giovedì 5 agosto 2010

Segreti di famiglia - Tetro

Partiamo dal presupposto che Francis Ford Coppola è uno dei registi più importanti degli ultimi quarant'anni di Cinema.
Senza contare gli ormai sdoganati primi due capitoli della saga de Il padrino - che restano ad ogni modo capolavori, il secondo in particolare - un regista che sforna due cose come Apocalypse now - immenso - e La conversazione non può che guardare quasi tutti gli altri dall'alto in basso, ridendo felice e godendosi beatamente i meriti di aver diretto uno dei dieci film assolutamente fondamentali della storia della settima arte - forse saranno più di dieci, ma l'epopea del viaggio verso Kurtz entra comunque nel novero-.
Appurato questo, occorre allo stesso modo notare che, senza mettere in discussione l'abilità del Maestro, con gli anni Francis Ford si è perso tutto il furore che caratterizzava le sue migliori stagioni, e che i suoi lavori sono divenuti semplicemente degli esempi di perfetta forma senza il cuore che ribolliva nella giungla di Brando, o nelle registrazioni di Hackman.
A questo proposito, ricordo che applaudii platonicamente la scelta del regista di ritirarsi dopo il pur discreto L'uomo della pioggia, concedendosi una sorta "pensione" lasciando le scene a figlia e nipoti sparsi ormai in tutto il mondo dello showbiz, conscio probabilmente del fatto che nessuno di loro sarebbe comunque riuscito a raggiungere le vette da lui toccate - vero, Sofia!? -.
Evidentemente, però, il richiamo della macchina da presa è stato troppo forte, tanto da spingere il vecchio leone a cimentarsi nell'ambizioso progetto di Un'altra giovinezza - che, ammetto, per paura non ho ancora guardato -, prima di iniziare quello che sarebbe stato il tortuoso viaggio di Tetro.
Ritiratosi a Buenos Aires per studiare le locations e scrivere, Coppola fu derubato della sceneggiatura quasi completa in circostanze misteriose a metà fra la trovata pubblicitaria e la sfiga più incredibile: la situazione si risolse e finalmente le riprese iniziarono, incentrate attorno alla figura dell'eccentrico Vincent Gallo, musicista, attore e regista capace ugualmente di cose meravigliose - l'interpretazione in Fratelli, Buffalo '66 - ed altre decisamente poco riuscite - The brown bunny, alcuni veri e propri deliri agghiaccianti alternati a pochi bellissimi pezzi nei suoi dischi -.
Il risultato, uscito in Italia con l'inutile titolo Segreti di famiglia, è il simbolo di quello che è Coppola oggi: un regista capace di tecnica straordinaria - le inquadrature e il b/n sono qualcosa di clamoroso - eppure completamente assente in materia di cuore, nonostante in questo caso sia lui autore della sceneggiatura e la stessa vada a stimolare corde probabilmente molto importanti per il vecchio Francis - la figura paterna, la rivalità tra fratelli, l'importanza dell'arte -.
Intendiamoci: Segreti di famiglia non è affatto un brutto film.
Tutt'altro.
Ci sono centinaia di registi che si sognerebbero per mille e una notte un lavoro di questo genere, baciandosi i gomiti in continuazione prima dell'amaro risveglio.
Semplicemente, e amaramente, però, non è all'altezza del vero Coppola.
Purtroppo, è questo il dramma dei grandissimi: come per Scorsese in Shutter island, anche in questo caso abbiamo di fronte un lavoro ottimo per uno "sconosciuto" e troppo manierista e vuoto per un Maestro.
Il fatto che me lo sia gustato, immaginando una Buenos Aires magnifica avvolta da musica e bianco e nero da foto d'epoca, capace di mescolare tutta la passione europea e latina di un Almodovar alla tecnica sempre perfezionista figlia della scuola made in Usa, non cambia il fatto che il Tetro che Coppola insegue, probabilmente lui stesso, non ha alcuna speranza di tornare, come accade al contrario nella pellicola.
"Non guardare quella luce", sussurra Vincent Gallo/Tetro a Benni nel finale: l'impressione è che Coppola l'abbia vista fin troppo bene, ed ora non riesca più a raggiungerne la sfolgorante rivelazione.

