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venerdì 25 novembre 2016

Aftershock (Xiaogang Feng, Cina, 2010, 135')





Dal recente terremoto che ha colpito l'Italia allo Tsunami che sconvolse il Sud-Est Asiatico qualche anno fa, le grandi tragedie naturali hanno da sempre significato, oltre al dramma, anche un momento in cui singoli o intere famiglie hanno finito per lottare con una forza miracolosa per vivere, ricominciare o rialzarsi.
Il ventotto luglio millenovecentosettantasei, a Tangshan, nel cuore della Cina che affrontava gli ultimi anni di Mao, ebbe luogo quello che è considerato uno dei terremoti più devastanti della Storia, non tanto per potenza quanto per numero di vittime - si parla di quasi seicentomila morti -: Xiaogang Feng, con un piglio classico che dall'altra parte del mondo si potrebbe considerare tipico dei drammoni da Oscar, racconta l'epopea di una famiglia spezzata dalla catastrofe e dalla stessa pronta a ripartire e vivere per i trent'anni successivi, in attesa della possibilità, un giorno, di potersi finalmente riunire.
Per quanto mi riguarda, Aftershock ha assunto una valenza importante già dalle prime sequenze, che a prescindere dagli effetti forse non all'altezza del Cinema americano cui tutti noi occidentali siamo abituati, riesce più che bene a trasmettere l'orrore che dev'essere trovarsi vicini all'epicentro di un sisma di questa portata, e vedere i propri cari lottare per la vita contro la Natura: come se non bastasse, la scelta forzata della madre dei piccoli Fang Deng e Fang Da impostale dai primi soccorritori rappresenta probabilmente l'incubo di qualsiasi genitore, quello di essere l'ago della bilancia della morte o della salvezza di uno soltanto dei suoi figli.
Proprio il personaggio della madre, segnato non solo dalla tragedia ma anche dalla responsabilità di una scelta da incubo come quella, rappresenta il metronomo di una pellicola intensa e drammatica, molto classica e rispettosa - probabilmente in Cina un lavoro di questo tipo finisce per essere molto ben accolto e poco scomodo - ma altrettanto genuina e coinvolgente, capace di raccontare la lotta della gente comune a fronte di eventi talmente grandi e devastanti da seppellire o in grado di far trovare la forza necessaria a compiere imprese straordinarie per quanto mascherate da assoluto ordinario - dalla scelta di non voler abbandonare il luogo del dramma e la prima casa abitata dopo il sisma a quella corriera fermata in tempo affinchè ad una donna non fosse tolto anche l'ultimo legame con la vita -.
Personalmente, in una situazione come quella mostrata dal regista, credo preferirei morire piuttosto che trovarmi a decidere quale dei miei figli salvare a scapito della vita dell'altro, magari proprio permettendo loro di sopravvivere: ma la Natura ha i suoi cicli e le sue regole, e noi che ne facciamo parte, possiamo solo lottare con tutte le nostre forze affinchè le persone che amiamo sentano la nostra presenza e possano sapere che, distanti o alla porta accanto, saremo sempre con loro.
Perchè quel tipo di legame, fatto di lacrime e sangue, ma anche di qualcosa che solo chi l'ha provato almeno una volta nella vita conosce, ha e da la possibilità di resistere a qualsiasi catastrofe, e che nessuna catastrofe è in grado di spezzare.
E biologico o no, dai parenti più prossimi agli amici più cari, personalmente adoro chiamare quel legame Famiglia.




MrFord




 

giovedì 5 maggio 2016

Thursday's child

La trama (con parole mie): dopo una primavera quantomeno sciapa le ultime due settimane paiono aver cominciato a presentare segni di ripresa per quanto riguarda le proposte cinematografiche.
L'unico a non dare alcun segno di ripresa, invece, è il mio rivale Cannibal Kid, come sempre pronto a regalare al pubblico di questa rubrica i suoi commenti scombinati: e come Capitan America rispetto alla legge di registrazione dei superumani, il qui presente Ford sarà pronto anche questa settimana ad ergersi contro di lui come un baluardo.




"Pronto, polizia? Devo denunciare la mia fan numero uno, Cannibal Kid: continua a seguirmi!"



