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venerdì 20 febbraio 2015

Taken 3 - L'ora della verità

Regia: Olivier Megaton
Origine: Francia
Anno:
2014
Durata: 109'





La trama (con parole mie): Bryan Mills, ex agente speciale dei servizi segreti, spaccaculi di professione ormai deciso a rimanere in pensione, pare finalmente convinto a mantenere un basso profilo e dedicarsi alla famiglia, con le attenzioni alla figlia incinta che teme di rivelargli la notizia e l'ex moglie ancora indecisa se tornare tra le sue braccia o cercare di salvare il salvabile con l'attuale compagno, l'affarista Stuart.
Quando proprio quest'ultima viene ritrovata assassinata in casa di Mills e quest'ultimo accusato, ha inizio una caccia da parte delle forze dell'ordine che indurrà il quasi invincibile uomo d'azione a prendere in mano la situazione per scagionarsi, salvare la figlia ed il potenziale nipote, sgominare una banda di mafiosi russi e scoprire chi c'è dietro all'intero complotto ai suoi danni.
Tutto questo, ovviamente, tenendo a bada le forze di polizia sulle sue tracce, guidate dal tenace Dotzler.








Onestamente, dovrei ringraziare Luc Besson ed il suo pupillo Olivier Megatron, insieme ai Transformers tutti suoi progenitori: il brand targato Taken, infatti, non tradisce mai le aspettative.
Quando ci si imbatte in pellicole come questa, infatti, già si accarezza il piacere di aver trovato uno dei candidati più autorevoli per la decina dedicata al peggio dell'anno in corso, unendo al divertimento di qualche risata sguaiata quello delle prese per il culo continue indirizzate alla produzione intera.
Probabilmente, poi, suonerà quantomeno strano che un tamarro della mia stirpe, legato a doppio filo agli anni ottanta e a tutti gli eroi di genere made in USA risulti così allergico a questi giocattoloni pensati e realizzati oltralpe, eppure è inesorabilmente così: le cause vanno probabilmente ricercate nella presenza - quando si parla di produzione e sceneggiatura - del già citato Luc Besson, probabilmente uno dei più sopravvalutati ed immeritevoli di successo registi che esistano sul globo terracqueo, e di Liam Neeson - che oltre ad essere l'uomo con le mani più brutte del mondo come action hero è credibile più o meno quanto il Cannibale, a prescindere dall'altezza: vederlo in una delle rare sequenze non sostituito dallo stunt double correre è stato quanto di più esilarante il Cinema abbia regalato agli occupanti di casa Ford negli ultimi mesi -, così come da uno spirito che all'apparenza ricorda quello eighties, sguaiato e totalmente implausibile, ma che nell'approccio e nel modo di raccontare si presenta, fondamentalmente, come il più classico degli sfigati repressi che cercano con le loro battutine acide di risultare anche simpatici.
Come se non bastasse, questo terzo capitolo riesce a lasciare l'amaro in bocca anche da questo punto di vista, troppo lungo - superare i cento minuti con una proposta di questo tipo equivale a spappolarsi i gioielli di famiglia a colpi di cric - e decisamente incapace di avvincere anche dal punto di vista del ridicolo involontario.
Inoltre il charachter di Bryan Mills, già bollito in partenza, manca della cattiveria del primo capitolo e della totale e caotica sconclusionatezza del secondo, per nulla aiutato da avversari che non lasciano neppure il più misero dei dubbi a proposito del risultato finale della pellicola: si salva giusto il Dotzler di Forest Whitaker, attore di ben altra caratura rispetto al resto del cast che in pochi passaggi guadagna tutta l'attenzione del pubblico eclissando completamente non solo lo stesso Neeson/Mills, ma la storia portata sullo schermo dall'allegra brigata Besson/Megatron.
Se, dunque, da un lato è stato una garanzia ed una cosa indubbiamente confortante scoprire che Taken 3 abbia finito per eguagliare i suoi due precedenti in quanto a valore artistico e probabilità di arricchire le fila della decina dedicata al Ford Award del peggio in sala, dall'altro mi aspettavo forse un abominio con più carattere, da parte di Megatron: non so se sia stato l'influsso positivo dei suoi tanto odiati Autobots, ma il malvagio Decepticon avrebbe potuto spremere decisamente di più da quello che è stato il charachter che ha fatto la sua fortuna.
E a questo punto non so se sperare nell'episodio numero quattro, oppure se farmi bastare l'incedere a "passo di corsa" di Liam Neeson di spalle che pare quasi il più veloce della casa di riposo.




