sabato 19 marzo 2011

Irreversible

La trama (con parole mie): Marcus e Pierre si inoltrano nelle profondità dantesche del Rectum, un locale gay che pare un girone infernale, per vendicarsi di La Tenia, l'uomo che ha stuprato e ridotto in fin di vita Alex, donna del primo ed ex compagna del secondo.
Ma è un viaggio a ritroso, che prende per mano lo spettatore e lo riporta, volente o nolente, all'origine di quella notte da incubo, alla ricerca di una spiegazione che si nasconde nei meandri delle pieghe del tempo.


Ammetto di dover ancora metabolizzare Enter the void, opera geniale e rivoluzionaria firmata da Gaspar Noè, eppure, da quando la stessa è entrata a far parte del mio mondo di spettatore, è progressivamente cresciuta la curiosità di scoprire i passi che hanno portato questo incredibile regista fino a quello che, ad oggi, può essere definito il suo Capolavoro.
Irreversible, che, lo ammetto, ho sempre snobbato per questioni di clamore e scandalo suscitati all'uscita e per la presenza a me sempre indigesta della Bellucci, è così approdato sugli schermi di casa Ford, spinto ulteriormente dal post in merito di Lorant.
Risultato? 
Certo, non siamo di fronte allo stesso Enter the void o a Memento - che in più di un'occasione lrreversible ricorda, e non soltanto per la struttura a ritroso della narrazione -, ma ad un'esperienza comunque e senza dubbio fortissima e coraggiosa, disturbante e tecnicamente prodigiosa che rende questo film se non un cult da cineteca una visione quasi obbligata per ogni amante della settima arte.
Alla tecnica va inoltre aggiunto il Cinema estremamente fisico di Noè, che fin dalla terribile prima parte dedicata alla discesa nelle profondità del Rectum e la vendetta - terrificante nel suo clamoroso, istintivo errore - a suon di colpi di estintore travolge lo spettatore così come la morte di Oscar in prima persona nel successivo lavoro del regista.
Il tempo riavvolto, passando attraverso il crescendo di tensione e l'esplosione di malvagità dello stupro di Alex - la scena fu oggetto di polemiche a nastro, eppure risulta davvero disturbante solo nel pestaggio selvaggio dopo la violenza sessuale, e non cerca lo stupore a tutti i costi, in quanto completamente concentrata sull'osservazione entomologica a camera fissa del confronto tra classi sociali ed istinti predatori -, conduce ad un cambio di registro pressochè completo della pellicola, che dilata tempi e dialoghi e diviene quasi un omaggio al Cinema snob ed elitario dei tempi d'oro dei Cahiers tutto dialoghi e triangoli amorosi - la sequenza in metropolitana ed il dialogo tra Marcus, Alex e Pierre pare quasi una sorta di Jules e Jim adattato ai nostri tempi -, lasciando alla conclusione i riferimenti a Kubrick e 2001, regalando acrobazie - a volte troppo insistite, questo occorre ammetterlo - della macchina da presa ed una riflessione da gelare il sangue, figlia dell'ineluttabilità del futuro e già seminata dai sogni premonitori da Alex raccontati alla festa.
Il tempo distrugge tutto.
Lo recita il vecchio ex galeotto dell'incipit prima dell'inizio delle evoluzioni a perdifiato della mdp, lo si legge nella disperazione di Alex prima, nel suo segreto durante e nella gioia poi, anche se in realtà è tutto il contrario di quello che può apparire scritto in questo modo.
E soprattutto, nella spirale da "ultimate trip" che chiude la pellicola, ideale ponte con i titoli di testa e la filosofia costruita sulla morte di Oscar nell'ormai citatissimo Enter the void.
Il tempo distrugge tutto, ci sbatte in faccia Noè.
Potrà anche avere ragione, eppure il miracolo del Cinema ci fa quasi credere il contrario.
E di questo non posso che essere soddisfatto, dato che di questo tempo, sinceramente, non sono mai sazio.
Se vuole distruggermi, si faccia pure avanti.
Ma, così come i protagonisti di quest'opera cruda e crudele o il più tamarro dei Rocky che afferma "per uccidermi, dovrà essere pronto a morire anche lui", io lo fronteggerò senza troppi patemi.
Del resto, anche Noè l'ha fatto, quando è entrato nel vuoto.


MrFord


"You're searching for good times
but just wait and see
you'll come running back (I won't have to worry no more)
you'll come running back (spend the rest of my life with you, baby)
you'll come running back to me."
The Rolling Stones - "Time is on my side" -

14 commenti:

  1. non farei altro che ripetermi con quello che ho già scritto nel mio post e nel commento a Lorant, quindi mi limito "solo" a questo: cultissimo!

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  2. Einzige, concordo in pieno.
    Non Enter the void, ma un supercult comunque!

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  3. uh devo vederlo a brevissimo! ho già visto Seul contre tous e l'ho trovato ottimo, manca solo questo

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  4. A me Seoul contre tous manca, ma lo recupererò!
    Questo è un supercult!

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  5. Per chi ama guardarlo davvero il cinema.... anche io qualche pregiudizio su Bellucci ( che viene apprezzata da un bel pò di gente all'estero a quanto pare) ma che continua ad essere per me una cagna di attrice ....

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  6. Tendenzialmente la Bellucci è davvero terribile, soprattutto quando si autodoppia, ma questo film merita davvero.

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  7. dopo enter the void avevo già intenzione di vederlo, però aspetto il momento giusto per intraprendere un altro trip

    comunque ti sei visto 2 film di fila con la bellucci, ci va un bel coraggio! :D

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  8. Cannibale, aspetta il momento giusto, non è un trip da tutti i giorni! ;)

    Concordo sul coraggio di vedere due film con la Bellucci. Direi che ora posso prendermi una bella pausa! ;)

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  9. La Bellucci cagna è e cagna rimane, solo che qui si nota meno (tranne il pessimo doppiaggio).
    Strabello!
    Aspetto di vedere Seul contre tous...

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  10. Lorant, concordo al massimo. E a me sta pure sul cazzo, figurati.
    Il film davvero interessante, anche io sono curioso di vedere Seul contre tous!

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  11. A me non è invece mai piaciuto questo film, troppo compiaciuto, troppo sensazionalista, troppo studiatamente crudo. L'idea è anche buona ma non sopporto il regista (mea culpa) e la Bellucci (che qui comunque funziona abbastanza bene). ciao, c

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  12. Cineddoche, posso capire il tuo punto di vista. Effettivamente è molto compiaciuto, e Noè è poco sopportabile anche in casa Ford, ma occorre ammettere che, tecnicamente, è davvero mostruoso.
    La Bellucci, invece, no! ;)

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  13. Non posso vedere un film con la Bellucci,i pochi minuti che ho dovuto sopportarla in Matrix sono stati già troppi per tutto il resto della mia vita.
    Wooof!Wooof!!!

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    1. Eppure questo film - come tutti i lavori di Noè - merita davvero, non fosse altro che per la tecnica strepitosa.

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