Captain America: Civil War

"Capitan Ford si oppone ancora al regime di Cannibal: dobbiamo intervenire."
Cannibal dice: La storia di due ex amici e alleati che adesso si fanno la guerra. Proprio come Captain Ford e Iron(ic) Kid...
Nah, non è vero. Loro non sono mai stati amici e la loro è sempre stata una Incivil War.
Io comunque devo ancora vedere i primi due episodi delle avventure di Captain America. Ho tentato per 2 volte di guardare il primo, ma mi sono addormentato entrambe le volte manco fossi di fronte a un lavoro di Sokurov osannato da Ford.
Ford dice: dopo l'ottimo secondo capitolo dedicato alle avventure di Capitan America - di gran lunga migliore rispetto a quello degli Avengers -, ecco il Marvel movie quasi più atteso dell'anno, con la lotta pronta ad esplodere tra Capitan Ford e Iron Kid.
O forse quella era la Blog War, che di Civil non aveva nulla!?!?




Il traditore tipo

"Se guida Ford, su questa macchina non ci salgo."
Cannibal dice: Dopo La talpa e La spia, un nuovo film tratto da John Le Carrè, un nome che mi fa venire sonno quasi quanto quello del mio “celebre” blogger rivale. Però ci sono Ewan McGregor e Damian Lewis, l'idolo di Homeland oggi idolo della nuova ottima serie Millions, quindi mi sa che mi toccherà vederlo comunque. Spero almeno mi regalerà una ronfata come si deve.
Ford dice: i film spionistici non mi dispiacciono affatto, nonostante a volte, soprattutto quando si tratta di cose troppo seriose e finto autoriali alla Cannibal Kid, finiscono per deludere non poco.
Speriamo che il cast possa essere un buon segno per questo film, e che Peppa possa stroncarlo a dovere aumentando l'hype del sottoscritto.



Microbo & Gasolina

"Hey, Microbo Kid, dici che finalmente faranno uscire il nostro film?"
Cannibal dice: Annunciato già alcune settimane fa, ecco che finalmente dovrebbe arrivare il nuovo film del grande Michel Gondry. Si rivelerà un nuovo cult cannibale, o l'ennesima delusione di un'annata per ora più deludente di un qualunque post fordiano?
Ford dice: già annunciato ampiamente in questa rubrica settimane fa, Microbo&Gasolina, come allora, mi pare un tentativo piuttosto spompo di Gondry per tirare fuori dal cilindro qualcosa di interessante.

Spompo quasi quanto quel pusillanime del mio rivale.



Stonewall

"Via Cannibal dalla blogosfera! Subito!"

Cannibal dice: Roland Emmerich per una volta non alle prese con una pellicola apocalittica, bensì con un film a basso budget a tematica gay?
È davvero giunta la fine del mondo?
Ford dice: pellicola a tematica gay che mi pare la versione povera del più che discreto Pride.
Sarà che dietro la macchina da presa c'è Emmerich, che con l'argomento c'entra meno di Cannibal con il Cinema.




Il ministro

"Chi ha cucinato?" "Quei due bloggers che pensano di saperne di Cinema." "Se è così, non tocco cibo."

Cannibal dice: Ennesima pellicola italiana a tematica politica. Il problema di questi film è che la realtà supera di gran lunga la fantasia. Così come le opinioni di Ford si rivelano spesso peggiori di qualsiasi incubo.
Ford dice: ennesimo film "politico" italiano. Ennesimo salto a piè pari del sottoscritto.



Florida

"Ford più giovane di me? Ma non farmi ridere!"

Cannibal dice: Film in cui un'ottantenne affetto da demenza senile parte per un viaggio on the road con la figlia. Peccato che la Fordina sia ancora troppo neonata per prendere la patente, perché se no potrebbe fare la stessa cosa con il suo anziano (e demente) padre.
Ford dice: i viaggi on the road al Cinema finiscono sempre per piacermi, eppure quando sento parlare di Cinema francese i dubbi mi assalgono almeno quanto accade quando apro Pensieri Cannibali. Staremo a vedere.




Al di là delle montagne

"Ragazza mia, guidi peggio di Ford!"

Cannibal dice: Pellicola cinese che sa di mattonazzo fordiano al di là di ogni possibile immaginazione, più che al di là delle montagne.
Ford dice: è parecchio tempo che non mi concedo una bella visione autoriale fordiana al cento per cento, e chissà che questo Al di là delle montagne non possa essere il titolo giusto, alla faccia di quel finto radical del Cucciolo eroico.



Corpo estraneo

"In confronto a quei due poveracci di Ford e Kid, tu stai una favola!"

Cannibal dice: Film polacco-italo-russo pseudo autoriale persino troppo fordiano per essere vero. Io preferisco rimanerne estraneo.
Ford dice: corpo estraneo? Come Cannibal rispetto al Cinema?



