Regia: Michael R. Roskam
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 106'
Durata: 106'
La trama (con parole mie): Bob Saginowski è un solitario e timido barman che da anni lavora fianco a fianco con il cugino Marv nel locale una volta di proprietà dello stesso Marv, da anni passato in mano alla mala cecena, sempre pronta ad amministrare i passaggi di denaro legati alle scommesse.
Quando una rapina che pare improvvisata provoca un ammanco di cinquemila dollari ed i boss chiedono conto degli stessi a Marv e Bob, la tranquilla monotonia dei due è sconvolta: e mentre Marv rivela i suoi scheletri nell'armadio, Bob, grazie al ritrovamento di un cucciolo di pitbull picchiato selvaggiamente, stringe un legame con Nadia, senza sapere che un suo ex nonchè padrone del cucciolo, l'instabile Eric Deeds, è disposto a prenderlo di mira spingendolo al limite, ed anche oltre.
Quando i nodi verranno al pettine la notte del Superbowl cosa accadrà ai due gestori del piccolo bar?
Sarebbe davvero una gran cosa se film come The Drop - e caliamo un velo pietoso sull'orrido titolo italiano Chi è senza colpa - uscissero ogni settimana: prodotti tosti, solidi, di pancia, pane e salame come piacciono al sottoscritto, ben scritti ed interpretati, pronti a trasportare lo spettatore in un mondo che, di colpo, pare quasi diventare il suo: del resto, nonostante l'esportazione in terra statunitense non sempre porti bene ai registi promettenti approdati alla corte di Hollywood da ogni parte del mondo, avrei dovuto sospettare che Michael R. Roskam, già autore dell'ottimo Rundskop, non avrebbe fallito, specie se supportato da uno script firmato Dennis Lehane - che molti di voi conosceranno per cose come Gone baby gone o Mystic river - e da un'interpretazione come sempre notevole di Tom Hardy, che passa dall'apparenza minacciosa cui ci ha abituati in passato ad una dimensione quasi dimessa, e dall'accento profondamente inglese di Locke ad uno slang americano invidiabile.
The Drop è un classico film di genere che pesca a piene mani dall'immaginario noir metropolitano, che non inventa nulla di nuovo - sarebbe esagerato definirlo un cult, o un filmone, nonostante mi senta di sostenerlo e mi sia davvero piaciuto dal primo all'ultimo minuto - ma che porta sullo schermo passione e voglia di raccontare, una tensione per dosata - e decisamente notevole in almeno un paio di sequenze - e soprattutto una storia che non fa sconti, legata alla bassa manovalanza del crimine ed ai losers di un mondo che vede giungere in cima alla catena alimentare solo pochi predatori.
In questo senso, è interessante notare i diversi atteggiamenti di Marv e Bob, ex piccoli criminali finiti il primo a rimpiangere i vecchi tempi della propria "grandezza" ed il secondo a tenere un profilo così basso da rischiare di scomparire anche di fronte alle angherie di un bullo senza arte nè parte - ed è stata una piacevole sorpresa ritrovare nella parte dell'irritante ed inquietante Deeds Matthias Shoenaerts, protagonista del già citato Rundskop e dello splendido Un sapore di ruggine e ossa -: il climax della parte finale, che vede i due main charachters tornare in una certa misura al passato, mantiene sul filo quel tanto che basta per ricordare quanto il genere abbia ancora da dare al pubblico, e nel caso di The Drop, quanto a volte un lavoro onesto e solido possa a visione conclusa lasciare sensazioni più forti e ricordi di titoli blasonati ed autoriali privi dello stesso spessore.
Ma il lavoro del regista belga non si limita a raccontare una fosca vicenda criminale: il legame tra Bob e Nadia, mostrato per sottrazione, sottovoce come i suoi protagonisti, evita i clichè della classica storia d'amore e mostra un aspetto profondo e per nulla scontato del corteggiamento e dell'avvicinarsi di due persone abituate ad essere estremamente selvatiche e refrattarie al mondo esterno.
