domenica 31 dicembre 2017

Ford Awards 2017: i film (N°10-1)






Ed eccoci arrivati al momento più importante dell'anno: quello in cui il Saloon decreta il suo miglior film tra quelli visti ed usciti in sala nel corso della stagione.
Questo duemiladiciassette in uscita non si è rivelato certo uno dei migliori in termini di qualità media delle pellicole, ma devo ammettere che questa decina conclusiva funziona dal primo all'ultimo titolo, offre emozioni e visioni anche profondamente differenti tra loro e porta in dono pellicole in grado di restare negli anni a venire nella Storia della Settima Arte.
Andiamo dunque a scoprire chi trionferà nei Ford Awards duemiladiciassette.


N°10: MANCHESTER BY THE SEA di KENNETH LONERGAN


Raramente, quantomeno negli ultimi anni, la Notte degli Oscar è riuscita a fornire una selezione di qualità come quella di quest'anno. Manchester by the sea, produzione di nicchia finita alla ribalta proprio in vista dell'assegnazione delle statuette, finisce per essere al contempo profondamente triste e devastante quanto emblema di una vita che, malgrado le sconfitte e le ferite, regala sempre la possibilità di rialzarsi dopo una sconfitta, se si è disposti a farlo.

N°9: BLADE RUNNER 2049 di DENIS VILLENEUVE

 
 
Soltanto un regista incredibile poteva prendere tra le mani una patata bollente come il sequel di una delle pellicole più amate della Storia del Cinema e non rischiare di far deflagrare il tutto in un abominio: Denis Villeneuve, senza dubbio, risponde ai requisiti.
Senza strizzare l'occhio o preoccuparsi troppo di tempi dilatati e filosofeggiamenti, il cineasta canadese offre una riflessione nuova legata ad una storia e a vicende ormai considerate "vecchie".
Molti faranno fatica ad accettarne la grandezza, ma Blade Runner 2049 è un grande film.

N°8: GUARDIANI DELLA GALASSIA VOL. 2 di JAMES GUNN

 

Uno dei film del cuore di questi ultimi dodici mesi.
Risate, tamarraggine, colonna sonora pazzesca, padri e figli, il baby Groot, combattimenti ed altri mondi pronti a rappresentare tutti quelli che ci portiamo dentro.
Ed una bellissima rappresentazione di tutti gli stronzi come me.

N°7: SILENCE di MARTIN SCORSESE

 

Martin Scorsese torna sul grande schermo scommettendo forte grazie ad una pellicola ostica e profonda, lontana dalle logiche del grande pubblico o della conquista facile, ma incredibilmente coraggiosa e piena. Da ateo miscredente, affrontare una vicenda come quella raccontata dal vecchio Marty è stato come ascoltare un disco di De Andrè. 

N°6: SETTE MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE di J. A. BAYONA

 

Il dolore della perdita ha toccato tutti, almeno una volta nella vita.
E' qualcosa con cui occorre fare i conti, ed andare avanti.
Qualcosa che non si può sconfiggere, perchè farà parte di noi fino alla morte.
Bayona deve saperlo bene, perchè confeziona un film che entra nel cuore di prepotenza, libera un mostro e le lacrime, e non ne esce più.

N°5: LA LA LAND di DAMIEN CHAZELLE


Se Sette minuti dopo la mezzanotte ha significato la perdita, La la land è la rappresentazione dei sogni, realizzati oppure no, di questo duemiladiciassette. 
Una pellicola tecnicamente incredibile, sotto tutti i punti di vista, che incanta, conquista, racconta, mostra quello che è il conflitto probabilmente eterno tra la realtà e le aspirazioni.
Ed il bello di finire per essere riconoscenti ad entrambi.

