Regia: Clint Eastwood
Origine: Usa
Anno: 1973
Durata: 102'
La trama (con parole mie): Frank Harmon è un uomo solitario di mezza età, benestante, in gran forma e legato alla sua indipendenza quanto alla fama di donnaiolo: un tipo tutto d'un pezzo, educato e severo.
Breezy è una giovane hippy alla scoperta del mondo in cerca dell'oceano e della prima, grande occasione di vivere un amore forte e ricambiato.
Quando la giovane chiede per caso un passaggio all'uomo, inizia un rapporto che passa dalla diffidenza, all'amicizia per divenire infine una vera e propria storia: un amore non semplice da accettare, minato dai dubbi di Frank se una ragazza con meno della metà dei suoi anni potrebbe essere la compagna giusta per lui.
E soprattutto, se lui potrebbe essere quello giusto per lei.
Quando alle porte di casa Ford bussa Clint Eastwood è sempre un piacere, a prescindere dal fatto che sugli schermi passino Capolavori come Million dollar baby o Gran Torino o tamarrate eighties dal sapore reaganiano come Firefox.
In questo caso la risposta sta nel mezzo, con un film d'annata - il secondo da regista dell'ex attore dalle due espressioni, con o senza il sigaro - che vide il vecchio Clint cominciare a farsi le ossa - e mostrare il suo talento - dietro la macchina da presa: una storia onesta, solida, con un William Holden in grande spolvero, che tocca il tema dell'amore in età avanzata - argomento che lo stesso regista analizzerà con un piglio decisamente più profondo più di vent'anni dopo con lo splendido I ponti di Madison County - e trova il tempo di regalare più di un sorriso soprattutto nella prima parte, quando si assiste al progressivo avvicinamento di Breezy al ruvido Frank - anche in questo caso, si notano i semi di quello che sarà uno dei tratti distintivi della filmografia eastwoodiana: il rapporto tra maturità e giovinezza -, fatto di battute e provocazioni provenienti soprattutto da Frank stesso.
Certo, non si tratta di qualcosa di memorabile, o di uno script rivoluzionario, ma l'intenzione del regista pare essere quella di raccontare una storia avvicinandola quanto più possibile alla realtà e sottolineando i suoi aspetti più riconducibili al quotidiano, concedendosi anche una sequenza quasi autoriale - la prima notte d'amore di Frank e Breezy - filtrata attraverso il consueto "invisibile" tocco che negli anni ho imparato ad apprezzare quasi più di ogni altra qualità dell'ex Ispettore Callahan in veste di regista.
Ottime parole andrebbero spese anche per Holden, che con lo stile impeccabile che distingueva i protagonisti maschili del genere sentimentale - e non solo - negli anni cinquanta del periodo d'oro dei grandi studios vive una seconda giovinezza neanche fosse lo stesso Frank, catalizzato da una sfida - come nel corso della vicenda potrebbe intendersi l'arrivo di Breezy ed il nascere della sua storia con lei - che lo porti a mostrare al pubblico che rimettersi in gioco e vivere secondo i propri desideri può portare a scoprire quanto sia importante per tornare a provare un brivido che si pensava morto e sepolto sotto anni di muri alzati rispetto all'esterno.
Certo, i detrattori del Cinema Classico - che sia per struttura o età anagrafica - potrebbero storcere il naso di fronte ad uno dei lavori minori del granitico Clint, eppure soltanto il pensiero di certe schifezze zuccherose che girano al giorno d'oggi in sala dovrebbe senza fatica rivalutare la posizione di commedie romantiche come questa, divertenti, solide e sensate come di questi tempi - tranne alcuni rari casi - ci si sogna di confezionare.
E quell'ironico "non durerà neppure un anno", che Frank pare pronunciare quasi ad esorcizzare l'idea del tempo che incombe e del timore naturale all'idea di scommettere tutto quando pare che sia troppo tardi è un monito imperfetto e pieno di vita ad osare, non importa quale sia il prezzo.
Un monito che Clint pare aver raccolto completamente, almeno in ambito cinematografico.
Ed i risultati si sono visti, eccome.
MrFord
"Forever young
I wanna be
Forever young
Do you really want to live forever,
forever, and ever?"
Jay-Z - "Forever young" -
In questo caso la risposta sta nel mezzo, con un film d'annata - il secondo da regista dell'ex attore dalle due espressioni, con o senza il sigaro - che vide il vecchio Clint cominciare a farsi le ossa - e mostrare il suo talento - dietro la macchina da presa: una storia onesta, solida, con un William Holden in grande spolvero, che tocca il tema dell'amore in età avanzata - argomento che lo stesso regista analizzerà con un piglio decisamente più profondo più di vent'anni dopo con lo splendido I ponti di Madison County - e trova il tempo di regalare più di un sorriso soprattutto nella prima parte, quando si assiste al progressivo avvicinamento di Breezy al ruvido Frank - anche in questo caso, si notano i semi di quello che sarà uno dei tratti distintivi della filmografia eastwoodiana: il rapporto tra maturità e giovinezza -, fatto di battute e provocazioni provenienti soprattutto da Frank stesso.