Tutto può accadere nel villaggio dei miracoli

"Un film che veda nel cast i meno competenti di Cinema al mondo? Cannibal Kid ha già il ruolo di protagonista!"
Cannibal dice: Tutto può accadere nel villaggio dei miracoli, anche che Ford parli male di un film con Stallone?
Non credo proprio.
Ford dice: tutto può accadere nel villaggio dei miracoli, anche che Cannibal un giorno possa finalmente capirne qualcosa di Cinema?
Non credo proprio.



La buona uscita

"Davvero buono, quello che resta del Cannibale dopo il trattamento di Ford."
Cannibal dice: La buona uscita è quella che vorrei dare io a Ford da questa rubrica. E consiste in un coppino ben assestato dietro alla testa.
Ford dice: la buona uscita è quella che vorrei dare io a Cannibal rispetto alla blogosfera. Un bel calcio rotante che lo spari dritto in orbita.



Robinson Crusoe
 
"Dov'è finita quella bestia di Ford?" "Sarà nella foresta a caccia del Cucciolo Eroico, come al solito!"
Cannibal dice: Dal Belgio adesso non c'arrivano solo i terroristi, ma pure queste pellicolette animate avventurose che sembrano fatte apposta (e solo) per Ford. Cos'è peggio?
Ford dice: non avrei dato e continuo a non dare due lire a questi tentativi di film d'animazione, ma il Fordino ha visto il trailer e ha deciso di concedere una visione. Dunque temo che non potrò esimermi.


mercoledì 22 luglio 2015

Wednesday's child

La trama (con parole mie): prosegue il periodo estivo, con uscite piazzate in ritardo o a caso dai distributori italiani, e con i consueti botta e risposta del sottoscritto e del sempre fastidioso Cannibal Kid, che neppure con il caldo torrido pare limitare la sua follia in termini di giudizi cinematografici.
Riusciremo, in questo weekend lungo iniziato di mercoledì - come sarà per la maggior parte delle prossime settimane - a trovare almeno un titolo degno d'attenzione?


"Pensieri Cannibali chiude! Festeggiamo per almeno un mese!"

Il ragazzo della porta accanto
(dal 23 luglio)

"Sei ancora più tamarro di Ford, con quella canotta!"

Cannibal dice: Thrillerino estivo con protagonista Jennifer Lopez, che io in genere odio. Sarà massacrato da Pensieri Cannibali come un qualunque action sponsorizzato da Ford?
Nei prossimi giorni la risposta.
Ford dice: thriller estivo degno di un bel pomeriggio afoso da Italia Uno che a breve passerà dalle parti del Saloon.
Presumibilmente, sarà un massacro.
Fate pure le vostre scommesse.




Il fidanzato di mia sorella

(dal 22 luglio)

"Guidi anche peggio di Ford, lasciatelo dire."

Cannibal dice: Pierce Brosnan non lo sopporto, un po' come James Ford. In questo film però c'è anche Jessica Alba, che invece la sopporto eccome. Per una visione estiva questa romcom a metà strada tra americanata e britannicità alla fine ci potrebbe quindi anche stare.
Ford dice: Brosnan non l'ho mai sopportato, e Jessica Alba, per quanto decisamente fornita di argomenti interessanti, neppure.
Salto dunque senza pietà neanche si trattasse di un film consigliato da Cannibal.



Cobain: Montage of Heck

(dal 22 luglio)

"Ford, sei stato proprio uno stronzo, a trattarmi così male: ora sono ancora più depresso."

Cannibal dice: Splendido documentario su Kurt Cobain già recensito (http://www.pensiericannibali.com/2015/06/cobain-montage-of-heck-il-dokurtmentario.html) e che finalmente dovrebbe - il condizionale è sempre d'obbligo - arrivare nei cinema italiani. Non perdetevelo!
Ford dice: documentario più che discreto dedicato alle gesta di una delle icone del rock più importanti e rivoluzionarie di sempre, che finalmente dovrebbe arrivare in sala. Personalmente, a prescindere dal giudizio tecnico, non ha fatto altro che accrescere la mia acredine rispetto a Cobain -http://whiterussiancinema.blogspot.it/2015/06/kurt-cobain-montage-of-heck.html -, ma una visione ci sta, eccome.




Il luogo delle ombre

(dal 23 luglio)

"Se quel bruto di Ford cerca di entrare per menare Peppa Kid, gliela faccio vedere io!"