N°4: ARRIVAL di DENIS VILLENEUVE


Per la prima volta, se la memoria non m'inganna, nella storia del Ford Awards, un regista piazza due titoli nei primi dieci: Denis Villeneuve, prima di portare in sala Blade Runner 2049, consegna al pubblico una delle gemme dell'ultima notte degli Oscar, Arrival.
Tempo, nascita, comunicazione, morte condensati in uno sci-fi come non se n'erano mai visti - o molto raramente -, che costruisce e distrae come il miglior illusionista prima di regalare un finale da lacrime.

N°3: JACKIE di PABLO LARRAIN


Il mio rapporto con Pablo Larrain non è stato certo semplice: l'ho detestato agli esordi, prima di esserne conquistato film dopo film.
Jackie non è il suo lavoro migliore, eppure la potenza che sprigionano le immagini ed il messaggio portati rendono nel miglior modo possibile il talento di questo straordinario Autore, destinato ad un posto d'onore nella Storia del Cinema.

N°2: MOONLIGHT di BARRY JENKINS


Il film che mi ha toccato di più degli ultimi dodici mesi, e forse oltre.
La metamorfosi di un ragazzino spaurito e ferito che diviene predatore pur di non rischiare di sentirsi ancora come nei suoi anni peggiori, ammesso che davvero lo fossero.
L'outsider della Notte degli Oscar che, alla fine, pur al cospetto dei grandi Arrival e La la land, ha finito per trionfare.
L'outsider che non ti aspetti. Quello che piace a me.

N°1: VICTORIA di SEBASTIAN SCHIPPER

 
 
Ed eccolo qui, il vincitore del Ford Award duemiladiciassette.
Certo, è un film del duemilaquindici, arrivato in Italia in pauroso ritardo, ma poco importa.
Victoria è tecnica prodigiosa, spontaneità, wilderness.
E' tutto quello che si rimpiange della giovinezza quando si è vecchi e tutto quello che si sogna quando da giovani si cercano i brividi.
Una meraviglia per la testa, gli occhi, il cuore.



I PREMI

Miglior regia: Sebastian Schipper per Victoria

Miglior attore: Mahershala Ali per Moonlight

Miglior attrice: Natalie Portman per Jackie

Scena cult: Baby Groot e la bomba da disinnescare, Guardiani della Galassia Vol. 2
 
Miglior colonna sonora: Guardiani della Galassia Vol. 2

Premio "leggenda fordiana": Chiron, Moonlight

Oggetto di culto: non è un oggetto, ma rompe ogni schema. Baby Groot, Guardiani della Galassia Vol. 2

Premio metamorfosi: Dave Bautista, Blade Runner 2049
 
Premio "start the party": l'inizio del piano sequenza, Victoria

Premio "be there": la Berlino by night di Victoria








sabato 30 dicembre 2017

Ford Awards 2017: i film (N°20-11)




E siamo giunti al penultimo appuntamento con i Ford Awards duemiladiciassette, dedicato alla decina di film tra quelli usciti in sala che sono riusciti a farsi apprezzare tanto dal sottoscritto dal giungere ad un passo dalla Top 10: chi avrà sfiorato, dunque, l'impresa del piazzamento tra i migliori?
Qui sotto la risposta, pronta ad essere variegata in termini di generi e stili come sempre si cerca di essere da queste parti.


N°20: THE VOID di JEREMY GILLESPIE e STEVEN KOSTANSKI


Una delle sorprese più liete della parte finale dell'anno: prendendo spunto dai grandi Maestri dell'horror anni ottanta - ed in parte settanta - i due registi confezionano una piccola chicca "mistica" e molto, molto splatter che non sarà il massimo in originalità ma senza dubbio riesce a far fruttare al meglio possibile gli insegnamenti dei grandi del passato.


N°19: BABY DRIVER di EDGAR WRIGHT


Edgar Wright è un protetto del Saloon dai tempi di Shaun of the dead e dell'indimenticabile Trilogia del Cornetto, ancora oggi ineguagliata anche dal suo autore.
Baby Driver, ritmo e colonna sonora pazzeschi, non sarà il suo miglior lavoro ma resta senza dubbio una delle piccole perle di quest'annata decisamente spenta sul grande schermo.




