sabato 24 maggio 2014

The rainmaker - L'uomo della pioggia

Regia: Francis Ford Coppola
Origine: USA
Anno: 1997
Durata: 135'




La trama (con parole mie): Rudy Baylor, un giovane ed idealista avvocato di Memphis, accetta di patrocinare una famiglia a basso reddito rimasta vittima di una complessa truffa assicurativa per mano di una compagnia che è un vero e proprio colosso del settore.
Spalleggiato dal veterano e non ancora avvocato Deck Shifflet, Rudy dovrà ingaggiare una vera e propria battaglia all'ultimo cavillo che lo vedrà opposto ad uno degli studi più importanti della città, schierato al gran completo alle spalle dello squalo del foro Leo Drummond: l'occasione finirà per essere un banco di prova per il ragazzo per una crescita non soltanto professionale, ma umana.
Accanto alla fragile Kelly, maltrattata dal marito e conosciuta proprio grazie all'esercizio del mestiere, Rudy muoverà i suoi primi passi ben oltre i confini delle aule di tribunali: un percorso che potrebbe rivelarsi ben più importante rispetto a quello da avvocato.








Francis Ford Coppola è senza ombra di dubbio uno dei nomi di riferimento del panorama cinematografico statunitense, non fosse altro per Apocalypse now, uno dei grandi Capolavori irrinunciabili della Storia del Cinema.
Accanto a quest'ultimo, ovviamente, figurano almeno i primi due capitoli della saga de Il padrino e La conversazione, pronti a rendere il cineasta di origini italiane uno dei volti più importanti della New Hollywood che nel corso degli anni settanta ribaltò il mondo del Classico e dei grandi studios che avevano dominato la scena nel ventennio precedente.
Eppure quando penso al buon Francis, uno dei primi titoli che mi tornano in mente è senza dubbio The rainmaker, legal drama onesto e pulito tratto da un romanzo dell'esperto del settore John Grisham, titolo al quale ho voluto un gran bene fin dalla prima visione.
Tenendo, infatti, un profilo squisitamente basso, Coppola è riuscito, grazie anche ad una confezione assolutamente pregevole, a trovare il punto d'incontro perfetto tra il blockbuster hollywoodiano "impegnato" e l'opera d'autore, potendo contare su un gruppo di attori tutti straordinariamente in parte - dall'aggressivo principe del foro Jon Voight alla futura star del piccolo schermo grazie a Homeland ed ex Giulietta Claire Danes passando attraverso la piccola comparsata di Mickey Rourke, al quale potrebbe essere stato cucito addosso il personaggio di Bruiser come uno dei completi su misura che lo stesso indossa - ed una sceneggiatura che conduce dritti al punto toccando le corde giuste, come un'arringa finale in grado di mettere una giuria al servizio della Legge, sia essa scritta o morale.
Difficile, in questo senso, non immedesimarsi almeno in parte con l'idealista Rudy Baylor - cui presta volto ed ingenua passione un Matt Damon che pare la versione placida di Will Hunting - seguendolo passo dopo passo nella battaglia condotta contro un colosso del ramo delle assicurazioni affrontato con coraggio da una famiglia dalle possibilità economiche decisamente limitate determinata, però, nell'inseguire la Giustizia.
In particolare, le figure dei genitori di Donny Ray - combattiva e fiera lei, scombinato e commovente lui - divengono il cardine di una struttura che Coppola gestisce come solo un Maestro del suo calibro riesce a fare, un meccanismo ad orologeria che dispone i pezzi sulla scacchiera prendendosi tempo e spazio prima di liberare la strategia vincente, tradotta in un finale capace di toccare nel profondo senza scadere nel melenso e non chiudere la vicenda come se fosse la classica e prevedibile storia americana di affermazione dei giusti.
Principalmente, infatti, la lezione importante de L'uomo della pioggia resta l'elogio di una determinazione che dimora nella fierezza e nel coraggio tutti "proletari" di chi lotta per non farsi mettere i piedi in testa o intimorire da chi pensa di poter disporre della vita - soprattutto altrui - a proprio piacimento: in questo senso Rudy diviene l'alfiere di una battaglia ingaggiata da outsiders sulla carta destinati ad essere vittime eppure fermamente disposti a dare tutto il possibile - e anche di più - affinchè quella stessa realtà dei fatti possa essere smentita - dai coniugi Black a Kelly, fino allo stesso protagonista -.
E per quelli di noi abituati a rimboccarsi le maniche e farsi il culo - Ford al completo compresi - battaglie come questa - a prescindere dai risultati - sono ossigeno che permette alla lotta di continuare a rinnovarsi insieme alle energie che permettano agli abitueè dei cavalli tenuti ben saldi fuori dal Saloon, ai Goonies della quotidianità, di alzare la testa ed essere fieri di guardare avanti, senza preoccuparsi troppo di quanto gli squali possano approfittarsi del sistema e dei soldi che chiamano soldi.
In fondo, un giorno o l'altro un "rainmaker" giungerà a cambiare le carte in tavola, battendosi con il proprio nemico con la stessa fierezza dei poveracci che rappresenta ed ispira.
E chissà che, un giorno o l'altro, l'uomo della pioggia non possa essere proprio qualcuno di noi.



MrFord



"You tell me we can start the rain.
You tell me that we all can change.
You tell me we can find something to wash the tears away.
You tell me we can start the rain.
You tell me that we all can change.
You tell me we can find something to wash the tears."
Iron Maiden - "Rainmaker" - 




10 commenti:

  1. Io, di Grisham, aspetto da secoli The Partner, e vorrei tanto sapere chi cacchio si è comprato quei diritti e li ha chiusi a chiave in cantina... mortacci sua...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I diritti sono sempre una questione spinosa: non ho letto The partner, ma se dovessero realizzare qualcosa di valido come per The rainmaker, mi andrebbe benissimo! :)

      Elimina
  2. solido legal drama ammerecano.
    mi era anche piaciuto, tempo fa. ma, anche se ultimamente non è che ci siano molti film interessanti in giro, non sento certo il bisogno di recuperarlo.
    è pur sempre una visione troppo fordiana per me :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente in giro ultimamente si vede davvero poco.
      Una tristezza. Un pò come concordare spesso e volentieri. ;)

      Elimina
  3. Di Grisham non ho mai letto nulla. Non so, solo dal nome mi lascia antipatia. Questo film l'avrò visto almeno tre volte, ma mai per intero. Sempre a pezzi, capitato in televisione a distanza ravvicinatissima.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me una visione come si deve dovresti concederla. E' solido ed onesto.

      Elimina
  4. Questo mi manca, di Grisham sulla mia libreria c'è La giuria, letto e visto l'omonimo film di Gary Fleder. Mi piacque molto anche il film. =)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me questo a La giuria da parecchia distanza: recuperalo!

      Elimina
  5. Ho una grande stima per Francis Ford Coppola, soprattutto da quando ho visto il bellissimo - e per molti sopravvalutato - un altra giovinezza, quando mi è entrato definitivamente nel cuore, l'ho conosciuto grazie al Dracula con Winona Ryder film che ormai è entrato di diritto tra i miei cult, questo per me meritava un mezzo bicchieretto in più però, perchè oltre ad essere + impegnato è anche ben scritto e ben diretto...^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa, Un'altra giovinezza invece a me manca: ho sempre avuto paura di approcciarlo, temendo una delusione.
      Comunque, The rainmaker è un film solidissimo che rivedo sempre con piacere.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...