Cannibal dice: Anton Yelchin ormai è dappertutto. Lo vedo ovunque e in qualunque genere di film. Questo tra l'altro è uno dei peggiori della sua carriera. Una porcatina fantasy che quindi a Ford probabilmente piacerà e che io invece avevo già stroncato qui: http://www.pensiericannibali.com/2014/03/odd-thomas-il-poco-strano-film-sullo.html.
Ford dice: film pseudo fantasy che non mi dice nulla e che non ho alcuna intenzione di recuperare, nemmeno preso dal peggior raptus di bisogno di neuroni spenti dell'estate. Lascio volentieri questo tipo di cose al mio "simpatico" antagonista.




Fuochi d'artificio in pieno giorno

(dal 23 luglio)

"Se provi un'altra volta a dire che Cannibale capisce di Cinema, ti butto di sotto!"

Cannibal dice: Poliziesco cinese che sa di gran fordianata, ma che propone un mistero notevole. Il titolo originale “Bai Ri Yan Huo” tradotto significherà per davvero “Fuochi d'artificio in pieno giorno”, oppure i titolisti italiani a questo giro hanno preso delle droghe ancora più pesanti del solito?
Ford dice: nessuno mai verrà a capo del mistero della traduzione del titolo - il destino dei film cinesi sarà lo stesso di quelli anglofoni, rispetto agli adattamenti? -, ma tra le uscite del periodo vacanziero, sarà per collocazione geografica, sarà per il genere, è una di quelle che mi ispirano maggiormente.
Speriamo bene.



domenica 21 giugno 2015

A touch of sin - Il tocco del peccato

Regia: Jia Zhangke
Origine: Cina, Giappone, Francia
Anno: 2013
Durata: 133'




La trama (con parole mie): un operaio in perenne lotta contro il Potere rappresentato dai padroni e la loro corruzione, solo e provato dai soprusi, decide di porre fine con la violenza all'ingiustizia che ha dominato la sua vita; un giovane padre con una passione quasi incontrollabile per le armi da fuoco viaggia tra la Cina e la Birmania lasciando dietro di sè una scia di sangue all'insaputa della famiglia; una giovane receptionist di un centro massaggi, segnata dalla fine della storia con un uomo sposato e molestata da un cliente, reagisce nel modo più estremo possibile, ed è costretta a fuggire; un giovane si barcamena tra un lavoro e l'altro cercando di mantenere una vita dignitosa ed inviare soldi alla madre, ma le difficoltà quotidiane ed emotive rendono l'impresa di difficile realizzazione.
Quattro storie per quattro spaccati di violenza nella Cina di provincia attuale.








Questo post partecipa alle celebrazioni del China Day: inside the tradition, through the revolution.




