mercoledì 3 ottobre 2018

Good time (Ben&Josh Safdie, USA, 2017, 101')




- Ho recuperato quasi per caso Good Time, produzione firmata da Benny e Josh Safdie, dopo averne letto - e molto bene - in rete grazie a Netflix, sempre più una realtà con la quale fare i conti per ogni appassionato di Cinema e serie televisive.

- La cornice da periferia alla deriva, la disperazione di fondo, l'atmosfera senza troppe speranze condita dalla fallibilità dei protagonisti sono riuscite a riportare alla memoria il modello del primo Scorsese, quello di Mean Streets e delle luci dei bar malfrequentati all'ombra della grande città.

- Più che discreto Robert Pattinson, un altro di quegli attori rovinati per sempre da un ruolo che difficilmente - Daniel Radcliffe docet - riusciranno mai davvero a scrollarsi di dosso.

- Nonostante il contesto abbia evocato memorie dei lavori del giovane e mitico Marty, Good time mostra il fianco come qualsiasi opera di artisti ancora acerbi, o forse semplicemente e solo "bravi" e non indimenticabili.

- Connie Nikas, charachter borderline, egoista e disperato, pare uscito da quei noir duri, sporchi e cattivi che hanno fatto la fortuna del genere, e riesce proprio nel suo essere in qualche modo viscido e scomodo a catturare l'attenzione dello spettatore.

- Dovendo sottolineare un difetto principale al lavoro dei Safdie direi che, disagio sociale a parte, non si ha ben chiaro - o quantomeno, io non l'ho percepito - quale direzione avrebbero voluto dare alla pellicola, e con quale spirito hanno deciso di portarla sullo schermo. Good time non presenta tanto una mancanza "caratteriale", quanto di intenti che hanno reso grandiosi titoli ascrivibili alla stessa categoria come il già citato Mean Streets o il più recente Victoria.

- Pur lasciandolo sedimentare per diversi giorni, emotivamente non pare essere rimasto granchè, e forse la stanchezza che ai tempi della visione mi suggerì di riprenderlo il giorno successivo non fu così determinante nel considerarlo in qualche modo incompleto.

- I Safdie, nonostante le incertezze, meritano comunque la possibilità di crescere e di farsi conoscere, considerato che, seppur non perfettamente riuscito, Good time è un film che in molti si sognano di portare sullo schermo anche all'apice della loro carriera: l'importante è che non si perdano come i loro protagonisti, o come registi usciti da background simili inesorabilmente smarritisi lungo la strada come Dito Montiel.



MrFord



 

6 commenti:

  1. Lo avevo segnato ai tempi di Cannes, ma mi era passato di mente. Ripetto in lista. Netflix e i suoi menu distraggono, purtroppo.

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    1. Capisco bene. Netflix sta diventando una droga anche qui.

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  2. Aveva lasciato qualche dubbio pure a me, con una direzione non precisa, con troppo sporco a respingermi e una serata/mood forse non adatto alla visione. Peccato perchè avevo amato i Safdie ancora più underground con Heavens Knows What, che ovviamente ti consiglio ;)

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    1. Me lo segno, spero solo di trovarlo, perchè qui il problema resta quello! ;)

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  3. Sono incredibilmente d'accordo quasi con tutto.
    Film interessante, ma che non si capisce bene quale direzione voglia prendere. Cosa che fino a un certo punto è anche positiva, ma poi si trasforma nel limite del lavoro.

    Spero proprio che i registi non facciano la fine di un Dito nel culo... volevo dire di un Dito Montiel, registucolo da strapazzo che giusto a te poteva sembrare promettente. :)

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    1. Effettivamente, a parte il bellissimo Guida per riconoscere i tuoi santi, su Montiel avevi ragione tu. Spero solo non succeda lo stesso con i Safdie.

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