venerdì 7 luglio 2017

Mildred Pierce (HBO, USA, 2011)




La scuderia HBO, nel corso degli anni, è diventata per il piccolo schermo e qui al Saloon una sorta di istituzione, una specie di Studio Ghibli di serie e miniserie, consolidata da una nutrita schiera di successi e cult uno più bello dell'altro regalati al pubblico: Mildred Pierce, elegantissima mini progettata dall'altrettanto elegante Todd Haynes - da queste parti sempre amato -, nonostante fosse parte del novero e sospinta da recensioni solo favorevoli, è finita inspiegabilmente nel dimenticatoio di casa Ford per anni prima di essere riscoperta e divorata come è giusto che accada per produzioni solide ed intense come questa, umane nell'emozionare e notevoli nella messa in scena.
Le vicende di Mildred Pierce, madre di famiglia costretta a ricominciare praticamente da zero dopo una separazione negli anni appena successivi al crollo del ventinove ricordano i grandi romanzi del secolo scorso, toccano perchè legate a tematiche molto vicine alla gente comune - la necessità di provvedere alla propria famiglia, il rapporto tra genitori e figli, le vicissitudini gioiose o terribili che la vita ci mette di fronte - portate in scena da un gruppo di attori in grandissimo spolvero a partire dalla protagonista, una Kate Winslet sempre credibile e convincente che è riuscita a riportare alla mente cose ottime come Revolutionary Road, sospinta da due spalle perfette - Guy Pierce e Evan Rachel Wood - ed un gruppo di caratteristi perfetti per i ruoli assegnati.
Certo, manca forse la scintilla travolgente di produzioni come Lontano dal paradiso, se non nei confronti più aspri tra Mildred e sua figlia Veda o nello straziante secondo episodio, che vede la morte della secondogenita della donna, ma resta indiscutibile il valore complessivo di questo ennesimo successo firmato da HBO, che avvince grazie alla sua umanità ben più che alla tecnica sfruttata dai suoi autori e racconta una vicenda che si finisce per seguire neanche si fosse precipitati tra le pagine di un libro dal quale non ci si riesce neppure volendo a staccare.
Un'opera che dipinge il ritratto fallibile e forte di una protagonista femminile tra le più interessanti che siano passate su questi schermi negli ultimi mesi, una donna sempre pronta a lottare per il proprio amore ed i sogni che lo stesso smuove - che si tratti delle proprie figlie, della dignità lavorativa e personale, del futuro, dei compagni scelti per la vita, o un tratto della stessa - ma non per questo distante da quanto non deve essere stato nella California degli anni trenta per molte come lei o anche ora, in tutto il mondo.
Di recente, nel post dedicato a Big Little Lies, mi è capitato di scrivere quanto la figura della Donna sia il fulcro non solo delle singole esistenze di tutti noi, ma anche della società e del mondo: in un certo senso, penso che Mildred Pierce abbia incarnato alla perfezione il concetto.
Vittoria e sconfitta, gioia e dolore, sogni e realtà.



MrFord



 

8 commenti:

  1. L'ho messo in lista di recente, perché nominatissimo (ma la versione originale, con la Crawford) in Feud. Però ha la precedenza il romanzo, già a casa. La Winslet e Haynes so già che non deluderanno.

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  2. Una delle prime serie (o miniserie) "serie" viste per il blog. Ricordo ancora la drammaticità della storia, la bellezza della Winslet e la sua bravura.

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    1. Lei è sempre stata una garanzia, del resto.
      Come Haynes.

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  3. Ford, sempre sul pezzo con le ultime novità del piccolo schermo, vedo. ;)

    In ogni caso mi era piaciuta decisamente, anche se ormai è passato troppo tempo (6 anni per i prodotti televisivi sono l'equivalente di 60 anni umani) e quindi ne ho giusto un vago ricordo...

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