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venerdì 30 dicembre 2016

Ford Awards 2016: i film (dal 20 all'11)


Siamo giunti quasi in vetta alla classifica, e seppur in un'annata non particolarmente pazzesca in termini di film usciti in sala - vincono, senza dubbio, a mani basse le serie tv - la lotta si fa più dura, anche grazie ad alcune visioni dell'ultimo minuto e rimaneggiamenti.
Ad ogni modo, ecco a voi i dieci titoli appena sotto i migliori dell'anno.
Sempre per il sottoscritto, ovviamente.







N°20: WHERE TO INVADE NEXT di MICHAEL MOORE

 

Michael Moore, da sempre sagace e brillante, confeziona una sorta di road movie all'interno del quale si riserva di "conquistare" tutti quei Paesi che hanno qualcosa che gli States dovrebbero imparare per migliorare le vite dei loro abitanti: interessante vedere qualcuno che guarda anche all'Italia - pare impossibile - come ad un esempio, ed estremamente toccanti - per diversi motivi - tutte le realtà scandinave mostrate. Una piccola chicca di intelligenza, civiltà e coscienza.



 

Ignorato ai tempi dell'uscita in sala a causa del suo regista e recuperato quasi per caso soltanto mesi più tardi, Eye in the sky si è rivelato non solo un thriller umano serratissimo e da apnea, ma una delle riflessioni sulla guerra ed il suo utilizzo più devastanti dai tempi di American Sniper e The hurt locker. 
Portato in scena da una squadra di attori perfetta - fu l'ultimo lavoro di Alan Rickman, tra i tanti scomparsi di questo duemilasedici - e scritto alla grande, è un esempio di quanto possa offrire il Cinema bellico anche privo di grandi spazi, battaglie o profumi da Oscar.


N°18: LA GRANDE SCOMMESSA di ADAM MCKAY


Di finanza io non capisco un beneamato cazzo.
Eppure, il film di Adam McKay ed il suo cast in grandissimo spolvero sono riusciti ugualmente a farmi percepire, in mezzo a tutta una serie di termini capiti poco e nulla perfino quando spiegati dalle star con parole loro, la grandezza di questo film.


N°17: EL ABRAZO DE LA SERPENTE di CIRO GUERRA

 

Alla ricerca di confini da superare come un lavoro di Herzog e mistico come un viaggio di Jodorowski, il lavoro di Ciro Guerra è quello che al Saloon viene considerato un vero film d'autore: ostico, difficile, magico e misterioso.
Un trip che non si dimentica.


N°16: IL CASO SPOTLIGHT di TOM MCCARTHY


Vincitore dell'Oscar come miglior film - non era, comunque, il mio favorito per la statuetta - il lavoro di Tom McCarthy rispolvera la grande tradizione dei film inchiesta figli della New Hollywood anni settanta, appoggiando una struttura classica sulle spalle di un cast in grandissima forma.
Forse non rivoluzionario, ma solido e necessario.


N°15: MACBETH di JUSTIN KURZEL

 
Che Shakespeare fosse il più grande sceneggiatore prestato dal Teatro al Cinema era indubbio, per quanto mi riguarda, da una ventina d'anni.
Il fatto che un regista praticamente esordiente potesse tirare fuori una pellicola visionaria e potentissima tanto quanto ostica ed imponente era molto meno probabile.
Un plauso a Kurzel, che confeziona un lavoro più che impegnativo per il pubblico - messo alla prova dall'inizio alla fine - ma emotivamente e visivamente straordinario.


N°14: SULLY di CLINT EASTWOOD

 

L'inossidabile Clint, a ottantasei anni suonati, continua a non sbagliare un colpo anche quando, di fatto, sforna un film "minore": Sully, ispirato alla vicenda del Capitano Sullenberger, che salvò centocinquantacinque vite effettuando un incredibile ammaraggio sull'Hudson, è un film rigoroso e solido come il suo regista, che tesse le lodi del lato più bello degli USA senza scadere nel patriottismo becero e nella retorica.
Come sempre, un esempio.


N°13: OCEANIA di RON CLEMENS e JOHN MUSKER



Visto il pomeriggio della vigilia di Natale con Julez e i Fordini in una sala praticamente deserta, Oceania è l'ennesima conferma della qualità tecnica ed emotiva altissima ormai caratteristica dei prodotti di grande distribuzione Disney: il lavoro di Clemens e Musker è un omaggio alle proprie radici, alla Natura, all'oceano e soprattutto alla figura della donna, che è ragazzina coraggiosa, guida dei popoli, vecchia saggia e lungimirante, creatrice, madre e dea.
Tutte cose che noi uomini dovremmo ricordare ogni giorno.


