Visualizzazione post con etichetta Stephen Graham. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Stephen Graham. Mostra tutti i post

domenica 22 novembre 2015

Hyena

Regia: Gerard Johnson
Origine: UK
Anno:
2014
Durata:
112'







La trama (con parole mie): Michael è un veterano della polizia londinese, un uomo d'azione legato a doppio filo ai compagni della squadra d'assalto, responsabili di numerosi arresti ma senza dubbio lontani dall'essere agenti ligi alle regole. Il gruppo, infatti, è spesso e volentieri implicato in attività più criminali che legali, come la partecipazione con una quota cospicua di denaro ad un'operazione di importazione di traferimento di droga della mala turca.
Quando un gruppo di albanesi entra di forza nel giro cercando di soppiantare i "soci" di Michael, quest'ultimo si ritrova in difficoltà sia rispetto i nuovi arrivati, sia rispetto all'intervento degli Affari interni, che paiono aver messo un bersaglio sulle attività della squadra d'assalto e su Michael stesso.
Come si muoverà questo insolito poliziotto fuori dagli schemi? 
E che ripercussioni avranno le sue decisioni rispetto alle forze dell'ordine ed al mondo del crimine?











Una delle cose che ho sempre apprezzato del cosiddetto "Cinema di genere" è la solidità.
Poco importa che si parli di horror, azione, thriller o, come in questo caso, di serrato crime metropolitano: nel momento in cui ci si allontana dalle regole mainstream tanto quanto da quelle puramente d'essai, e la produzione rivela i giusti attributi, il risultato porta sempre a titoli forti, rocciosi, cattivi e cazzuti come qui al Saloon non ci si stanca mai di affrontare.
E' il caso di Hyena, pellicola made in UK che pare unire, nel segno della violenza, di una cornice decisamente squallida e periferica - scordatevi le panoramiche della Londra turistica - e di una fotografia splendida in pieno stile Drive le tematiche portate a galla qualche anno fa dall'indimenticabile The Shield, il respiro del poliziesco francese anni settanta, quello di provenienza orientale e l'affresco disperato della trilogia di Pusher firmata agli inizi della sua carriera dallo stesso Refn.
Le vicende di Michael Logan, sbirro tutto d'un pezzo, uomo d'azione, pronto a completare arresti e spaccare culi eppure ad un tempo profondamente corrotto e sporco, sono un esempio perfetto di quanto il cosiddetto "genere" possa rendere se sorretto da una regia convincente, un cast in parte - ottimi sia i componenti della squadra d'assalto, lo stesso Logan/Peter Ferdinando, il volto noto Stephen Graham, sia quelli del mondo criminale, guidati dai due inquietanti boss albanesi - ed un'escalation di violenza che non lascia scampo allo spettatore così come ai protagonisti, incapaci di fermare la spirale di oscurità nella quale, per scelta, inclinazioni o natura, hanno finito per farsi risucchiare.
Il lavoro di Gerard Johnson non si preoccupa troppo di risultare politicamente corretto, o di non calcare la mano sulla sua componente violenta - il destino del contatto di Logan ucciso fuori campo dagli albanesi e poi mostrato di scriscio a omicidio già avvenuto, la prigionia della ragazza venduta per punizione ed usata come oggetto sessuale -, è ben sorretto da uno script sufficientemente tragico e scopre nervi che gli appassionati ben conoscono: peccato che, nella parte finale, subisca un lieve calo complessivo - almeno per quanto riguarda il sottoscritto - legato, forse, ad un troppo che stroppia sia in termini di eventi - il confronto decisivo tra Logan e la sua nemesi degli Affari interni, la vendetta degli albanesi rispetto allo stesso Logan - sia ad un finale forse troppo aperto all'interpretazione dello spettatore, che senza dubbio colpirà nel profondo una buona fetta di pubblico ma che avrei preferito, considerata la decisione dell'intera opera, più netto e risoluto.
Ad ogni modo, una pellicola che ruggisce e colpisce, alla quale manca forse la zampata per diventare un piccolo classico ma che resta una delle cose migliori che il poliziesco abbia regalato all'audience negli ultimi mesi, lontana dalla ribalta e dalle produzioni patinate e più vicina allo stile senza freni e senza sconti cui sono abituati i fruitori dei fratelli made in Hong Kong di questo Hyena, evocativo nel titolo e nei fatti, poggiato sulle spalle di un main charachter crepuscolare e detestabile, solido - il salvataggio della ragazza prigioniera - quanto vigliacco - la maggior parte dei confronti con i boss albanesi -, umano nel senso più disprezzabile possibile e forse, proprio per questo, ancora più potente sullo schermo.
Se, dunque, non avete paura di "sporcarvi un pò le mani" o di affrontare una visione di fatto senza sconti, fatevi avanti, e preparatevi ad un viaggio nei recessi di una città e della parte più oscura dell'animo umano.
Al contrario, doveste avere qualche dubbio, girate al largo: qui si entra dritti nel recinto delle belve più feroci.
Quelle che non risparmiano neppure le carogne.




