mercoledì 6 aprile 2016

Dio esiste e vive a Bruxelles

Regia: Jaco Van Dormael
Origine: Belgio, Francia, Lussenburgo
Anno: 2015
Durata:
113'








La trama (con parole mie): forse non tutti lo sanno, ma Dio vive a Bruxelles insieme a sua moglie ed alla figlia di dieci anni Ea, che osserva quanto suo padre, come uno scrittore cinico ed annoiato, si diverta a torturare gli umani per passare il suo tempo, o almeno quello che non passa rimproverando lei e la madre.
Spinta da un anelito di ribellione ispirato dal fratello Gesù, da tempo allontanatosi dalla famiglia, la bambina non solo fugge di casa per esplorare il mondo dei mortali, ma prima di farlo decide di comunicare a tutta la popolazione del mondo tramite sms quanto tempo separa ognuno dal momento della propria morte.
Questa rivelazione cambia radicalmente l'approccio alla vita sulla Terra, e quando Ea decide di scegliere non solo un narratore della sua storia, ma anche sei nuovi apostoli per portare il loro numero complessivo a diciotto come li vorrebbe sua madre, appassionatissima di baseball, Dio in persona si troverà a scendere in campo per cercare di limitare l'operato della sua piccola.
Peccato che non tutto andrà secondo i suoi piani.













Quando, mesi fa, uscì in sala Dio esiste e vive a Bruxelles, fui divorato dai dubbi che, ormai, mi assalgono nel momento in cui affronto una pellicola d'autore di quelle che, agli inizi degli Anni Zero e nel mio periodo da radical cinefilo, avrei non solo visto con hype alle stelle, ma avrei potuto acquistare in dvd anche a scatola chiusa, fiducioso solo della loro natura d'essai: dunque, nonostante ottime recensioni da parte di colleghi bloggers fidati ed una certa curiosità, ho finito per rimandare la visione settimana dopo settimana, quasi cominciando a pensare che il titolo firmato da Van Dormael si sarebbe perso nei meandri delle decine che recupero e poi, per un motivo o per un altro, restano a riposare neanche fossero whisky da invecchiamento nell'hard disk.
Non so neppure giustificare il fatto, invece, di averlo scelto quasi d'istinto nel corso di un pomeriggio che avrebbe accompagnato le mie consuete sessioni di gioco con il Fordino quando sono a casa dal lavoro, conscio della reazione che avrebbe potuto provocare in Julez, già pronta ad un insperato ed inaspettato riposino pomeridiano nel corso della visione: a prescindere, comunque, da tutto quello che avrei pensato potesse essere e quello che, di fatto, è stato, Dio esiste e vive a Bruxelles - pessimo, come al solito, l'adattamento italiano - è uno dei prodotti più sorprendenti che il Cinema europeo recente abbia potuto regalare al pubblico, sofisticato eppure non spocchioso, in grado di unire la cornice favolistica di Amelie - un film che io non ho mai particolarmente amato - alla critica spirituale di produzioni cult da queste parti come Le mele di Adamo.
Senza dubbio questa nuova interpretazione della religione e della fede non è priva di difetti, e soprattutto sulla distanza finisce per perdere qualche colpo rispetto ad un inizio davvero strepitoso, eppure, shakerando Kaurismaki ed un approccio che riesce ad essere molto credente ed altrettanto ateo, Van Dormael confeziona un esperimento clamorosamente riuscito, in grado di passare da citazioni di Van Damme pronte a conquistare senza ritegno il sottoscritto al merito assoluto di aver tenuto la signora Ford sveglia dall'inizio alla fine, strappandole addirittura un'approvazione che, in questi casi, è più unica che rara.
La rappresentazione di una "famiglia divina" quasi e più di quanto non sarebbe se fosse profondamente umana, dalla splendida Ea, una sorta di Little Miss Sunshine con poteri illimitati, al cinico e detestabile padreterno, passando attraverso un Cristo che pare uscito dal cilindro di Kevin Smith e da una "signora dio" che, chissà, forse ha pronte le cartucce migliori per quello che ci attende oltre i titoli di coda, è assolutamente azzeccata, così come il viaggio della sua piccola ribelle attraverso il nostro mondo, l'idea di sconvolgerlo comunicando a tutti la "data di scadenza" di ogni vita e la musica che non solo ci rende unici, ma anche associabili in modo unico a qualcun'altro.
Da peccatore miscredente quale sono, non avrei saputo immaginare una rivoluzione rispetto al regno di terrore di dio meglio gestita di quella che imbastisce il buon Jaco grazie alle gesta di Ea e dei suoi apostoli, in grado di trasmettere la sensazione di confortevolezza che proprio la fede dona a chi l'abbraccia - quando lo si fa in modo positivo e costruttivo, ovviamente - ma ad un tempo il bisogno di critica, la curiosità e la necessità di una rottura al cospetto di eventuali poteri superiori neanche fossimo tutti una sorta di figli adolescenti - come pare essere lo stesso Gesù, ispiratore dell'ancora più tosta e rivoluzionaria sorellina -.
In un certo senso, si potrebbe considerare questo viaggio come il lato solare, caotico e poco misurato dello strepitoso Kreuzweg visto qualche mese fa: in entrambi i casi si affronta la critica alla fede partendo da un punto di vista assolutamente credente.
Una cosa davvero non da poco, in un mondo come quello attuale, spartito tra non credenti e finti credenti.
Ed ancora più notevole perchè in grado, nel caso della pellicola austriaca come in questo, di conquistare anche chi, come gli occupanti del Saloon, con la fede c'entrano poco o nulla.





