lunedì 30 marzo 2015

Inside man

Regia: Spike Lee
Origine: USA
Anno: 2006
Durata:
129'






La trama (con parole mie): Dalton Russell sa bene quello che deve fare. E conosce il piano come le sue tasche. Una rapina, nel pieno centro di Manhattan. Arthur Case è il proprietario e socio della Banca assalita dal commando di Russell, e sa bene cosa potrebbe perdere, se il contenuto di una certa cassetta di sicurezza venisse allo scoperto. Madeleine White è una negoziatrice, una donna con le palle d'acciaio sempre pronta a risolvere le grane peggiori dei potenti, per la giusta parcella. Keith Frazier è un detective tosto ed incasinato, indagato dalla disciplinare per una vicenda di soldi rispetto alla quale si dichiara innocente e una voglia di riscatto che punta ad una promozione.
Quando le loro strade finiranno per incrociarsi, mantenere l'equilibrio potrebbe diventare decisamente difficile: a fare da arbitro, la Grande Mela, New York City, la città che più di ogni altra ha simboleggiato la modernità ed il concetto di metropoli cosmopolita.








Questo post partecipa alle celebrazioni del Black Power Day.





"Ed è qui, come direbbe il Bardo, che sta l'inghippo", sentenzia Dalton Russell, guardando in camera, in apertura di uno dei più straordinari film degli Anni Zero.
Onestamente, l'unico inghippo che mi pare di trovare, è dato dal fatto che si tratti del più grande film che Spike Lee - regista manifesto della cultura "black" - abbia mai girato, nonchè uno dei titoli più importanti, parlando di heist movies, dai tempi di Rapina a mano armata.
E non parliamo, dunque, di piccoli calibri.
Personalmente, ho sempre pensato che il problema del vecchio Spike risiedesse principalmente nella sua eccessiva ed incontrollata rabbia, e nel fatto che i suoi prodotti - anche i migliori - fossero razziali e razzisti, in una certa misura, quanto il sistema che il cineasta newyorkese cercava di criticare: il suo percorso per giungere a questo vertice assoluto, partito con Summer of Sam e passato attraverso l'altrettanto splendido La 25ma ora, ha visto come protagonista principalmente una sorta anestetizzazione del lato più black del suo approccio, affidandosi alla tecnica e ad un'ironia - in questo caso - graffiante in grado di colpire ad ogni latitudine sociale e, allo stesso tempo, fornire al pubblico una delle dichiarazioni d'amore più profonde per New York che siano state mai portate sullo schermo.
Dalla sequenza della ricerca di qualcuno che possa comprendere il linguaggio della registrazione "donata" dai rapinatori alla polizia - "Siamo a New York, qualcuno conoscerà la lingua che stanno parlando" - alla vicenda di Vikram, passando per il cellulare di Peter Hammond ed il dialogo - da antologia - tra Dalton ed il bambino con il padre tra gli ostaggi a proposito del videogame che il piccolo sfrutta come passatempo nel corso delle ore del sequestro, tutto suona come un ritratto ironico ed allo stesso tempo traboccante amore di una città ricca di contraddizioni e conflitti, dalla strada ai salotti d'alto bordo, ma ugualmente e forse proprio per questo una delle più affascinanti al mondo.
Ma Spike Lee non si limita a questo: grazie soprattutto al confronto tra Russell ed il suo antagonista - il perfetto Frazier di Denzellone Washington - con Inside man viene a galla un Cinema di genere che ricorda i Classici come Un bacio e una pistola, o i romanzi di Mickey Spillane ed Elmore Leonard impreziosito da una tecnica ed un approccio assolutamente moderni, cui fa da cornice - o da cuore - una critica meno arrembante ma non per questo poco decisa agli anni del bushismo e della cultura del terrore, culminata con una parte finale grazie alla quale, in una certa misura, tutti i protagonisti di questo intrigo finiscono per cavarsela senza però uscire puliti, quasi come se la sceneggiatura ci ricordasse l'imperfezione - ed il bello della stessa - che si cela dietro l'umanità, rappresentata alla grande dagli ostaggi della banca e dai loro interrogatori.
E dato che, malgrado qualche scivolone nel corso degli anni - cinematografico ed in termini di dichiarazioni -, il pungente Spike non è affatto stupido, Inside man finisce anche per risultare uno degli esempi migliori di confezione hollywoodiana impeccabile e titolo assolutamente perfetto nell'ambito del Cinema dell'illusione - forse, a memoria del sottoscritto, superato soltanto, in tempi recenti, dall'appena precedente The prestige -, che lega lo spettatore alla poltrona e lo trasporta di prepotenza quasi dentro lo schermo: un'evoluzione, in questo senso, è riuscita a farmi rabbrividire, nel corso della revisione concessa a questo Modern Classic grazie al Black Power Day che celebriamo oggi.
Un passaggio che, dal primo gennaio del duemilaquattordici, era accaduto soltanto una volta.
La partenza dal divano e l'arrivo a terra del sottoscritto, cocktail alla mano e culo sul tappeto, a bocca aperta di fronte al televisore: come fu per The Wolf of Wall Street.
E basterebbe questo, per definire Inside Man.
Anche se, a ben guardare, forse l'idea rende di più per definire il filmone totale di Scorsese, altro grande interprete della cultura newyorkese nella settima arte.
Ma poco importa.
Qui non c'è nessun inghippo.
Solo un fottuto, grande colpo.
Un fottuto, grande film.
Anzi, più che grande.
"Noi non dimenticheremo", si intravede su un muro dietro Denzel Washington.
La ferita del World Trade Center ancora aperta.
Neppure io dimenticherò.
Non dimenticherò quanto è grande Spike Lee quando misura l'ego di Spike Lee e diventa un dannato, enorme interprete della cultura americana.
Black e non solo.




