Regia: Jason Reitman
Origine: Usa
Anno: 2011
Durata: 94'
La trama (con parole mie): Mavis Gary, ghost writer di una saga di successo per adolescenti giunta alla sua conclusione, fresca di divorzio e stabilitasi con la sua vita disordinata a Minneapolis, torna al paese natale - un piccolo centro di provincia - in occasione del battesimo della figlia di Buddy, ex fidanzato dei tempi del liceo.
La donna, fingendosi in visita per una transazione immobiliare, cerca in realtà di tornare ai tempi in cui lei era la reginetta della scuola ed il futuro sembrava migliore di quanto la vita le abbia riservato, dal matrimonio fallito all'alcolismo incombente, e la strada perchè ciò accada, ai suoi occhi, è legata alla (ri)conquista del vecchio amore.
Peccato che il Destino - ed il paese - abbiano piani diversi per Mavis.
Crescere non è facile. No davvero.
Ancor di più scoprire di essere diventati adulti, in quel decennio tra i trenta e i quaranta in cui ci si trova a dover mettere a confronto sogni, aspettative e desideri ancora vivi con responsabilità e cambiamenti che paiono pesare come macigni. Uno stato che si potrebbe definire di consapevolezza ed esperienza cui manca, però, l'equilibrio che soltanto la maturità - e solo a volte - è in grado di dare con il sopraggiungere della vecchiaia.
Mavis Gary questo non l'ha ancora imparato sulla pelle - e chissà, forse non lo imparerà mai -, così, armi e bagagli alla mano, muove guerra al suo vecchio paese di provincia e ad una vita che ad un tempo la porta in palmo di mano e la riduce all'ombra del ricordo che ha di se stessa, concentrandosi sulla conquista della vecchia fiamma Buddy, amore mai dimenticato degli anni del liceo, nel pieno dei nineties che tanto ricordano Giovani, carini e disoccupati.
Diablo Cody - classe 1978 - quel periodo deve ricordarlo davvero bene, un pò come il sottoscritto e tutti quelli che, ai tempi, sognavano Wynona Rider o Ethan Hawke: deve esserci molto, di lei, in Mavis, o almeno i fantasmi che gli inquieti si portano dietro anche quando la loro vita prende una direzione definita o di successo.
Ma la cosa che più mi ha colpito della sceneggiatura della diabolica Cody e di Young adult è la capacità dello script di mostrare il meglio - ma soprattutto ed impietosamente il peggio - dei due lati della barricata: se, infatti, Mavis maschera dietro l'aura del successo cittadino una natura fragile e meschina, il fantasma dell'alcolismo ed un'immaturità imbarazzante - terribili le sequenze dei confronti con l'ex compagno di liceo Matt ed il suddetto Buddy - portati in scena da una stratosferica Charlize Theron, la geografia umana del paese cui fa ritorno appare clamorosamente arida, fatta di ignoranza e banalità, pregiudizi e visioni limitate - se non peggio, come nel caso dei genitori di Mavis o della sorella di Matt -.
Nessuno pare salvarsi, da questo ritratto impietoso che deve la sua efficacia più alla penna della sceneggiatrice che non a Jason Reitman, che continua fondalmentalmente il discorso già iniziato con i lavori precedenti riscattandosi comunque senza dubbio dello scialbo Tra le nuvole, e dai personaggi - quasi tutti in qualche modo perdenti - al pubblico non si esce senza una qualche ferita dalla lotta che ingaggia Mavis rispetto allo status quo del suo passato, e perfino quando la presa di coscienza della protagonista - nella già citata sequenza da brividi della festa per il battesimo della figlia di Buddy - pare dare una qualche speranza rispetto al futuro tutto cambia completamente prospettiva al primo - limitatissimo - riconoscimento del vecchio io della stessa Mavis.
Una fotografia terribile che potrebbe vestire meglio un dramma, più che una commedia, e che ricorda i momenti più oscuri di un altro road movie dell'anima da crisi di mezza età come fu Broken flowers, senza però la stessa carica imprevedibile e sbarazzina in grado di lasciar intravedere una luce in fondo al tunnel.
La partenza di Mavis, infatti, suona come una vittoria di Pirro da entrambe le parti, e la sensazione di essere coccolati e liberi eppure inesorabilmente prigionieri crea un legame quasi empatico con il piccolo cane completamente in balìa di questa scrittrice fantasma non più così giovane come vorrebbe.
Un pò come volere, e non potere.
Niente di più simile ai dolori della crescita.