Discusso, contestato, amato o odiato, l'Episodio otto della Saga per eccellenza della Storia del Cinema risulta meno d'impatto del precedente - e splendido - Il risveglio della Forza, ma non per questo incapace di raggiungere il cuore di chi ci si butta.
Con il passare dei giorni dalla visione, è stato una conferma del Potere di questi personaggi e delle vicende che vivono e raccontano.

N°17: IT di ANDY MUSCHIETTI

 

Muschietti rischia grosso prendendosi in carico uno dei romanzi più noti ed amati di Stephen King trasposto - male, ma poco importa - all'inizio degli anni novanta in una mini televisiva divenuta oggetto di culto ringiovanendo nel modo migliore possibile una storia vecchia come il mondo: quella che vede dei ragazzi affrontare le loro paure.
Effetti bellissimi, casting perfetto, una sorta di Goonies versione nuovo millennio in uno stile che ricorda molto Stranger Things. Promosso in attesa del sequel.

N°16: FENCES - BARRIERE di DENZEL WASHINGTON

 
 
Il mitico Denzellone Washington, già fordiano ad honorem, regala una delle grandi sorprese dell'ultima edizione degli Oscar - una delle migliori degli Anni Zero -, con radici affondate nel Teatro, la Famiglia come tema centrale, grandi interpretazioni ed emozioni. 
Non per tutti, ma senza dubbio in grado di rimanere nel cuore di molti.

N°15: CIVILITA' PERDUTA di JAMES GRAY

 

Ho sempre amato James Gray, un autore in grado di conciliare modernità e profondo rispetto per il classicismo: nel corso della sua poco prolifica carriera, ha finito per non deludermi praticamente mai. Non è da meno questo Civiltà perduta, che recupera le atmosfere delle grandi epopee amazzoniche di Herzog e, seppur in modo incompiuto, regala emozioni in grado di far battere il cuore a chiunque senta il brivido all'idea di superare un confine.

N°14: BOSTON - CACCIA ALL'UOMO di PETER BERG

 

Peter Berg, regista americano di grana grossa al mille per mille, regala al pubblico il suo film migliore partendo da una drammatica storia vera e dando una lezione al Terrore che ha attanagliato ed attanaglia il mondo in questo Nuovo Millennio.
La logica della Paura non si vince con le armi, la forza, la risposta violenta.
Si vince con la coesione, il lavoro, la dedizione, il coraggio, la vita.

N°13: BILLY LYNN di ANG LEE



Uno dei film più sottovalutati della stagione.
Ang Lee, amatissimo dal sottoscritto, consegna al pubblico una storia sul lato oscuro dell'America che sarebbe piaciuta al Clint Eastwood migliore, quasi fosse una sorta di "Lato B" di American Sniper e delle contraddizioni assurde della guerra.
Una chicca che in pochi hanno davvero compreso, e che spero davvero possa essere con il tempo riscoperta.

N°12: LE COSE CHE VERRANNO - L'AVENIR di MIA HANSEN LOVE

 
La sorpresa radical dell'anno: giunto sugli schermi del Saloon con il presagio delle bottigliate pronto ad abbattersi sulla sua testa, il lavoro di Mia Hansen Love si è rivelato fresco, intelligente, profondo e legato ad uno dei concetti più importanti sui quali si possa filosofeggiare, il Tempo.
Bravissima la Huppert, elegante il film, toccante il contenuto.

N°11: LA LUCE SUGLI OCEANI di DEREK CIANFRANCE

 
 
Altro titolo che, sulla carta, qui al Saloon rischiava tantissimo, e che al contrario si è rivelato come una delle sorprese più belle dell'anno.
Sarà che, per un genitore, è impossibile rimanere indifferenti a determinate tematiche, ma è anche vero che, in barba alle critiche piovute addosso a Cianfrance, questa pellicola trasuda romanticismo nel senso migliore in cui si potrebbe intendere.


