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martedì 20 giugno 2017

Grey's Anatomy - Stagione 13 (ABC, USA, 2016)





Fin dai primi tempi della convivenza con Julez, nonostante sulla carta non fosse certo materia da vecchio cowboy, Grey's Anatomy è divenuto uno dei guilty pleasures da piccolo schermo più goduriosi di casa Ford, una sorta di simbolo dell'estate incombente - l'abbiamo sempre visto "in differita" rispetto alla programmazione americana e di Sky qui da noi - che, a prescindere dalla qualità o dalle stagioni più o meno riuscite, viene divorato a colpi di quattro o cinque episodi al giorno.
Certo, la creatura principe di Shonda Rhimes è poco plausibile, eccessiva ed eccessivamente sentimentale, eppure qui al Saloon non si riesce davvero a non volerle bene, anche quando, come nel caso di questa season numero tredici, le cose non vanno affatto come si sarebbe sperato: troppa carne al fuoco per essere gestita bene dagli sceneggiatori - le due storylines principali, quella che vede protagonista il mio favorito Karev ed i suoi guai professionali e giudiziari dopo aver aggredito lo specializzando DeLuca e quella della "ristrutturazione aziendale" passata attraverso l'inserimento della Minnick, uno dei personaggi più insopportabili che ricordi, si mangiano moltissimo spazio per poi essere risolte come bolle di sapone, e le secondarie appaiono tutte inconsistenti, da quella legata alla pessima coppia Hunt/Sheperd all'episodio conclusivo, sprecato considerato il passato di drama di questo titolo -, tensione sentimentale a zero - ma questa è una lamentela principalmente della signora Ford, che adora il mitico "struggio" -, charachters non all'altezza e poche certezze a portare avanti quello che è ormai uno dei titoli storici della grande stagione del rilancio delle serie televisive che fece seguito all'esplosione del fenomeno di Lost ormai tredici anni fa.
Un vero peccato, perchè l'impressione con quest'annata è decisamente quella dell'occasione sprecata sia per consolidare situazioni e personaggi cardine della serie, sia per inserire o valorizzarne di nuovi - uno scempio, a livello di scrittura, quello che è stato fatto con DeLuca, o l'idea di buttare nel calderone idee e situazioni poi accantonate strada facendo, soprattutto riguardo agli specializzandi che dovrebbero rappresentare la "nuova generazione" del titolo -, e più in generale dare una scossa ad un serial che, senza dubbio, può contare su un consolidato zoccolo duro di fan della prima ora, ma che a distanza di così tanti anni, privo dell'attrattiva che forniva il personaggio di Derek Sheperd e della sua storia con Meredith, di molti dei protagonisti che avevano reso questa serie quello che è diventata e sempre sul filo per quanto riguarda lo spingere sull'acceleratore con morti, ritorni, catastrofi e simili rischia di diventare uno di quelli che si guardano per affezione, ma quasi stancamente.
Qui in casa Ford non siamo ovviamente ancora giunti a quel punto, ed ogni anno il ritorno al Grey Sloane Memorial è un vero piacere, ma onestamente vorrei che si potesse ingranare una marcia in grado se non altro di ricordare annate magiche come la seconda o la quinta, che nel genere non dovevano davvero temere rivali.
Anche perchè da questi medici così sopra le righe, io mi aspetto sempre l'intervento miracoloso.
E non la visita di routine da certificato e due o tre giorni di riposo.



MrFord



venerdì 17 luglio 2015

Grey's Anatomy - Stagione 11

Produzione: ABC
Origine: USA
Anno: 2014
Episodi: 24




La trama (con parole mie): al Grey Sloane Memorial di Seattle le vite dei medici legati da amicizia ed amori dentro e fuori l'ospedale proseguono tra uno scossone e l'altro. Callie ed Arizona, in crisi di fronte alla scelta della prima di avere un altro figlio e della seconda di specializzarsi in un secondo dottorato di ricerca portano alla fine del rapporto, mentre Karev e la Bailey si contendono un posto nel Consiglio, Owen e Amelia Sheperd pongono le basi per una possibile storia, Avery ed April conoscono il dramma che nessun aspirante genitore vorrebbe vivere sulla pelle, la sostituta di Christina, Pierce, cerca di inserirsi nei meccanismi e nelle dinamiche dell'ospedale e gli specializzandi proseguono nel loro percorso formativo.
Derek e Meredith, nel frattempo, vivono la prima grande crisi dai tempi del matrimonio quando il primo decide di accettare l'incarico offertogli dal Presidente per un'importante ricerca a Washington, e proprio con il superamento dello stesso e l'espressione della volontà di avere un altro bambino si trovano, al contrario, ad affrontare un evento traumatico.








