venerdì 2 luglio 2010

Capitani oltraggiosi

Sono tutto sommato intimorito all'idea di essere giunto al penultimo romanzo della serie dedicata a Hap e Leonard.
Devo ammettere, infatti, che l'epopea di questi due inseparabili compagni è stata senza dubbio una delle folgorazioni letterarie più importanti della mia storia di lettore, e che i loro dialoghi, e il modo così sincero e "di pancia" di Lansdale di raccontarli è così immediato da rendermi difficoltosa ogni lettura successiva - questa mattina, ad esempio, ho iniziato Suttree di Cormac McCarthy, altro mio guru della letteratura americana contemporanea, e sinceramente al primo periodo di descrizione crepuscolare della natura decadente che si sviluppa sul letto del Mississippi volevo morire -.
Inoltre, in Capitani oltraggiosi ho trovato tutto il meglio dei tre romanzi precedenti condensato in una sarabanda di situazioni ed emozioni che, almeno per una volta, mettono a rischio la vita dei protagonisti soltanto "di striscio" senza perdere la tensione che caratterizza ogni noir che si rispetti: accanto alla solita ironia, infatti, troviamo la violenza selvaggia de Il mambo degli orsi, il sesso selvaggio di Bad chili e il surrealismo selvaggio di Rumble tumble.
E il selvaggio è sempre sponsorizzato, da queste parti.
Lansdale, e con lui i suoi protagonisti, questa volta non ha paura di pensare che ogni tanto le cose possano anche finire bene, e nonostante qualche tragico intoppo - Charlie e il suo destino sono proprio un dispiacere per i lettori appassionati della saga - si può quasi dire che, per una volta, "vissero tutti felici e contenti".
Hap ha Brett, una vita sentimentale e lavorativa solida e addirittura ha ripreso a studiare.
Leonard ha John, un buon impiego, Bob l'armadillo e tutto il grande uccello del suo compagno appena citato.
Hanson riprende ad avere una vita normale, e indossa il cappello di Charlie.
Jim Bob i suoi maiali, e un altro caso risolto.
Ogni cosa al suo posto, dunque, e i cattivi fulminati con una mossa di Hap che, agendo da uomo nel senso razionale del termine, elimina un ostacolo apparentemente insormontabile insieme al boss che era loro bersaglio senza versare una goccia di sangue - del suo, almeno -, piuttosto tanto sudore e sogni di banane che si rifiuterà per sempre di raccontare a Leonard.
E poi c'è una ragazzina che a Hap deve la vita, e che assicura lo riterrà per sempre il suo angelo custode.
A volte la vita è bella anche per chi, di solito, sta in coda alla carovana e mangia chili di polvere.
O forse lo è sempre, ma ci sono momenti in cui anche lei si ricorda di dimostrarlo.
Ed è una sensazione calda e piacevole come il più avvolgente degli amplessi.

"I'm on a boat, I'm on a boat,
everybody look at me,
'cause I'm sailing on a boat."
MrFord

1 commento:

  1. Vorrei cominciare a leggere Hap e Leonard, soprattutto nelle parti in cui si tratta di grandi uccelli.
    Love ornithology!
    Fedele solo al mio pellicano!
    Luv ya

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