TO BE CONTINUED...





 




venerdì 29 dicembre 2017

Ford Awards 2017: i film (N°30-21)



Ed eccoci giunti alla classifica più importante, quella dedicata ai film che più hanno conquistato i favori del sottoscritto tra quelli usciti in sala nel corso dell'anno: ovviamente, come di consueto, mancano all'appello alcuni titoli più o meno importanti, e considerato che nonostante un inizio anno notevole la qualità si sia abbassata a questo giro ho deciso di diminuire il numero dei titoli in classifica dai consueti quaranta a trenta.
Scopriamo dunque quali sono gli apripista della classifica.


N°30: L'INGANNO di SOFIA COPPOLA


Apre la classifica Sofia Coppola, regista discontinua ma di talento, che riporta sullo schermo un classico di Don Siegel, La notte brava del soldato Jonathan, riuscendo comunque a non sfigurare troppo nel confronto. Nell'anno della rivincita delle donne, una pellicola che pare quantomai attuale.

N°29: DUNKIRK di CHRISTOPHER NOLAN

 

L'illusionista del Cinema, Christopher Nolan, torna sul grande schermo con un film bellico celebratissimo - forse troppo - alla sua uscita, considerato dal primo giorno uno dei favoriti per la prossima corsa agli Oscar. Peccato che, nonostante l'indubbia ed incredibile tecnica, al cuore non resti nulla se non una bella confezione.
N°28: CARS 3 di BRIAN FEE

 

Alle spalle la delusione cocente di Cars 2, Saetta McQueen torna sullo schermo con un terzo capitolo decisamente nelle corde del primo, grazie al quale assistiamo al passaggio di ruolo del protagonista da allievo a maestro. Parabola sul rapporto tra vecchie e nuove generazioni che conserverò tra i ricordi più vivi in quanto primo film visto in solitaria al Cinema con il Fordino.
N°27: THOR - RAGNAROK di TAIKA WAITITI


Irrompe nella classificona il Dio del Tuono in versione Taika Waititi, fracassonata divertentissima che pare uscita dritta dritta dagli anni ottanta e che rilancia alla grande lo spirito più guascone dei film Marvel del Cinematic Universe sul modello di Guardiani della Galassia - ma avremo modo di riparlarne -. Ci si diverte, ci si intrattiene, si spacca. 

N°26: DETROIT di KATHRYN BIGELOW

 

La cazzutissima Bigelow, più che attesa alla vigilia, è una delle delusioni di questa classifica: avrei voluto che Detroit irrompesse come una tempesta piazzandosi decisamente più in alto, ma benchè la confezione sia ineccepibile, questo lavoro comunque importante ha lo stesso difetto di Dunkirk. Si ammira, ma non si ricorda.

N°25: IL DIRITTO DI CONTARE di THEODORE MELFI


Il The Help del duemiladiciassette. Forse confezionato per le candidature ai passati Oscar, ma genuino, piacevole e scorrevole da guardare. Inoltre, parliamo di una storia vera che non ha perso in termini di attualità ed è in grado di mettere d'accordo spettatori con gusti profondamente diversi tra loro. 

N°24: T2 - TRAINSPOTTING 2 di DANNY BOYLE

 

I ragazzacci di Welsh e Boyle tornano sullo schermo a un ventennio di distanza dal cult che li aveva consacrati, e spazzano via i sospetti di una bieca operazione commerciale con un perfetto mix di nostalgia ed ironia. Tornare da Bagby e soci è stato come rivedere gli amici del quartiere che si sono persi con la vita, e continuare, con loro, a scegliere a vita stessa.
N°23: BORG MCENROE di JANUS METZ

 
 
Una delle sorprese di fine anno. Senza strafare in termini di tecnica ed originalità, Metz porta sullo schermo con grande tensione e partecipazione uno dei match più belli della storia del tennis, e lo fa riuscendo nella non facile impresa di rendere al meglio lo spirito che c'è dietro la pratica sportiva, a qualsiasi livello sia praticata.

