Produzione: CBS
Origine: USA
Anno: 2012/2013
Episodi: 22
Origine: USA
Anno: 2012/2013
Episodi: 22
La trama (con parole mie): Patrick Jane, accanto ai suoi colleghi del CBI, parallelamente alla risoluzione di casi di omicidi commessi in tutta la California, continua la sua indagine a proposito del serial killer John il Rosso e la sua sfida a distanza con lo stesso, che pare avere sempre più potere ed agganci anche all'interno degli organismi di Legge.
E mentre Lisbon continuerà a manifestare - e a cercare di nascondere - una certa attrazione per lo stesso Jane, Cho intreccerà il suo cammino con quello della squadra speciale d'intervento del CBI, mentre Van Pelt e Rigsby, tornati entrambi single, finiranno per pensare di riprendere la loro storia, più sicuri della maturità acquisita con il tempo: riusciranno i nostri a fare fronte alla presenza dell'FBI, al lavoro di tutti i giorni ed al ritorno in pianta stabile della loro nemesi più terribile?
I guilty pleasures di casa Ford, specialmente quando si parla di letture e piccolo schermo, sono da sempre legati ad un genere ribattezzato da Julez come quello dei morti ammazzati: da titoli pop come Criminal minds ad autori di culto come Nesbo, passando per gioielli come True detective, da queste parti si finisce sempre per essere catturati quando di mezzo ci sono serial killers o situazioni thrilling.
The Mentalist, prodotto firmato da Bruno Heller con protagonista il Patrick Jane di Simon Baker, partito come una serie riempitivo e finito per diventare una piccola certezza quantomeno dei prodotti di largo consumo, giunge al suo quinto passaggio sugli schermi del Saloon mantenendo di fatto invariata la sua formula vincente: casi singoli come di consueto risolti brillantemente - e con una sempre divertente irriverenza - dallo stesso Jane e dalla sua squadra - la precisa Lisbon, lo spigoloso Cho, l'impacciato Rigsby e la defilata, almeno in questa stagione, probabilmente a causa della gravidanza dell'attrice che la interpreta, Amanda Righetti, Van Pelt - e la storyline principale dell'intera serie, quella che vede il suo protagonista intento a rispondere colpo su colpo in una partita a scacchi iniziata con l'omicidio di sua moglie e sua figlia per mano di John il Rosso, vera e propria nemesi, un killer senza volto e dai molteplici agganci che pare sempre più sfuggente, ed al contempo clamorosamente presente nella vita del suo antagonista.
A rendere la loro rivalità ancora più accesa il ruolo fondamentale della collaboratrice di quest'ultimo Lorelei - l'attrice canadese Emmanuelle Chriqui -, divenuta nel corso della quarta stagione amante di Jane - la prima a rompere le barriere dell'ex illusionista dai tempi della morte della moglie - e dunque sua alleata una volta scoperto il ruolo di John nell'uccisione della sorella, prima di cadere lei stessa per mano dell'uomo che fu prima suo maestro e dunque nemico: raramente, piccolo o grande schermo che fosse, si è vista una rivalità così accesa e tenuta comunque in maniera funzionale a galla per tanto tempo.
Merito di questo "idillio" tra i due main charachters del prodotto è senza dubbio dell'attenzione posta dal loro creatore - il già citato Bruno Heller - alla serie - non sono molti gli ideatori che, in corso d'opera, si concentrano esclusivamente sul ruolo di produttori abbandonando, di fatto, il lato artistico dei loro prodotti -, così come una caratterizzazione ottima svolta su John il Rosso, forse l'unico antagonista del piccolo schermo attuale ad aver riempito il suo spazio senza, di fatto - a meno di clamorose rivelazioni - essere mai apparso: certo, l'ipotesi portata avanti proprio a partire dall'eventualità che Jane possa aver "stretto la mano" al suo nemico e la chiusura di stagione potrebbero sfatare questa mia affermazione, ma sono convinto che, con altre tre annate sicuramente confermate, The Mentalist riserverà ancora parecchie sorprese ai suoi fans, così come il rapporto tra Patrick e John, che paiono sempre più una versione thriller e legata ai serial popolari del sottoscritto e Cannibal Kid.
Personalmente, per quanto non clamoroso e, devo ammetterlo, non più decollato dopo l'ottima terza stagione - che faceva presagire un salto di qualità in seguito, di fatto, mai arrivato -, continuerò con tutti i Ford al mio fianco a seguire le avventure di Jane e dei ragazzi del CBI fino alla loro conclusione, sperando in una chiusura che possa rendere giustizia ad un rapporto di odio così profondo da sconfinare quasi nell'amore e nell'importanza decisiva di uno per l'altro dei suoi protagonisti.
