Regia: Jim Mickle
Origine: Usa
Anno: 2010
Durata: 98'
La trama (con parole mie): Martin è un adolescente rimasto orfano allo scoppiare di un'epidemia di vampirismo che ha riportato gli States ad uno stato brado di rimembranze medievali, salvato dalla morte ed addestrato dal granitico e solitario Mister, un cacciatore in viaggio verso Nord continuamente in lotta con i succhiasangue.
I due, divenuti amici, si dirigono verso New Eden - una comunità che pare essere la speranza della gente, situata oltre il confine canadese - incontrando, oltre a diverse tipologie di mostri, reietti, disperati, compagni di lotta e di viaggio tutte le peggiori minacce che l'uomo è in grado di lasciare incombere su altri uomini: violenza, fanatismo, religione e chi più ne ha, più ne metta.
Contando gli amici perduti in battaglia, i due giungeranno all'agognata frontiera, ma questo non significherà necessariamente passarla insieme.
E' davvero un peccato, a volte, che un film dal discreto potenziale sia limitato dalle sue stesse ispirazioni, per quanto buone o funzionali possano risultare.
E' il caso di Stake land, pellicola tutto sommato solida che mescola survival, horror "on the road" e trash sulla carta di culto sfoderando un'ora e mezza abbondante di intrattenimento, combattimenti all'ultimo sangue e paesaggi da wasteland come non si chiederebbe altro in casa Ford ma che, neppure con un generoso sforzo del sottoscritto, riesce a conquistare o ad andare oltre una visione indolore e riempitiva: il problema principale, nel caso del lavoro assolutamente onesto di Mickle è dato dal fatto che le influenze della pellicola mostrano un carattere ed uno spessore maggiori del film stesso, provocando il mai troppo piacevole deja-vù nello spettatore che sfocia in commenti del tipo "niente male questa trovata, l'avevo già vista in questo o in quel film", oppure "questo dev'essere un omaggio o una citazione del regista x o della saga y".
In questo caso, da 28 giorni dopo al Vampires di Carpenter - che, peraltro, è la pellicola che amo meno del buon John -, da Il buio si avvicina a Mad Max, passando per il già abbastanza citazionista - ma con un'enormità di palle in più - Doomsday, nulla di questo Stake land pare davvero originale, ed anche momenti discreti come la progressiva aggregazione di una sorta di "compagnia dell'anello" in versione horror destinata a venire falcidiata da mostri, integralisti cristiani e una nuova mutazione vampirica risultano meno incisivi di quanto vorrebbero essere.
Proprio la componente religiosa - e questo occorre ammetterlo - rappresenta invece la svolta più interessante di questa versione on the road ed invernale di Dal tramonto all'alba, con la setta di fondamentalisti composta da loschi figuri incappucciati che paiono cristiani redenti completamente invasati mescolati ad adepti del KKK pronti a seminare terrore quanto e più dei vampiri stessi: in questo senso si potrebbe addirittura azzardare che il regista abbia scelto l'horror per disegnare una metafora agghiacciante degli States odierni, un territorio abbandonato a se stesso dagli uomini di potere ed in balia di succhiasangue incontrollabili e gruppi di fanatici religiosi pronti ad uccidere i propri simili per sostenere la verità assoluta del loro credo, attraversato da gruppi di uomini e donne pronti a resistere e difendersi l'un l'altro in attesa dell'occasione di varcare il confine della New Eden canadese.
Visto da quest'ottica, oltre che clamorosamente adattabile anche alla situazione attuale del Nostro Paese, questo film pare assumere uno spessore decisamente più importante, tanto da finire per farmi quasi giustificare la sua effettiva mancanza di originalità di fondo: è di nuovo un personaggio legato alla componente religiosa a farmi pensare ad una complessiva rivalutazione, quello della suora interpretata da un'invecchiatissima Kelly McGillis - che tutti noi residuati degli anni ottanta ricordiamo al meglio della sua forma in Top gun - che regala un momento in grado di farmi tornare alla mente la prepotenza di Romero nel criticare la società in tutti i suoi aspetti - e non rivelerò l'accaduto giusto per non spoilerare troppo -.
Certo, ancora una volta la sensazione è di già visto, ma a ben guardare, considerata la scarsità di materiale davvero interessante nel genere, meglio un'opera costruita con criterio pur se limitata dalla mancanza di picchi di inventiva che una completamente nuova ma priva di logica o, più semplicemente, soltanto brutta.
In questo senso Mickle, e Stake land, fanno come il protagonista che ne porta fieramente la bandiera, una collana con un teschio e manciate di zanne strappate ai vampiri: il loro sporco lavoro.
E qualcuno, come ben si sa, lo deve pur fare.
E' il caso di Stake land, pellicola tutto sommato solida che mescola survival, horror "on the road" e trash sulla carta di culto sfoderando un'ora e mezza abbondante di intrattenimento, combattimenti all'ultimo sangue e paesaggi da wasteland come non si chiederebbe altro in casa Ford ma che, neppure con un generoso sforzo del sottoscritto, riesce a conquistare o ad andare oltre una visione indolore e riempitiva: il problema principale, nel caso del lavoro assolutamente onesto di Mickle è dato dal fatto che le influenze della pellicola mostrano un carattere ed uno spessore maggiori del film stesso, provocando il mai troppo piacevole deja-vù nello spettatore che sfocia in commenti del tipo "niente male questa trovata, l'avevo già vista in questo o in quel film", oppure "questo dev'essere un omaggio o una citazione del regista x o della saga y".