MrFord

"Blinded by the light,
revved up like a deuce,
another runner in the night."
Manfred Mann - "Blinded by the light"

15 commenti:

  1. Ciao Ford,
    partiamo subito forte. Con la notizia migliore:
    Non ho mai visto La conversazione.
    Però ho visto Apocalypse now(OH MIO DIO CHE FILM) di cui mi son letto anche "Diario dell'apocalisse" scritto dalla moglie Eleonor.
    E' nel podio dei miei film preferiti. Inutile dire che il monologo finale di Brando(OH MIO DIO CHE ATTORE) è da pelle d'oca. E la scena con gli indios pittati di bianco all'ingresso del Tempio?!... Tipo che puoi mettere in pausa e guardartela, come fosse un quadro. Un po' come con Malick (si, ho letto che ti garba mucho) con I giorni del cielo, ma con qualsiasi dei suoi film. Quadri in movimento.
    Sontuoso.
    Aspetto con ansia Tree of life.
    Il tuo etero preferito,
    Dembo.

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  2. Ciao Dembo,
    partiamo subito forte: DEVI assolutamente vedere La conversazione, che non è solo una bomba, ma un fungo atomico sterminatore figlio di puttana.
    Apocalypse è oltre ogni limite, un pò come Marlon Brando - eterosessualmente parlando, quando chiama Stella giù dalla scala in Un tram che si chiama desiderio credo che tutti, ma proprio tutti, scenderebbero gambe in spalla -: oltretutto credo che Kurtz e il suo orrore siano il "lato oscuro" de La sottile linea rossa, visto che hai citato Malick.
    Tree of life è l'unico film che può insidiare la mia attesa per Inception.
    Il tuo infiammabile preferito,
    Ford.

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  3. A me Shutter Island era piaciuto. Un bel thriller come piacciono a me.

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  4. Segreti di famiglia ti farebbe cagare.
    Fidati, è un film di quelli poco sopportati a Bulilandia.
    Shutter island è carino, sai che è piaciuto anche a me. Ma per arrivare al vero Scorsese c'è un sacco di strada da fare.
    E poi Thelma Shoonmaker non può fare un montaggio così approssimativo!

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  5. Ciao Fireman, vedrò di recuperare La conversazione al più presto.
    E a decidermi di rivedere Il mucchio selvaggio, che ho visto troppo tempo fa. Tipo da ragazzino con mio nonno.(R.I.P.)
    Sempre tuo,
    Dembo.

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  6. In effetti ho sempre voluto fare il pompiere.
    Mi torna anche un pò in mente la tizia di The wrestler.
    Grande il mucchio. Uno dei finali più belli del mondo.
    Tra l'altro, mi ricorda tantissimo Heat - La sfida, e di Peckinpah ti consiglio anche La ballata di Cable Hogue, stupendo.
    A proposito, non provi il mio concorso indetto grazie a C'era una volta in Messico?

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  7. Grandissimo The wrestler!!! L'ultima scena è fantastica.
    Grazie per i preziosi consigli. Ne terrò conto.
    La frase l'avevo già sentita, ma non riuscivo ad associarla a niente. Così, come fanno tutti gli stronzetti quando non sanno una cosa, l'ho googlata.
    Però ti posso dire che l'altro ieri ho comprato il dvd di Ombre rosse(MAI VISTO).
    A dopo, sento già il mio fegato strillare pietà.

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  8. Mi sembra che il fegato stia bene, no!?
    Tra un allenamento e l'altro, ripenso a The wrestler, che tanto ci ricorda i nostri cari losers.
    A dopo per il libro!

