venerdì 9 marzo 2012

Rambo - First blood

Regia: Ted Kotcheff
Origine: Usa
Anno: 1982
Durata: 93'



La trama (con parole mie): John Rambo è un reduce del Vietnam tornato a casa segnato dalle sofferenze e dalle esperienze della guerra, in cerca dell'ultimo suo commilitone rimasto in vita. 
Venuto a sapere della morte di quest'ultimo per malattia, l'uomo comincia a vagare senza meta per finire in una cittadina di provincia ed essere preso di mira da uno sceriffo poco ospitale rispetto ai vagabondi.
Inizia così una vera e propria guerra tra Rambo e le forze dell'ordine locali, che degenera fino a coinvolgere la Polizia di Stato e l'esercito, causando l'arrivo in loco dell'uomo che ha addestrato John facendolo diventare una macchina da guerra su gambe: il Colonnello Trautman.




Tra i grandi cult della mia infanzia e prima adolescenza, Rambo era forse l'unico che ancora mancava all'appello, qui al saloon: il ritardo nella sua apparizione - dovuto principalmente al confronto da sempre perso con il suo antagonista stalloniano diretto Rocky - cominciava a diventare davvero enorme, e complice una revisione che mancava da anni in casa Ford ho deciso di riesumare questo personaggio indimenticabile interpretato dal vecchio Sly e dal suo labbro.
Superato lo shock iniziale legato alla presa di coscienza che si tratti ormai di un film di trent'anni fa - e mi pare davvero incredibile anche solo immaginare che questo sia possibile -, occorre da subito sottolineare quella che resta l'associazione più importante tra Rambo e l'appena citato Balboa, protagonista a parte: il primo capitolo di quella che diverrà una saga, infatti, risulta essere un film ben lontano dalla tamarrata, motivato da riflessioni sociali legate ad un periodo ben preciso - il post Vietnam che diede vita a Capolavori come Il cacciatore, che per quanto distante anni luce da questo lavoro di Ted Kotcheff mantiene basi molto simili - nonchè decisamente interessante.
Il disagio sociale del reduce accolto come un colpevole dal Paese per il quale ha combattuto è un tema caro a molto del Cinema made in Usa prodotto a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, e benchè qui rappresentato in una versione certo molto terra terra - o pane e salame, come si usa dire da queste parti - risulta evidente la ricerca degli sceneggiatori - più che del regista - di mostrare un antieroe malinconico e solitario, un loser da Frontiera che si è visto portare via tutto e trova nel concetto di lotta - e di guerra - l'unica via per dimostrare di essere ancora vivo, o più che altro, per sopravvivere ad un'esistenza che ha tolto e continuato a togliere, più che regalare qualcosa.
Nonostante questo background "serio", Rambo resta comunque ed inesorabilmente una sorta di antologia di scene cult neppure fosse il più tamarro degli action movies - aspetto che verrà amplificato con i capitoli successivi -: dal montaggio che rievoca le torture subite in Vietnam nel corso dell'arresto all'autosuturazione - qualche anno fa uno dei tizi più tosti che abbia mai incontrato, Peter, mi disse che anche lui si dilettava in quel campo, all'occorrenza: l'aveva imparato nel corso del periodo che trascorse nella Legione Straniera, ma ci vorrebbe un post intero dedicato a lui per rendere bene l'idea -, dall'arrivo di Trautman - "Io non sono venuto per salvare Rambo da voi, ma per salvare voi da lui", impacabile - all'indimenticabile monologo finale in cui Sly ed il suo leggendario labbro regalano al pubblico una delle loro prove più convincenti, tutto in questo film è pervaso dall'atmosfera dei grandi cult, e ad oggi credo rappresenti uno degli ultimi esempi di Cinema action ancora in bilico tra la coscienza sociale degli anni settanta ed il fracassonismo reaganiano eredità degli eighties.
Per quanto, dunque, il buon John non riuscirà mai a trovare nel cuore dei fan lo stesso spazio dello Stallone italiano e in quello dei critici l'importanza che meriterebbe come personaggio simbolo di un'epoca, è e resterà un riferimento per generazioni di spettatori che hanno parteggiato - e parteggiano - per lui - a ben vedere una scheggia impazzita, un protagonista totalmente antisociale - nella sua lotta contro l'oppressione di una legge amministrata da un branco di rednecks con fare da bulli neanche fossimo tornati ai tempi degli indiani d'america in rivolta contro i soprusi delle giacche blu: in questo senso, il film di Kotcheff diviene una pietra miliare in grado di trascendere dal genere, chiedendo a gran voce un posto nell'Olimpo dei cult per eccellenza.
Non sarà il primo, questo è sicuro, ma di certo neanche l'ultimo.
Perchè Rambo lotta, combatte, se necessario uccide.
Ma, in fondo, cerca solo il posto che merita.


MrFord


"It's a long road
when you're on your own
and it hurts when
they tear your dreams apart
and every new town
just seems to bring you down
trying to find peace of mind
can break your heart
it's a real war."
Dan Hill - "It's a long road" -

33 commenti:

  1. mega cult.
    e non aggiungo altro.

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  2. Pensavo di farlo vedere a mio figlio, certo i ragazzini di oggi sono abituati a ben altri ritmi e trucchi cinematografici. Ma penso che la figura di Rambo rimanga tutt'ora abbastanza particolare da attirare la sua curiosità.