N°22: GIFTED - IL DONO DEL TALENTO di MARC WEBB

 

Alle spalle l'ottimo 500 giorni insieme e i decisamente meno interessanti Spider Man, Marc Webb torna in un territorio che gli è più congeniale, e regala al pubblico uno di quei film dei quali innamorarsi senza chiedere troppe spiegazioni, ma seguendo la pancia ed il cuore.
Immedesimazione o età, ho trovato vivo e sentito il racconto di questo rapporto che mette i sentimenti prima del talento, e ricorda a tutti che non esiste un genio senza qualcuno che lo sostenga.

N°21: SCAPPA - GET OUT di JORDAN PEELE


Una delle sorprese più piacevoli della stagione: in bilico tra tensione e spavento, critica sociale ed ironia, Jordan Peele regala al pubblico una piccola chicca che, con un finale meno consolatorio, avrebbe conquistato una posizione ben più alta di questa.
Un paio di scene sono instant cult, gli interpreti funzionano, il messaggio è chiaro. Avercene.


TO BE CONTINUED...

giovedì 28 dicembre 2017

Ford Awards 2017: le serie (N°10-1)




Ed eccoci giunti all'ultima decina della classifica dedicata al meglio delle serie televisive passate sugli schermi di casa Ford negli ultimi dodici mesi: una top ten ricca di scoperte, conferme, proposte di qualità altissima, speranze per le future stagioni e grandi momenti in grado di superare, spesso e volentieri, anche il Cinema.
In alto i calici, dunque, per i vincitori, e si aprano le danze.


N°10: NARCOS


Orfana del carisma del Pablo Escobar di Wagner Moura, la serie Netflix alla scoperta degli imperi del traffico di droga che imperversarono in Sud America tra gli anni settanta e novanta riesce comunque a consegnare al pubblico una stagione serrata, tesissima, come di consueto confezionata alla grande ed in grado di alimentare grande hype per un'eventuale quarta stagione messicana.
Il re è morto, viva il re.


 

La serie sci-fi di culto del piccolo schermo sbarca negli States e trova ulteriori conferme con una carrellata di episodi uno più interessante dell'altro, che ha come vertici il "romantico" San Junipero e il profetico Hated in the nation. Una delle cose migliori che si possano trovare al momento in giro, e non solo in televisione.


 

Nel cuore di un anno profondamente femminista, una mini recitata e scritta alla grande che porta in luce le sfaccettature e la forza dell'altra metà del cielo, e regala un climax da thriller di serie A palleggiato tra le bravissime protagoniste, da una rinata Nicole Kidman ad una delle giovani favorite fordiane, Shailene Woodley. Il tutto targato dalla garanzia HBO.


 

L'erede indiscusso di Californication in casa Ford. Le disavventure alcoliche e personali dell'attore equino Bojack Horseman, mascherate da commedia ma in realtà profondamente malinconiche, sono un inno a tutti quelli, come il sottoscritto, che viaggiano sul confine tra ordine e caos, e subiscono inesorabilmente il fascino degli egoismi e del lato oscuro. 


 

Dal romanzo cult firmato dall'ex agente FBI John Douglas, una serie che esplora il thriller ed il noir da una prospettiva differente, descrivendo il mondo dei serial killers come se l'epoca de Il silenzio degli innocenti, Manhunter o, più di recente, Zodiac, non fosse mai finita.
Scrittura perfetta, confezione impeccabile, crescendo che alimenta la curiosità per la seconda stagione e la scoperta di altra oscurità nell'animo umano.