N°12: STEVE JOBS di DANNY BOYLE

Regia sorprendentemente asciutta di Boyle, sceneggiatura da antologia di Sorkin, interpretazione pazzesca di Fassbender.
Basterebbero questi tre fatti a rendere Steve Jobs un grande film.
Ma non c'è soltanto tecnica: siamo probabilmente di fronte al biopic più anomalo e strepitoso del passato recente. Una bomba.


N°11: THE REVENANT di ALEJANDRO GONZALES INARRITU


Inarritu, che avevo parzialmente bastonato per il troppo celebrato e sopravvalutato Birdman, torna a sorprendermi grazie ad una pellicola non priva di difetti ma tecnicamente strepitosa, con un paio di sequenze da Storia del Cinema e che sarà impressa nella memoria anche per aver permesso a DiCaprio di stringere il suo primo Oscar - pur se non grazie alla sua migliore interpretazione -.
Lacrime e sangue, qualche sogno di troppo, ed una vicenda all'interno della quale mi trovo a mio agio come un ape sul fiore.



TO BE CONTINUED...

martedì 1 marzo 2016

Oscar 2016: un colpo al cerchio e uno alla botte

La trama (con parole mie): anche quest'anno la tanto chiacchierata Notte degli Oscar è agli archivi, con le sue sorprese - poche, a dire il vero - e le sue terrificanti conferme.
L'Academy, infatti, si rivela come di consueto Liberal e Conservatrice, e mantiene la sua linea pronta ad accontentare un pò tutti ma non soddisfare, alla fine, nessuno.
Vince il compromesso, come sempre quando si tratta della statuetta più ambita del mondo del Cinema: quantomeno, rispetto allo scorso anno, mi pare sia andata appena poco meglio. Appena.




Miglior film: Il caso Spotlight

La grande scommessa
Brooklyn
Il ponte delle spie
Mad Max - Fury Road
The Martian - Sopravvissuto
The Revenant
Room
Il caso Spotlight


Academy: The Revenant

Ford: Mad Max - Fury Road


Per evitare di essere accusata di prevedibilità, l'Academy opta per una scelta "a sorpresa" e molto Liberal, ottima per apparire molto più alternativa di quanto non sia: a me Il caso Spotlight è anche piaciuto, la tematica è importante e fondamentale da conoscere, ma rispetto al mio favorito Mad Max - Fury Road, Room e, volendo, anche La grande scommessa, partiva certamente più indietro. E a poco è servito togliere la statuetta dalle mani di Inarritu e dei suoi, come vedremo più tardi.




Miglior attore protagonista: Leonardo Di Caprio

Bryan Cranston per L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo
Matt Damon per The Martian - Sopravvissuto
Leonardo Di Caprio per The Revenant
Michael Fassbender per Steve Jobs
Eddie Redmayne per The Danish Girl


Academy: Leonardo Di Caprio
Ford: Bryan Cranston


Pronostico azzeccato e premio più che meritato - ripensando alla carriera - a Leonardo Di Caprio, per anni ingiustamente ignorato dall'Academy.
Peccato che suoni più come una beffa, considerato che viene consegnato per l'interpretazione meno convincente del buon Leo da anni a questa parte.
Qui al Saloon si tifava Cranston, ma a mio parere quest'anno l'Oscar sarebbe dovuto andare allo strepitoso, piccolo protagonista di Room. Quella sì, sarebbe stata una scelta coraggiosa.






Migliore attrice protagonista: Brie Larson

Cate Blanchett per Carol
Brie Larson per Room
Jennifer Lawrence per Joy
Charlotte Rampling per 45 anni
Saoirse Ronan per Brooklyn


Academy: Jennifer Lawrence

Ford: Brie Larson


Quantomeno nell'ambito della miglior attrice l'Academy concede il contentino scegliendo il nome più "alternativo" tra le candidate. Una delle statuette più giuste della nottata.