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    1. Skull, a parte che ti immaginavo supergiovane e scopro che hai un figlio, comunque io lo proporrei: chissà che non possa apprezzare i cult della nostra generazione!

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    2. Irriverent Escapade9 marzo 2012 alle ore 13:27

      Ah ah ah Skull supergiovane?....è che lui si disegna così!
      Perdonami l'intrusione. Ma non ce la potevo fare ;-)

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    3. Irriverent, tranquilla.
      A questo punto sale la curiosità sulla vera età di Skull. ;)

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    4. Visto ieri sera! A mio figlio è piaciuto molto. Certo lo faceva ridere un po' l'ingenuità fanciullesca che Rambo mostra all'inizio del film, quando lo trattano male.
      Ma allo sfogo finale non sembra un po' Verdone quando interpretava l'emigrato calabrese (in Bianco rosso e verdone , se non ricordo male) che sta zitto per tutto il film e poi scoppia in una protesta senza freni?

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    5. Lo sfogo finale è un supercult, Skull.
      Sono contento che tuo figlio l'abbia apprezzato.
      Rambo deve continuare a lasciare a bocca aperta anche le prossime generazioni.
      Ma alla fine quanti anni hai!?!? ;)

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    6. Mi arrendo:
      http://abloginmypocket.blogspot.com/2012/03/correva-lanno-1966.html

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    7. Irriverent Escapade11 marzo 2012 alle ore 20:08

      Uffaaa, con voi non gioco più!!!

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    8. Skull, a questo punto pensavo fossi più vecchio! Dai, sei come un fratello maggiore! ;)

      Irriverent, tocca a te svelare il mistero, a questo punto!

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  3. Sì, gli Shandon erano fighi, ora non so. Perché ti ho scritto questo? Ubriacatura molesta, capiscimi! Rambo però era figo, almeno nel mio immaginario, non l'ho mai visto.

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    1. Ti capisco, tranquillo. :)
      Se non l'hai mai visto, però, devi rimediare al più presto!

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  4. a me aveva sorpreso anche la completa assenza di personaggi femminili.

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  5. Ero davvero troppo piccola per apprezzarlo degnamente, quindi per me rimarrà sempre avvolto da un'aura tamaVVa.
    Però se mi capita un'occhiata "adulta" e più consapevole gliela ridò.
    Magari prima che esca The Expendables 2 e ritrovare un minimo di serietà!

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    1. Conto i secondi per Expendables 2.
      Intanto, recupera questo supercult!

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  6. Ah ah, grande Ford. Io ho visto prima il 2, che era solo tamarrata. L'uno mi aveva stupito per l'umanità che nel secondo capitolo non avevo trovato. Poi rimangono le frasi cult da te citate. È un cult e lo sarà sempre. (e se vuoi ridere ci sono su YTube delle versioni esilaranti in dialetto veneto: Ramboso)

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    1. Gae, concordo in pieno sulle differenze tra primo e secondo capitolo.
      Ma le frasi cult non mancheranno neanche in quel caso.
      E' una saga che ho accantonato per anni e di recente, una volta rivista, mi è parsa clamorosamente cult.
      Per la versione veneta, andrò a vedere!

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  7. John Rambo, che personaggio!!!!!!!!!!!!!!!!
    Il coltello è stato in cima alla lista dei miei desideri per moooolto tempo.
    Sly e il suo labbro hanno fatto la storia del cinema. Filmone!

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  8. Vincent, parole sante.
    E se ti capita di recuperare un secondo coltello, passalo da queste parti. ;)

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  9. Grande grande film, lontano anni luce dagli altri episodi -non per questo però meno belli- super tamarri.
    Non lo vedo da un bel po'.
    Devo rimediare al più presto!

    Il tuo sms mi è arrivato, a te è arrivata la risposta?

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    1. Dembo, questo è il principio di una serie supercult.
      Appena posso mi prendo tutti i bluray. ;)

      Mi è arrivato, ma oggi mi hanno frantumato i maroni al lavoro. Se riesco ti chiamo dopo!

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  10. "...e ad oggi credo rappresenti uno degli ultimi esempi di Cinema action ancora in bilico tra la coscienza sociale degli anni settanta ed il fracassonismo reaganiano eredità degli eighties."
    Gran bella definizione! :)
    Comunque mitico! Sarei proprio curioso di rivederlo ora, a distanza di anni.
    Ah, nei "ti potrebbero interessare" alla fine del post è apparso "La vita è un sogno" e mi è venuto in mente che parecchio tempo fa dovevo proporti un altro free drink a cui però non avevo più pensato. La consumazione gratuita è sempre disponibile?

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    1. Ottimista, muchas gracias per i complimenti!
      Detto questo, Rambo è più che mitico.
      L'ho rivisto dopo anni, e l'ho trovato fantastico.
      Per quanto riguarda il free drink, spara: è sempre disponibile!

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  11. Lo spirito dell'alveare, di Erice, lo hai già visto?

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    1. Mi manca. E' il tuo prossimo free drink? Così me lo segno! ;)

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  12. Allora sì, è il free drink! Secondo me ti piacerà molto e sono curioso di leggere il tuo parere. :)

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    1. Perfetto!
      Lo metto in lista. Tieni conto che ci vorrà un pò, ho i post programmati fino a fine mese! ;)

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    2. Nessuna. Intanto il mulo me l'ha prontamente procurato. :)

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