Regia: Peter Lepeniotis
Origine: USA, Canada, Corea del Sud
Anno: 2014
Durata: 85'
La trama (con parole mie): Surly, scoiattolo dalla forte indipendenza sempre pronto a pensare a se stesso ed alla sua sopravvivenza, vive di espedienti insieme ad un topo compagno di mille avventure incurante delle regole imposte dal Procione a capo della comunità che alberga all'ombra del grande albero. Quando un incidente di "caccia" che coinvolge Surly ed il suo compare ed una squadra inviata proprio da Procione - composta dall'intraprendente Andie e dal sempre pronto a mettersi in mostra Greyson - per recuperare una scorta di noci per l'inverno dal carretto di un venditore ambulante provoca un incendio che distrugge proprio il grande albero e le scorte alimentari di tutti gli abitanti del parco, Surly decide di riguadagnare la stima degli animali elaborando un piano per rapinare un negozio in via di ristrutturazione specializzato nella vendita di frutta secca.
L'impresa richiederà tutto il coraggio e la voglia di mettersi in gioco dello scoiattolo, e porterà a ribaltare l'intero mondo degli animali della zona.
Evidentemente questo non dev'essere l'anno giusto per l'animazione.
Alle spalle la parziale delusione che fu il duemilatredici, per i buoni, vecchi cartoni questa prima parte di 'quattordici ha portato quasi esclusivamente conferme in negativo, fatta eccezione per alcuni episodi che potrei a questo punto definire miracolosi - The Lego movie, per esempio -: con Mr. Peabody&Sherman, ad ogni modo, pensavo di avere toccato il fondo e che non restasse altro che risalire, sperando in qualche sorpresa inaspettata.
Niente di più sbagliato.
The nut job - Operazione noccioline, infatti, si inserisce alla perfezione in questo terrificante trend negativo, portando sullo schermo una storia che, nonostante sia animata discretamente, appare come totalmente sviluppata ad uso e consumo del 3D, terribilmente prevedibile, buonista - altro che i tanto bistrattati Classici Disney! - e poco appassionante perfino per chi, come me e come sottoscriverebbe il Cannibale, cerca di godersi la piacevole sensazione di ritorno al passato di un film d'animazione ad ogni buona occasione.
La vicenda dello scoiattolo "ribelle" - spacciarlo per una sorta di antieroe suona davvero come un colpo basso perfino e soprattutto per l'intelligenza dei più piccoli - Surly alle prese con un piano che vorrebbe portare la struttura degli heist movies old school all'interno di una cornice da Boing di serie b - soltanto portato in scena con più soldi di quelli sborsati per il piccolo schermo - risulta infatti un clamoroso fallimento su tutta la linea, a partire dai personaggi - stereotipati e banali, ben doppiati dal ricco cast originale eppure assolutamente incapaci di creare l'empatia necessaria a fare presa non solo nella parte del pubblico più piccola e sveglia, ma anche in quella più stagionata ed incline alla siesta da noia. Ammetto infatti di avere avuto io stesso enormi difficoltà a tenere gli occhi aperti nonostante il minutaggio decisamente scarso ed il ritmo sostenuto scandito dagli inseguimenti - altro particolare che di norma provoca spasmi incontrollati di "gioia" nel mio rivale Peppa Kid -, tanto poco significativi risultano essere personaggi - principali e non -, script, siparietti almeno sulla carta divertenti e spalle comico/grottesche - la componente umana della pellicola -.
Non che mi aspettassi chissà quale filmone, ma dal trailer - ed in questo senso mi sono lasciato ingannare come se anni di Dreamworks non mi avessero insegnato niente - visto tra l'altro nel pieno di uno degli stacchi tra un episodio e l'altro di Kung Fu Panda su Rai Gulp - ormai uno dei preferiti del Fordino - speravo quantomeno in qualcosa che, entro un annetto, avrei potuto anche mostrare al centro di gravità permanente di casa Ford senza che potesse pensare di essere stato preso per il culo dal suo vecchio: al contrario, invece, Operazione noccioline si inserisce senza neppure fare troppa fatica nel novero dei purtroppo numerosi titoli d'animazione massacrati dal sottoscritto di recente neanche ci trovassimo di fronte ad un qualche inutile film radical chic e pomposo firmato da un regista in cerca di affermazione in un Festival importante.
L'amarcord dei cartoni animati, in questi casi, si concentra tutto sul valore di quelli trasmessi in tv e portati in sala nei favolosi anni ottanta, quando tra Disney e Giappone si potevano trovare vagonate di magia coloratissima e coinvolgente, piuttosto che sequenze ben oltre il trash come quella dei titoli di coda ritmati dalla hit "Gangnam style" di Psy - davvero, davvero imbarazzante -.
Se poi dovessi voler gettare benzina sul fuoco direi che, per un appassionato di noci come il sottoscritto, trovarsi di fronte ad un filmetto di così poco conto è quasi come un guanto di sfida lanciato in faccia alle bottigliate.
Peccato che il valore effettivo di The Nut Job, di fatto, non meriti neppure quelle.
