domenica 17 aprile 2016

Getaway

Regia: Sam Peckinpah
Origine: USA
Anno: 1972
Durata: 122'







La trama (con parole mie): Doc McCoy, specialista in rapine in banca, riesce ad ottenere la libertà di parola dopo quattro anni di carcere grazie all'intercessione della moglie Carol, pronta a trattare per con il bieco funzionario Beynon, che intende dare il nulla osta per la scarcerazione di Doc solo in cambio del suo aiuto in un colpo da mezzo milione di dollari in una piccola banca del Texas.
Organizzata la rapina e selezionati gli uomini, però, McCoy e la sua dolce metà si troveranno a far fronte ad una serie di guai imprevisti: i due compagni d'impresa di Doc, infatti, si rivelano il primo troppo instabile ed il secondo pronto a fargli la pelle e lanciarsi in un inseguimento dei soldi una volta rimasto a sua volta ferito da McCoy.
A questo punto, per l'ex galeotto braccato dalle forze dell'ordine non resterà che il faccia a faccia con Beynon, il confronto con sua moglie ed i segreti che ha celato ed una fuga rocambolesca attraverso il Texas verso il Messico, per giungere oltre frontiera con i soldi nelle sue mani.










Basterebbero quattro nomi, per chiudere la recensione di un film come Getaway ed andarsene a sbronzarsi per poi cercare una rissa o una donna e chiudere in bellezza la serata: Sam Peckinpah, Walter Hill, Jim Thompson, Steve McQueen.
Quattro moschettieri che da soli varrebbero - e valgono - un cult, senza se e senza ma.
Rivedere Getaway dopo almeno una decina d'anni è stato come concedersi una "notte da leoni" con un gruppo affiatato di vecchi amici, riscoprire un classico dell'action e del crime - con Cani arrabbiati di Bava, potrebbe benissimo essere considerato uno dei padri del pulp tarantiniano - e goderselo dal primo all'ultimo minuto, dai tratti distintivi del Cinema stile Peckinpah - personaggi di Frontiera, montaggio serrato, una malinconia di fondo che segna i momenti migliori e peggiori di ogni protagonista - allo stile inconfondibile di Steve McQueen, senza dubbio una delle icone più importanti della settima arte in quanto a machismo, e senza che si potessero tirare in ballo muscoli o esplosioni come sarebbe accaduto nel corso degli anni ottanta.
Probabilmente, non esiste nulla, allo stato attuale, Cinema di genere oppure no, che possa trasmettere gli stessi brividi di prodotti come Getaway, quasi si parlasse di una scheggia impazzita e fuori dal tempo: il lavoro di mostri sacri come quelli citati in apertura di post resterà probabilmente esempio per le future generazioni di cinefili ed addetti ai lavori non si sa neppure per quanto tempo, e continuerà a costituire un guilty pleasure assoluto per chi, come il sottoscritto, si è formato almeno in parte con prodotti di questo genere, fatti di alta tensione, inseguimenti, una filosofia ed un approccio che, di fatto, nel corso degli anni settanta portarono l'epica del West nel mondo del crime moderno.
D'altro canto, ho dovuto ragionare anche con il cervello - che, di tanto in tanto, mi diverto ad usare - e non solo con il cuore abbassando di almeno un mezzo bicchiere il voto di questo cultissimo, che con il passare degli anni ha oggettivamente perso qualche colpo rispetto ad altri suoi contemporanei - mi viene subito in mente Punto Zero - e che, a fronte di un pubblico più giovane ed attuale così come a certi personaggi radical o pseudo tali potrebbe apparire datato e fuori tempo massimo, in barba alla maestria di narrazione e messa in scena.
La realtà dei fatti, però, è che nonostante la società sia cambiata e, di fatto, alcuni passaggi di Getaway possano suonare quasi naif, la pellicola di Peckinpah è un gioiellino in termini di definizione dei personaggi, una sorta di scuola per quella che sarà la grande action autoriale degli anni ottanta e novanta, culminata con Michael Mann negli States e Johnnie To e John Woo in Oriente.
Dall'ironia all'efferatezza, nulla viene scontato agli spettatori, compresi gli schiaffi rifilati da McQueen alla moglie e la minaccia al ragazzino in treno, segno della definizione di un antieroe spigoloso eppure profondamente umano come Doc McCoy, con ogni probabilità uno dei charachters più importanti portati sullo schermo dal leggendario Steve: affrontare Getaway - a prescindere da quante volte lo si è visto e vissuto - è come salire a bordo di un ottovolante che, pur con i suoi anni di servizio sulle spalle, è in grado di regalare almeno un paio di evoluzioni che le montagne russe più moderne ed accessoriate possono solo sognarsi.
Cose vere e ben definite, come un colpo di frusta o la sensazione di straniamento dovuta ai troppi e violenti sballottamenti: ma è giusto così.
L'old school non è certo famosa per andarci tenera.




MrFord




"I know I have to go
got no doubt
should I stay or should I go
gotta get away
don't want to stay
leavin' tomorrow by subway."
Kiss - "Getaway" - 





5 commenti:

  1. Grazie Ford!
    Questo weekend grazie a te la mia lista dei film da non vedere si è arricchita parecchio. ;)

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    1. Ohiboh... sparare con così' tanta leggerezza su un film del vecchio Sam...
      :/

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    2. Jean, ma ti stupisci anche!?
      Cannibal quando si tratta di grandi registi gira al largo! ;)

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  2. Filmone, rivisto anche io recentemente, e devo dire di essere d'accordo nel preferirgli il più misconosciuto Punto zero. Resta cmq una di quelle pellicole fondamentali per gli appassionati di film da "uomini"
    ;)

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    1. Verissimo, Fratello: dev'essere per quello che non attrae Cannibal! ;)

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