MrFord





"You can run on for a long time
run on for a long time
run on for a long time
sooner or later God'll cut you down
sooner or later God'll cut you down."
Johnny Cash - "God's gonna cut you down" - 





22 commenti:

  1. Bello il paragone con Kreuzweg: non ci avevo pensato ma in effetti è plausibiissimo... totalmente d'accordo (anche col resto della recensione!)

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    1. Ricordavo che ti aveva molto colpito, e sapevo che - come spesso accade - ci saremmo trovati d'accordo.

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  2. Ecco questo film mi ispira parecchio, provvederò!

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  3. Film che inseguo da parecchio pure io ma ho sempre accantonato per motivi simili ai vostri..dovrò rimediare prima o poi..

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    1. Ho come l'impressione che ti piacerà. Attendo la tua recensione! :)

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  4. Mi manca, pure io lo sto rimandando da mesi. Ma mi incuriosisce perché il precedente film di questo regista (Mr. Nobody) mi aveva fatto impazzire!

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    1. A me Mr. Nobody manca, ma a questo punto lo recupero al volo!

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    2. Preparatelo per una sera che non hai sonno ;)
      Io ne ho visto un pezzo,non me lo ricordo brutto ma so che l'avevamo mollato.Essendo stato una marea di tempo fa,non mi ricordo se fossimo d'accordo entrambe,o se fosse stato l'effetto caffettiera a farmi desistere dalla visione.Il plot era interessante.Sono cmq due ore di lentumia XD
      Questo mi incuriosì molto già quando ne parlò la Bolla,sta nella lunga lista ;)

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    3. Ormai seleziono i titoli in base alla stanchezza, tranquilla. ;)

      Comunque, se riesce ad eguagliare questo, tanto di guadagnato! :)

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  5. Adorabile, veramente poetico. Sono felicissima che, per una volta, un gioiellino simile sia arrivato anche dalle mie parti!

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    1. Strano, effettivamente, che abbia avuto una discreta distribuzione.
      Comunque ci hanno pensato con il titolo, a sabotarlo! ;)

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  6. L'ho trovato delizioso e molto intelligente

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  7. E ti pareva se non ti esaltavi con un filmetto come questo, pretenzioso, pienissimo di difetti e, nonostante le buone intenzioni, davvero ben poco riuscito.
    D'altra parte Dio, se esiste, non vive certo a Lodi, ahahahah :)

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    1. E ti pareva se non criticavi assurdamente un film leggero, piacevole ed intelligente come questo. :)

      Sinceramente non penso che dio esista, ma più che altro mi preoccupo che per te non esista neanche il buon Cinema! ;)

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  8. bellissimo inzialmente poi peccato si perde un po'...

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    1. Verissimo, con il finale si perde qualcosa, ma nel complesso è davvero un esperimento riuscito.

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  9. Un film che parte da una premessa interessantissima e finisce, secondo la mia opinione, in un pasticcio totale. Un vero peccato

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    1. La parte finale è sicuramente meno incisiva, ma nel complesso io l'ho trovato davvero una gran bella cosa.

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