Da parecchio tempo, qui al Saloon, non si tornava a viaggiare per le strade tracciate dal Cinema orientale, e di quello d'autore, che come spesso mi capita di scrivere quando parlo di qualche tamarrata di valore, è stato ed è una parte importante della mia vita di spettatore, in grado di regalare emozioni e riflessioni diverse ma ugualmente potenti - se non di più - rispetto a tutto quello che è puro intrattenimento.
Avevo scoperto Jia Zhangke quasi per caso, anni fa, in occasione della sua vittoria al Festival di Venezia con lo strepitoso Still Life, e per troppo tempo avevo rimandato la visione di questo celebratissimo A touch of sin, uscito un paio d'anni or sono, che ho approfittato per recuperare in occasione del Day dedicato al Cinema cinese organizzato dalla nostra compare Alessandra, promotrice di un'iniziativa che ho amato dal primo istante.
Tornare per le strade della Cina di provincia, lontana dall'immaginario che noi stranieri e potenziali turisti coltiviamo rispetto ad una delle terre e delle culture più affascinanti del mondo è stato decisamente intenso, nonostante debba ammettere mi sia mancato e non poco l'approccio grottesco che aveva letteralmente illuminato, a tratti, il già citato Still life.
Le quattro storie raccontate quasi fosse un esponente del nostrano neoralismo da Jia Zhangke sono espressione di un disagio nascosto sotto il tappeto da quella che è considerata una delle potenze economiche emergenti mondiali, di un'inquietudine e di una violenza che si consumano spesso senza possibilità di scampo o di ritorno, e che sono legate ad un background sociale che mostra ancora numerose zone d'ombra sia in materia di diritti che di condizioni di vita: cornici di imponenti ed agghiaccianti strutture architettoniche, palazzi formicai e condizioni igieniche precarie, treni ad alta velocità di nuova generazione accanto a motorini che paiono usciti dagli anni sessanta europei, una vita che separa i nuovi ricchi - ovviamente pochissimi - ad una moltitudine di sconfitti, derelitti, outsiders, minoranze destinate ad essere schiacciate da un peso enorme che continua ad aumentare.
E dalla vicenda dell'operaio pronto ad imbracciare il fucile per raddrizzare i torti - che rimanda, con una spettacolarizzazione pari a zero, al concetto espresso anche da noti cult hollywoodiani come Un giorno di ordinaria follia - al lavoratore pronto a rimbalzare tra un impiego e l'altro giusto per vedersi negare l'amore ed una vita dignitosa, passando attraverso la violenza cieca del giovane padre appassionato di pistole e della vendetta della receptionist vessata emotivamente e fisicamente dal genere maschile, ci troviamo di fronte ad un affresco dolente e terribile, che neppure nel finale - con il rimando al Teatro cinese tradizionale che in passato amai anche in Addio mia concubina - dal sapore di monito al Paese, più che alla gente che lo abita, pare trovare una qualche consolazione o seppur fioca speranza per il futuro.
Jia Zhangke non si preoccupa di piacere troppo, o di fare concessioni al grande pubblico, nonostante una cura notevole di tutti gli aspetti tecnici della pellicola - bellissima, a mio parere, la fotografia, ed almeno in paio di occasioni i movimenti di macchina lasciano a bocca aperta -, eppure, e nonostante non raggiunga le vette di Still Life, A touch of sin scava dentro mano a mano che trascorre tempo dalla visione, radicandosi e sedimentando, quasi rappresentasse l'abisso che si dovrebbe temere di guardare perchè potrebbe decidere di ricambiare lo sguardo.
E credetemi, quello di Zhangke e della sua Cina "nascosta" fa davvero paura.



MrFord



Mi accompagnano in questo viaggio lungo la Grande Muraglia:


China: inside the tradition.

Storia di fantasmi cinesi (Siu-Tung Ching, 1987) sul Bollalmanacco di Cinema
The Killer (John Woo, 1989) su Director's Cult
Lanterne rosse (Yimou Zhang, 1991) su Scrivenny 2.0

China: through the revolution.

I love Beijing (Ning Ying, 2000) su The Obsidian Mirror
Infernal Affairs (Wai-Keung Lau e Alan Mak, 2002) su Non c’è paragone
Life without principle (Johnnie To, 2011) su Solaris
Closed Doors Village (Xing Bo, 2014) su Mari's Red Room
Mountains may depart (Zhangke Jia, 2015) su Montecristo



"It comes down to this.
Your kiss.
Your fist.
And your strain.
It get's under my skin.
Within.
Take in the extent of my sin."
Nine inch nails - "Sin" - 





giovedì 26 marzo 2015

Thursday's child

La trama (con parole mie): come ogni giovedì, torna su questi schermi la rubrica che, purtroppo, porta con lei anche il mio sempre più scombinato - almeno per quanto riguarda la critica cinematografica - rivale Cannibal Kid. E purtroppo, con lui arriva anche la solita carrettata di titoli non propriamente in grado di alzare l'hype a mille, quanto più che altro di sperare di strappare un sei politico evitando le bottigliate.
Se non altro, in un paio di casi almeno sulla carta c'è la speranza di incontrare qualcosa di vagamente fordiano. Ma solo vagamente, purtroppo.


"Che storia! Sono atterrato sul pianeta dei Cuccioli Eroici!"
Home - A casa

"Mi sa tanto che guido anche peggio di Ford!"
Cannibal dice: Bambinata DreamWorks che lascio volentieri a casa Ford. In casa Pensieri Cannibali sono preferiti i film per adulti. O quelli per teenagers.
Ford dice: la Dreamworks, fatta eccezione per pochi titoli decisamente ottimi come i due Dragon Trainer, mi è sempre sembrata la versione sfigata della Pixar. Questo Home mi pare non si discosti molto da quest'idea.
Posso solo sperare di essere smentito, non fosse altro che per recensire bene un titolo che so già che il mio rivale potrebbe detestare.



