Regia: Michael Mann
Origine: USA
Anno: 2004
Durata: 120'
La trama (con parole mie): Max, un meticoloso e sognatore tassista notturno di Los Angeles, all'inizio del suo turno di lavoro carica per caso Vincent, misterioso individuo che, in cambio di un cospicuo pagamento, richiede il suo servizio per tutta la notte, in modo che possa scarrozzarlo attraverso cinque fermate di lavoro prima del ritorno in aeroporto.
Max, seppur riluttante, accetta, salvo poi scoprire sulla sua pelle che l'uomo che ha preso a bordo è in realtà un sicario assoldato dai cartelli della droga per eliminare una serie di bersagli che potrebbero danneggiare uno dei boss incontrastati del narcotraffico in un imminente processo: il confronto tra i due, ed il loro viaggio attraverso la notte di L. A., diviene una metafora del rapporto che entrambi hanno con la vita, il passato, il presente ed il futuro, così come sul lato "collaterale" del Destino.
Rivedendo Collateral per l'ennesima volta - di fatto, si tratta di uno dei miei film cult legati all'estate -, oltre ad ammirare la tecnica pazzesca di Michael Mann, la fotografia da urlo, i momenti che rimarranno impressi nella Storia del Cinema recente, ho pensato a quanto sarà bello poter raccontare al Fordino, tra quindici o vent'anni, guardando questo film insieme, che ai tempi lo vidi in sala, insieme a suo zio, entrambi esaltatissimi per il ritorno sul grande schermo di uno dei registi action più importanti dell'Occidente cinematografico, vero erede della tradizione di pietre miliari come Vivere e morire a Los Angeles ed unico a raccogliere il testimone di gente come Melville per rispondere ai Maestri d'Oriente come Johnnie To.
Questo cult magistrale - tecnicamente ed emotivamente parlando - presterebbe il fianco ad analisi infinite e critiche dettagliatissime, legate al montaggio, alle riprese di una Città degli angeli mai così viva, ad un crescendo che riesce nell'impresa di trovare un punto d'incontro praticamente perfetto tra il Cinema d'autore e quello mainstream, alla tensione, ad una delle migliori interpretazioni della carriera di Tom Cruise, e chi più ne ha, più ne metta.
Ma non voglio svilire Collateral in questo modo.
Sarebbe come cercare di catalogare il jazz, e le meraviglie di Miles Davis, o Charles Mingus.
O tentare di decifrare i significati delle esistenze che viviamo, così piccole ed insignificanti al cospetto del disegno dello spazio infinito eppure clamorosamente importanti nel microcosmo che affrontiamo un giorno dopo l'altro, fosse anche l'ultimo.
Collateral, per me, è quel giorno con mio fratello, seduti ammirando il nuovo lavoro di quel vecchio figlio di puttana che ci lasciò - e lascia - a bocca aperta con The Heat - che vedrò di recuperare presto, magari entro la fine dell'estate -, lui con l'occhio ancora pesto per l'incidente in motorino ed io alla ricerca del perchè quel cineasta così legato all'azione - che allora non aveva la stessa importanza di oggi, per il sottoscritto - riuscisse a trasformare la materia grezza del genere in qualcosa che andava oltre perfino alla filosofia.
Oppure, tre anni dopo, nella casa gigantesca da studentessa di Julez, la visione del dvd in cucina, con lei che quasi crollava dal sonno, il Jameson ed uno dei pompini da urlo che resero ancora più da urlo quel periodo.
Ed ogni visione da quel momento in avanti, fino a questa sera - che non so quando sarà, rispetto alla pubblicazione del post -, con la stessa Julez a dormire il sonno dei giusti - meritatissimo - e Ale nella sua cameretta, ed io di fronte alla tv ancora con gli occhi spalancati, patatine, whisky e coca.
Gli occhi. Specchio dell'anima oppure no, sono la chiave di volta di questo film.
Sono quelli scuri ed appassionati di Max, che come la maggior parte di noi, tira avanti aggrappandosi ad un sogno che sa già in partenza non riuscirà a realizzare, finendo per svegliarsi, un giorno, vecchio e malinconico, parlando dei tempi andati.
