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sabato 25 agosto 2018

Grey's Anatomy - Stagione 14 (ABC, USA, 2017/2018)




E' curioso, familiare e difficile mettersi a scrivere di Grey's Anatomy dopo quattordici stagioni: è ovvio che la qualità e la resa emotiva del medical drama più amato in casa Ford - soprattutto da Julez - non sia più la stessa delle sue stagioni d'oro, che le storie si ripetano o trascinino, che faccia più effetto il tempo che passa per i protagonisti così come per noi che li guardiamo dall'altra parte dello schermo che non le vicende proposte, eppure la sensazione di arrivare all'estate e goderselo è piacevole come quella di ritrovare un vecchio amico con il quale è sempre confortevole passare del tempo.
E dunque, per l'ennesima volta, ci siamo ritrovati con la consueta carica a tornare tra le sale operatorie del Grey Sloane Memorial, nel corso di una stagione che torna ad alzare leggermente il livello dopo il calo decisamente importante delle due precedenti sfruttando tematiche importanti come le molestie, l'adozione, la situazione degli States sotto Trump: una scelta azzeccata da parte di Shonda Rhimes e del suo team, che seppur non brillando per soluzioni innovative valorizzano appieno personaggi che ormai sono stati sviluppati e spremuti in ogni modo possibile - si vedano il repentino addio a quello che doveva essere il "nuovo Derek", Riggs o la gestione piuttosto schizofrenica di Owen e Amelia - ed accompagnano il pubblico attraverso un'annata scorrevole e dal buon ritmo, che evita le trappole dei drammoni cui ci si era abituati e preferisce tenere uno standard forse più populista ma non per questo così indigesto.
Peccato che il Fordino continui ad apprezzare più il vecchio e scorbutico House ai medici capitanati da Meredith Grey, e che abbia spesso e volentieri criticato la scelta dei suoi vecchi preferendo addirittura produzioni che sulla carta per lui non dovrebbero avere alcuna attrattiva come Jessica Jones: del resto, come diciamo spesso ultimamente ridendoci sopra, pare che l'adolescenza ribelle abbia già iniziato a farsi sentire nel piccolo Ford, che alla coralità del Grey Sloane preferisce gli sprazzi di genialità singola di Greg House.
Sarà divertente scoprire cosa accadrà quando crescerà, e si ritroverà come me ora ad osservare un personaggio che per certi versi gli somiglia crescere e cambiare - pur mantenendo e controllando i propri difetti - e domandarsi cosa gli riserverà il futuro neanche fosse di fronte ad uno specchio: in fondo, quando lo vidi per la prima volta, mai e poi mai avrei pensato che Alex Karev sarebbe stato dove è ora, per questa serie come per me, e mai avrei pensato che sarei stato dove sono ora anche io.
Dunque, come ogni anno, in barba al tempo che passa, alle lamentele, ai difetti e qualsiasi altra cosa vogliate immaginare, anche la prossima estate saremo qui, pronti ad immaginare chi sarà il prossimo tra questi chirurghi a compiere un intervento miracoloso, o quali sorprese, drammi, stranezze e divertenti malinconie proveranno guardandosi indietro e scoprendo che tutto quello che hanno vissuto li ha resi quello che sono oggi.
Un pò come noi che li guardiamo con rinnovata partecipazione.



MrFord



 

martedì 20 giugno 2017

Grey's Anatomy - Stagione 13 (ABC, USA, 2016)





Fin dai primi tempi della convivenza con Julez, nonostante sulla carta non fosse certo materia da vecchio cowboy, Grey's Anatomy è divenuto uno dei guilty pleasures da piccolo schermo più goduriosi di casa Ford, una sorta di simbolo dell'estate incombente - l'abbiamo sempre visto "in differita" rispetto alla programmazione americana e di Sky qui da noi - che, a prescindere dalla qualità o dalle stagioni più o meno riuscite, viene divorato a colpi di quattro o cinque episodi al giorno.
Certo, la creatura principe di Shonda Rhimes è poco plausibile, eccessiva ed eccessivamente sentimentale, eppure qui al Saloon non si riesce davvero a non volerle bene, anche quando, come nel caso di questa season numero tredici, le cose non vanno affatto come si sarebbe sperato: troppa carne al fuoco per essere gestita bene dagli sceneggiatori - le due storylines principali, quella che vede protagonista il mio favorito Karev ed i suoi guai professionali e giudiziari dopo aver aggredito lo specializzando DeLuca e quella della "ristrutturazione aziendale" passata attraverso l'inserimento della Minnick, uno dei personaggi più insopportabili che ricordi, si mangiano moltissimo spazio per poi essere risolte come bolle di sapone, e le secondarie appaiono tutte inconsistenti, da quella legata alla pessima coppia Hunt/Sheperd all'episodio conclusivo, sprecato considerato il passato di drama di questo titolo -, tensione sentimentale a zero - ma questa è una lamentela principalmente della signora Ford, che adora il mitico "struggio" -, charachters non all'altezza e poche certezze a portare avanti quello che è ormai uno dei titoli storici della grande stagione del rilancio delle serie televisive che fece seguito all'esplosione del fenomeno di Lost ormai tredici anni fa.
Un vero peccato, perchè l'impressione con quest'annata è decisamente quella dell'occasione sprecata sia per consolidare situazioni e personaggi cardine della serie, sia per inserire o valorizzarne di nuovi - uno scempio, a livello di scrittura, quello che è stato fatto con DeLuca, o l'idea di buttare nel calderone idee e situazioni poi accantonate strada facendo, soprattutto riguardo agli specializzandi che dovrebbero rappresentare la "nuova generazione" del titolo -, e più in generale dare una scossa ad un serial che, senza dubbio, può contare su un consolidato zoccolo duro di fan della prima ora, ma che a distanza di così tanti anni, privo dell'attrattiva che forniva il personaggio di Derek Sheperd e della sua storia con Meredith, di molti dei protagonisti che avevano reso questa serie quello che è diventata e sempre sul filo per quanto riguarda lo spingere sull'acceleratore con morti, ritorni, catastrofi e simili rischia di diventare uno di quelli che si guardano per affezione, ma quasi stancamente.
Qui in casa Ford non siamo ovviamente ancora giunti a quel punto, ed ogni anno il ritorno al Grey Sloane Memorial è un vero piacere, ma onestamente vorrei che si potesse ingranare una marcia in grado se non altro di ricordare annate magiche come la seconda o la quinta, che nel genere non dovevano davvero temere rivali.
Anche perchè da questi medici così sopra le righe, io mi aspetto sempre l'intervento miracoloso.
E non la visita di routine da certificato e due o tre giorni di riposo.



MrFord



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