MrFord




"You're messing with my head
girl that's what you do best
saying there's nothing you won't do
to get me to say yes
you're impossible to resist
but I wouldn't bet your heart on it
it's like I'm finally awake
and you're just a beautiful mistake."
One Direction - "Taken" - 



lunedì 31 dicembre 2012

Ford Awards 2012: del peggio del nostro peggio


La trama (con parole mie): non può mancare, alla fine dell'anno, la consueta classifica dedicata al peggio del peggio, per certi versi quasi più attesa di quella al contrario destinata alle migliori pellicole passate su questi schermi negli ultimi dodici mesi - che monopolizzerà i primi giorni del 2013 -.
A questo giro ho deciso - al contrario di quanto fatto nelle scorse due edizioni - di non limitarmi a segnalare le schifezze clamorose fatte e finite, ma di includere nella classifica anche quei film d'autore tecnicamente non discutibili ma che, per contenuto, piglio o spocchia, hanno provocato nel sottoscritto accessi di rabbia tali da giustificare cascate di bottigliate come se piovesse.
Dunque aspettatevi titoli che non pensereste di scovare, in questa sede, accanto alle consuete, intramontabili, clamorose perle del trash che da sempre vengono celebrate in una decina tutta da massacrare.




N° 10: War horse di Steven Spielberg


Neanche il tempo di avvisarvi, e cominciamo subito con un nome illustre finito sotto i colpi delle mie ormai leggendarie bottigliate, il grande - perchè grande è indubbiamente - Steven Spielberg. Questo suo War horse, girato e confezionato da dio, è un inno alla retorica dalle proporzioni così gigantesche da far apparire Salvate il soldato Ryan come una sorta di opera ermetica bielorussa, talmente zuccheroso e tirato per la criniera in alcuni passaggi da far strabuzzare gli occhi anche ad uno che il fascino del Cinema made in USA lo subisce sempre e comunque come il sottoscritto. 
Steven, ridacci ET!



N° 9: Cosmopolis di David Cronenberg


Altro giro, altro autore che cade sotto i colpi del Saloon.
David Cronenberg, fino a qualche anno fa considerato dal sottoscritto un Maestro inarrivabile - oltre che intoccabile -, dopo il parziale fallimento di A dangerous method delude anche di più con la versione cinematografica del supercult letterario di De Lillo, una specie di manuale della spocchia che, come se non bastasse, fa davvero di tutto per risultare noioso fin dal primo istante.
Una pellicola inutile e vuota che non mi sarei mai aspettato dal regista canadese.


N° 8: Il dittatore di Larry Charles


Dopo Ali G, Borat e Bruno, torna alla ribalta Sacha Baron Cohen con i suoi personaggi volutamente grotteschi, politicamente scorretti e profondamente volgari: peccato che la freschezza di una proposta come questa si sia persa già da anni, ed il risultato sia l'equivalente di quello provocato nel sottoscritto dai nostrani cinepanettoni.
Robetta buona per far ridere solo ragazzini in preda agli ormoni che esplodono ad ogni parolaccia ma che ha davvero ben poco della satira polico/sociale che vorrebbe rappresentare.


N° 7: Breaking dawn - Parte seconda di Bill Condon


Non esiste classifica del peggio di fine anno senza Twilight, ormai presenza fissa in questo particolare premio fin dalla sua istituzione, nel 2010.
Onestamente speravo che Bill "Condom" ed i suoi amici vampiretti potessero entrare quantomeno nella top five, ma evidentemente le aspettative hanno in qualche modo reso la visione meno terribile di quanto mi aspettassi, ed assolutamente ad un altro livello rispetto all'agghiacciante prima parte dello scorso anno.
Peccato, perchè la mia previsione iniziale era di un podio praticamente assicurato per Edward, Bella e tutti i loro simpatici amici.


