martedì 1 marzo 2011

Mammuth

La trama (con parole mie): Serge, dopo dieci anni di lavoro al mattatoio, giunge al sospirato momento della pensione. I suoi colleghi gli regalano un puzzle, ma è chiaro da subito che quest'uomo dalla stazza considerevole non ha proprio nelle sue corde l'idea di stare fermo a casa cercando di trovare le tessere giuste del mosaico. Così, in sella alla sua vecchia moto, sceglie di cercarle per strada, lungo il suo passato, insieme alle buste paga che gli mancano per percepire l'assegno del meritato riposo.

A volte ci sono film che non hanno bisogno di troppe parole, o presentazioni, immagini, lunghe filippiche sul fatto che siano, oppure no, opere valide.
Arrivano dritti al cuore, con tutta la loro paneesalamità, e lì restano, come un piatto di buon cibo che ci riscalda da dentro.
Mammuth è sicuramente parte di questa piacevolissima, confortevole cerchia: non sarà mai un Capolavoro, non piacerà a tutto il pubblico, eppure, per chi sarà riuscito a goderselo, rappresenterà una sorta siesta al sole che lo stesso protagonista - un ottimo Depardieu - afferma di non aver mai davvero avuto tempo di prendere, dopo una vita intera passata da un lavoro all'altro per seppellire i ricordi, alcuni piacevoli ed altri decisamente drammatici.
Un road movie che, in realtà, è profondamente legato al percorso che praticamente tutti noi facciamo, rispetto all'impiego e all'eventuale "carriera", e alle sue conseguenze - del resto, dai registi di Louise Michel, non ci si poteva aspettare altro -, neanche fosse figlio di un Ken Loach in acido pronto a mostrare quelle che sono l'esistenza e la lotta di un uomo semplice, senza ambizione che non sia vivere la propria esistenza in tranquillità, e cercare una libertà che è mancata fino a quando non si è davvero potuto goderne, come fosse una prima volta, provata sulla pelle nell'incanto del viaggio e dell'esperienza.
Si potrebbero indicare numerosi episodi all'interno della pellicola capaci di riportare alle grottesche atmosfere di In Bruges o a episodi di memoria fantozziana, ma il piacere di essersi gustati lacrime e risate, discussioni - stupefacente quella con l'addetto del banco gastronomia - ed imbarazzi - il rapporto a dir poco curioso con la nipote ed il vecchio vicino -, i sogni - il primo amore morto in seguito ad un incidente scontato insieme - e realtà - i sentimenti per la moglie, la casa a cui tornare, sempre -, è troppo genuino perchè possa essere ridotto ad una collezione di aneddoti.
Un piacere, appunto: ecco cos'è davvero Mammuth.
Uno di quei film da godersi da soli, rilasciandosi, aprendo gli occhi, i polmoni, il cuore, il buco del culo - giusto per togliermi lo sfizio di fare almeno una citazione della pellicola -, abbandonarsi come quando ci si sdraia in mare, con le orecchie sott'acqua e la pancia al sole, e tutto sembra infinito, tranquillo, avvolgente.
Come con un rutto dopo un lauto pranzo.
O quel sonno irresistibile che giunge appena passato l'amplesso.
E poco importa se a due soli passi ci sarà la spiaggia affollata: perchè all'ombrellone, pronta a tornare a casa in moto, salda dietro di noi, ci sarà la donna che muove il nostro motore, che ispira la poesia di un uomo dai mille mestieri, nato per il lavoro, e non per lo studio o le riflessioni colte, per la fisicità a volte imbranata di chi deve imparare a dove mettere i piedi ad ogni passo del suo percorso per evitare di tornare indietro a raccattare scartoffie volate lungo il ciglio della strada.
Una poesia vibrante e pura, degna di un esame di maturità.
Che, si sa, si prende a diciott'anni, ma si insegue tutta la vita.
Un pò come la pensione.


MrFord


"They hurt you at home and they hit you at school,
they hate you if you're clever and they despise a fool,  
till you're so fucking crazy you can't follow their rules, 
a working class hero is something to be, 
a working class hero is something to be."
John Lennon - "Working class hero" -

10 commenti:

  1. il mio caro 'grande' rilassante canottone Depardieu! Bel pezzo poetico e pratico... :)

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  2. Petrolio, muchas gracias!
    Hai centrato in pieno lo spirito di questo film quasi magico: poesia e praticità, una sorta di succo della vita!

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  3. Roby, mi dispiace quasi di aver aspettato così tanto a vederlo.
    Generoso ed onesto come un buon pranzo.
    Grande Mammuth!

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  4. Anch'io l'ho visto con il tuo stesso spirito: va preso così. Ancor più bello, con la sua carica destabilizzante, è Louis Michel, il film che mi ha fatto conoscere Benoit Delépine.

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  5. Louise Michel ancora mi manca, Lucien, ma rimedierò presto.
    Lo spirito è stata una delle sorprese più piacevoli di questa visione.
    Che va presa così, e fa sentire bene proprio per questo.

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  6. Mmmmm a me non è piaciuto molto. Troppo bizzarro...mi pare di aver scritto qualcosa a riguardo ma ricordo solo di averlo trovato grottesco e un po' noioso.

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  7. Eva, capita a volte di venire spiazzati da film fuori dagli schemi.
    Vedi me con Kynodontas, ad esempio.
    Ma il tempo ti saprà mostrare il suo valore, vedrai.
    E poi tu sei supergiovane, è anche giusto che non ti senta in sintonia con la sensazione di pace lasciata dal riposo e dalla riscoperta di se stessi dopo una vita!
    Anzi, è un bene che tu ti goda l'approccio in un modo diverso da questo! ;)

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  8. non sopporto depardieu, però il tuo post è così convincente da attirarmi a vederlo, o quasi.
    l'odio per depardieu al momento prevale ancora :)

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  9. Cannibale, secondo me potresti tentare: in fondo, "tiene cuore italiano"! ;)

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