venerdì 15 luglio 2016

Nizza


Difficilmente, da queste parti, si parla di attualità.
Ho sempre preferito tenere politica, cronaca e vita di tutti i giorni fuori dal Saloon, quasi per imitare la magia operata dal Cinema quando, in sala, restano solo il potere dello schermo e delle sue storie a portarci via, in un altro mondo, da un'altra parte.
Eppure, ieri sera, ho sentito qualcosa, una pulsione che non era stata così forte rispetto ad alcuno degli attentati terroristici operati in Francia, Belgio e Turchia negli ultimi mesi.
Non riesco a spiegarmi se questa pulsione sia mossa dal fatto che, ormai, questi atti di follia si manifestino quasi come scene di film, quegli action che tanto amo all'interno dei quali arriva sempre l'eroe indistruttibile a fare il culo a strisce ai cattivi di turno e che sono un modo naif e molto semplice di filtrare la realtà ed i suoi problemi, oppure se è perchè sia avvenuto nel giorno che, storicamente - essere francesi oppure no conta relativamente - ricorda Libertà, Uguaglianza, Fraternità.
Non mi è mai capitato di avere paura di questo tipo di cose - forse ho sempre pensato che sarebbe stato come darla vinta a chi vuole vivere nel terrore -, e fin dai tempi dell'undici settembre duemilauno non ho mai sostenuto chi ha predicato la violenza e l'odio come risposte - in fondo, non possono che alimentare il succitato odio -: ho sempre cercato di andare oltre, di non pensare che l'arabo accanto a me in metropolitana fosse pronto a farsi saltare o ad aprire il fuoco con un'arma, o preferire restare a casa, piuttosto che prendere un aereo e scoprire un altro pezzo di mondo.
Ieri sera, invece, il primo pensiero è andato ad Alessandro Leone e Rebecca Demetra, che io sogno possano crescere e scoprire proprio il mondo, magari andare a studiare o lavorare all'estero in modo da avere una scusa per seguirli: i loro occhi sono pieni di curiosità e delle magia che solo i bambini regalano alle cose, occhi innocenti che non hanno ancora conosciuto le tonnellate di merda che la vita mette di fronte a tutti noi, a chi più e a chi meno.
E ho dovuto fare uno sforzo razionale sovrumano per non lasciarmi travolgere dall'istinto di voler combattere questa massa di stronzi e l'odio che riescono a scatenare in un'altra massa di stronzi - che ora alle presidenziali americane correrà a votare per Trump facendone un nuovo Bush, o darà voce ai LePen o ai Salvini qui nel Vecchio Continente - con le loro stesse armi, per non avere paura che un giorno i Fordini possano trovarsi da qualche parte sulla Terra, pronti a partire o a tornare, a festeggiare o semplicemente a godersi la vita, e qualche sacco di merda con in testa un pericoloso mix di follia ed ignoranza possa togliere loro tutto quello che hanno.
Al lavoro, uno dei ragazzi che si occupa della sicurezza è senegalese, musulmano osservante e praticante, una delle persone più fedeli - nel senso religioso del termine - che abbia mai conosciuto, sempre pronto a sorridere, a giocare con i bambini e a dichiarare che la violenza - verbale e fisica - sia una delle assurdità più grandi del mondo: non l'ho mai visto, effettivamente, in questi anni, una sola volta anche solo irritato.
Ricordo che, ai tempi degli attentati in Belgio, mi disse di essere sconcertato, perchè chi manovra questi killer e riempie loro la testa di bugie non solo non conosce il Corano, ma della religione e dei precetti che la stessa vorrebbe fossero seguiti non sa nulla: e lui per primo, che crede eccome, non rinuncerebbe mai alla sua vita per qualcosa che, detto sempre da credente, non sa neppure se esista davvero.
Dice sempre che ama vivere, proprio come me.
E forse, chissà, è questa la risposta.
Amare la vita come se si fosse bambini, spalancare gli occhi e la mente, scoprire il mondo, i suoi confini e le sue varietà, confrontarsi fieri con la paura e l'ignoranza e l'odio, e non distogliere mai lo sguardo: l'uomo è assurdo e crudele, ma anche capace di atti di coraggio, di fede e d'amore straordinari.
Io non credo debba esserci nulla di straordinario, nel vivere.
Perchè vivere è già straordinario.
Ed io voglio vivere. Voglio che i miei figli vivano.
Nessuno potrà prevedere nulla - del resto le casualità ed il destino sono sempre beffardi e "lostiani" -, nessuno può sapere nulla - ed in questo, sono felice di essere un ateo miscredente -, nessuno, da una parte o dall'altra delle barricate di questa guerra sempre più assurda, potrà costringermi con l'odio, la paura, l'ignoranza e la violenza,  di vivere e godere della vita quanto più mi sarà possibile.
E spero di poter insegnare questo, ai miei figli.
E quando avvenimenti come quelli di Nizza scuotono le coscienze, più che rifugiarsi in hashtag e catene su Facebook, pensare che negli occhi dei bambini, curiosi e vivi, e nell'esempio di chi ha trovato una risposta per affrontare queste domande - da Gandhi a Falcone e Borsellino - c'è già tutto quello di cui abbiamo bisogno per superare l'ennesima prova con la quale la parte peggiore della nostra umanità ci mette a confronto.
Qualche hanno fa, nella splendida serie Friday Night Lights, tutta americana, con Julez ci emozionammo ascoltando un motto che mai come oggi sento adatto alla situazione: "Clear eyes, full hearts, can't lose".
Gli occhi ed i cuori di chi vuole vivere.
Gli occhi di chi ha già vinto.
Nonostante il dolore, nonostante la paura, nonostante l'odio.