L'ultimo lupo 3D

"Finalmente anche io ho il mio Cucciolo Eroico!"
Cannibal dice: La bambinata d'animazione per questa settimana non bastava. Ci voleva pure la pellicoletta d'avventura con tanto di animali e anche se parlo di lupi, e non di quella bestia di Ford, non ci siamo comunque. Io i Lupi non li sopporto. L'unico che mi piace è quello di Wall Street.
Ford dice: Annaud, fin dai tempi de L'orso, pare essersi preso una cotta clamorosa per i film radical new age che con il tempo ho finito per sopportare sempre meno.
L'ultimo lupo io lo terrei a stecchetto per qualche giorno, e poi lo scatenerei nella cameretta del Coniglione.



Lettere di uno sconosciuto

"Ford è l'unico blogger a scrivere ancora a mano."
Cannibal dice: Cos'è, la settimana del cinema fordiano? Tra i film in arrivo c'è pure questa mazzata pseudo autoriale cinese che mi attira quanto la recensione del mio blogger rivale di un film pseudo autoriale cinese.
Ford dice: probabilmente una decina d'anni fa sarei corso a recuperare questo film, considerato quello che è stato il mio "periodo asiatico": ora, sinceramente, preferisco investire le mie energie - e la banda larga - per ripescare Michael Mann.



La famiglia Bélier

"Non preoccuparti, ti consolo io: quella stronzetta di Katniss Kid non doveva permettersi di vincere il titolo di reginetta al tuo posto!"
Cannibal dice: Meno male che a risollevare una settimana che pareva dedita al fordismo più spinto ci pensa il buon cinema dal paese più radical-chic del mondo: la Francia, ovviamente. Questa commedia dai toni adolescenziali potrebbe rivelarsi la visione più radical-chic, e quindi più cannibale, della Ford Week.
Ford dice: questa è l'incognita della settimana. Potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa o una robetta radical chic degna delle peggiori bottigliate. Staremo a vedere.
Cannibal, invece, è una certezza: i suoi giudizi sono sempre ben oltre il grottesco.


French Connection

"Piuttosto che far guidare Ford ho dovuto rispolverare la mia macchina anni settanta."
Cannibal dice: Altra pellicola francese, altra possibile sorpresa positiva. Thriller ambientato negli anni settanta con il buon Jean Dujardin, questo French Connection dal trailer molto promettente una visione sembra meritarsela tutta. E potrebbe anche essere l'unico film settimanale a mettere d'accordo sia me che Ford. Purtroppo, perché sarebbe meglio se non ce ne fosse manco uno.
Ford dice: seconda pellicola francese e secondo film potenzialmente interessante della settimana. Il titolo richiama al grande Classico Il braccio violento della legge, il trailer pare discreto, le aspettative moderatamente alte. Speriamo non finisca per diventare una bottigliata connection.


Ho ucciso Napoleone

"Ora questa boccia la spacco dritta in testa al Cannibale."
Cannibal dice: Avrei preferito che avesse ucciso un certo mio blogger rivale, ma bisogna accontentarsi...
Questo Ho ucciso Napoleone è una commedia con Micaela Ramazzotti e Libero De Rienzo che mi pare possa avere del potenziale. Mentre Ford uccide il cinema italiano a colpi di recensioni strampalate, io una possibilità a questa produzione nostrana mi sento invece di concedergliela.
Ford dice: il mio rapporto con il Cinema italiano, di recente, è assolutamente pessimo.
Dunque, piuttosto che concedere spazio a proposte di questo tipo, penso potrei recuperare qualche chicca nostrana d'autore molto datata giusto per fare incazzare un po' il mio antagonista.



La terra dei santi

"Ha visto un film di troppo tra quelli esaltati dal Cannibale, e questo è il risultato."
Cannibal dice: Un'altra pellicola italiana, ma questa volta si parla di 'ndrangheta e mi sa di una cosa troppo seriosa e impegnata. Preferisco passarla a Ford.
La pellicola, intendo. Avevate capito la 'ndrangheta?
Ford dice: mi pare una pellicola troppo seriosa e impegnata per il mio superficiale rivale. Vedrò di recuperarla io.



Onde Road

"Forse ho visto troppi film esaltati da Peppa Kid: ormai comincio a vederci doppio."
Cannibal dice: Docu-fiction che parla di radio pirata anni '70/'80 e che sulla carta pare una visione interessante. Nella realtà, ho come l'impressione che possa tramutarsi in una fordianata clamorosa. Ma spero di sbagliarmi.

Ford dice: questa è un'incognita vera e propria. Potrebbe rivelarsi una cosa nelle mie corde, o una robetta di quelle per le quali si esalta senza alcuna ragione apparente il mio rivale. Per il momento non ho fretta di scoprire dove stia la verità.


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