A qualsiasi età decidano di bussare alla nostra porta.
Ancor di più scoprire di essere diventati adulti, in quel decennio tra i trenta e i quaranta in cui ci si trova a dover mettere a confronto sogni, aspettative e desideri ancora vivi con responsabilità e cambiamenti che paiono pesare come macigni. Uno stato che si potrebbe definire di consapevolezza ed esperienza cui manca, però, l'equilibrio che soltanto la maturità - e solo a volte - è in grado di dare con il sopraggiungere della vecchiaia.
Mavis Gary questo non l'ha ancora imparato sulla pelle - e chissà, forse non lo imparerà mai -, così, armi e bagagli alla mano, muove guerra al suo vecchio paese di provincia e ad una vita che ad un tempo la porta in palmo di mano e la riduce all'ombra del ricordo che ha di se stessa, concentrandosi sulla conquista della vecchia fiamma Buddy, amore mai dimenticato degli anni del liceo, nel pieno dei nineties che tanto ricordano Giovani, carini e disoccupati.
Diablo Cody - classe 1978 - quel periodo deve ricordarlo davvero bene, un pò come il sottoscritto e tutti quelli che, ai tempi, sognavano Wynona Rider o Ethan Hawke: deve esserci molto, di lei, in Mavis, o almeno i fantasmi che gli inquieti si portano dietro anche quando la loro vita prende una direzione definita o di successo.
Ma la cosa che più mi ha colpito della sceneggiatura della diabolica Cody e di Young adult è la capacità dello script di mostrare il meglio - ma soprattutto ed impietosamente il peggio - dei due lati della barricata: se, infatti, Mavis maschera dietro l'aura del successo cittadino una natura fragile e meschina, il fantasma dell'alcolismo ed un'immaturità imbarazzante - terribili le sequenze dei confronti con l'ex compagno di liceo Matt ed il suddetto Buddy - portati in scena da una stratosferica Charlize Theron, la geografia umana del paese cui fa ritorno appare clamorosamente arida, fatta di ignoranza e banalità, pregiudizi e visioni limitate - se non peggio, come nel caso dei genitori di Mavis o della sorella di Matt -.
Nessuno pare salvarsi, da questo ritratto impietoso che deve la sua efficacia più alla penna della sceneggiatrice che non a Jason Reitman, che continua fondalmentalmente il discorso già iniziato con i lavori precedenti riscattandosi comunque senza dubbio dello scialbo Tra le nuvole, e dai personaggi - quasi tutti in qualche modo perdenti - al pubblico non si esce senza una qualche ferita dalla lotta che ingaggia Mavis rispetto allo status quo del suo passato, e perfino quando la presa di coscienza della protagonista - nella già citata sequenza da brividi della festa per il battesimo della figlia di Buddy - pare dare una qualche speranza rispetto al futuro tutto cambia completamente prospettiva al primo - limitatissimo - riconoscimento del vecchio io della stessa Mavis.
Una fotografia terribile che potrebbe vestire meglio un dramma, più che una commedia, e che ricorda i momenti più oscuri di un altro road movie dell'anima da crisi di mezza età come fu Broken flowers, senza però la stessa carica imprevedibile e sbarazzina in grado di lasciar intravedere una luce in fondo al tunnel.
La partenza di Mavis, infatti, suona come una vittoria di Pirro da entrambe le parti, e la sensazione di essere coccolati e liberi eppure inesorabilmente prigionieri crea un legame quasi empatico con il piccolo cane completamente in balìa di questa scrittrice fantasma non più così giovane come vorrebbe.
Un pò come volere, e non potere.
Niente di più simile ai dolori della crescita.
A qualsiasi età decidano di bussare alla nostra porta.
MrFord
"And so I cry sometimes when I'm lying in bed
just to get it all out, what's in my head
and I, I'm feeling a little peculiar
and so I wake in the morning and I step
outside and I take deep breath
and I get real high
and I scream to the top of my lungs
what's goin' on?"
just to get it all out, what's in my head
and I, I'm feeling a little peculiar
and so I wake in the morning and I step
outside and I take deep breath
and I get real high
and I scream to the top of my lungs
what's goin' on?"
4 Non Blondes - "What's up" -
una delle commedie più intelligenti di questa stagione cinematografica, bravissima Charlize Theron :)
RispondiEliminaUna commedia davvero interessante, molto più stratificata di quanto non sembri a prima vista! Sono d'accordo!
Eliminavabbè bom, siamo d'accordo anche su questo.