N°5: TWIN PEAKS

 

Attesa, idolatrata, criticata, amata, odiata. Torna dopo più di vent'anni sugli schermi la creatura che aveva consacrato David Lynch, cambiando radicalmente i registri e passando dal thrilling e dal terrore ad una sorta di noir grottesco che vede nella tripla incarnazione di Kyle MacLachlan il suo apice. Il Dougie Jones di quest'ultimo non sarà mai dimenticato.
N°4: FARGO


Giunta alla sua terza stagione, la serie ispirata dal film cult diretto dai Fratelli Coen trova la sua ennesima conferma attraverso una vicenda fosca e triste, legata a vendette, desiderio di essere riconosciuti dal mondo o di fuggire dallo stesso, violenza e confronto tra Bene e Male.
Il caso si mescola alla volontà umana, il sesso alla morte, la semplicità alla sinfonia del Destino.

N°3: THIS IS US


Una delle serie più fordiane mai create, nonchè una delle più strappalacrime. Ho perso il conto delle volte in cui, cercando di nasconderci dai Fordini a tavola, io e Julez ci siamo ritrovati con le lacrime agli occhi nel seguire le vicende dei Pearson. Un prodotto vero, sincero, solido, vivo e pronto a raccontare la vita com'è: una cosa straordinaria nella sua semplicità.

N°2: GOMORRA



Giunto alla terza stagione, il serial legato alla criminalità partenopea, in barba alle critiche piovute dalla rete e dalla società per quanto mostrato si dimostra uno dei prodotti più solidi del panorama televisivo: il legame da fratelli e nemici di Genny Savastano e Ciro Di Marzio, condito dal conflitto con i boss napoletani, dal ritorno di Patrizia e Chanel e dall'inserimento nel cast di Sangue Blu rendono la terza stagione pienamente all'altezza delle precedenti, ed un appuntamento che in casa Ford non può mancare.



 

Ed ecco la serie vincitrice del Ford Award 2017. Un'epopea sentita e toccante, interpretata da una grandissima Elizabeth Moss e perfetta per incarnare quest'annata che ha visto salire giustamente alla ribalta l'universo femminile. Il futuro distopico che non vorremmo vivere, ma che è imprescindibile quando si deve seguire attraverso un'opera come questa.
Nolite te bastardes carborundorum, bitches.


MrFord



I PREMI



Preferito fordiano: Jack Pearson, This is us



Miglior personaggio: Dougie Jones, Twin Peaks



Miglior sigla: Gomorra



Uomo dell'anno: Kyle MacLachlan, Twin Peaks



Donna dell'anno: Elizabeth Moss, The Handmaid's Tale



Scena cult: Dougie Jones al casinò, Twin Peaks



Migliore episodio: Hated in the nation, Black Mirror e Memphis, This is us



Premio ammazzacristiani: Dale Cooper Doppleganger, Twin Peaks



Miglior coppia: Genny Savastano e Ciro Di Marzio, Gomorra


Cazzone dell'anno: Dougie Jones, Twin Peaks

Cattivo dell'anno: Ciro Di Marzio, Gomorra

mercoledì 27 dicembre 2017

Ford Awards 2017: le serie (N°20-11)


Seconda giornata dedicata alla classifica delle trenta migliori serie televisive del duemiladiciassette del Saloon, dove andremo a ritrovare i titoli che, per un soffio oppure no, si sono visti chiudere le porte della top ten: anche in questo caso si parlerà di produzioni passate su questi schermi negli ultimi dodici mesi a prescindere dalla loro data di uscita, e troveremo alcuni titoli che molti, probabilmente, inseriranno ben più in alto in classifica.




Curioso che, per un genere difficile come l'horror, nello stesso anno si trovino così tante produzioni valide: bistrattato e sottovalutato dalla maggior parte della Rete, in grado di mettere d'accordo perfino il sottoscritto ed il suo antagonista Cannibal Kid, Roanoake è forse il capitolo più riuscito dell'antologica American Horror Story dopo Asylum. Violento, inquietante, grottesco. Per me, un piccolo cult.

