venerdì 24 agosto 2018

The ritual (David Bruckner, UK, 2017, 94')




Ogni volta che scrivo di un horror, mi rendo conto che inizio sempre il post allo stesso modo, ripetendo quanto per un vecchio fan come il qui presente sia difficile trovare proposte interessanti, che l'atmosfera degli anni settanta e ottanta si sia persa e non si trovi più nulla che faccia davvero paura. Una sorta di remake di quei film inutili che vengono propinati al pubblico giovane sperando di poter assurgere a cult del Cinema di paura senza avere la minima possibilità di riuscirci.
The Ritual è giunto su questi schermi principalmente per merito dell'operato del suo regista nell'antologico Southbound, ed ammetto che si sia difeso niente male dai post al vetriolo contro le ciofeche che questo genere spesso rifila, pur non riuscendo a raggiungere le vette dei titoli che cito in quei post che spesso e volentieri fanno da remake: grazie ad un'atmosfera che parte da The Descent e giunge fino a The Village, il lavoro di Bruckner finisce per tenere discretamente bene la tensione pur non garantendo risultati esagerati in termini di sceneggiatura, parte con un'atmosfera invidiabile, aperta come i paesaggi ed opprimente come la mente umana e chiude quasi senza dare giustificazioni, pesando non tanto perchè le stesse servano, ma perchè si sono volute inserire in un'equazione che avrebbe funzionato comunque.
Ad ogni modo, The Ritual resta un discreto prodotto di genere basato sul percorso compiuto per affrontare il proprio senso di colpa, specialmente se legato a qualcuno che amiamo o abbiamo amato: un tentativo interessante trasformato in un survival "filosofico" che come spesso accade per gli horror regala il suo meglio quando ancora si sa poco o nulla di quello che si prepara a scendere come la mano del Mietitore sui protagonisti, ben caratterizzati e legati ad un episodio terribile, casuale e violentissimo - forse il momento più spaventoso dell'intera pellicola, benchè clamorosamente ed assurdamente reale -.
Perfetta la cornice, almeno per chi come questo vecchio cowboy ama la Natura e considera i paesaggi incontaminati e sconfinati splendidi quanto spaventosi, come chiunque sia stato in un bosco da solo dopo il calar del sole può testimoniare: forse, a ben guardare, il difetto principale di The Ritual è quello di cercare di mettere più carne al fuoco possibile in modo da apparire come un tentativo d'autore di far compiere all'horror un passo in avanti senza accorgersi che, spogliato dei fronzoli, questo avrebbe potuto essere un titolo di quelli da ricordare dagli appassionati e non.
Un peccato veniale, comunque, di un regista senza dubbio da tenere d'occhio soprattutto se dovesse concentrarsi sul genere e non lasciarsi tentare da eventuali proposte "pop", affrontando "l'orrore" senza il timore di non essere compreso, o di apparire troppo estremo, o "di nicchia".
Non c'è bisogno, del resto, di rituali, per far apparire terribile o spaventoso qualcosa: l'ingrediente principale, l'Uomo, raccoglie senza alcun problema dentro di sè tutto quello che serve.
Come Hitchcock aveva tradotto in sequenze d'antologia e Lynch in un delirio grottesco e spaventoso, del resto, non c'è bisogno di nient'altro che quello che abbiamo da riservare in quanto animali più pericolosi sul pianeta per far scorrere sudori freddi sulle schiene degli spettatori, se non quello che siamo.
Violenti, rancorosi, timorosi, istintivi, codardi.
Non ci sono rituali che possano salvarci da noi stessi in quanto umani.
Tranne noi stessi.



MrFord



 

6 commenti:

  1. Soliti spauracchi, solita storia, ma la bravura del protagonista e i vedo-non vedo mi avevano sorpreso (peccato, nel finale, per quel troppo, troppo mostrare).

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    1. Vero, peccato per il finale, che vuole spiegare troppo. Sarebbe bastato un pò più di mistero.

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  2. Ogni volta che scrivi di un horror, fai un remake dei tuoi vecchi post. In questo sei coerente con il genere ahah :)

    Preferendo un tipo di orrore più pop, questa potenziale mazzata fordiana noiosa mi sa che me la risparmio.

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    1. Effettivamente come horror è un pò troppo fordiano per i tuoi gusti teen. ;)

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  3. In effetti sei sempre ripetitivo nella prima frase, mi sa che fai copia incolla, perchè ad una certa età non si ha più la fantasia dei bambini ;)
    Tornando al film, balzerà sicuramente, non essendo una fan degli horror, anzi...
    A me fan paura persino le ciofeche, figurarsi un horrorino del genere. No grazie, voglio dormire notti serene.

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    1. Vedi, io invece oltre a vecchio vorrei spesso e volentieri qualche sano horror da cagarsi un pò sotto! :)

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