N° 6: Knockout - Resa dei conti di Steven Soderbergh


A volte capita che, non si sa per quale preciso motivo, un regista tutto sommato discreto si beva il cervello portando in sala veri e propri abomini: è il caso di Soderbergh - poi rivalutatosi grazie a Magic Mike - e di questo Knockout, che se non fosse per la notevole ex lottatrice di MMA Gina Carano e per l'indubbia - e pessima - qualità delle altre proposte avrebbe senza dubbio scalato ancor di più questa classifica.
Un film inutile, scritto da cani e diretto distrattamente, che cestinai con gioia e senza alcun ripensamento.
 

N° 5: L'altra faccia del diavolo di William Brent Bell


L'esorcista, cultissimo firmato da quel geniaccio cattivo di William Friedkin, nel corso dei decenni ha causato più danni alla settima arte che altro: un esempio lampante è questo L'altra faccia del diavolo, film di infima serie sotto tutti gli aspetti che dall'inizio alla fine conferma la sua inutilità.
Qui non ci sono incazzature o porcate d'autore: solo un sano, vecchio, intramontabile film di merda.
Una vera schifezza.


N° 4: Biancaneve di Tarsem Singh


Ed eccoci giunti al limitare del podio con una delle pellicole più kitsch, terribili e clamorosamente inguardabili dell'anno: dal gusto per l'eccesso alle sopracciglia modello Elio della protagonista, una fiera del cattivo gusto senza limiti condita da un balletto conclusivo da far apparire quasi decente anche la Deliranza di Johnny Depp in Alice in wonderland.
Fate voi.
Una cagata colossale.


N° 3: Resident evil - Retribution di Paul W. S. Anderson


Paul W. S. Anderson è ormai una tradizione di questa classifica alla stregua della saga di Twilight.
Dovesse passare un anno senza vederlo fare capolino tra i peggiori, probabilmente sarei deluso ed anche un pochino triste.
Fatto sta che quest'ultimo Resident evil - erede, peraltro, di un franchise cinematograficamente pessimo - è qualcosa di davvero vomitevole.


N° 2: Taken 2 - La vendetta di Olivier Megaton


Reazionario, ridicolo, scritto e recitato da cani, troppo serioso e dal petto in fuori per far scattare la scintilla della simpatia per il trash di culto: questo è il secondo capitolo del già non entusiasmante Io vi troverò, diretto con un piglio degno di questa posizione del già tristemente noto per le sue qualità dietro la macchina da presa Olivier Megaton, regista venuto dritto dritto dal pianeta dei Transformers ed interpretato dall'unico essere vivente dalle mani più brutte di quelle di Megan Fox, Liam Neeson.
Avrebbe meritato per almeno un paio di sequenze il gradino più alto del podio, ma non ce l'ho proprio fatta a risparmiare il vincitore di quest'anno, neanche con tutta la buona volontà.


N° 1: Detachment di Tony Kaye


A volte capita che non contino l'abilità dietro la macchina da presa, l'occhio per le inquadrature, il piglio del regista che sa dove andare a sfruttare la potenza del mezzo cinematografico: perchè quando gli stessi nascondono in realtà un desiderio di esercitare il potere sul pubblico, una demagogia irritante, retorica travestita da alternativismo, allora non ci sono scuse.
Io mi incazzo e basta.
Nel post che gli dedicai definii l'ultimo lavoro di Tony Kaye il prodotto di una "pedofilia culturale", e più passa il tempo e più sento che la stessa definizione risulta più che calzante.
Escrementi, caro professor Kaye, direi citando il mitico Keating de L'attimo fuggente.
Escrementi.
E Detachment ne è, più che un esempio, una montagna.