I passi compiuti dai personaggi interpretati da Hardy e Noomi Rapace, simili a quelli che ci permettono di conquistare l'amore e la fiducia di un animale, risultano così credibili da non rendere fastidiosa neppure una chiusura che ha decisamente il sapore della concessione alla grande distribuzione, e che in condizioni normali avrebbe causato uno scivolone dell'intera pellicola proprio al suo apice.
A conti fatti, dunque, e nonostante certo non si tratti di un titolo pronto a raccontare la storia di una vittoria, quanto più di un pareggio risicato, la scommessa di The Drop, da queste parti, è senza dubbio vinta.
E un brindisi all'operato di Roskam e Lehane ci sta come il bicchiere della staffa in un bar fumoso della periferia.
MrFord
"This man so humble, this man so brave.
a legend to many, he fought to his grave.
saved family and friends from the hardship and horror,
in a land of depression he gave hope for tomorrow."
a legend to many, he fought to his grave.
saved family and friends from the hardship and horror,
in a land of depression he gave hope for tomorrow."
Dropkick Murphys - "Boys on the docks" -
Devo vederlo! Dennis Lehane è uno dei miei scrittori preferiti, quindi un film sceneggiato da lui per me è un must!
RispondiEliminaunica cosa che mi sento di criticare a Lehane, è quella di aver tratto poi un romanzo da quella sceneggiatura, operazione che mi puzza altamente...
Lehane è un furbo, ci sta tutta un'operazione di quel genere.
EliminaComunque, il film merita, pur non essendo chissà che supercult.
ce l'ho già pronto da tempo...aspetta solo di essere visto..
RispondiEliminaHo come l'impressione che ti piacerà.
EliminaFilm parecchio anonimo e inutile, uguale a mille altri.
RispondiEliminaGiusto te che sei allergico all'originalità potevi esaltarti con una robetta del genere. :)
Non mi sono esaltato, quello lo fai tu con finti cult come Birdman! ;)
EliminaComunque sono proprio contento, quest'anno tutti i film più interessanti li hai bollati come noiosi o inutili. Bene così! :)
te l'avevo detto che ti sarebbe piaciuto
RispondiEliminaDirei che è un titolo decisamente nelle mie corde.
EliminaE' lì in rampa di lancio :)
RispondiEliminaFammi sapere come andrà la visione, allora! :)
EliminaMatthias Shoenaerts è davvero tanta roba. Peccato per il ruolo di merda che qua, nello specifico, non lo rende molto amabile, ma credo sia uno dei volti più interessanti degli ultimi tempi.
RispondiEliminaIl film come sai mi è piaciuto, ennesima conferma per Tom Hardy.
Per quanto riguarda la traduzione del titolo, appurato che non possiamo proprio farne a meno, credo abbiano fatto fatica, perché la traduzione letterale diventava un po' complicata...
Ma lasciare The Drop faceva così schifo!? ;)
EliminaComunque, concordo sia su Hardy che su Shoenaerts. Bravissimi entrambi. E non è semplice portare sullo schermo un personaggio fastidioso come Deeds.
Sapevo ti sarebbe piaciuto: un solido crime-noir con attori straordinari quali Hardy (finalmente una interpretazione misurata e degna di nota) e il compianto Gandolfini. Quella scena nella notte è tragica. Un congedo troppo presto dal mondo del cinema, anche se resterà nei nostri cuori per sempre.
RispondiEliminaCome scrivevo a Dantès, è un prodotto decisamente nelle mie corde, ottimo titolo di genere recitato davvero bene.
EliminaQuesta volta mi schiero con il Cannibale, nonostante Lehane il film non mi ha entusiasmato tanto...
RispondiEliminaAttenzione, Nico: se ti schieri troppo con il Cannibale, finisce che diventi un pusillanime! ;)
EliminaA me non è dispiaciuto, pur rientrando nel solito filone ha un taglio originale e la parte di Hardy nei panni di Saginowski è notevole, per niente facile da interpretare.
RispondiEliminaConcordo in pieno.
EliminaNon sarà memorabile, ma è solido e tosto. E Hardy spacca.
Ti dirò che mi ispira, la recensione di Marco un po' mi ha spaventato, la tua mi conforta invece. Insomma mi avete un po' confuso le idee. :P
RispondiEliminaNon vorrai dare corda a quello scoppiato di Peppa Kid!? ;)
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