sabato 4 ottobre 2014

Grey's anatomy - Stagione 10

Produzione: ABC
Origine: USA
Anno:
2013/2014
Episodi:
24




La trama (con parole mie): al Grey-Sloane Memorial Hospital la vita riprende più o meno come sempre dopo gli eventi che hanno caratterizzato la tempesta che ha colpito Seattle facendo da sfondo al parto difficoltoso di Meredith. Nel frattempo, mentre Derek decide di dedicare più tempo alla ricerca rispetto alla sala operatoria e gli ex specializzandi, ormai borsisti giunti ai primi passi “da grandi” da muovere nel campo della Medicina, il vecchio Webber deve affrontare il lento recupero dalle ferite riportate nel finale della scorsa stagione, la Bailey dovrà confrontarsi con i demoni interiori ed il suo ruolo apparentemente marginale all’interno dell’ospedale, Avery ed April si troveranno a fare i conti con il loro rapporto e Callie ed Arizona con le conseguenze del tradimento di quest’ultima.
Senza contare l’apporto, in termini di guai e relazioni più o meno appropriate, fornito dai nuovi specializzandi giunti al loro secondo anno.






Già me lo vedo, il ghigno di soddisfazione del Cannibale pronto a prendermi per il culo per l’ennesima volta a causa dell’affezione ormai risaputa e nota che il sottoscritto prova all’indirizzo di Grey’s Anatomy, serial medico vero e proprio erede di E. R. partito senza dubbio alla grande e giunto alla sua decima stagione con risvolti più simili a quelli delle soap che non ai drammi ed alla tensione mantenuti fino alla season six – l’ultima davvero degna di nota della creatura di Shonda Rimes -.
Eppure, non riesco proprio ad avvertire come un peso quello che, da tempo, è l’appuntamento estivo per eccellenza per gli occupanti di casa Ford, pronti ad attendere la bella stagione per recuperare e divorare a botte di due, tre o quattro episodi alla volta le vicende dei medici del Grey-Sloane Memorial, memori anche noi di quando, nelle prime settimane della convivenza, ancora senza sapere dove ci avrebbe portato la vita, passammo due mesi buoni incollati durante ogni pranzo e cena alle prime tre stagioni, sviluppando quelle che sono, ancora oggi, le nostre preferenze – Karev, da buon bastardo dal cuore d’oro, per me, la Bailey e la Yang per Julez -.
Il decimo giro di giostra per i medici più noti del piccolo schermo è, di fatto, stato un vero e proprio passaggio di testimone, il segno della fine di un’epoca che è andata delineandosi, e che a fronte del proseguire della serie – nonostante il calo di qualità a livello di scrittura, continua ad essere uno dei titoli più noti del panorama televisivo – cerca di fronteggiare il tempo che passa proponendo nuove soluzioni per il pubblico, alcune riuscite – il destino di Cristina, uno dei personaggi cardine del cast -, altre decisamente meno – l’introduzione della “nuova Grey”, decisamente forzata e molto, molto soap e poco logica, soprattutto dopo l’abbandono di Lexy e la decisione di eliminarne il personaggio -, ridefinendo la geografia dell’ospedale e dei ruoli al suo interno, dal Consiglio di amministrazione – sarà interessante vedere cosa potrà combinare il mio già citato favorito Karev, e come prenderà la questione la Bailey, privata di fatto di un posto che le era stato assegnato “d’ufficio” – a quella dei suoi strutturati – l’ingresso, a quanto pare in pianta stabile, nel cast della sorella di Derek come sua sostituta, la nuova direttrice dell’unità cardiotoracica, il rientro di Karev dopo la momentanea uscita a seguito della proposta di uno studio privato, il ruolo di Webber di insegnante -, senza contare che, almeno sulla carta, la stagione numero undici dovrebbe cominciare con l’arrivo dei nuovi specializzandi, trovando di fatto i protagonisti di dieci anni prima nel ruolo che gli allora strutturati ricoprivano ai loro occhi.
Non mancano, comunque, le scelte discutibili e gli scivoloni soap – in particolare il rapporto tra Avery e la Kepner, due dei personaggi più inutili della storia della televisione -, e senza dubbio ragionando a mente fredda si finisce per constatare l’inevitabile e forse inesorabile calo qualitativo di una proposta che, qualche anno fa, esplose come una delle nuove sensazioni non solo del genere – ricordiamo che Grey’s Anatomy appartiene alla generazione di titoli che resero possibile la rivoluzione di Lost -, ma della concezione stessa di serie televisiva, ponendo le basi per quello che questo tipo di prodotti sono giunti ad essere oggi.
Eppure, con tutta la freddezza e l’approccio critico possibili, non riesco davvero a pensare a Grey’s Anatomy come a qualcosa che, un giorno, potrò semplicemente accantonare insoddisfatto: in qualche modo, io e Julez siamo cresciuti con questi medici e le loro storie, siano esse d’amore o lavorative.
E a volte i legami che si creano, i ricordi, le associazioni, le cadute ed i successi, finiscono per rendere più importanti i sentimenti di quanto potrà mai esserlo un mero giudizio.




MrFord




"How did it come to be
that you and I must be
far away from each other every day?
Why must I spend my time
filling up my mind
with facts and figures that never add up anyway?
they never add up anyway."
Fountains of Wayne - "Hey Julie" - 





4 commenti:

  1. questa sì che è una serie per pusillanimi!
    e infatti pure io continuo a seguirla :)

    certo che però non mi sognerei mai e poi mai di promuoverla, soprattutto questa decima stagione che sarebbe potuta risultare più ridicola soltanto se avessero fatto comparire uno dei tuoi attorucoli action preferiti :)

    tra le produzioni della diabolica shonda rhimes, mille volte meglio scandal e la nuovissima how to get away with murder!

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    Risposte
    1. Secondo me la stagione peggiore resta la quarta, e comunque non posso farci niente: questo è davvero un guilty pleasure di casa Ford!

      E della diabolica Shonda mi risparmio volentieri il resto! ;)

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  2. ...a me è piaciuta...
    ma io sono figa, e mammola, che vuoi che ti dica?
    che pianti mi son fatta...

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    Risposte
    1. Piace anche a me, che non sono un pusillanime come il Cannibale, quindi direi che puoi stare tranquilla! :)

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