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mercoledì 24 giugno 2015

Kurt Cobain - Montage of heck

Regia: Brett Morgen
Origine: USA
Anno:
2015
Durata: 145'
 





La trama (con parole mie): infanzia, traumi, crescita, ascesa, successo e morte del mito del grunge e del rock Kurt Cobain, che prese per mano e a schiaffi la musica svegliandola dal sogno degli anni ottanta per traghettarla nell'infinite sadness dei novanta.
Un ragazzo nato e cresciuto nella tranquilla provincia americana, ossessionato dal desiderio di non essere umiliato e dalla voglia di costruirsi una vita normale che normale, di fatto, non sarà mai: dal divorzio dei genitori al continuo rimbalzare tra le case dei parenti sempre troppo presto stufi di lui, dal disagio della scuola alle prime esperienze con la chitarra e la marijuana, dai lavori occasionali alla formazione dei Nirvana, band destinata ad assurgere ad una fama mondiale che, probabilmente, Kurt e i suoi compagni non si aspettavano neppure lontanamente di conquistare.
Ed il rapporto con lo stardom, i fan, la droga, Courtney Love, la musica, la figlia, la morte.








Il mio rapporto con Kurt Cobain è sempre stato piuttosto conflittuale.
Se, da un lato, artisticamente non ho mai messo in discussione il suo talento, la capacità che ha avuto di distruggere un intero decennio e porre le fondamenta per un altro, la rabbia e la passione portate sul palco e tra le note, dall'altro ho sempre trovato estremamente fastidiosa la sua scelta di abbandonare il campo nel momento in cui aveva fama, ricchezza, fan adoranti pronti a seguirlo, una figlia praticamente appena nata, la giovinezza e la bellezza.
Per colpa della sua decisione, probabilmente, i Nirvana, un gruppo rivoluzionario per la Storia della Musica, rimarranno sempre imprigionati nella loro epoca, incapaci, dal sound alla portata, di uscire dai confini che Cobain stesso aveva tanto lottato e desiderato oltrepassare.
Brett Morgen, da questo punto di vista, racconta molto bene la schizofrenia artistica - e non solo - del leader dei Nirvana, un gruppo di ragazzi che, dalla Seattle capitale del grunge, sconvolsero il mondo della musica nei primi anni novanta come un vero e proprio tornado, che ricordo prendere forma nelle aule del liceo ai tempi del mio primo anno, lo stesso che vide la drammatica morte dello stesso Cobain, a soli ventisette anni, a cavallo tra un destino segnato dal numero nella storia del rock ed i miei compagni di classe in lacrime come se fosse venuto a mancare loro un fratello maggiore, un simbolo, un'icona.
D'altro canto, l'operazione non appare, per quanto affascinante, riuscita e potente come avrebbe potuto essere, complici una durata a mio parere eccessiva ed i troppi inserti animati - visivamente ipnotici, senza dubbio, ma fin troppo presenti rispetto alla componente determinata dai filmati di repertorio e dalle interviste - pronti a sacrificare dettagli interessanti come il fatto che Novoselic compaia sempre visibilmente commosso, mentre Dave Grohl non sia presente nella componente "attuale" del film, complici probabilmente i numerosi problemi avuti dai due ex compagni di Kurt con la Yoko Ono dei Nirvana, Courtney Love, in termini economici ed umani.
E potrei continuare ad analizzare in termini critici la visione di Montage of heck, che è risultata se non altro efficace nel fotografare un vero e proprio mito del rock e la sua epoca, ma non ci riesco.
Perchè ho patito tantissimo, la visione di questo film.
Perchè io detesto profondamente Kurt Cobain.
Io amo la vita, faccio dell'esperienza e del godere della stessa una bandiera ed un monito, mi prefiggo di rimanere da queste parti e saldamente fino a centotre anni, se non oltre, lotto ogni giorno per vincere la stanchezza, il sonno, le possibili delusioni, qualsiasi cosa riservi la quotidianità.
E se a ventisette anni neppure fossi stato un dio del rock, con un viso d'angelo, il mondo ai miei piedi, soldi a palate, una bimba appena nata, una strada appena all'inizio, la possibilità ed il talento per avviare una vera e propria rivoluzione culturale, tutto avrei pensato, tranne che di farla finita.
Io detesto Kurt Cobain perchè trovo che sia un vigliacco, uno stronzo, un poser del cazzo che si è seduto sui traumi di una crescita difficile come l'hanno, l'hanno avuta e l'avranno tanti privi di un briciolo del suo talento.
Che pure continueranno ad andare avanti.
Troppo facile dire che l'importante è continuare a fare la propria musica, e che non importa del successo.
Troppo facile farsi schiacciare dallo stesso.
Troppo facile desiderare una famiglia e poi permettere che la propria figlia nasca tossicodipendente.
Troppo facile, caro Kurt.
Un pò come scappare.
Un pò come farla finita.
E sappi che se fossi qui ora, ti prenderei a schiaffi.
Lo farei con il mio amico Emiliano, che ha fatto la tua scelta, quindi figurati cosa farei con te, considerata l'empatia che provo rispetto alla tua posizione.
Caro Kurt, sarai anche stato un ragazzino, sarai stato solo, o rifiutato, o quello che vuoi, ma solo a guardare il filmino di te e Courtney intenti, marci secchi, a tagliare i capelli di vostra figlia poco più che neonata, fa salire in me una rabbia che si mangia tutti i tuoi stronzi sfoghi sul palco.
Vaffanculo, Kurt Cobain.
Sei stato un meraviglioso, dirompente, fulgido fuoco di paglia.
Io sto con Dave Grohl.
Che è cambiato, è cresciuto, è andato avanti.
E oggi, nel duemilaquindici, si rompe una gamba saltando dal palco durante un concerto, e dice "aspettatemi, torno a suonare per voi", va in pronto soccorso, si fa ingessare, e torna a finire il live.
Questa è passione.
Onestamente non so per quale motivo non abbia partecipato a questa celebrazione.
O almeno, alla parte di Montage of heck che ti celebra.
Ma mi piace pensare che dissenta.
Perchè è giusto che si testimoni la tua grandezza.
Ma non ci sto a festeggiare la stessa.
Perchè tu non sei stato grande.
Sei stato solo un ragazzino dal potere troppo grande per le sue piccole mani.
Sei stato il Joffrey Lannister del rock.
E quelli come te, dalle mie parti, è meglio che si facciano vedere il meno possibile.