Alle spalle la parziale delusione che fu il duemilatredici, per i buoni, vecchi cartoni questa prima parte di 'quattordici ha portato quasi esclusivamente conferme in negativo, fatta eccezione per alcuni episodi che potrei a questo punto definire miracolosi - The Lego movie, per esempio -: con Mr. Peabody&Sherman, ad ogni modo, pensavo di avere toccato il fondo e che non restasse altro che risalire, sperando in qualche sorpresa inaspettata.
Niente di più sbagliato.
The nut job - Operazione noccioline, infatti, si inserisce alla perfezione in questo terrificante trend negativo, portando sullo schermo una storia che, nonostante sia animata discretamente, appare come totalmente sviluppata ad uso e consumo del 3D, terribilmente prevedibile, buonista - altro che i tanto bistrattati Classici Disney! - e poco appassionante perfino per chi, come me e come sottoscriverebbe il Cannibale, cerca di godersi la piacevole sensazione di ritorno al passato di un film d'animazione ad ogni buona occasione.
La vicenda dello scoiattolo "ribelle" - spacciarlo per una sorta di antieroe suona davvero come un colpo basso perfino e soprattutto per l'intelligenza dei più piccoli - Surly alle prese con un piano che vorrebbe portare la struttura degli heist movies old school all'interno di una cornice da Boing di serie b - soltanto portato in scena con più soldi di quelli sborsati per il piccolo schermo - risulta infatti un clamoroso fallimento su tutta la linea, a partire dai personaggi - stereotipati e banali, ben doppiati dal ricco cast originale eppure assolutamente incapaci di creare l'empatia necessaria a fare presa non solo nella parte del pubblico più piccola e sveglia, ma anche in quella più stagionata ed incline alla siesta da noia. Ammetto infatti di avere avuto io stesso enormi difficoltà a tenere gli occhi aperti nonostante il minutaggio decisamente scarso ed il ritmo sostenuto scandito dagli inseguimenti - altro particolare che di norma provoca spasmi incontrollati di "gioia" nel mio rivale Peppa Kid -, tanto poco significativi risultano essere personaggi - principali e non -, script, siparietti almeno sulla carta divertenti e spalle comico/grottesche - la componente umana della pellicola -.
Non che mi aspettassi chissà quale filmone, ma dal trailer - ed in questo senso mi sono lasciato ingannare come se anni di Dreamworks non mi avessero insegnato niente - visto tra l'altro nel pieno di uno degli stacchi tra un episodio e l'altro di Kung Fu Panda su Rai Gulp - ormai uno dei preferiti del Fordino - speravo quantomeno in qualcosa che, entro un annetto, avrei potuto anche mostrare al centro di gravità permanente di casa Ford senza che potesse pensare di essere stato preso per il culo dal suo vecchio: al contrario, invece, Operazione noccioline si inserisce senza neppure fare troppa fatica nel novero dei purtroppo numerosi titoli d'animazione massacrati dal sottoscritto di recente neanche ci trovassimo di fronte ad un qualche inutile film radical chic e pomposo firmato da un regista in cerca di affermazione in un Festival importante.
L'amarcord dei cartoni animati, in questi casi, si concentra tutto sul valore di quelli trasmessi in tv e portati in sala nei favolosi anni ottanta, quando tra Disney e Giappone si potevano trovare vagonate di magia coloratissima e coinvolgente, piuttosto che sequenze ben oltre il trash come quella dei titoli di coda ritmati dalla hit "Gangnam style" di Psy - davvero, davvero imbarazzante -.
Se poi dovessi voler gettare benzina sul fuoco direi che, per un appassionato di noci come il sottoscritto, trovarsi di fronte ad un filmetto di così poco conto è quasi come un guanto di sfida lanciato in faccia alle bottigliate.
Peccato che il valore effettivo di The Nut Job, di fatto, non meriti neppure quelle.
MrFord
"Oppan gangnamseutail
gangnamseutail
najeneun ttasaroun inganjeogin yeoja
najeneun ttasaroun inganjeogin yeoja
keopi hanjanui yeoyureul aneun pumgyeok inneun yeoja
bami omyeon simjangi tteugeowojineun yeoja
geureon banjeon inneun yeoja."
Psy - "Gangnam style" -
sembra proprio il film per me!
RispondiEliminapeccato che ormai hai già anticipato quanto potrei pensare e non posso più manco recuperarlo per massacrarlo...
va beh, meglio così!
Ma sai che invece mi divertirei a leggere un tuo post da massacro in proposito!?
EliminaPer una volta saremmo anche d'accordo su un cartone! ;)
Lo abbiamo perso, ci pareva carino. E invece, a quanto pare...
RispondiEliminaRingraziate di averlo perso, fidati! :)
EliminaC'hai coraggio a guardar ste robe eh..
RispondiEliminaE' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! ;)
Eliminamah.
RispondiEliminaBleah, più che mah. :)
EliminaQuando ho visto il trailer credevo stessero riportando in sala La Gang del Bosco. Stessi personaggi, stessi disegni, stesse dinamiche, una cosa assurda.
RispondiEliminaNel trailer come messaggio subliminale dicono anche "gang".
Mi son fermato lì
Io invece mi sono fatto ingannare. Ma la prossima volta non mi avranno. ;)
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