Miglior attore non protagonista: Mark Rylance

Christian Bale per La grande scommessa
Tom Hardy per The Revenant
Mark Ruffalo per Il caso Spotlight
Mark Rylance per Il ponte delle spie
Sylvester Stallone per Creed


Academy: Mark Rylance
Ford: Sylvester Stallone



Così come avevo predetto, è andata.
Per affetto, amarcord, ricordi e quant'altro, avrei trovato commovente e giusto il premio a Stallone, ma avrei accettato di buon grado una scelta tecnica, con un riconoscimento a Bale o Hardy, entrambi strepitosi ed attori oggettivamente più bravi di Sly.
Ma Rylance - onestissimo mestierante, sia chiaro - pare davvero un insulto: una scelta buonista e di comodo che conferma la natura di palle mosce dell'Academy.








Miglior attrice non protagonista: Alicia Vikader

Jennifer Jason Leigh per The Hateful Eight
Rooney Mara per Carol
Rachel McAdams per Il caso Spotlight
Alicia Vikander per The Danish girl
Kate Winslet per Steve Jobs


Academy: Alicia Vikander
Ford: Jennifer Jason Leigh


Altro pronostico azzeccato, altra statuetta annunciata. Se non altro, la Vikander è piaciuta molto anche al sottoscritto in The Danish girl, dunque la delusione per il mancato riconoscimento a Jennifer Jason Leigh si è in qualche modo stemperata.








Miglior regia: Alejandro Gonzales Inarritu

Adam McKay per La grande scommessa
George Miller per Mad Max - Fury Road
Alejandro Gonzales Inarritu per The Revenant
Lenny Abrahamson per Room
Tom McCarthy per Il caso Spotlight


Academy: Alejandro Gonzales Inarritu
Ford: : George Miller


Altra contraddizione dell'Academy. Scegliere di premiare Spotlight al posto di Revenant per poi consegnare ugualmente la statuetta per la miglior regia ad Inarritu - per il secondo anno consecutivo - è davvero da vigliacchi: ingiusto rispetto a Miller e Abrahamson, ed ingiusto rispetto al pubblico.
Ma ormai mi pare di essere il nemico numero uno dell'Academy, considerato che Di Caprio è stato a tutti gli effetti sdoganato.






Miglior sceneggiatura originale: Il caso Spotlight

Il ponte delle spie
Ex machina
Inside out
Il caso Spotlight
Straight outta Compton

Academy: Il caso Spotlight
Ford: Inside out


Altra statuetta telefonata, altra previsione azzeccata dal sottoscritto.
Ormai, con l'Academy mi pare di sparare sulla croce rossa.






Miglior sceneggiatura non originale: La grande scommessa

La grande scommessa
Brooklyn
Carol
The Martian - Sopravvissuto
Room


Academy: La grande scommessa
Ford: Room


Peccato per Room, forse la vera sorpresa di questo inizio anno in orbita Oscar, ma di fatto l'altrettanto prevedibile Oscar a La grande scommessa non risulta indigesto come altri consegnati nel corso della serata.








Miglior film d'animazione: Inside Out

Anomalisa
Il bambino che scoprì il mondo
Inside out
Shaun the sheep - Il film
Quando c'era Marnie


Academy: Inside out
Ford: Inside out


Uno dei pochi pronostici che mi sono sentito di condividere.
Inside out è stato il mio film dell'anno duemilaquindici, è uno dei lavori migliori della Pixar ed un vero Capolavoro. Impossibile non riconoscerlo e premiarlo, tanto che il sottoscritto un pensierino rispetto alla statuetta come miglior film l'avrebbe anche fatto.






Miglior film straniero: Il figlio di Saul

El abrazo de la serpente
Krigen
Il figlio di Saul
Mustang
Theeb


Academy: Il figlio di Saul
Ford: El abrazo de la serpente


Arrivavo impreparato rispetto alla categoria, mentre l'Academy non ha mostrato alcun dubbio ed alcuna sorpresa, come al solito.
Il figlio di Saul doveva essere ed Il figlio di Saul è stato.








Miglior fotografia: The Revenant

Carol
The Hateful Eight
Mad Max - Fury Road
The Revenant
Sicario


Academy: The Revenant
Ford: The Revenant


Lubezki vince il suo terzo Oscar consecutivo. Qui c'è poco da dire.
Troppo, troppo grande per tutti gli altri.