MrFord






"Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya."
A. R. Rahman - "Chaiyya Chaiyya" -





31 commenti:

  1. Spike Lee di solito alterna grandi film a boiate allucinanti... qui siamo stati fortunati! Splendido film con una splendida Jodie Foster, seppur in un ruolo minore. E' proprio vero che 'non esistono piccole parti, ma solo piccoli attori'

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    1. Questo è stato, forse, il suo ultimo grande film.
      Peccato averlo perso per strada.

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  2. Veramente un gran bel film!!!!! Sceneggiatura come poche.

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  3. Spike Lee mi sta "cordialmente" sulle balle e per amore di attori ho recuperato solo la 25sima ora. Quando scenderò a patti con 'st'irrispettoso regista segnerò questo Inside Man come il primo film da guardare....

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    1. Considerato il tuo amore per Tarantino posso capire, ma i suoi lavori proprio fino a Inside man andrebbero recuperati tutti. ;)

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  4. Pure io sono uno che Spike Lee non lo può sopportare, ma più per il personaggio che per i film che fa - anche se "Miracolo a Sant'Anna" e "Oldboy" sono indifendibili.
    Di questo ne ho sempre sentito parlare benissimo ma, ahimè, non l'ho mai recuperato.

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    1. Potrebbe essere un'ottima occasione. E' davvero un grande film.

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  5. bellissimo thriller, fotografia e colori stupendi..con sottofondo una NY ancora molto impaurita..

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  6. Non lo mai visto... ma se hai dato tutti quei bicchierini lo devo recuperare!

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    1. Assolutamente da recuperare. Uno dei migliori thriller degli Anni Zero.

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  7. Mi ha sempre incuriosito, e ce l'ho lì da non so quanto tempo. E vedere i tre bicchierini e mezzo al Saloon è come leggere una critica esatta del Cannibale ;)

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    1. Cogli l'occasione e recuperalo: oltre ad essere il miglior Spike Lee di sempre, è un filmone totale. Che ovviamente a Peppa non sarà piaciuto. ;)

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  8. Concordo su tutto, rivisto anche io di recente e, effettivamente, siamo dalle parti del capolavoro. Clive Owen qua è super in parte e la Foster è odiosa come al solito ;-)

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    1. Fratello, d'accordissimo.
      Pensa che ero addirittura indeciso se sfoderare i quattro bicchieri. :)

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  9. Ok, se hai spiccato il volo dal divano vuol dire che devo recuperarlo per forza ahahah :D

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  10. Per il Black Power Day vai a scegliere il film più bianco di Spike Lee?

    Sei proprio un whiterussian uahahah :)

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    1. Questa te la sei studiata da quando l'ho scelto su F.I.C.A., ammettilo! ;)

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  11. l'avevo visto al cinema, la prima volta.

    ero uscito felice come poche volte :)

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  12. dai è bello ma the wolf è n'altra roba.
    Ieri ho visto Whiplash, avevo troppe aspettative.
    Personale oscar miglior film a grand budapest.
    Secondo posto per birdman.
    Poi boyhood.
    Poi whiplash.

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    1. Wolf è sempre Wolf.
      Per me l'Oscar era per Boyhood.
      Poi American Sniper.
      E poi Grand Budapest.

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  13. ti devo dire che ho visto anche "22 jump street".. pensavo fosse una cagata atroce ma mi son detto su, il primo era carino, proviamoci.
    Beh, sarà che ho fumato bene, comunque ho riso forte. A un certo punto il film perde d'intensità ma nei primi 30-40 minuti ci son molti sketch molto ignoranti. Una Rivelazione.

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  14. ti devo dire che ho visto anche "22 jump street".. pensavo fosse una cagata atroce ma mi son detto su, il primo era carino, proviamoci.
    Beh, sarà che ho fumato bene, comunque ho riso forte. A un certo punto il film perde d'intensità ma nei primi 30-40 minuti ci son molti sketch molto ignoranti. Una Rivelazione.

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    1. Lo sviluppo è identico a quello di 21 Jump Street, ma si ride forte, hai ragione. E io avevo bevuto, ma non fumato. ;)

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  15. Ho il DVD a casa, che mi aspetta come la donzella che aspetta il Denzellone a fine film... Un McGuffin da paura, una lezione di cinema e una strizzata d'occhio al detective di The Long Goodbye. Assolutamente una ficata di film, e mi piace molto la tua visione del film! ;-)

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    1. Una ficata di film davvero. Una bomba.
      E quel finale è una chicca.

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