Fin dai primi mesi della convivenza tra il vecchio Ford e Julez, Grey's Anatomy è stato uno dei guilty pleasures da piccolo schermo più amati dal Saloon, complici un uragano di sentimenti smossi - soprattutto nella signora Ford, anche se non nascondo una manciata di puntate che sono state in grado di commuovere anche il sottoscritto -, una longevità invidiabile per un serial e soprattutto personaggi che sono stati in grado di farsi voler bene a prescindere dai preferiti di uno o dell'altra - per il sottoscritto il purtroppo sempre meno cattivo Karev, per Julez l'inossidabile Bailey -.
Senza dubbio la creatura di Shonda Rhimes, dai tempi dei sorprendenti esordi e dell'ottima sesta annata - la migliore in assoluto fino ad ora - è diventata, di fatto, una macchina fin troppo ben oliata in grado di sfruttare quello che ormai è noto come il "fenomeno George Martin", mantenendo un ritmo quasi scanzonato per l'intero corso della stagione prima di sferrare il colpo basso nel finale, affidandosi a cliffhanger in grado di mantenere alta l'attenzione del pubblico in vista della stagione successiva, rinnovo dopo rinnovo: così abbiamo assistito ad incidenti aerei, tempeste, separazioni, ricongiungimenti e chi più ne ha, più ne metta, comprese le morti dei charachters più importanti della serie, che hanno seguito gli abbandoni progressivi degli attori.
Eppure, non avrei mai pensato che si sarebbe arrivati all'addio perfino di uno dei cardini di questo titolo, personaggio fondamentale per l'evoluzione delle trame principali, nonostante l'abbandono dell'interprete fosse nell'aria già da anni: in questo senso, gli episodi che hanno chiuso l'annata hanno finito per emozionare e colpire - divertente il confronto a proposito dell'accanimento terapeutico che vede la Bailey discutere con il compagno Ben Warren a proposito della sua volontà, in caso di condizioni disperate, di farsi staccare la spina rispetto a quella diametralmente opposta dello stesso Warren, che rispecchiano quelle di Julez e mie rispettivamente -, nonostante, di fatto, nel corso della stagione non si sia assistito a grandi sconvolgimenti.
La fine della storia tra Callie ed Arizona era comprensibile, e mentre l'inserimento - purtroppo solo momentaneo - di una Geena Davis sempre in spolvero era molto interessante, così come l'avvicendamento - gestito non proprio al meglio - tra i due Sheperd a direzione del reparto di neurochirurgia, l'innesto della "nuova Cristina" Pierce ha prodotto gli stessi effetti, in termini di mancanza di carisma, del sempre piuttosto anonimo Avery, e la progressiva trasformazione in bravo ragazzo di Karev ha di fatto privato il serial del suo bad guy di punta.
Tolti, dunque, gli ultimi, drammatici episodi, il momento più interessante della season va ricercato probabilmente nella perdita del bambino di Avery e Kepner, dramma che soltanto chi ha provato sulla pelle può sentire nella disperata sensazione di vuoto che lascia - specie se si tratta della prima gravidanza -: comunque, per quanto di fatto non si tratti quasi più di qualcosa di rivoluzionario o di livello particolarmente alto, che sia per i personaggi, l'ambientazione o le sensazioni, Grey's Anatomy resta uno dei titoli cui qui al Saloon si vuole più bene, e che ogni anno torniamo a consumare ad un ritmo superato, ai tempi, solo da Lost.
In fondo, al cuore non si comanda, ed anche se "la giostra continua a girare", i grandi amori non si dimenticano mai.
Un pò come per Meredith e Derek.
Un pò come i Ford e Grey's Anatomy.



MrFord



"With or without you
with or without you
I can't live with or without you."
U2 - "With or without you" - 




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