I PREMI


Peggior regista: Tony Kaye per Detachment

Peggior attore: Robert Pattinson per Cosmopolis e Breaking dawn - Parte seconda

Peggior attrice: Milla Jovovich per Resident evil - Retribution

Premio "parrucchino di Nicholas Cage" per il personaggio trash: Biancaneve per Biancaneve

Effetti "discount": L'altra faccia del diavolo

Premio "dolcetto o scherzetto" per il costume più agghiacciante: i Volturi in Breaking dawn - Parte seconda

Stile de paura: la finta autorialità di Soderbergh in Knockout - Resa dei conti

Premio "veline": Maggie Grace in Taken 2

Peggior scena d'amore: Edward e Bella che distruggono il loro nido senza mostrare nulla di nulla, Breaking dawn - Parte seconda

Premio "pizza, spaghetti e mandolino": l'agghiacciante balletto finale, Biancaneve

mercoledì 17 ottobre 2012

Taken 2 - La vendetta

Regia: Olivier Megaton
Origine: Francia
Anno: 2012
Durata: 91'




La trama (con parole mie): Bryan Mills, ex agente operativo della CIA che tempo prima aveva salvato la figlia rapita da una banda di malavitosi albanesi al centro di un traffico di donne destinate a diventare prostitute facendo piazza pulita degli stessi, diviene il bersaglio del vero boss del gruppo, che ha perso il figlio proprio per mano di Mills e giura sulle tombe dei caduti vendetta tremenda vendetta.
L'occasione per i criminali si presenta quando, al termine di un lavoro, il coriaceo Bryan si prende qualche giorno di vacanza ad Istanbul sperando di riallacciare i rapporti con l'ex moglie e, nel frattempo, stare con la figlia come una vera famiglia, una cosa che in passato non è mai riuscito a fare: i venti di guerra albanesi faranno il possibile per rovinare i piani al nostro, che - con l'aiuto della figlia da tre volte silurata nella pratica della patente divenuta di colpo un'autista da drift selvaggio - sarà come sempre ben lieto di spaccare culi.
E non contento snocciolerà pure un pò di morale.