Quelli di Vincent, che si specchiano nella sua stessa espressione predatoria, capaci di rassegnarsi e salvare una vita, provare l'invincibilità del caso e la meraviglia della passione, l'ironia nera delle esecuzioni nel vicolo e la forza dirompente di un animale senza perdono - per dirla alla Clint - nel cuore di una discoteca.
Sono quelli di due coyotes che vagano, neanche fossero fantasmi, per le strade deserte - o quasi - della notte losangelina: i riflessi brillanti lasciano un segno, si specchiano nei nostri pronti a guardarli come l'abisso di Nietzsche, o la macchia solare del pezzo degli Audioslave in sottofondo.
Dove stiamo andando, tutti quanti?
Dove corriamo?
Quale significato avranno i nostri progetti nell'arco di uno, cinque, dieci, vent'anni, quando non sappiamo neppure dove saremo domani?
Lottiamo davvero per nulla come il Detective Fanning, o per essere dimenticati a bordo di una vettura della metropolitana come Vincent?
La notte che ci porta al confronto con il lato oscuro della Natura e del Destino, con il "collaterale" di noi stessi, è davvero l'antefatto di un'alba di speranza?
O i sogni rimarranno una cartolina buona giusto per un pò di nostalgia in ritardo?
Nessuno può saperlo.
Max o Vincent che sia.
E' questo l'aspetto collaterale della vita.
E a noi non resta che viverlo, per scoprire, se non domani, almeno cosa ci riserva l'oggi.
MrFord
"When the hills of los angeles are burning
palm trees are candles in the murder wind
so many lives are on the breeze
even the stars are ill at ease
and Los Angeles is burning."
palm trees are candles in the murder wind
so many lives are on the breeze
even the stars are ill at ease
and Los Angeles is burning."
Bad Religion - "Los Angeles is burning" -
"Collateral" lo vidi alla mostra del cinema a Venzia, inutile dire che appena iniziarono le prime sequenze in sala avevamo già capito tutti che dannato capolavoro stavamo per vedere, basta solo pensare a come con il montaggio delle primissime sequenze viene descritto il personaggio di Max senza nemmeno fargli aprire bocca o interagire con qualcuno. Questa è una delle tante infinite chicche che solo un autore con una visione abnorme del cinema sa compiere con disarmante scaltrezza. Ma poi quando entra in scena Vincent, già dal modo in cui entra nel taxi è palese come sia una variabile anarchica dentro una pellicola che fino a poco prima poteva tranquillamente essere una storia d'amore e sogni, ma invence quel scolorito Tom Cruise è la pura follia, il cinema di genere che entra prepotantemente in una confezione extra lusso senza paura di scuoterla dalle fiscere. Mentre tutto questo succede ci rendiamo conto che il noir moderno passa proprio dalla visione metropolitana di Mann, luogo d'incontro tra persone/generi diverse che seppur passando del tempo assieme non si scambiano mai un contatto.
RispondiEliminaSu di una cosa non sono concorde con la tua recensione, Mann era importante fin da "Manhunter", quello che non è mai stato prima di Heat e Collateral è essere veramente famoso.
Tiziano, analisi più che giusta.
EliminaComunque ho citato The heat solo perché lo condivido con mio fratello.
Io considero grande tutto il Cinema di Mann.
film spettacolare. Michael Mann è un mito che meriterebbe molta più considerazione e molto più successo
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo. Mann va riscoperto.
EliminaAh però. Stai a vedere che quasi quasi Tom torna a riservarci belle sorprese...
RispondiEliminaA dire il vero il film è di dieci anni fa. ;)
EliminaSe non l'hai ancora visto, recuperalo al volo.
Bellissimo. Mann è uno dei miei registi favoriti ed anche qui non si smentisce. Persino Cruise è praticamente perfetto.
RispondiEliminaMann strepitoso, anche uno dei miei indiscussi favoriti.
Eliminagrande film, anche un mio cult personale.
RispondiEliminama la domanda è: se julez quella volta stava crollando dal sonno, il pompino da urlo chi te l'ha fatto? :D
Ammetto che il dubbio è venuto anche a me ;)
EliminaRagazzi, si è svegliata proprio nel momento giusto! ;)
EliminaUrlo? Chi è che urla? Ma perché non mi lasciate mai dormire?!