Miglior montaggio: Mad Max - Fury Road

La grande scommessa
Mad Max - Fury Road
The Revenant
Il caso Spotlight
Star Wars Episodio VII - Il risveglio della forza


Academy: The Revenant
Ford: Mad Max - Fury Road


Se non altro, le delusioni della nottata sono state smorzate dai trionfi tecnici di Mad Max, giustamente premiato per il grandissimo film che è. In questo senso, sono felice di aver sbagliato il pronostico ed aver visto celebrato il mio favorito.


Miglior production design: Mad Max - Fury Road

Il ponte delle spie
The Danish girl
Mad Max - Fury Road
The Martian - Sopravvissuto
The Revenant


Academy: The Revenant
Ford: Mad Max - Fury Road


Come per il montaggio, ancor più che per il montaggio.
Mad Max - Fury Road si conferma come il meglio che questa edizione della Notte degli Oscar poteva offrire.


Migliori costumi: Mad Max - Fury Road

Carol
Cenerentola
The Danish girl
Mad Max - Fury Road
The Revenant


Academy: Carol
Ford: Mad Max - Fury Road


Tra gli Oscar tecnici ricevuti da Mad Max, questo era quello sul quale dubitavo di più.
Inutile dire che non posso che essere felice della vittoria.


Miglior trucco e acconciature: Mad Max - Fury Road

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve
Mad Max - Fury Road
The Revenant


Academy: Mad Max - Fury Road
Ford: Mad Max - Fury Road



Altro giro, altro regalo per Mad Max.
Certo, fosse stato per me, avrei barattato le sei statuette per le due di film e regia, ma questa è un'altra storia.



Miglior colonna sonora originale: The Hateful Eight

Il ponte delle spie
Carol
The Eightful Eight
Sicario
Star Wars Episodio VII - Il risveglio della forza


Academy: The Eightful Eight
Ford: The Eightful Eight


Per la gioia di tutti i giornali italiani, che hanno finito per sbattersene di tutti gli altri premi per concentrarsi su Morricone, un premio giusto - anche se non si tratta del lavoro migliore del Maestro, come per Di Caprio - per un uomo che ha fatto davvero la Storia del Cinema.


Miglior canzone: Spectre

50 sfumature di grigio
The hunting ground
Racing extinction
Spectre
Youth



Academy: Spectre
Ford: Youth



Altro Oscar telefonato e conservatore - forse l'Academy non sapeva come sarebbe andata al ritiro del premio - per un pezzo noioso e bolso come pochi altri.
Senza dubbio, una delle canzoni più bollite mai premiate dell'Academy.



Miglior mixaggio sonoro: Mad Max - Fury Road

Il ponte delle spie
The Martian - Sopravvissuto
Mad Max - Fury Road
The Revenant
Star Wars Episodio VII - Il risveglio della forza


Academy: Star Wars Episodio VII - Il risveglio della forza
Ford: Mad Max - Fury Road


Dispiace per Star Wars, ma con Mad Max, da queste parti, si va sempre sul sicuro.



Miglior montaggio sonoro: Mad Max - Fury Road

Mad Max - Fury Road
The Martian - Sopravvissuto
The Revenant
Sicario
Star Wars Episodio VII - Il risveglio della forza


Academy: Star Wars VII - Il risveglio della forza
Ford: Mad Max - Fury Road


Stessa storia, stesso posto, stesso bar. E un altro brindisi a Mad Max.



Migliori effetti visivi: Ex Machina

Ex Machina
Mad Max - Fury Road
The Martian - Sopravvissuto
The Revenant
Star Wars Episodio VII - Il risveglio della forza


Academy: The Revenant
Ford: The Revenant


Scelta curiosa, questa, dell'Academy, probabilmente giunta come consolazione per un film che forse avrebbe meritato più il premio alla sceneggiatura, che non quello agli effetti.
Quantomeno, si tratta di un ottimo film, dunque non posso neppure lamentarmi troppo.



Miglior documentario: Amy

Amy
Cartel Land
The look of silence
What happened, Miss Simone?
Winter on fire: Ukraine's fight for freedom


Academy: Cartel Land
Ford: The look of silence


Anche in questo caso, una vittoria quasi a sorpresa di un film che ancora non ho visto e che spero di recuperare quanto prima. Ad ogni modo, non mi pare niente per cui rimanere scandalizzati, almeno per una volta.