MrFord




"Absent from political authority an animal i've become (Hey !!)
total disorder and confusion is the life style that i run (Hey !!)
permit me to do what i want and i will i'm a nomad to travel (Hey !!)
concrete class stone and gravel."
Rancid - "Hyena" - 




 

lunedì 1 luglio 2013

Blood

Regia: Nick Murphy
Origine: UK
Anno: 2012
Durata:
92'




La trama (con parole mie): siamo nella provincia inglese, sulla costa, dove una piccola comunità è sconvolta dall'omicidio brutale di una giovanissima ragazzina, Angela. Due fratelli, i Fairburn, entrambi poliziotti, sono incaricati delle indagini: su di loro pesa l'ombra del padre, leggenda del distretto ormai in pensione a seguito dell'Alzheimer, e l'idea dello stesso di forzare la mano alla Giustizia quando le prove non possano supportarla.
Quando Jason Buleigh, un balordo della zona, viene arrestato perchè sospettato dell'omicidio, il più aggressivo dei fratelli, Joe, si convince che sia il colpevole, e con la complicità del succube Chrissie finisce per ucciderlo: purtroppo per loro, però, la verità risulta essere un'altra, ed i veri colpevoli vengono arrestati.
Parte dunque un'indagine indirizzata a scoprire la verità sul destino di Buleigh, destinata a sconvolgere il mondo di questa famiglia costruita attorno al distintivo.





A volte è davvero curioso quanto i distributori finiscano per tirarsi da soli la zappa sui piedi: hai un materiale discreto per le mani, un cast ottimo - e peraltro in gran forma -, una vicenda torbida legata alla famiglia, alla fratellanza, al senso di colpa, alla Giustizia, tutte le carte in regola per guadagnarti un posto tra le proposte di genere buone per passare senza troppi patemi d'animo la stagione estiva, ed ecco giungere la rovina sotto forma di uno spot promozionale.
"Il nuovo Mystic river", recita la locandina del lavoro - il primo di una certa rilevanza - di Nick Murphy, quasi come se fosse possibile poter insidiare il trono di uno dei vertici del Cinema di Clint Eastwood, non proprio l'ultimo degli stronzi: prima che qualcuno di voi possa farsi quest'illusione in coda per entrare in sala, lasciate che dissipi ogni dubbio in merito.
Blood non è il nuovo Mystic river. Neanche per sbaglio.
Certo, i temi sono molto simili, dalla violenza sui minori ai rapporti di amicizia e parentela pronti a divenire un fardello, l'ambiente anche - nonostante il setting sia quello della costa britannica, la pellicola trasuda irishness -, eppure il carattere e soprattutto uno script decisamente troppo rapido ed esile rendono il confronto assolutamente impietoso: probabilmente non dovrei stare qui a sindacare a proposito di cavilli di questo genere, e valutare il film nella sua unicità, non basandomi su inutili paragoni, dunque lascio da parte il vecchio Clint e tengo le mani libere per l'opera di Murphy.
Dal punto di vista attoriale ammetto di non avere troppo da recriminare: Paul Bettany, partito fortissimo sul finire degli anni novanta ed afflosciatosi miseramente, pare essere tornato ai tempi d'oro, Stephen Graham, caratterista UK d'eccezione, funziona alla grande, Mark Strong - seppure in ombra - porta a casa la pagnotta, e soprattutto giganteggia Brian Cox, una vera e propria icona troppo spesso sottovalutata rispetto ad altri suoi colleghi ben meno dotati di lui.
Lo stesso discorso è applicabile all'ambientazione, decisamente azzeccata nei suoi toni autunnali e resa ancora più affascinante dalla costa, in bilico tra le maree ed un litorale pronto a celare i più terribili ed oscuri segreti di famiglia.
Il problema vero è che tutto finisce qui.
Perchè dietro la macchina da presa il buon Nick non pare possedere il tocco necessario al guizzo vincente, e lo script risulta frettoloso, quasi l'intera vicenda fosse un pilota per una serie - del resto, è proprio da un prodotto televisivo che è stato ispirato il film - all'interno del quale gli autori si preoccupano di inserire tutti gli elementi possibili per conquistare l'attenzione degli addetti ai lavori in modo da strappare una conferma: peccato che il metodo non si applichi al meglio, ed il risultato sia un thriller che pare viaggiare a velocità doppia per evitare di annoiare il pubblico e giungere subito alla conclusione finendo per provocare l'effetto contrario, ossia rompere l'incantesimo del grande schermo ed insinuare nell'audience il dubbio di essere di fronte a qualcosa di talmente preparato a tavolino da risultare posticcio.
Probabilmente, in mano ad un regista più esperto - non necessariamente il già citato Eastwood, ma anche Mann o Scorsese -  o talentuoso - per rimanere in ambito britannico, il giovane e molto promettente Paddy Considine o il suo compare Shane Meadows - Blood avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult di questi mesi estivi: così com'è, resta soltanto in bocca il sapore amaro di una storia finita troppo presto, come quelle che nascono in riva al mare e promettono chissà quale futuro, anche quando ai protagonisti cova già nel cuore il dubbio che non potrà durare un solo giorno una volta conclusa la vacanza.


MrFord


"Me and you used to be like brothers
on the nights we got drunk to each other
you know me, I used to have some wit
it ended up in a shit-filled sandpit
we come from across the border
we drink the six mile water
this mongrel needs a new home
this mongrel needs a new home."
Therapy? - "Six mile water" - 


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...