RispondiEliminaallora la nostra rivalità sta decisamente andando a quel paese...
io per sicurezza sto già cercando altri potenziali rivali nella blogosfera :D
Potenziali rivali del mio calibro non ne puoi trovare.
EliminaE tranquillo: basta che ti guardi un Van Damme e tutto torna come al solito! Ahahahahah!
cannibal mi candido io se vuoi. pensa che a me sto young adult non è piaciuto per niente :D
Eliminaovviamente ford non voglio toglierti il giocattolo ;) e se deve accadere sarà solo sotto la tua ala protettrice.
EliminaFrank, Cannibale giocattolo mi fa ridere! ;)
EliminaDetto questo, tranquillo. Resto io il public enemy.
Posso capire perchè non ti sia piaciuto Young adult, ma ti dirò: se lo rivedi, lo rivaluti.
Dopo Juno un'altra possibilità all'accoppiata Diablo Cody-Reitman l'avrei data comunque, poi se si tratta di un film che mette d'accordo te e il Cannibale bisognerà proprio vederlo!
RispondiEliminaJoy, con questo Reitman si è rifatto dello scialbo Tra le nuvole e la Cody di quella schifezza di Jennifer's body.
EliminaRecuperalo, poi mi farai sapere com'è andata!
Non so... mi ha un po' deluso. Però più passano i giorni e più mi viene da rivalutarlo. Probabilmente dovrei rivederlo.
RispondiEliminaOttimista, io ero partito dall'idea di due bicchieri. Poi, in questi giorni, l'ho lasciato depositare, e mi è parso veramente potente.
EliminaUna visione la merita a prescindere solo per la presenza di Charlize Theron :)
RispondiEliminaPesa, effettivamente il tuo è un punto di vista tecnico inattaccabile, per quanto la Charlize non sia il mio tipo. ;)
Eliminanon mi convince al 100% ma lo tengo in considerazione, con calma lo recupererò.
RispondiEliminaRecuperato invece Restless L'amore che resta, bello! Grande segnalazione!
Vincent, sono contento ti sia piaciuto Restless!
EliminaPer quanto riguarda questo, recuperalo. Una visione la merita tutta!
Ed ecco un altro titolo da segnare sulla mia lista !
RispondiEliminaMeglio uno in più che uno in meno, no!? ;)
EliminaEsatto :)
EliminaQuesta è la giusta filosofia.
EliminaSì, senza dubbio lo voglio vedere.
RispondiEliminaQuando tu e Marco siete d'accordo ci vado sempre di lusso :D
Sicuramente quando un film mette d'accordo me e colui che non deve essere nominato merita di essere recuperato!
EliminaCome sapete io nn sono affatto d'accordo, l'ho trovato troppo scontato, prevedibile, nn così graffiante, tutto molto, troppo "detto". E x me nn c'è proprio paragone con Juno, nè con Thank you for smoking.
RispondiEliminaBarbarella, io non l'ho trovato affatto facile da accettare. Tanto da aver cambiato la mia opinione in merito sia durante la visione che nel corso dei giorni appena successivi.
EliminaE' uno di quei film che acquista valore con il tempo, a mio parere.
Eventualmente, prova una seconda visione, in futuro.
Credo sia più che sufficiente una prima visione, nn ce la farei a sorbirmene un'altra... Tra l'altro l'ho già quasi dimenticato, nulla mi è rimasto impresso, nn è un film nelle mie corde. Niente di male, a volte si possono avere pareri discordanti, so infatti che questo film divide molto.
EliminaBarbarella, ci sta tutto.
EliminaIn fondo, il bello del Cinema è anche discutere dei pareri discordanti, no!?
D'accordissimo, così nn ci annoiamo!
EliminaParole sante.
EliminaEcco, questo film io non so se voglio vederlo, che solo leggere la tua recensione mi ha fatto male e poi ne esco a pezzi e non è cosa né periodo.
RispondiEliminaSoprattutto non è periodo.
Ma magari tra qualche mese, con calma...
Effettivamente, se non sei nel mood giusto, questo film può fare male.
EliminaAspetta.
In fondo, il bello del Cinema è che è sempre lì, quando vogliamo andare a cercarlo.
me l'era persa la tua recensione! Concordo sulle tue impressioni e sulla difficoltà di lasciare la youth per diventare adult ;)
RispondiEliminaMargherita, da un certo punto di vista è utile rimanere forever young, ma è altrettato importante riuscire a crescere, in fondo. :)
Elimina