Miglior corto documentario: A girl in the river - The price of forgiveness

Body Team 12
War within the walls
Claude Lanzmann: spectres of the Shoah
A girl in the river - The price of forgiveness
Last day of freedom

Miglior corto animato: Historia de un oso

Historia de un oso
Mi ne mozhem zhit bez kosmosa
Prologue
Sanjay's super team
World of tomorrow

Miglior corto (live action): Stutterer

Ave Maria
Day One
Alles wird gut
Shok
Stutterer



Curioso, comunque, il fatto di aver azzeccato dodici statuette sulle quindici principali nei pronostici dell'Academy, con quattro in comune con i premi "fordiani", e di aver nettamente sbagliato le tre rimanenti, ovvero film, effettivi visivi e documentario.
Ancora una volta mi pare di aver vinto la mia sfida con l'Academy, che un anno ancora si conferma inadeguata per la maggior parte dei premi assegnati.
Ma questa è una storia vecchia come il mondo.



MrFord

lunedì 22 febbraio 2016

Il caso Spotlight

Regia: Tom McCarthy
Origine: USA, Canada
Anno: 2015
Durata:
128'








La trama (con parole mie): siamo all'inizio degli Anni Zero quando la redazione investigativa di Spotlight, che fa capo al quotidiano Boston Globe, spinta dal nuovo redattore capo Marty Baron, si muove per scoprire la verità celata da un caso di molestie denunciate all'indirizzo di un prete locale.
Quando, indizio dopo indizio, i giornalisti di Spotlight si trovano a comporre un mosaico che pare decisamente più grande ed inquietante di quello che si erano immaginati in partenza, l'indagine assume una portata enorme, finendo per porre il Globe ed i suoi reporter nel mirino dell'ostruzionismo della Chiesa dell'Arcidiocesi di Boston: quello che infatti pare, è che gli ordini per i religiosi scoperti in comportamenti di questo tipo siano quelli di insabbiare le vicende, impedire le denunce e spostare gli stessi "uomini di dio" in un'altra parrocchia come se nulla fosse, e che le vittime - e di conseguenza i molestatori in abito talare - siano molti più di quanti non si sarebbero aspettati.
La redazione di Spotlight, a questo punto, ha in mano tutte le carte per realizzare un servizio destinato a fare la Storia.








Per quanto abbia sempre adorato scrivere, ed adori il giornalismo investigativo, non ho mai coltivato il sogno di tentare una strada come quella del reporter d'assalto: eppure, l'idea di lavorare con la testa e la penna soprattutto per mettere all'angolo chi pensa di averla fatta franca anche e soprattutto agli occhi della società è una delle cose più esaltanti che possa immaginare.
Se, poi, chi pensa di averla fatta franca è la Chiesa, e l'oggetto della discordia sono molestie operate dai religiosi su bambini e bambine, allora dalle mie parti si sfonda una porta aperta.
Personalmente, ho sempre trovato l'argomento pedofilia molto delicato, specialmente se legato a figure apparentemente autorevoli pronte a sfruttare la loro posizione ed il loro status - ed il senso di colpa radicato nella cultura cattolica - per approfittare di vittime troppo giovani per poter avere gli strumenti effettivi per affrontarli: onestamente, quando penso a determinate situazioni, finisco spesso a pensare che, forse, occorrerebbero misure decisamente più drastiche di una pena detentiva, per chi si macchia di reati simili.
Ma questa è un'opinione personale, ed un'altra storia.
Quella, al contrario, narrata da Il caso Spotlight, portato sullo schermo con il piglio dei grandi film d'inchiesta della New Hollywood anni settanta - su tutti il Capolavoro Tutti gli uomini del Presidente di Pakula, un vero gioiello - da Tom McCarthy, uno dei protetti del Saloon in materia di Cinema indie americano fin dal suo esordio con il piacevolissimo The station agent con un Peter Dinklage che ancora nessuno conosceva, passando poi per l'ottimo L'ospite inatteso e l'altrettanto efficace Win win - Mosse vincenti, è una vittoria civile e professionale contro il Sistema - per dirla come il redattore capo Marty Baron - di quelle indimenticabili, che portò alla ribalta il Boston Globe ed a galla una sequela di schifezze perpetrate nel nome della Chiesa per decenni.
Affidandosi ad un taglio che ricorda quasi più l'inchiesta documentaristica e ad un gruppo di attori affiatato, affidabile ed in gran forma - ottimi tutti, da Ruffalo a Tucci, passando per la McAdams e Slattery, con una menzione particolare per Keaton e soprattutto Liev Schreiber, lontano anni luce dall'apparenza che, di norma, è "costretto" anche fisicamente a dare ai suoi personaggi - McCarthy porta a casa un risultato convincente e solido, che forse non farà gridare molti al miracolo considerata la forse eccessiva uniformità - pare di stare a bordo di un treno comandato elettronicamente, di quelli che partono e arrivano in perfetto orario e non hanno sbavature di alcun tipo - ma che delinea alla grande quella che è una delle incarnazioni migliori del Cinema di denuncia americano, la stessa che non esagera con le stelle e strisce - concedendo soltanto un paio di sequenze alle suddette come il confronto tra Keaton e la sua fonte e la presa di coscienza dello stesso ex Birdman nella riunione di redazione nel finale - ma punta a sensibilizzare il pubblico senza ruffianerie e colpi bassi.
Certo, non è la Boston spietata di Mystic River, ma vedere questi uomini e donne assolutamente normali, armati solo della propria coscienza sociale e professionale - molto efficaci, in questo senso, il faccia a faccia tra Ruffalo e Keaton a proposito dei tempi di pubblicazione dell'inchiesta, e la crisi di D'Arcy James alla scoperta che la residenza di uno dei preti della loro lista risieda nel suo stesso quartiere - lottare tra documenti, ostacoli burocratici, intimidazioni più o meno celate, chiusura di chi è stato vittima delle violenze o chi quelle violenze ha colpevolmente nascosto è un esempio di Cinema civile come non ne passavano sul grande schermo da parecchio tempo, almeno per quanto riguarda la grande distribuzione.
Potrà dunque non essere uno scoop assoluto, un fulmine a ciel sereno, qualcosa di particolarmente geniale o innovativo: ma Il caso Spotlight è un film appartenente ad un genere che, forse, in una società pericolosa come la nostra, finisce per essere addirittura più importante.
Quello dei film necessari.