E' vero, avevo detto che non avrei visto questo film neppure se torturato da Bryan Mills.
O da Jack Bauer, che è un pò la stessa cosa.
Ma non ce l'ho fatta.
Questo perchè, nel pieno di un tour de force di sei giorni lavorativi sei consecutivi e con le sveglie da allenamento del mattino ad incombere, mi sono ritrovato ad avere bisogno di un paio di serate con quei film che puoi sguaiatamente prendere per il culo e, nel caso di colpi di sonno, una volta riaperti gli occhi non sarà cambiato nulla rispetto a quando li si aveva chiusi.
Eccetto forse il numero dei morti causati dallo spaccaculi di turno.
Ma torniamo a noi: che Taken 2 fosse una schifezza colossale era praticamente una certezza già prima che circolasse il trailer, considerato il pessimo primo capitolo, da noi uscito come Io vi troverò.
Il dubbio che potesse essere anche peggio ha cominciato a farsi sentire dai titoli di testa, quando gli occupanti di casa Ford sono venuti a conoscenza del fatto che a dirigere questa pellicola "clamorosa" era stato chiamato dal produttore e sceneggiatore Luc Besson - un altro tra i più bottigliati del Saloon - nientemeno che Olivier Megaton, regista del dimenticabile Transporter 3 dal nome di rimembranze transformeresche, già in quella sede ampiamente sbeffeggiato dal sottoscritto.
Con premesse di questa fattura, la visione non poteva che rivelarsi una curiosa via di mezzo tra l'esilarante effetto di una "deliranza" di questo tipo e l'orrorifico effetto di una "deliranza" di questo tipo.
Da amante delle tamarrate action fin dagli anni ottanta, ho sempre pensato che per un buon - e non sto parlando di qualità - prodotto di questo tipo va sempre presa in considerazione una robusta dose di (auto)ironia, completamente non pervenuta dalle parti di pezzo di legno Neeson, che dai tempi di Schindler pare essersi clamorosamente bevuto il cervello, rimanendo noto in casa Ford soltanto per essere l'uomo con le mani più brutte del mondo - una sorta di corrispettivo maschile di Megan Fox e dei suoi pollici spaventosi -.
Inoltre, benchè si tratti di un tipo di prodotto che non richiede una logica effettiva - un pò come l'horror -, questo non dovrebbe mai sottintendere che regista e sceneggiatori possano sentirsi liberi di prendere per il culo gli spettatori: anche nel più assurdo degli scenari non puoi insistere durante tutta la prima mezzora di film sul fatto che la simpatica figlia di Mills sia stata sturata selvaggiamente non una, non due, bensì tre volte all'esame pratico di guida - pure io, che faccio cagare come autista, l'ho passato al primo colpo - e poi in una situazione di alta tensione, inseguita da una macchina di mafiosi albanesi pronti a farle la pelle con il padre accanto che spara all'impazzata gridandole le indicazioni del navigatore, per le strade di una città dall'altra parte del mondo in cui è arrivata solo il giorno prima sfoderi una guida evasiva da stuntwoman tanto da farmi dubitare di essere finito dentro a Ronin, o Fast&furious.
Come se non bastasse, a questa e ad altre assurdità - il trionfale ingresso all'ambasciata americana rasenta i livelli di Resident evil: retribution, che è tutto dire -, ad una parte tecnica certo non di alto livello - montaggio e regia pessimi -, il buon robottone Megaton ed il suo guru Besson piazzano anche il colpo della morale disseminando nel corso dei - fortunatamente - novanta minuti scarsi le mollichine di pare che saranno raccolte nel confronto tra Mills ed il capo degli albanesi nel finale, in una delle sequenze più ridicole del passato recente che proietta Taken 2 dritto dritto nella top ten del peggio di questo 2012, che a questo punto promette scintille rispetto alla battaglia per i primi tre posti - considerato che Breaking dawn parte 2 deve ancora uscire in sala -.
Assistere al botta e risposta con il capo della banda che piange la morte di quel bravo ragazzo di suo figlio Marko e l'ex agente CIA che ribatte "è vero, l'ho ucciso e torturato, ma se lo meritava perchè aveva rapito mia figlia e voleva rivenderla come prostituta" prima di cercare con il suo nemico un accordo - "Quanti altri figli hai?" "Due" "Non vorrei che tornassero a cercarmi dopo che ti avrò ucciso", che fa scendere una goccia di sudore freddo rispetto ad un eventuale terzo capitolo - che prevede di lasciarlo andare a patto di essere lasciato finalmente in pace sfiora davvero il ridicolo, senza contare l'epilogo scontato ed i continui pistolotti del rigidissimo Neeson, che per uno che ammazza per mestiere ed unisce una mania del controllo da serial killer ad una tendenza alla repressione che fa sembrare il già citato Jack Bauer praticamente il re degli hippy o Cristo Compagnone suona davvero oltre misura.
Un film ridicolmente agghiacciante, o terribilmente esilarante, a seconda di come lo si voglia guardare.
Di certo, un avversario davvero tosto per ogni altro titolo che vorrà ambire al Ford Award per il peggior film del 2012.
Quasi più tosto del suo protagonista.


MrFord


"I tried to be someone else
but nothing seemed to change
I know now, this is who I really am inside
finally found myself
fighting for a chance
I know now, this is who I really am."
30 seconds to Mars - "The kill" -


 

lunedì 24 settembre 2012

Transporter 3

Regia: Olivier Megaton
Origine: Francia, USA, UK
Anno: 2008
Durata: 104'




La trama (con parole mie): passata la parentesi negli States, Frank Martin è tornato a stabilirsi sulla costa francese, in pace con se stesso e pronto a dedicarsi senza patemi ad attività rilassanti come la pesca.
Quando, dopo aver rifiutato un lavoro - ovviamente a modo suo - l'autista da lui stesso consigliato si ripresenta in fin di vita e con il "pacco" da consegnare, inizia per lui una corsa contro il tempo che da Marsiglia lo porterà fino a Odessa, nel cuore dell'Ucraina.
La missione è custodire Valentina, figlia di un potente politico, in modo che quest'ultimo possa dimenticarsi della tutela ambientale e permettere l'attracco di navi che trasportano materiali radioattivi: peccato che Johnson, organizzatore del piano, ed i suoi, non abbiano fatto i conti con il vecchio Frank, l'effetto che l'ex componente delle Forze Speciali potrebbe avere sulla ragazza, il vecchio ispettore da sempre alleato del Nostro e con la pioggia di legnate pronta a cadere sulle loro teste.




