mercoledì 5 luglio 2017

Aspettando il re (Tom Tykwer, UK/Francia/Germania/Messico/USA, 2016, 98')




Cambiare prospettiva, spesso e volentieri, significa affrontare rotture di palle non indifferenti e fatica doppia rispetto a quanto la vita ci riservi in una rodata quotidianità.
Personalmente, mi piace crogiolarmi nei miei rituali, dall'allenamento alla bevuta, dalla visione del film o della serie televisiva ai momenti dedicati ai Fordini, e via discorrendo: l'unico cambiamento che ho finito per accettare da subito di buon grado è stato quello che mi ha visto da casalingo in questi ultimi mesi, in attesa di scoprire quale sarà il prossimo passo, e se verrà compiuto qui o da un'altra parte del mondo.
Senza dubbio, cambiare porterà sconvolgimenti che almeno in principio non saranno facili da gestire,  e per esperienza so che potrebbero costare qualche incazzatura, o pensiero che, forse, decidere di stare fermi è la scelta più goduriosa che si possa fare: peccato che, rituali a parte, io non sia affatto una persona in grado di attendere che il cadavere del nemico passi lungo il fiume, e dunque mi toccherà allargare le spalle e prepararmi a quello che sarà il futuro mettendo in conto anche e soprattutto i colpi bassi.
Aspettando il re - o, come al solito molto più indicato, A hologram for the king - è legato a doppio filo proprio a queste tematiche, e nonostante non avessi aspettative particolarmente alte - anzi, direi il contrario -, il regista fosse il sopravvalutato Tom Tykwer - che, a parte la co-regia di Cloud Atlas, non mi ha mai particolarmente impressionato - ed il protagonista Tom Hanks, che per quanto non riesca a starmi antipatico trovo allo stesso modo quasi sempre un pò troppo simile a se stesso, devo ammettermi di essere passato attraverso la visione con una sensazione di piacere simile a quella che si prova, finito un allenamento, a tornare a casa, farsi una doccia e schiaffarsi sul divano, consci di aver dato quello che si doveva dare e pronti al relax.
Pur non avendo letto il romanzo di Dave Eggers - che mi sta cordialmente sul cazzo - dal quale è stato tratto, e non considerandolo certo perfetto, ho trovato Aspettando il re una sorta di fratello maggiore e più fine dello scombinato - e comunque divertente, a conti fatti - Rock the Kasbah con Bill Murray protagonista, un'altra storia di rilancio e scommessa su se stessi legata ad un main charachter che, almeno sulla carta, dovrebbe essere ormai nella fase "calante" della sua avventura.
Ed il bello, a conti fatti, come per i cambiamenti, è proprio questo.
Nella vita non c'è una fase calante.
Certo, invecchiamo, ci sformiamo, ci ammaliamo e moriamo, ma questo non deve precludere la volontà e la voglia di fare fronte alle sfide, al desiderio di vivere, di scoprire che nostra figlia ci chiama per piacere e non per bisogno - "Vuol dire che sei bravo" - e che anche in mezzo ad un deserto la possibilità di trovare un'oasi c'è sempre.
In questo senso e da questa prospettiva il lavoro di Tykwer regala quella sensazione di seconda chance perfetta per la primavera - anche se ormai siamo in estate -, ed il pensiero che, in fondo, nonostante la paura, le limitazioni, l'ignoranza ed un sacco di stronzi il mondo resti ancora un luogo da scoprire, in cui bastano pochi accorgimenti - come un costume da uomo su una donna - per aggirare le assurdità ed esplorare la parte più bella e viva di qualsiasi cosa.
Cambiare prospettiva, spesso e volentieri, significa affrontare rotture di palle non indifferenti e fatica doppia rispetto a quanto la vita ci riservi in una rodata quotidianità.
Ma non è detto che proprio quelle rotture di palle non possano, un giorno, farci svegliare come uomini e donne arricchiti di qualcosa che vada oltre i concetti di carriera, doveri, incombenze: il cambiamento di prospettiva, nel bene o nel male, va preso come un'opportunità.
E le opportunità restano la scossa che rende più vivi anche i più vivi.
In barba agli ologrammi.




MrFord




 

4 commenti:

  1. Reduce dall'orribile The Circle, non so se Tom Hanks voglio rivederlo tanto presto... Però metto in lista, di film decenti non ne sto vedendo neanche uno. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. The Circle non l'ho visto, ma mi pare di non essermi perso nulla. ;)

      Ad ogni modo, in questo periodo film decenti se ne vedono pochi, purtroppo. Questo, rispetto alle aspettative molto basse, mi è parso guardabile.

      Elimina
  2. Come primo cambiamento, Ford, ti consiglio di cambiare...
    blog. :D

    La header no, per una volta va bene. Però il titolo White Russian è ora di mandarlo in pensione, no?

    Il film, tra Tom Hanks e Tykwer, non mi ispira granché. Anzi sì, mi ispira una bella stroncatura. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente il film dei due Tom potrebbe essere una buona kriptonite per te. Guardalo subito! ;)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...