vivere Pandora non invadono quella che i detrattori hanno giudicato una trama troppo scontata, tipica del panorama americano, in cui l'eroe, dapprima nell'errore, grazie all'amore e all'interazione culturale prende le difese e diviene il simbolo del riscatto della cultura di minoranza: ora io mi chiedo cosa potrebbe esserci di male, a tuffarsi in uno script di questo tipo, specie se giocato con perizia tecnica e grande abilità di narratore.
In fondo, nessuno oserebbe contraddire il Maestro Miyazaki e la sua "Principessa Mononoke", che senza dubbio appartiene, emotivamente e razionalmente, all'esperienza dell'epica intelligente, non è vero?
Ma Cameron è americano, e si sa quanto siano brutti e cattivi, a volte, questi cugini d'oltreoceano: e anche dichiaratamente patriottici, e spudoratamente sentimentali.
Non come noi, europei dall'avanzato intelletto e cultura.
Viene da chiedersi, riflettendo sulla pellicola, a chi potremmo assomigliare più noi del vecchio continente e a chi i nostri tanto criticati statunitensi: se si eccettuano i vezzi militari della passata presidenza a stelle e strisce - fortunatamente archiviata - potrebbe quasi essere che siano loro i Na'Vi, e noi gli umani invasori, che ne dite?
Del resto, il colonialismo è tutta farina del nostro sacco.
In fondo il popolo di Pandora è votato alla battaglia e all'epica, respira grandi spazi e ha un gusto sviluppato per il melodrammatico.
Mentre dall'altra parte, gli umani pensano a come organizzare scientificamente il profitto, e risultano pratici e diretti, senza troppi fronzoli.
Ma non voglio cadere nella trappola della discussione critica, o tanto peggio, politica.
Avatar è semplicemente un gran film: e in qualche modo, assume già il simbolo del Cinema del terzo millennio, e non solo.
Intrattiene ed emoziona, stupisce e coinvolge, diverte e colpisce al cuore: tutte pulsioni che sono all'origine stessa del Cinema, magia per eccellenza e "lanterna magica" - per citare addirittura Bergman - capace di incantare il bambino dentro di noi, a prescindere dall'età.
E proprio perchè siamo vivi, a prescindere dalle differenze geografiche, culturali o planetarie.
E sfido davvero chiunque a non correre con Jake Sully, o a non restare impietrito di fronte alla bellezza del paesaggio di Pandora, a non sognare di poter stare sotto l'albero delle anime, o di fronte al popolo dei Na'Vi prima della battaglia contro gli invasori umani, o a cavalcare strani esseri volanti sfrecciando fra canyon sospesi a mezz'aria.
Vi sfido tutti.
Perchè tanto lo so che anche chi non lo ammetterà mai avrà sentito un brivido, dentro, almeno in una delle tante scene in cui se ne provano, perdendosi nella visione di quest'ultima opera di Cameron: e se anche non riuscirò a cavare a nessuno di voi "nascosti" una sola parola in favore di Avatar, so già che nel profondo, quando andrete a casa, e vi addormenterete, sognerete di essere lì, su Pandora.
Prima o poi - lo dice chiaramente, e giustamente, lo stesso Jake - occorre svegliarsi, è vero.
Ma sognare è una goduria. Non è mai proibito, non costa nulla e, più spesso di quanto non si creda, lascia molto più di quello che si possa pensare.
Una cosa, però, resta fondamentale.
Godersi il momento. Cogliere l'attimo. Giratelo un pò come vi pare.
Ma tuffatevi in Avatar come a cavallo di uno di quegli strani pterodattili a capofitto fra nuvole e roccia.
Togliete i preservativi al cuore e lasciatelo venire in santa pace.
Non ci sarà niente di meglio.
E tanto per dire: io potrò voler bene alla Bigelow - Point break è una meraviglia, e The hurt locker è cazzutissimo -, ma mai come quest'anno la famigerata statuetta dell'Academy per il miglior film avrebbe avuto posto migliore di Pandora.
Avatar doveva vincere.
Evidentemente i giurati non sono andati fino in fondo.

"E non svegliateci, no!
Per favore no!"
MrFord

9 commenti:

  1. Basta un salto per riprendere a volare
    sopra palazzi e ciminiere,
    prati bagnati e ferrovie,
    quanti posti non ho visto mai da qui...
    E non c'è piu' niente al mondo
    da cercare
    Lasciami solo un po' di fiato
    che mi riscalderà le mani
    Se è davvero solo un sogno tornerò

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  2. non è questione di pregiudizi e snobismo. io adoro la cultura e il cinema americano, anche quello più spettacolare. è solo che stavolta invece di godere mi sono annoiato profondamente

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  3. Caro Cannibale,
    devo dire che mi diverto un sacco quando ci stuzzichiamo.
    Ammetto che, se un giorno dovesse esserci occasione di bere qualcosa, sarei curioso di vedere se il risultato sarebbe amicizia o bottigliate.
    Alla prossima disquisizione, dunque!

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  4. Sì, in effetti il tuo post è molto appassionato e lo condivido appieno soprattutto nella parola "godere".
    Al di là di tutti i riferimenti, credo che Avatar vada visto così com'è e ti dico questo: dopo averlo visto per la prima volta volevo arrampicarmi agli alberi, volevo vivere su Pandora e correre, correre e volare.

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  5. Alma, comprendo appieno.
    Quella sensazione ha mosso la passione del post.
    Ora resta da vedere se il sequel sarà all'altezza.

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  6. Continuo anch'io a curiosare fra i tuoi vecchi post.

    Qui la penso proprio come te. La trama non sarà originale (anche se qualche elemento nuovo c'è), ma è un film che mi ha davvero coinvolto. Gli abitanti di Pandora che formano un tutt'uno grazie a tutte le connessioni fra le varie forme di vita e l'idea di libertà che ne deriva mi ha lasciato senza parole.
    Condivido anche il discorso sulla statuetta al miglior regista. Il film dell'ex moglie è bellissimo, ma non c'è confronto col lavoro fatto da Cameron per questo film. Non si tratta neanche di una questione di gusti, quanto di una questione di tecnica, e Avatar non aveva rivali. Bellissimo!

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  7. Ottimista, su Avatar sfondi una porta spalancata, con il sottoscritto.
    Tecnica, trama, effetti e quant'altro meravigliano, ma il senso dell'intera opera, con le sue contraddizioni e i suoi sentimenti fortissimi, la rendono un inno alla meraviglia perfetto per il Cinema, che ha bisogno come ossigeno di questa sua componente. In un certo senso, è il perfetto erede di Guerre stellari e de Il signore degli anelli.

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  8. Di originale non c'è molto,in Avatar,è una shakerata di cose che abbiamo già visto in mille altri film,ma è shakerando cose che esistono già che si creano altri deliziosi beveraggi XD , e poi, citando Dembo, "dell'originalità a tutti i costi non so che farmene",Avatar era una goduria per gli occhi e all'epoca mi è piaciuto molto.
    "Togliete i preservativi al cuore e lasciatelo venire in santa pace."
    Che posso dire.Applausi.

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    1. Sicuramente nulla di nuovo, ma un nulla di nuovo esaltante a livelli incredibili.
      Per me è sempre un piacere rivederlo e farmi travolgere.

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