The Mentalist, prodotto firmato da Bruno Heller con protagonista il Patrick Jane di Simon Baker, partito come una serie riempitivo e finito per diventare una piccola certezza quantomeno dei prodotti di largo consumo, giunge al suo quinto passaggio sugli schermi del Saloon mantenendo di fatto invariata la sua formula vincente: casi singoli come di consueto risolti brillantemente - e con una sempre divertente irriverenza - dallo stesso Jane e dalla sua squadra - la precisa Lisbon, lo spigoloso Cho, l'impacciato Rigsby e la defilata, almeno in questa stagione, probabilmente a causa della gravidanza dell'attrice che la interpreta, Amanda Righetti, Van Pelt - e la storyline principale dell'intera serie, quella che vede il suo protagonista intento a rispondere colpo su colpo in una partita a scacchi iniziata con l'omicidio di sua moglie e sua figlia per mano di John il Rosso, vera e propria nemesi, un killer senza volto e dai molteplici agganci che pare sempre più sfuggente, ed al contempo clamorosamente presente nella vita del suo antagonista.
A rendere la loro rivalità ancora più accesa il ruolo fondamentale della collaboratrice di quest'ultimo Lorelei - l'attrice canadese Emmanuelle Chriqui -, divenuta nel corso della quarta stagione amante di Jane - la prima a rompere le barriere dell'ex illusionista dai tempi della morte della moglie - e dunque sua alleata una volta scoperto il ruolo di John nell'uccisione della sorella, prima di cadere lei stessa per mano dell'uomo che fu prima suo maestro e dunque nemico: raramente, piccolo o grande schermo che fosse, si è vista una rivalità così accesa e tenuta comunque in maniera funzionale a galla per tanto tempo.
Merito di questo "idillio" tra i due main charachters del prodotto è senza dubbio dell'attenzione posta dal loro creatore - il già citato Bruno Heller - alla serie - non sono molti gli ideatori che, in corso d'opera, si concentrano esclusivamente sul ruolo di produttori abbandonando, di fatto, il lato artistico dei loro prodotti -, così come una caratterizzazione ottima svolta su John il Rosso, forse l'unico antagonista del piccolo schermo attuale ad aver riempito il suo spazio senza, di fatto - a meno di clamorose rivelazioni - essere mai apparso: certo, l'ipotesi portata avanti proprio a partire dall'eventualità che Jane possa aver "stretto la mano" al suo nemico e la chiusura di stagione potrebbero sfatare questa mia affermazione, ma sono convinto che, con altre tre annate sicuramente confermate, The Mentalist riserverà ancora parecchie sorprese ai suoi fans, così come il rapporto tra Patrick e John, che paiono sempre più una versione thriller e legata ai serial popolari del sottoscritto e Cannibal Kid.
Personalmente, per quanto non clamoroso e, devo ammetterlo, non più decollato dopo l'ottima terza stagione - che faceva presagire un salto di qualità in seguito, di fatto, mai arrivato -, continuerò con tutti i Ford al mio fianco a seguire le avventure di Jane e dei ragazzi del CBI fino alla loro conclusione, sperando in una chiusura che possa rendere giustizia ad un rapporto di odio così profondo da sconfinare quasi nell'amore e nell'importanza decisiva di uno per l'altro dei suoi protagonisti.
MrFord
"Red, red wine
it`s up to you
all I can do I`ve done
memories won`t go
memories won`t go."
it`s up to you
all I can do I`ve done
memories won`t go
memories won`t go."
UB40 - "Red red wine" -
Mi è capitato di vedere qualche episodio di numero, ma non mi ha mai preso in modo tale da iniziarlo a vedere seriamente.
RispondiEliminaDa queste parti lo si guarda come guilty pleasure, e in quel senso funziona.
EliminaUna delle tante serie che avrei potuto guardare se la prendevo dall'inizio(anche qui a casa Lazyfish amiamo il genere "morti ammazzati" ^^),ma recuperarne 4 è troppo lungo...preferirei semmai recuperare Criminal minds,che col discorso dei profili psicologici mi acchiappava sempre tanto,nelle puntate viste qua e là sulla TV pubblica :)
RispondiEliminaCriminal minds, però, è decisamente più lungo come recupero: comunque, nel caso, questo come riempitivo ben realizzato ci sta.
EliminaE' un recupero epico,Criminal minds,ma mi ispira molto di più ;)
EliminaUn recupero epico davvero. Auguri! :)
EliminaCon tutte le nuove serie strafighe che sono appena cominciate, tu ancora a seguire The Merdalist?
RispondiEliminaE' ora di rinnovare il tuo palinsesto televisivo, Ford, ormai è più vecchio e decrepito di te! ahahahah :D
Con serie nuove intendi tutte quelle cagatine da pusillanimi che hai elencato l'altro giorno!?
EliminaNe faccio a meno! ;)
The Mentalist è una di quelle cose che tutti dicono di non seguire più, poi una qualche certezza te la dà sempre e come riempitivo ci sta sempre bene... devo ammettere però che sono contenta che la serie si chiuda con questa settima stagione ora in onda, la serie non aveva più niente da raccontare...
RispondiEliminaOgni serie, arrivata ad un certo punto, ha bisogno di essere chiusa.
EliminaSperiamo che la conclusione sia buona.