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  9. La carriera di Coppola puo' essere divisa in 2 parti piu' un appendice: prima e dopo "One form the heart", quello che segna la fine della Zoetrope e l'inizio di un cinema cosidetto "riparatorio",quasi sempre su commissione e finalizzato a saldare i debiti accumulati per quel film; abbiamo poi il tentativo di una summa cinematografica, il testamento defininitivo, accarezzato con il progetto di "Metropolis", una storia ambientata tra l'antica Roma e la NY e che il nostro dovra' abbandonare per mancanza di finanziamenti, e poi gli ultimi due film con cui Coppola dichiara di volere prendere le distanze da se stesso, riprendendo a filmare con lo spirito degli inizi..
    .
    ...ai capolavori che tu hai citato io affiancherei "One from the heart", primo esperimento di cinema in alta definizione, con Storaro alla direzione delle luci, una Las Vegas interamente ricostruita in studio e musiche di T Waits..."eggy Sue si e' sposata" ed "I Giardini di Pietra", in cui Coppola travasa il dolore per la perdita dell'amato figlio...forse Dracula, per l'originale interpretazione (soprattutto visiva) di un plot sfruttatissimo..."Un altra giovinezza" invece e' poco riuscito non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello dellascrittura: impossibile condensare un opera cosi' stratificata come quella Mircea Eliade che mischia religione ed antropologia....

    ..non volevo essere prolisso ma solo appassionato...

    come diresti anche tu...Hasta la vista companeros..

    nickoftime
    icinemaniaci.blogspot.com

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  10. La passione da queste parti è sempre accolta a braccia aperte, Nickoftime.
    One from the heart è stato, effettivamente, un passo fondamentale nella carriera di Coppola, e ancora oggi è troppo sottovalutato, almeno quanto I giardini di pietra, bellissima riflessione sul rapporto con il figlio perduto.
    Appena troverò la forza per Un'altra giovinezza ti farò sapere.
    Continua a passare da queste parti,
    hasta la vista a te, companero!

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  11. Sì, sta benissimo. Ma qualche consiglio su film con protagonisti( e finale soprattutto) da losers? Domanda: secondo te il protagonista di shutter island può essere definito un losers?
    Nel senso che capisce e accetta la sua situazione fino al punto da farsi lobotomizzare.
    Aspetto tuoi consigli...

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  12. La mitologia dei losers è tosta: ora come ora ti direi che La ballata di Cable Hogue e L'ultimo buscadero di Peckinpah sono un ottimo esempio, ma in qualche modo anche Heat - La sfida e Vivere e morire a Los Angeles, di cui ho parlato nel post di Point break possono rientrare nella categoria.
    E ci metterei anche L'uomo in più di Sorrentino, il film più bello che ha fatto dopo Il divo.
    Volendo ci potrebbe stare anche Fitzcarraldo di Herzog, ad ogni modo è un tema capace di abbracciare un quantitativo spropositato di pellicole.
    Per il protagonista di Shutter island non saprei, lo vedo più come rassegnato, che come perdente. Il loser non accetta la sconfitta, semmai le vola incontro, come Randy the ram.
    Mi viene in mente anche Lo spaccone, che potrei legare al tema.
    Appena ho qualche altro input te lo sparo volentieri!

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  13. Grazie Ford. Come sempre, grandi consigli.
    Mi dovrò fare una lista di tutte le cose che mi hai consigliato.
    Io ho amato molto le conseguenze dell'amore, soprattutto la caratterizzazione del protagonista Titta Di Girolamo.
    Immenso Servillo.
    Tieni duro coi freaks. Non picchiare nessuno.

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  14. Io invece devo listarmi i libri di cui mi hai parlato ieri.
    Bello le conseguenze, ma L'uomo in più ha quell'atmosfera propria dei losers che mi conquista, un grandissimo Servillo e un piano sequenza spaventoso all'interno di una discoteca. Recuperalo!
    Vedrò cosa posso fare con i freaks, anche se mi prudono le mani.

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