Il fatto che il cognome del regista ricordasse quello di un Transformer doveva essere un segnale forte e chiaro. Ma non mi è bastato.
Questo perchè io voglio proprio bene, a quello spaccaculi di Jason Statham.
Pugni pronti a scattare, una - forse mezza - espressione, molta ironia. All'inglese, però. Niente di sguaiato.
E vi confesso di voler bene anche alla trilogia di Transporter, che ora fa orgogliosamente parte della collezione - ormai piuttosto imponente - di dvd del Saloon.
Nonostante Besson ed i suoi registi ombra dal richiamo ai robottoni figli degli anni ottanta.
Scorrendo le informazioni sul retro del box, questo terzo capitolo delle avventure di Frank Martin pareva porre basi decisamente interessanti: un minutaggio finalmente oltre l'ora e mezza, un viaggio in macchina da Marsiglia ad Odessa, corse alla Fast&Furious e pestaggi roboanti.
Inutile dire che l'aspettativa, considerato il livello di trash dei due precedenti, era altissima.
Invece, sia bandito dalla galassia Megaton con tutti i suoi discepoli, il risultato è senza dubbio il peggior film della trilogia, che in questi casi non è mai una cosa positiva, considerata la qualità artistica media dei prodotti in questione: se si eccettuano la colonna sonora - che ripesca gran pezzi dai novanta in poi - e le consuete e curatissime scene di combattimento - coreografate da Corey Yuen, che firmò parte della regia del primo capitolo, e seguì la parte "fisica" dei successivi -, il resto è davvero al limite del trascurabile, complici comprimari da telenovela ucraina decisamente non all'altezza del monolitico Statham, prima fra tutte la spalla femminile Valentina, personaggio piatto che più piatto non si può portato in scena con sex appeal decisamente inferiore rispetto alle sue colleghe dei capitoli precedenti ed impreziosito da un campionario di frasi da biscotti della fortuna dei poveri decisamente imbarazzante, pronte a fare faville nei momenti più "riflessivi" della storia.
Ed è proprio questo, a nuocere maggiormente al risultato finale: un titolo come Transporter, di fatto, dovrebbe essere costruito principalmente su botte e risate sguaiate, evitando come la peste pessime parentesi romantiche o introspettive, destinate a rallentare clamorosamente il ritmo e spegnere il sacro fuoco dell'esaltazione necessario come l'ossigeno per i fan hardcore del genere come per chiunque voglia sperare di concludere la visione.
Poi, certo, non accadrà mai che io vi sconsigli di buttarvi in un'avventura pane e salame di grana grossa di questo tipo, in grado a mio parere di rilassare come poco altro su uno schermo, ma l'idea che la vicenda di Frank Martin possa essersi conclusa con il suo film più sottotono effetivamente tende a dispiacermi, dunque continuerò a coltivare in segreto la speranza che Statham torni ad impersonare uno dei suoi charachters più riusciti e ci regali un poker che possa effettivamente concludere con il botto la sua storia.
Senza alcuna Valentina di mezzo a tentare la via melò.
In fondo, parliamo di Transporter.
E più che il buon Jason con i muscoli tesi e denti sparati in orbita a suon di calci quasi rotanti non si vuole proprio vedere.


MrFord


"Now I'm ready
to close my eyes
and now I'm ready
to close my mind
and now I'm ready
to feel your hand
and lose my heart
on the burning sands."
The Stooges - "I wanna be your dog" -



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