N°19: JUSTIFIED

 
Il duemiladiciassette è stato anche l'anno dell'addio alle scene per il Marshall Rylan Givens, uno dei personaggi più fordiani mai creati: la sua rivalità con l'altrettanto mitico criminale Boyd Crowder mi mancherà tantissimo, così come le atmosfere southern e la sensazione di vuoto colmato che Justified mi aveva dato dopo l'epilogo di Sons of anarchy. So long, Rylan.

N°18: MARCO POLO

 

Un altro grande dispiacere. La serie dedicata alle gesta di Marco Polo alla corte del Khan, chiusa da Netflix per i costi di produzione troppo alti, lascerà un vuoto nel sottoscritto, che aveva trovato le prime due stagioni di altissima qualità, impreziosite dalla componente storica che da sempre mi affascina. Un vero peccato, ma nel frattempo posso quantomeno affermare sia stata una grande cavalcata.



Proseguono le splatterissime, spassose ed irriverenti avventure di Ash, uno degli eroi più fordiani e mitici del Creato, che anche con la seconda stagione regala chicche e volgarità a volontà proprio come ci si aspetterebbe da lui. Per chi adora il genere, una perla assoluta. E chi non lo adora, come Cannibal, beh, vaffanculo.


Grazie ad una quarta stagione che regala uno dei momenti migliori dell'intera serie - ed in attesa della recensione della quinta - le ragazze di Litchfield guadagnano una posizione di tutto rispetto nella classifica, a conferma della cazzutaggine del gentil sesso e di un titolo che, anno dopo anno, ha saputo comunque mantenere la sua qualità sempre piuttosto alta.

N°15: GLOW


E sempre a proposito di donne cazzute, ecco una delle new entry più gradite dell'anno: anni ottanta, wresting, ironia, un pizzico di amarezza e la voglia di dimostrare di essere pronte ad affrontare il mondo. Così si presentano le ragazze di Glow, una delle proposte più innovative di Netflix degli ultimi dodici mesi che attendo già al varco per la seconda stagione, sperando in un altro pin vincente.


Ed ecco uno dei fenomeni dello scorso anno, che giunto al banco di prova della seconda stagione colpisce sempre ma, forse, perde un pò della forza dell'esordio: complici una partenza in sordina ed un episodio che ho trovato inutile prima di un gran finale, la creatura di Netflix che riporta di moda il fenomeno Goonies scivola fuori dalla top ten. Toccherà alla terza ribaltare il risultato neanche fossimo nel Sottosopra.


Avessi dovuto seguire il tribunale mediatico delle ultime settimane, House of cards sarebbe stato estromesso da questa classifica togliendo ad alcuni la possibilità di mettere gli occhi su una delle serie più intriganti e solide delle ultime stagioni: ma dato che non mi interessa giudicare le faccende private degli artisti, ma solo il loro operato, eccomi qui ad esaltare una volta ancora le vicende di quello che è ribattezzato dal Fordino "l'altro Frank" - il primo è Gallagher -.
Scrittura, interpretazione, intensità. In House of cards c'è questo, e molto altro. E soprattutto Kevin Spacey.

N°12: BLACK SAILS


Dopo fin troppi anni di pausa sono tornato al timone di Black Sails, una delle serie imperdibili per un pirata come il sottoscritto, pronta a portare sullo schermo personaggi mitici come il Capitano Flint o John Silver, uno dei personaggi cult di tutti i tempi per quanto mi riguarda.
Con la seconda - e la terza, che sto seguendo in questi giorni - stagione si alza ancora l'asticella, e tra sesso, morti e tempeste si scopre l'animo ribelle e rivoluzionario dei predoni del mare.


 

Manca di un soffio la top ten il Lost di questa generazione, quel Game of thrones che, tra fan service e grande ritmo accelera in vista di quella che dovrebbe essere la stagione del commiato: la varietà delle vicende e dei personaggi continuano a garantire un bacino d'utenza ampio, l'affetto per gli stessi le emozioni di un pubblico sempre più grande e sempre più addicted. 
Ora che l'inverno è arrivato, ne vedremo delle belle.


TO BE CONTINUED...
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...