venerdì 28 maggio 2010

Assassino senza colpa

Qualche tempo fa scrivevo della prova del tempo, spesso spietata con film, libri o dischi.
Assassino senza colpa - Rampage in originale -, pur se visivamente ancorato agli anni della sua realizzazione, porta un carico di riflessioni e un tema assolutamente attuali e dalla inusitata pesantezza e portata.
Strutturato principalmente come un legal thriller venato di tinte horror - paiono quasi sentirsi ancora i richiami de L'esorcista, firmato sempre Friedkin -, la trama di questo lavoro si sviluppa attorno alla figura del giovane Reece, serial killer dalla spiccata intelligenza e dalla violenza incontrollata, reo confesso di cinque delitti e oggetto del dibattito di psicologi, avvocati e gente comune - leggasi giuria -.
Pena di morte o ergastolo per infermità mentale?
Il dilemma appare estremamente profondo e terribile, sia esso preso dalla parte conservatrice o repubblicana: un giovane colpevole di omicidi agghiaccianti va studiato e tutelato o ucciso per risparmiare il pericolo che può costituire rispetto al mondo?
Ricordo quando, anni fa, lessi "Mind hunter" di John Douglas, uno dei primi profiler dell'Fbi, pioniere dello studio della psiche dei serial killer: rimasi molto colpito quando lo stesso autore dichiarò che, negli anni, e dopo aver conosciuto, intervistato e anche, in alcuni casi, addirittura stimato l'intelligenza dei soggetti che andava ad analizzare, era divenuto favorevole alla pena di morte, non fosse altro perchè molti degli stessi dichiaravano senza troppi patemi che, nel caso fossero riusciti a tornare in libertà, avrebbero ripreso la loro attività.
Da democratico, è difficile poter pensare di approcciare un tema come questo con facilità: eppure, ragionando criticamente, è altrettanto difficile pensare che il senso tutto animale - e quindi umano - legato all'istinto e alla vendetta, non preveda, anche in caso di "vita", una rivalsa contro l'autore di un omicidio, sia la stessa legalizzata o anche soltanto pensata, o provata.
Un soggetto scomodo e a tratti assolutamente rivoluzionario per l'epoca, da qualsiasi angolazione politica - statunitense e non - lo si voglia osservare: l'avvocato dell'accusa, dichiaratamente contrario alla pena di morte, trova nella crudeltà e lucidità dell'assassino e nel ricordo della morte di sua figlia la spinta ad arringare in favore della stessa in aula, nella scena più agghiacciante - anche più di quelle degli stessi omicidi - dei tre minuti cronometrati ed associati alle vite spente da Reece.
Perchè di fronte agli attoniti giurati il sostituto procuratore, cronometro alla mano, trasforma centottanta secondi in un'eternità, e sentenzia che chi è in grado di far passare ad una persona un'agonia così lunga per porre fine alla sua esistenza merita senza dubbio alcuno di morire.
E purtroppo, nel vedere Reece gettare nel fiume il cadavere di un bambino in un sacco dell'immondizia, il dubbio viene. Se non peggio.
Ovvero trasformare in una tortura il resto della vita di un assassino come questo.
Ma di contro, c'è sempre l'immagine che Fritz Lang diede in M - Il mostro di Dusseldorf, con il disperato Peter Lorre che invocava la pietà data dalla sua stessa natura, o quella di Alba fatale di Wellman, in cui Henry Fonda difendeva tre colpevoli dal linciaggio pubblico.
Un confronto durissimo, che colpisce e dilania, perchè non ha ragione o torto, ed è fortemente influenzato dal coinvolgimento che si ha nella situazione.
Sarebbe ipocrita negare, del resto, in questo senso, che se il Destino ci volesse nella situazione del padre di quel bambino, non ci schiereremmo anche contro ai nostri più democratici e saldi valori.
In fondo, siamo animali, e l'istinto ha il sopravvento su tutto il resto.
Bisogna solo sperare di essere da quella parte del regno di madre natura che prevede il rispetto per le vite degli altri. O almeno, che non ne provochi la fine.


"I feel the power of death over life,
I orphaned his children, I widowed his wife,
I begged their forgiveness, I wish I was dead,
I hung my head."
MrFord

1 commento:

  1. Il settimo dice non ammazzare se del cielo vuoi essere degno
    Guardatela oggi questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno.

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