In questo caso, da 28 giorni dopo al Vampires di Carpenter - che, peraltro, è la pellicola che amo meno del buon John -, da Il buio si avvicina a Mad Max, passando per il già abbastanza citazionista - ma con un'enormità di palle in più - Doomsday, nulla di questo Stake land pare davvero originale, ed anche momenti discreti come la progressiva aggregazione di una sorta di "compagnia dell'anello" in versione horror destinata a venire falcidiata da mostri, integralisti cristiani e una nuova mutazione vampirica risultano meno incisivi di quanto vorrebbero essere.
Proprio la componente religiosa - e questo occorre ammetterlo - rappresenta invece la svolta più interessante di questa versione on the road ed invernale di Dal tramonto all'alba, con la setta di fondamentalisti composta da loschi figuri incappucciati che paiono cristiani redenti completamente invasati mescolati ad adepti del KKK pronti a seminare terrore quanto e più dei vampiri stessi: in questo senso si potrebbe addirittura azzardare che il regista abbia scelto l'horror per disegnare una metafora agghiacciante degli States odierni, un territorio abbandonato a se stesso dagli uomini di potere ed in balia di succhiasangue incontrollabili e gruppi di fanatici religiosi pronti ad uccidere i propri simili per sostenere la verità assoluta del loro credo, attraversato da gruppi di uomini e donne pronti a resistere e difendersi l'un l'altro in attesa dell'occasione di varcare il confine della New Eden canadese.
Visto da quest'ottica, oltre che clamorosamente adattabile anche alla situazione attuale del Nostro Paese, questo film pare assumere uno spessore decisamente più importante, tanto da finire per farmi quasi giustificare la sua effettiva mancanza di originalità di fondo: è di nuovo un personaggio legato alla componente religiosa a farmi pensare ad una complessiva rivalutazione, quello della suora interpretata da un'invecchiatissima Kelly McGillis - che tutti noi residuati degli anni ottanta ricordiamo al meglio della sua forma in Top gun - che regala un momento in grado di farmi tornare alla mente la prepotenza di Romero nel criticare la società in tutti i suoi aspetti - e non rivelerò l'accaduto giusto per non spoilerare troppo -.
Certo, ancora una volta la sensazione è di già visto, ma a ben guardare, considerata la scarsità di materiale davvero interessante nel genere, meglio un'opera costruita con criterio pur se limitata dalla mancanza di picchi di inventiva che una completamente nuova ma priva di logica o, più semplicemente, soltanto brutta.
In questo senso Mickle, e Stake land, fanno come il protagonista che ne porta fieramente la bandiera, una collana con un teschio e manciate di zanne strappate ai vampiri: il loro sporco lavoro.
E qualcuno, come ben si sa, lo deve pur fare.
MrFord
"You can't escape the wrath of my heart
beating to your funeral song (you're so alone)
all faith is lost for hell regained
and love dust in the hands of shame (just be brave)."
beating to your funeral song (you're so alone)
all faith is lost for hell regained
and love dust in the hands of shame (just be brave)."
H.I.M. - "Vampire heart" -
questo l'avevo evitato perché non mi sembrava niente di eclatante. un po' come il tuo ritorno dalla spagna hahahah :)
RispondiEliminaCannibale, aspetta e vedrai! Sai che ti seguo sempre al varco! ;)
EliminaPiù volte mi è passato davanti questo titolo, ma ogni volta rimandavo. Adesso sarà ancor più difficile non evitarlo ;)
RispondiEliminaElio, secondo me va bene per qualche serata senza pretese.
EliminaVisto qualche tempo fa, inizio promettente e accattivante, bei paesaggi e buona fotografia.
RispondiEliminaPoi improvvisamente buttano troppa carne sul fuoco e si perde un po' il filo della storia.
Occasione sprecata.
A me ha ricordato molto the road, a te no?
Dembo, concordo su The road, lo spirito è quello.
EliminaMa anche un pò alla serie della Torre nera di Stephen King.
Occasione sprecata, è vero, ma tutto sommato si guarda.
Per me la cosa più bella del film è stata rivedere la mitica figlia di Joe Allenbeck, l'ultimo boy scout, ahah. :D
RispondiEliminaIl resto non è niente di memorabile, anche se in effetti si lascia guardare senza troppi problemi.
Ottimista, a volte basta che un film si lasci guardare.
EliminaPer il resto, non chiedo molto altro. ;)
A me non era piaciuto molto, troppo scopiazzato da mille altri film, nessuna inventiva e poca credibilità nello sviluppo (i vari tizi che si alleano al Mister così, di punto in bianco). Salvo giusto il tema religioso, come dici te, che per una volta è veramente ben sfruttato, ma tutto il resto è una gran noia...
RispondiEliminaSimone, per una volta mi trovo sostanzialmente d'accordo con te! ;)
EliminaTi dirò, davvero niente di che, ma sempre meglio di certe altre schifezze del genere che girano.