MrFord






"If the heavens ever did speak
she's the last true mouthpiece
every Sunday's getting more bleak
a fresh poison each week."
Hozier - "Take me to the Church" -












giovedì 18 febbraio 2016

Thursday's child

La trama (con parole mie): questo inizio duemilasedici, nonostante tutto, si sta rivelando piuttosto interessante in termini di uscite e proposte potenzialmente interessanti.
Anche per il weekend imminente, infatti, si preparano ad esordire in sala almeno un paio di titoli molto attesi dal pubblico e dagli appassionati che potrebbero essere tra i protagonisti della Notte degli Oscar tra una decina di giorni.
Accanto a loro, la sorpresa del box office - ma non solo - USA del momento, pronta a sorprendere - almeno speriamo - anche qui in Italia: a commentare il tutto, come sempre, il sottoscritto accompagnato da quella bestia più unica che rara - e per fortuna - che risponde al nome di Cannibal Kid.




"Cazzo, questo Ford è proprio forte. Peccato che scriva solo a mano e su carta!"



Deadpool

"Avete di nuovo lasciato le chiavi della macchina a Ford, vero!?"

Cannibal dice: Le cose migliori di recente la Marvel le ha affidate alle serie tv Netflix. Questo Deadpool, nonostante la presenza dell'attore cagno Ryan Reynolds, sembra poter invertire la tendenza. Negli Usa sta ottenendo un successo di pubblico e di critica al di là di ogni più rosea previsione, e io spero possa essere effettivamente una figata anche se, come sempre nei confronti dei film supereroistici, resto un po' diffidente.
A Ryan Reynolds comunque dopo Lanterna verde e Deadpool manca solo un supereroe: a quando la parte di SuperFord?
Ford dice: Deadpool è da sempre uno degli antieroi Marvel prediletti del sottoscritto, una sorta di versione bad guy di Spider Man. D'altro canto, Ryan Reynolds è uno degli attori più inutili che abbiano mai calcato i palchi che contano.
Riuscirà questo film che sta sorprendendo gli USA a superare anche l'ostacolo del suo protagonista?

Sinceramente, ci spero. Un po' come spero che Cannibal Kid possa cominciare a scrivere delle cose sensate, di tanto in tanto.