MrFord

12 commenti:

  1. La paura aumenta ed è sempre più difficile combatterla con la speranza. Teniamoci stretti. Anche se lontani.

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  2. Ci passo le estati da 4 anni, per la mia famiglia è una seconda casa, i ragazzi adorano andare là..sono annichilita..

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    1. Il pensiero fa più paura proprio per i figli.
      Ma è importante che imparino da noi che non è la paura - e non è l'odio - la strada da percorrere.

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  3. Non smettiamo mai di vivere, non diamogliela vinta.
    Purtroppo da cittadino mi sento impotente, forse i governanti che, in cerca del soldo, rovesciano governi in altri continenti per poi ritrovarsi la guerra in casa propria, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza.
    Questo mondo si merita la pace, in ogni sua singola parte.

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    1. Verissimo: la cosa peggiore è che tanti che gridano allo scandalo ora non pensano che cose del genere - con modalità differenti - accadono anche dall'altra parte del confine. Bambini compresi.
      Quello cui si deve sempre aspirare è che possa cambiare tutto ovunque.

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  4. Ai tuoi figli ed a tutti i figli del Mondo auguro il meglio. Sempre più gente ha paura o vive proprio nel terrore, e sempre più ignoranti si permettono di dar fiato all'ugola, forse io riesco ancora a vivere tranquilla data la mia posizione geografica (la culonia), o forse non avendo figli la cosa mi terrorizza di meno. Se devo essere sincera in questi momenti ringrazio la genetica di non poterne avere, davvero. Essere atei e miscredenti è il futuro, l'unica soluzione per la pace, dovremmo formare un partito!

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    1. In realtà io sono più che felice di averli, anche quando accadono cose come questa e la paura si fa sentire: quello che posso fare, dal canto mio, è crescerli con il pensiero che non bisogna cedere alla paura e all'odio, e che la vita va vissuta in barba a chi non vuole viverla e non vuole che altri la vivano.

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  5. Io l'odio lo posso anche capire. Ogni volta che leggo una tua recensione, Ford, ad esempio mi sale, uuahahahah :)

    Però nel mondo ci sono anche tante cose belle, come Pensieri Cannibali, e quindi si va oltre... ;)

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    1. Mi pare un'ottima riflessione. Pensieri Cannibali a parte. ;)

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  6. ...ho ceduto alla paura, per qualche frangente, ma poi mi sono lasciata andare ad un sorriso senza scopo...
    perché di bello c'è, e non stiamo consegnando ai nostri figli solo un mondo di bruttezza crudele, ne sono convinta

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    1. Assolutamente vero.
      L'atteggiamento, in questi casi, è fondamentale: queste persone guardano alla morte, e non alla vita.
      Occorre dimostrare che sbagliano.

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