EliminaE non si sveglia la Julez che dorme! ;)
EliminaAzz qui torno indietro di 10 anni esatti! La visione di questo film è legata ad un ricordo particolare che mi hai fatto rivivere, leggendo la tua strepitosa recensione. Quella sera era venuto a prendermi un mio caro amico, e abbiamo iniziato la serata appunto al cinema. Inutile dire che il film ci ha rapito, è stato davvero emozionante e ricordo che abbiamo discusso sul destino, sul futuro... La serata è continuata in gruppo, poi siamo andati da soli in un locale "alternativo" dove si ballava con musica rock e grunge. Ma l'ultima canzone era un lento, e ricordo come fosse ieri che mentre ballavamo abbracciati ho pensato: "ricordati questo momento perché non tornerà più, goditi la magia perchè qui e ora la vita è perfetta". Inutile dire che poi lui è andato a lavorare all'estero, si è sposato ecc, e le nostre strade si sono divise, anche se ogni tanto ci sentiamo. Ed eccola, la mia nostalgia in ritardo, e un pizzico di rimpianto. Grazie Ford.
RispondiEliminaGrazie a te per i complimenti.
EliminaSono contento che film e recensione abbiano toccato le corde giuste.
È il bello del Cinema, e di filmoni come questo. :)
Film enorme, con una fotografia da urlo e un finale da leggenda.
RispondiEliminaE Tom qui tira fuori una delle sue migliori performance
Enorme è riduttivo. E qui Tom spacca davvero i culi.
EliminaRicordo che mi aveva spiazzato la voce di Cruise (non mi sono ancora abituato al nuovo doppiatore, a distanza di anni) ma che mi aveva lasciato di sale. E ogni tanto ci scappa una nuova visione.
RispondiEliminaE poi si, questa vita alla fine svuotata dalla morte, sia che tu sia buono sia che tu sia cattivo... Io continuo a sperare che ci sia un'alternativa migliore a quella di finire dimenticato. Forse mi illudo. Buon fine settimana, cowboy
EliminaLe domande sui massimi sistemi portano sempre strascichi "collaterali", come la vita. ;)
EliminaComunque in questo caso il doppiatore era quello storico di Tom. In Eyes wide shut ebbe una diversa assegnazione che lasciò perplessi molti. Me compreso.
sul serio? Stasera me lo riguardo, chissà cosa mi ero fumato?
EliminaBeh, se è una scusa per riguardarlo, tanto meglio!
EliminaDevo assolutamente rivederlo perché la prima volta fu su un pullman diretto a Praga con teste che coprivano il televisorino e io a fare zigzag cercando di capirci qualcosa.
RispondiElimina"Heat - la sfida" è un capolavoro e Mann è un grande regista che manca nelle sale.
Assolutamente. È uno dei film USA fondamentali del Nuovo Millennio.
Eliminafinalmente torni a parlare di cinema, questa pausa mondiale è stata un po' forzata per me, si collateral è un grande grandissimo film :D
RispondiEliminaA me la pausa Mondiale sta servendo tantissimo.
EliminaAppena finito tornerò sul Cinema a tempo pieno.
aspetto a braccia aperte un ritorno al grande e bellissimo cinema :D
EliminaIn fondo il Cinema è sempre il Cinema.
EliminaFilm cultissimo, straordinariamente d'atmosfera, amato dal sottoscritto alla follia. Da vedersi rigorosamente al buio, col volume a palla, e tuffarsi nella notte losangelina: vi sembrerà di esserci sul quel taxi... e quando vedrete due coyote che attraversano la strada, vi sembrerà la cosa più normale del mondo. Una scena che toglie il fiato...
RispondiEliminaUna delle sequenze più importanti degli Anni Zero.
EliminaStupenda.
E film d'atmosfera e magnifico.
Film davvero meraviglioso,mi ricordo la scena in discoteca con la gente che balla su Paul Oakenfold mentre Tom ammazza la gente...lui qui è stato davvero bravo,e il finale è grandioso.Cruise oltre ad essere un gran bel pezzo d'uomo,secondo me in molti dei suoi film ha recitato davvero bene, a dispetto di tanti altri bellocci che sono andati avanti solo perchè stavano bene sul poster del film!!!!!
RispondiEliminaCruise è un grande, e questo senza dubbio uno dei film che l'ha valorizzato di più.
EliminaMann, del resto, è davvero uno con le palle, quando si tratta di sfruttare al meglio tecnica, mezzi e attori.