MrFord




"I'm so happy 'cause today
I've found my friends ...
they're in my head
I'm so ugly, but that's okay, 'cause so are you ...
we've broken our mirrors [Alt: We broke our mirrors]
sunday morning is everyday for all I care ...
and I'm not scared
light my candles, in a daze
'cause I've found god."
Nirvana - "Lithium" - 




mercoledì 7 marzo 2012

Larry Flynt - Oltre lo scandalo

Regia: Milos Forman
Origine: Usa
Anno: 1996
Durata: 129'



La trama (con parole mie): vita, "genio" e sregolatezze di Larry Flynt, pioniere del porno e della libertà di stampa che a partire dalla fine degli anni settanta si fece carico di una vera e propria battaglia contro i pregiudizi e le azioni di forza nate per chiudere la bocca a chiunque potesse, negli States, mettere in imbarazzo i valori inviolabili della Famiglia, dello Stato e di Dio.
Un personaggio scomodo e controverso, clamorosamente basso ed idealmente altissimo, che attraverso le sue pubblicazioni - Hustler prima di ogni altra -, le dichiarazioni ed una partecipazione assolutamente fisica alla lotta è ancora oggi uno degli esempi più importanti per chiunque voglia intraprendere una carriera editoriale e non solo, che si tratti di Usa oppure no.