Certo, non si tratta di qualcosa di memorabile, o di uno script rivoluzionario, ma l'intenzione del regista pare essere quella di raccontare una storia avvicinandola quanto più possibile alla realtà e sottolineando i suoi aspetti più riconducibili al quotidiano, concedendosi anche una sequenza quasi autoriale - la prima notte d'amore di Frank e Breezy - filtrata attraverso il consueto "invisibile" tocco che negli anni ho imparato ad apprezzare quasi più di ogni altra qualità dell'ex Ispettore Callahan in veste di regista.
Ottime parole andrebbero spese anche per Holden, che con lo stile impeccabile che distingueva i protagonisti maschili del genere sentimentale - e non solo - negli anni cinquanta del periodo d'oro dei grandi studios vive una seconda giovinezza neanche fosse lo stesso Frank, catalizzato da una sfida - come nel corso della vicenda potrebbe intendersi l'arrivo di Breezy ed il nascere della sua storia con lei - che lo porti a mostrare al pubblico che rimettersi in gioco e vivere secondo i propri desideri può portare a scoprire quanto sia importante per tornare a provare un brivido che si pensava morto e sepolto sotto anni di muri alzati rispetto all'esterno.
Certo, i detrattori del Cinema Classico - che sia per struttura o età anagrafica - potrebbero storcere il naso di fronte ad uno dei lavori minori del granitico Clint, eppure soltanto il pensiero di certe schifezze zuccherose che girano al giorno d'oggi in sala dovrebbe senza fatica rivalutare la posizione di commedie romantiche come questa, divertenti, solide e sensate come di questi tempi - tranne alcuni rari casi - ci si sogna di confezionare.
E quell'ironico "non durerà neppure un anno", che Frank pare pronunciare quasi ad esorcizzare l'idea del tempo che incombe e del timore naturale all'idea di scommettere tutto quando pare che sia troppo tardi è un monito imperfetto e pieno di vita ad osare, non importa quale sia il prezzo.
Un monito che Clint pare aver raccolto completamente, almeno in ambito cinematografico.
Ed i risultati si sono visti, eccome.
MrFord
"Forever young
I wanna be
Forever young
Do you really want to live forever,
forever, and ever?"
Jay-Z - "Forever young" -
molto interessante, il Clint regista è sicuramente meglio del Clint attore di cui sono una grande fan, cercherò di trovarlo :)
RispondiEliminaArwen, Clint è uno dei migliori registi americani degli ultimi decenni, e a mio parere resta il John Ford della nostra generazione.
RispondiEliminaQuesto è sicuramente uno dei suoi lavori minori, ma una visione la vale comunque.
zzzzzzzzzzzzzzzz
RispondiEliminasembra molto interessante, per addormentarsi! :)
Eh mio caro MrFord, io da buon amante di Clint non possono soprassedere a questo errore grossolano durante la tua recensione :) Il buon maestro Leone definiva il buon Eastwood non "come uno con due espressioni: con il sigaro e senza il sigaro", bensì come "uno con due espressioni: con il capello e senza il capello" :)
RispondiEliminaCannibale, sei il solito miscredente! ;)
RispondiEliminaPesa, grandi applausi per la citazione del Fantasma Formaggino, ma ti devo dire che la leggendaria dichiarazione del nostro Sergione esiste in più di una versione, come ogni mito che si rispetti: sia con il cappello che con il sigaro, dunque.
Sono sicuro, però, che non esista una versione con entrambi! ;)
Effettivamente preso dalla foga ho citato male il Fantasma Formaggino, avrei dovuto scrivere "non posso assolutamente soprassedere a questo vizio deforme" :)
RispondiEliminaAccidenti, non ho assolutamente sentito quest'altra espressione. E comunque, con il capello, è molto più Clint ;)
Pesa, Clint è molto più Clint, sempre e comunque.
RispondiEliminaPronto per J. Edgar!?!?
Dopo le bombe Di Caprio/Scorsese son proprio curioso di vedere a cosa potrà dar vita Leo con "l'antagonista" Clint (scrozesemente parlando). Son fiducioso, mettiamola così. Spero in un'interpretazione al pari di The Aviator!
RispondiEliminaIo ho adorato The aviator, malgrado sia stato clamorosamente sottovalutato.
RispondiEliminaSono sicuro, comunque, che verrà fuori una gran cosa anche con questo J. Edgar.