Il caso Spotlight

"Ma quando la facciamo, un'inchiesta su questi due bloggers?"
Cannibal dice: Un'inchiesta giornalistica che cerca di far luce sui preti pedofili. Un tema importante per un filmone da Oscar?
Lo scopriremo presto, con le recensioni di Cannibal Kid e di quel caso umano di Ford.
Ford dice: uno dei film che si preannunciano protagonisti della prossima notte degli Oscar, con un cast all star ed una tematica molto scottante. Riuscirà nell'impresa più ardua di vincere l'ambita statuetta, ovvero mettere d'accordo Cannibal e Ford?
Tra pochi giorni avrete la risposta.



The Danish Girl

"Sono senza ombra di dubbio più bella di quella sciampista di Katniss Kid."
Cannibal dice: La storia del primo uomo trans: Mrs. Jane Ford... volevo dire Mr. James Ford?
No, lui è stato il secondo. Per scoprire chi è stato il primo andatevi a vedere The Danish Girl.
Ford dice: ma non era Katniss Kid il primo uomo trans della storia!?
Pare di no, e scoprirete la verità sui fatti grazie al film che potrebbe spingere Redmayne alla vittoria alla notte degli Oscar.
Io, nel frattempo, cercherò di spingere Cannibal a cominciare a capirne un po' di più di Cinema.



Zootropolis

"Ford e Cannibal? Quelli sì, che sono dei veri animali!"
Cannibal dice: Ennesima bambinata Disney perfetta per i Ford di tutte le età e io vi consiglio di passarla alla grande. Se proprio ci tenete a vederla, cercate almeno la versione in lingua originale, visto che il doppiaggio italiano è guidato da gente come Paolo Ruffini e Frank Matano e quindi fate voi...
Ford dice: produzione Disney tutta animali che so già che il Fordino smanierà per vedere, anche se sinceramente, considerati i doppiatori italiani, spero di recuperare in versione originale, in modo da evitare al più piccolo - per ora - del Saloon cattive influenze.
E no, non sto parlando di Cannibal.



Cinquanta sbavature di nero

"Se non chiudi la bocca finisci dritto dritto in Pulp Fiction!"
Cannibal dice: Ecco la cannibalata trashata della settimana e forse dell'anno. Marlon Wayans dai primi Scary Movie non ne azzecca più una e i suoi ultimi film parodia hanno fatto pena, però non me lo perdo comunque. Anche se il Cinquanta sfumature di grigio originale rischia di essere molto più divertente di questo.
Ford dice: già mi aveva fatto cagare Cinquanta sfumature di grigio, già di suo una sorta di parodia di film. Figuriamoci questa roba.



Shut In

"Mi avevano parlato della cameretta di Cannibal, ma non pensavo potesse fare tanta paura."
Cannibal dice: Thriller-horror psicologico che sa tanto di produzione di serie B fordiana, ma il buon cast capitanato da Naomi Watts e dal bimbetto di Room Jacob Tremblay potrebbe a sorpresa promuoverlo alla serie A cannibale. Chissà?
Ford dice: thriller che sa tantissimo da sabato sera su Italia Uno e pusillanimi come Peppa Kid. Lascio a lui l'incombenza senza pensieri.



Onda su onda

"Quei due stronzi di Ford e Cannibal ce l'hanno di nuovo con me: che depressione!"
Cannibal dice: Un nuovo film di e con il detestabile Rocco Papaleo?
Quasi quasi preferisco una visione consigliata da Ford...
Ma facciamo finta che non l'abbia mai detto.
Ford dice: Papaleo, con Ceccherini, è forse l'attore italiano che più detesto. Considerato che Basilicata coast to coast è uno dei film italiani finto autoriali che ho più massacrato negli ultimi anni, direi che questo Onda su onda posso anche risparmiarmelo.



Fuocoammare

"Un altro Kid che si allontana da Cannibal dopo aver realizzato che non capisce una mazza di Cinema."
Cannibal dice: Documentario dedicato agli sbarchi a Lampedusa firmato da Gianfranco Rosi, già autore del film vincitore di Venezia 2013 Sacro GRA, molto apprezzato in questi giorni al Festival di Berlino. Ancora devo recuperare quello, chissà se e quando mai vedrò questo.
Ford dice: per quanto ami il documentario, e per quanto Berlino pare aver accolto molto bene quest'ultimo lavoro di Rosi, il precedente Sacro GRA mi aveva convinto davvero poco, quasi fosse più impegnato a fare scena che non, per l'appunto, a documentare.
Lo segno con riserva. Che già è qualcosa in più rispetto a quello che faccio con i film promossi da Cannibal.


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