Personalmente, ho sempre trovato Milos Forman un regista di quelli da ringraziare che continuino ad esistere: pellicole come Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus o Man on the moon sono i simboli più noti di una carriera incredibile soltanto negli ultimi anni viziata, forse, da una certa noia - si veda il certo non riuscito L'ultimo inquisitore -.
Larry Flynt rappresenta - oltre che un grande ritorno dell'autore originario della Repubblica Ceca sul grande schermo dopo una pausa che durava dal 1989 - un viaggio in quella che fu la specialità del regista dai tempi dell'incredibile lavoro svolto su Mozart, ovvero un biopic atipico, in grado di mostrare luci ed ombre dei suoi protagonisti, personaggi spesso combattuti e scomodi per l'epoca in cui vissero: l'ispiratore di questo film, nonchè fondatore della rivista Hustler, rientra perfettamente nella categoria, e paga nella sua rappresentazione soltanto la lunga inattività di Forman, che - forse per non rischiare troppo, data la materia non facile - ai tempi evitò di esagerare concentrando il successo del lavoro finito principalmente sulla splendida interpretazione di Woody Harrelson - un pò quello che farà Van Sant con Sean Penn per Milk -, limitando quello che indubbiamente resta il suo talento e fornendo una prova generale dell'ancora più efficace e successivo Man on the moon.
La cosa davvero fondamentale di una pellicola come questa resta, comunque e a prescindere dalla settima arte, l'importanza data dalla battaglia che intraprese - a fasi alterne nella sua certo non regolata esistenza - Larry Flynt, un vero e proprio pioniere della libertà di stampa e di idee, un paladino grazie al quale oggi - non solo a lui, sia chiaro - possiamo pensare di poter continuare a scrivere sui nostri blog esponendo quelle che possono essere idee condivisibili oppure no, che si parli di Cinema, attualità, politica, di quello che accade nel grande mondo o nel piccolo della nostra quotidianità.
Il coraggio mostrato da Forman - e da Harrelson - nel portare sullo schermo un personaggio tanto importante quanto clamorosamente e potenzialmente sgradevole, un antieroe nel senso effettivo del termine, sono un esempio di quanto fondamentali siano state le lotte del protagonista delle stesse, raccontate con un piglio classico - quasi inusuale per il regista - nel corso di una pellicola in grado di avvincere e tenere inchiodati alla poltrona anche i più accesi detrattori delle opere di Flynt, probabilmente mossi anch'essi dall'istinto che guida ogni essere umano, sia esso celato oppure no: il sesso - cardine della carriera e della vita del vecchio Larry - è e resta uno dei principali motori delle nostre esistenze, sia esso mosso dai sentimenti o dall'animalità che indubbiamente ci portiamo dentro, ed il suo sdoganamento - avvenuto nonostante l'opposizione del Potere, della Chiesa, di un attentato che gli costò le gambe, la dipendenza da farmaci e la breve parentesi come cristiano redento - tramite la figura di questo magnate dell'industria del porno ma soprattutto della carta stampata rappresenta uno dei più clamorosi successi dell'uomo della strada nella sua lotta per il diritto di parola, espressione ed esercizio di una mente libera della storia non solo degli Usa, ma dell'Occidente del dopoguerra.
Certo, questo tipo di imprese e la loro importanza finiscono, almeno in parte, per soffocare la resa della pellicola, a tratti schiacciata dal peso della materia trattata, eppure non ne limitano la forza e l'incisività anche a distanza di ormai quindici anni, grazie ad un narratore d'eccezione dietro la macchina da presa e ad un cast ispiratissimo, dal già citato Harrelson a Courtney Love - che tornerà anche in Man on the moon accanto al regista - e un ottimo Edward Norton, allora praticamente un esordiente.
Un biopic, dunque, non perfetto, eppure inseribile nella migliore tradizione del genere, in grado di coinvolgere e sensibilizzare il pubblico rispetto ad uno degli argomenti che a noi blogger dovrebbero stare a cuore più di molti altri: non il sesso - che comunque continuerà ad essere tra i primi -, bensì la libertà di esprimere le proprie idee senza pensare che qualcuno, soltanto ritenendole scomode o sconvenienti, possa ritenerci colpevoli di averle espresse e fare in modo che un'altra libertà - quella di vivere - ci sia negata.
In questo senso - che è tutto tranne che religioso - senza dubbio, Larry Flynt è stato praticamente un dio.
E Milos Forman il suo profeta.
Giusto per non far mancare una certa qual provocazione anche qui, nel polveroso saloon.


MrFord


"E come le supposte abitano in blisters full-optional,
con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland,
vivon col timore di poter sembrare poveri :
quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano, poi lo comprano,
in costante escalation col vicino costruiscono :
parton dal pratino e vanno fino in cielo, han più parabole sul tetto 
che S. Marco nel Vangelo."
Frankie Hi Energie MC - "Quelli che benpensano" -

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